--- Mar 12/1/10, Luigi <
luleonin@libero.it> ha scritto:
> Da: Luigi <
luleonin@libero.it>
> Oggetto: Razza,mutui subprime e crisi economica negli USA
> A:
Undisclosed-Recipient@yahoo.com> Data: Martedì 12 gennaio 2010, 22:57
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http://www.eugeniobenetazzo.com/razza_che_ramazza.htm>
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> Razza che ramazza di Eugenio Benetazzo
> Pubblicato il
> 12/01/20100
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> Adesso mi è tutto più
> chiaro. Al momento in cui sto scrivendo mi trovo allo Space
> Needle di Seattle,
> ormai saranno più di trenta giorni che sto girovagando per
> gli States con
> l'intento di realizzare un videodocumetario sulla crisi
> finanziaria e quella
> immobiliare: Boston, New York, Miami, Atlanta, Phoenix, Las
> Vegas, Los Angeles,
> Seattle e Chicago.
> L'economia americana
> è collassata per
> motivazioni razziali: il suo destino sembra ormai segnato
> da un lento ed
> inesorabile declino economico e sociale.
>
> Chi confidava in un miglioramento con
> l'avvento di Obama,
> mitizzandolo come il nuovo Kennedy, ha iniziato a
> ripensarci.
>
> L'America di Obama non è l'America di
> Kennedy: alla metà degli
> sessanta, la popolazione americana era costituita per circa
> l'80% da bianchi
> caucasici (europei ed anglosassoni) e per il il 20% da
> svariate minoranze
> etniche (afroamericani, ispanici, orientali). Oggi è tutto
> cambiato: il 30% sono
> bianchi caucasici, il 30% sono ispanici, il 30% sono
> afroamericani ed infine il
> 10 % sono orientali.
> L'America come vista nei serial televisivi con i
> quali siamo cresciuti, da
> Happy Days a Melrose Place, non esiste più.
>
> Questa trasformazione del
> tessuto sociale ha comportato un lento e progressivo
> cambiamento negli
> stili di vita, nella capacità di risparmio, nella
> responsabilità civica e
> soprattutto nella stabilità e sicurezza economica. La
> cosiddetta crisi dei mutui
> subprime trova fondamento proprio in questa constatazione.
>
> Mi permetto di aprire una parentesi per accennare al
> meccanismo del credit
> scoring (necessario per comprendere il fenomeno dei
> subprime): in America ad
> ogni contribuente viene assegnato un punteggio di
> affidabilità utilizzando una
> scala valori che va da un minimo di 300 ad un massimo di
> 850 punti (è un modello
> matematico sviluppato da una società quotata al Nyse, Fair
> Isaac Corp.).
> All'interno di questo range possiamo individuare
> tre categorie di soggetti:
> prime consumer (750-850 punti con excellent credit),
> midprime consumer (720-750
> con good credit) ed infine subprime consumer (660-720 con
> fair credit). Evito di
> soffermarmi nelle categorie con il rating inferiore (low
> and bad credit) per
> limiti di esposizione.
> In base alla categoria di appartenenza varia la
> disponibilità di accesso al
> credito ed il costo dello stesso. Sostanzialmente il credit
> scoring è un modello
> di valutazione che consente di comprendere chi affidare e
> per quanto, oltre al
> fatto di selezionare i buoni pagatori da quelli cattivi, il
> tutto rapportato
> alla propria posizione debitoria e disponibilità
> reddituale.
>
> Più
> carte di credito utilizzate, più fido richiedete, più le
> rate dei prestiti
> pregressi pesano in percentuale sul vostro reddito mensile,
> più ritardi nei
> pagamenti avete nel vostro track record personale, più il
> vostro credit scoring
> tenderà ad essere di basso livello. Sulla base di questo
> sistema, il 20% della
> popolazione americana è un soggetto prime, un altro 25%
> midprime ed infine quasi
> il 30% è un soggetto subprime.
> Il livello medio di credit scoring per un
> cittadino americano si
> attesta intorno ai 680 punti (subprime). Dal punto di vista
> statistico, troviamo
> tra i soggetti fair e low credit, per la stragrande
> maggioranza, gli
> appartenenti alle classi sociali legate alle ondate
> immigratorie degli ultimi
> decenni (per quello che ho potuto vedere non penso sia
> casuale).
>
> Ma torniamo a noi. Durante la metà degli anni
> novanta, con l'intento di mitigare le tensioni e le
> disparità sociali della
> popolazione, nella constatazione che solo il 20% degli
> afroamericani ed il 30%
> degli ispanici erano proprietari della loro casa contro il
> 60% della popolazione
> bianca, vennero istituite delle piattaforme di
> ammortizzazione sociale che
> avrebbero consentito l'acquisto facilitato di
> un'abitazione a soggetti con
> capacità di redditto e disponibilità limitate.
>
> In buona sostanza il governo federale avrebbe
> garantito attraverso
> le varie GSE (Government Sponsored Enterprise come Fannie
> Mae e Freddie Mac) la
> remissione dei debiti concessi alle fasce sociali più
> deboli.
> Fu così che le banche iniziarono lentamente,
> ma con le pressioni
> del governo, a prestare denaro quando qualche anno prima
> non lo avrebbero mai
> fatto.
