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domenica 13 novembre 2011

I: 4 NOVEMBRE: L’A.N.A.I. RENDE OMAGIGIO AI CADUTI DELLA RSI


----- Messaggio inoltrato -----
Da: Ares Agenzia di Notizie <aresagenziadinotizie@gmail.com>
A:
Inviato: Domenica 13 Novembre 2011 17:24
Oggetto: 4 NOVEMBRE: L'A.N.A.I. RENDE OMAGIGIO AI CADUTI DELLA RSI

4 NOVEMBRE: L'A.N.A.I. RENDE OMAGIGIO AI CADUTI DELLA RSI
Scoperta una lapide in ricordo dell'"arcangelo sindacalista" Filippo Corridoni
di Lemmonio Boreo
 
Venerdì 4 Novembre 2011, in occasione dell'Anniversario della Vittoria, il Reparto di Nettunia dell'Associazione Nazionale Arditi d'Italia (A.N.A.I.) ha scoperto una lapide al Campo della Memoria di Nettuno.
Il manufatto, in fine lavorazione su cotto di Deruta con supporto in acciaio, riporta una storica frase del sindacalista rivoluzionario Filippo Corridoni: "La Patria non si nega, si conquista", un monito ai socialisti internazionalisti che negavano la Nazione come entità spirituale del Popolo.
Corridoni, protagonista di vaste agitazioni operaie nei primi anni del XX secolo, dopo lo scoppio della Grande Guerra, al fianco di Benito Mussolini, divenne uno dei maggiori esponenti del movimento interventista.
Volontario di Guerra, nei primi tempi fu costretto – a causa della tisi che lo affliggeva – a servizi di seconda linea. Dopo essere riuscito a raggiungere la prima linea, si immolò alla Patria in un assalto sul Carso contro una trincea austro-ungarica: era il  23 Ottobre 1915.
Decorato dapprima di Medaglia d'Argento al Valor Militare, nel 1925 il Duce in persona volle concedergli quella in Oro, con la seguente motivazione: "Soldato volontario e patriota instancabile, col braccio e la parola tutto se stesso diede alla Patria con entusiasmo indomabile. Fervente interventista per la Grande Guerra, anelante alla vittoria, seppe diffondere la sua tenace fede fra tutti i compagni, sempre di esempio per coraggio e valore. In testa alla propria Compagnia, al canto di inni patriottici, muoveva fra i primi e con sereno ardimento all'attacco di difficilissima posizione e tra i primi l'occupava. Ritto, con suprema audacia sulla conquistata trincea, al grido di «Vittoria! Viva l'Italia!» incitava i compagni che lo seguivano a raggiungere la meta, finché cadeva fulminato da piombo nemico".
Una motivazione che andrebbe letta e commentata in tutte le scuole della nostra Nazione ove, invece, si predica un vile pacifismo di second'ordine, con i risultati che ben possiamo vedere ai bordi delle strade…
«E' per noi motivo di orgoglio ricordare oggi, al Campo della Memoria – Sacrario della RSI, l'"arcangelo sindacalista" Filippo Corridoni – ha dichiarato Bruno Sacchi, Comandante del Reparto A.N.A.I. di Nettunia – caduto per la Patria in quell'Autunno del 1915. Qui, ove riposano i combattenti della Repubblica Sociale Italiana, Corridoni trova la sua collocazione ideale. A tanti anni di distanza da quegli eventi, i valori di Patria e solidarietà nazionale espressi dal pensiero corridoniano e dalla RSI sono le uniche ancore di salvezza per un'Europa in preda alla crisi del sistema liberal-democratico. In questo giorno in cui istituzionalmente, quanto ipocriticamente, qualcuno festeggia nelle piazze, con tanto di tricolore appeso al collo, un Paese senza più identità e coscienza, noi rivendichiamo il sacrificio dei Volontari di Guerra, degli Italiani veri. Qui, ove si rivendica la centralità dello Stato nazionale sull'economia, ove si difende lo Stato sociale dagli assalti dei "finanzieri" dell'Unione Europea, ove la Patria è sacralizzata come valore assoluto, noi rendiamo omaggio a chi ha sognato e realizzato un'Italia diversa: più unità, più libera, più grande».
 
Lemmonio Boreo


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