Comitato per la presentazione della legge d'iniziativa popolare
Nessuna innovazione economica viene condivisa dalla comunità se non ne percepisce le benefiche collettive ricadute. Il perdurare della crisi economica ed occupazionale spinge potentemente a far comprendere ai lavoratori ed ai datori di lavoro la necessità di recuperare la perduta sovranità monetaria nazionale.
La "Teoria del Valore Indotto della moneta" enunciata da Giacinto Auriti, confermata dalla successiva denuncia dei patti di Bretton Woods avvenuta sin dal 15 agosto 1971 dal Presidente Nixon, hanno definitivamente stabilito che il valore della moneta è conferito dai cittadini che la utilizzano e non dalle banche centrali che l'approntano. L'attuale crisi economica ed occupazionale, lungi dall'essere superata, è stata realizzata mediante la violenta sottrazione di liquidità dal mercato e dalle pubbliche amministrazioni nonché dalla massa debitoria principalmente generata dall'attuale emissione monetaria e dal pagamento dei relativi interessi passivi.
In campo europeo il recente patto di stabilità ci impone il rientro del debito pubblico di un ventesimo ogni anno dell'importo che eccede il 60 % del PIL. Significa circa 45 miliardi di Euro ogni anno (il doppio della già pesante finanziaria in corso). Un simile salasso da cavallo il nostro sistema Paese, già indebitato sino all'inverosimile non è in grado di poterlo sostenere. Per rilanciare i processi produttivi ed occupazionali in campo nazionale abbiamo l'assoluta necessità di poter ridisporre almeno della liquidità che ci è stata fatta sparire con le truffaldine operazioni finanziarie legate ai bond cabriolet profusi a piene mani, senza indebitarci ulteriormente, nei confronti di chi ha il potere sovrano di poter aumentare i tassi a suo piacimento.
Occorre agire rapidamente per bloccare le nefaste conseguenze delle crisi come quelle imposte a Islanda, Irlanda e Grecia, poiché dopo Portogallo, Spagna e Belgio siamo i primi della lista. Lo Stato Italiano deve smettere d'indebitarsi per monetizzare il mercato o per pagare i suoi titoli di debito che vengono quotati dalle società di rating secondo le desiderate della cricca monetaria. Se i titoli di debito dello Stato sono buoni e valgono, al punto da essere accettati e scontati dagli avveduti e prudentissimi banchieri privati, debbono valere anche i titoli monetari emessi dallo stesso Stato. Poiché il nostro Stato vanta nel campo dell'emissione monetaria diretta una positiva ed invidiabile esperienza centennale, occorre che il mondo della produzione e dei consumi, lasciati in balia dei banchieri, si coalizzino per costringere la Pubblica Amministrazione a riassumere il ruolo politico che le compete, a tutela degli interessi dei cittadini tutti, mediante la guida economica dell'intera Nazione che non può essere disgiunta da quella monetaria, sciaguratamente affidata alla "cupola" dei banchieri privati. Abbiamo constatato sin troppo amaramente ciò che accade quando si demandano queste prerogative ai famelici banchieri privati. E' opportuno smettere di non vedere che la politica è riuscita a mettere i topi a guardia del formaggio. Poiché quando si hanno i topi in casa non si può guardare al colore dei gatti, e opportuno che tutte le categorie produttive nell'interesse collettivo nazionale, contribuiscano a fornire i propri gatti dai colori più variegati, affinché si possa, con una azione comune realizzare la derattizzazione nella cassa dello Stato italiano, di proprietà di tutti i cittadini. Lo Stato deve ritornare a battere moneta in nome e per conto dei propri cittadini; acquisirne la proprietà a titolo originario ed impiegarla per rilanciare economia, occupazione e ricerca, sulla scia della positiva esperienza già effettuata dal 1874 al 1975. Ciò ha consentito, subito dopo l'unità d'Italia di realizzare tutte le infrastrutture necessarie ad un nuovo stato, compreso i famosi palazzi e quartieri "umbertini", ancora esistenti, senza imporre tasse e senza accendere debiti. Successivamente utilizzando sempre la stessa emissione monetaria si sono realizzate le opere dell'Italia moderna: strade, autostrade, ponti, ferrovie, porti, aeroporti, centrali idroelettriche, ospedali, sanatori, colonie, le grandi bonifiche, intere città, i grandi complessi industriali, gli Istituti Assistenziali, le scuole, le università, tutte opere ancora esistenti dalle inconfondibili linee architettoniche ispirate dal Piacentini. Tutto senza aumentare le tasse e senza aumentare il debito pubblico che anzi, sino al 1940 era rimasto stabile al 20 % (tra i più bassi della storia d'Italia) per passare al 25% nel 1945, dopo una guerra persa. Successivamente lo Stato continuò a battere moneta sino al 1975. Gli introiti così incamerati hanno contribuito in maniera significativa alla ricostruzione del territorio nazionale devastato dall'invasione nemica (all'inizio degli anni 70 il debito pubblico era sceso al 20 %). Tutto ciò ad ulteriore conferma e dimostrazione che il debito pubblico è generato dall'emissione monetaria da parte delle banche d'emissione private. Giova trarre profitto dalle esperienze altrui: in Islanda hanno già messo sotto processo otto banchieri, gli altri sono fuggiti. Cominciamo con raccogliere le firme per il disegno di legge ad iniziativa popolare. Non vorremmo lasciare ai nostri figli un mondo peggiore di quello che abbiamo trovato.
14 maggio 2011 Savino Frigiola
Proposta di legge d'iniziativa popolare
Articolo N° 1
Lo Stato italiano in ossequio alla propria Costituzione ed alla positiva centennale esperienza pregressa, (dal 1874 al 1975) in nome e per conto dei propri cittadini ritorna a battere moneta in prima persona. Acquisisce a titolo originario il controvalore dell'emissione monetaria (signoraggio) che va ad iscrivere direttamente all'attivo nel proprio bilancio.
Articolo N° 2
La gestione ed il controllo della circolazione monetaria viene svolta dal Ministero del Tesoro di concerto con il Consiglio dei Ministri, compresa l'attività ispettiva nei confronti delle Banche Ordinarie mediante propri ispettori. La creazione materiale della cartamoneta è affidata alla Zecca dello Stato in analogia con quanto avviene con le monete metalliche.
Articolo N° 3
L'immissione monetaria sul mercato avviene:
A ) con l'esecuzione ed il pagamento delle opere di pubblica utilità;
B ) con le operazioni pronti contro termine tra il Ministero del Tesoro e le Banche Ordinarie; il denaro sarà loro disponibile al puro costo di stampa ed amministrazione (circa 0,1 %) secondo le modalità del regolamento.
Articolo N° 4
A tutte le banche e loro controllate o partecipate è vietato possedere aziende produttive o loro quote. Il livello di circolazione monetaria sul territorio nazionale è commisurato alle esigenze del mercato e del proprio sviluppo, alla ricerca, all'innovazione e per le attività sociali. Il costo per l'accesso al credito per i cittadini e per le attività produttive, non potrà superare il tetto massimo del 3,00 % omnicomprensivo.
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