> La ratio su cui poggiava questa scelta
> politica era identificata
> nella volontà di rendere i poveri meno poveri in quanto se
> "possiedi"
> un'abitazione puoi pensare di pianificare la tua vita e
> stabilizzare il tuo
> nucleo familiare, oltre a questo non dimentichiamo le
> motivazioni politiche
> volte a conquistare nuove fasce di elettorato grazie a
> proposte molto
> popolari.
>
> Quello che è successo dopo a distanza di anni, dalla
> Lehman Brothers alla Fannie Mae, ormai fa parte della
> storia, senza dimenticare
> anche la complicità o incompetenza della FED. Una politica
> immigratoria troppo
> liberale e la mancanza di protezionismo culturale hanno
> presentato un conto
> impossibile da pagare per l'America che oggi inizia a
> comprendere cosa significa
> aver perso la propria originaria identità etnica.
> Lo scenario macroeconomico che caratterizza adesso il
> paese è tutt'altro
> che confortante e a detta di molti analisti indipendenti
> americani il peggio
> deve ancora arrivare. La disoccupazione è ovunque con
> disperati (non gli
> homeless) che chiedono l'elemosina di qualche dollaro e
> accampamenti di tende
> sotto i ponti delle freeway nelle grandi città.
> Obama ha subito una perdita di popolarità devastante,
> persino le persone di
> colore che lo hanno votato girano per le città con
> cartelli appesi al collo con
> la dicitura "Obama, dovè il mio assegno ? Allora quando
> arriva il cambiamento ?"
> In più occasioni mi sono sentito dire che la colpa è
> riconducibile ad un eccesso
> di liberalità immigratoria e ad una insensata politica di
> sostegno alle fasce
> sociali più deboli, che ha innescato il fenomeno
> dell'"overbuilding in bad
> areas". Si è costruito troppo ovunque in area
> residenziali scadenti, prestando
> parallelamente denaro a chi non lo avrebbe mai meritato in
> passato.
>
>
> Troppi messicani ed orientali
> entrati nel
> paese, legalmente e clandestinamente, hanno consentito
> l'abbassamento medio dei
> salari, mentre le concessioni, i sussidi ed il credito
> facile ai neri hanno
> distorto l'economia statunitense, rendendola drogata ed
> artefatta, portandola a
> basarsi esclusivamente sul consumismo sfrenato, il ricorso
> al debito e sulla
> totale incapacità di risparmio.
> Non lo avrei potuto immaginare, ma vi è un
> risentimento ed un odio
> trasversale tra le varie etnie che popolano il paese che mi
> ha più volte
> intimorito: bianchi contro afroamericani, ispanici contro
> afroamericani,
> orientali contro ispanici, insomma tutti contro tutti. In
> più occasioni per le
> strade di Miami e Chicago ho assistito ad episodi di
> tensione razziale stile
> "Gran Torino". Chi parla con ingenuità evangelica di
> integrazione razziale per
> questo paese, probabilmente ha studiato per corrispondenza
> all'Università per
> Barbieri di Krusty (noto personaggio della serie televisiva
> The
> Simpsons)..
>
> I bianchi benestanti che fanno gli executive
> (dirigenti, funzionari o colletti bianchi ben pagati) si
> autoghettizzano da soli
> in quartieri residenziali che assomigliano a paradisi
> dentro a delle prigioni,
> con videosorveglianza e servizi di sicurezza privati degni
> del Pentagono. Di
> contrasto dai fast food, ai jet market, alle pompe di
> benzina, a qualsiasi altro
> retail service a buon mercato, trovate tutte le altre razze
> che ramazzano i
> pavimenti, servono ai tavoli, lavano le vostre auto,
> consegnano pizze a
> domicilio o guidano i taxi per uno stipendio
> discutibilmente decoroso.
>
> L'America per alcuni aspetti (opportunità di
> lavoro per i giovani che hanno
> indiscusse capacità) può sembrare superficialmente un
> buon paese, ma se ti
> soffermi ad osservarla con un occhio critico, sotto sotto
> è un paese marcio e
> primitivo da far schifo, a me si è rivelato per quello che
> è realmente ovvero un
> calderone multirazziale con la maggior parte delle persone
> (bianchi compresi)
> che hanno il senso di autocoscienza di uno scarafaggio.
>
> L'americano medio (che sia un bianco, cinese,
> messicano o afroamericano) se
> ne frega assolutamente dei problemi ambientali del pianeta,
> della sofferenza
> inaudita degli animali nei loro allevamenti intensivi,
> delle carestie in Africa
> o dei conflitti in Medio Oriente, si interessa solo che
> possa ingozzarsi di
> hotdog, bere fiumi di coca cola, guardarsi il superbowl e
> guidare il suo
> megatruck dai consumi spropositati.
> Pur tuttavia, nel lungo termine sono piuttosto
> dubbioso che si possa
> riprendere dal processo di imbarbarimento ed impoverimento
> sociale che lo sta
> caratterizzando, per quanto potenziale bellico possa
> vantare, questo non lo
> sottrarrà dalla sorte che lo attende, prima il collasso
> economico e dopo quello
> sociale, scenario confermato anche da molte fonti di
> informazione indipendente
> che non si mettono a scimmiottare a turno a seconda della
> corrente politica che
> vince le elezioni, tipo la CNN o la FOX.
>
>
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