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lunedì 11 ottobre 2010

Ecologia Profonda - Unitarietà della vita ed appello per terminare ogni guerra, a partire da quella in Afghanistan

"Il male non si combatte con il male" (Saul Arpino)

Ho sottoscritto anch'io, come Alex Zanotelli e parecchi altri,
l'appello de Il Dialogo (che segue) pur nella consapevolezza che se
qualcosa cambierà nella situazione mondiale é solo quando ogni animo
umano sarà toccato dalla comprensione che tutto quel che esiste é
strettamente interconnesso..

Dobbiamo essere consapevoli dell'inscindibilità della vita, partendo
dall'ambito sociale in cui viviamo e osservando le cose con l'occhio
dell'ecologia profonda e della spiritualità laica. Insomma abbiamo
bisogno dell'intelligenza e della ragione, della cultura e delle sue
variegate espressioni di pensiero ma anche di sensazioni, percezioni,
intuizioni, sentimenti. Altrimenti la nostra società sarà solo una
sterile macchinetta funzionale e burocratica, la nostra battaglia per
un ipotetico "bene" sarà solo una continua ricerca di aggiustamenti
esteriori con nuove leggi e leggine od al peggio con "guerre di
riparazione...." Come possiamo far parte di un contesto "umano" e
socialmente integro se non consideriamo anche –forse in questo momento
storico direi "soprattutto"- le necessità del mantenimento delle
dignità umane, della riscoperta dei valori morali e spirituali e della
comune appartenza all'evento Vita?

Il Pianeta sul quale abitiamo é uno, respiriamo la stessa aria,
beviamo la stessa acqua... Perciò quando si invoca la "pace" dobbiamo
tener conto che solo essa porta al "bene comune", poiché il male
fatto agli altri si ritorce contro noi stessi. Tutto il pensiero
antico è orbitato per millenni attorno alla concezione unitaria
dell'Universo con la Vita. La realtà sensibile, concreta, è
strettamente interconnessa con la vita nelle sue manifestazioni
essenziali. E questo é anche il messaggio dell'ecologia profonda e
del bioregionalismo applicato alla vita quotidiana.

Infatti – come disse un saggio contemporaneo, Nisargadatta Maharaj –
noi non possiamo essere altro che una parte integrante della
manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera
possiamo esserne separati.

Paolo D'Arpini

Ed ora leggete e firmate l'Appello contro la guerra in Afghanistan:

Stiamo entrando nel decimo anniversario della guerra contro
l'Afghanistan: è un momento importante per porci una serie di domande.

In quel lontano e tragico 7 ottobre 2001 il governo USA , appoggiato
dalla Coalizione Internazionale contro il terrorismo, ha lanciato un
attacco aereo contro l'Afghanistan.Questa guerra continua nel silenzio
e nell'indifferenza, nonostante l'infinita processione di poco meno di
2.000 bare dei nostri soldati morti. Che si tratti di guerra è ormai
certo, sia perché tutti gli eserciti coinvolti la definiscono tale
,sia perché il numero dei soldati che la combattono e le armi
micidiali che usano non lasciano spazio agli eufemismi della
propaganda italiana che continua a chiamarla "missione di pace". Si
parla di 40.000 morti afghani(militari e civili), e il meccanismo di
odio che si è scatenato non ha niente a che vedere con la pace. Come
si può chiamare pace e desiderare la pace, se con una mano diciamo di
volere offrire aiuti e liberazione e con l'altra impugniamo le armi e
uccidiamo?

La guerra in Afghanistan ha trovato in Italia in questi quasi 10 anni
unanime consenso da parte di tutti i partiti – soprattutto quando
erano nella maggioranza – e di tutti i governi. Rileggere le
dichiarazioni di voto in occasione dei ricorrenti finanziamenti della
"missione" rivela – oltre devastanti luoghi comuni e diffuso retorico
patriottismo – un' unanimità che il nostro Parlamento non conosce su
nessun argomento e problema. Perché solo la guerra trova la politica
italiana tutta d'accordo? Chi ispira questo patriottismo guerrafondaio
che rigetta l'articolo 11 della nostra Costituzione?

L'elenco degli strumenti di morte utilizzati è tanto lungo quanto
quello dei cosiddetti "danni collaterali" cioè 10.000 civili
,innocenti ed estranei alla stessa guerriglia, uccisi per errore. Ma
la guerra non fa errori ,poiché è fatta per uccidere e basta.

Noi vogliamo rompere le mistificazioni, le complicità e le false
notizie di guerra che condannano i cittadini alla disinformazione, che
orientano l'opinione pubblica a giustificare la guerra e a considerare
questa guerra in Afghanistan come inevitabile e buona. La guerra in
Iraq, i suoi orrori e la sua ufficiale conclusione hanno confermato
negli ultimi giorni la totale inutilità di queste 'missioni di morte'.
Le sevizie compiute nel carcere di Abu Ghraib e in quello di
Guantanamo, i bombardamenti al fosforo della città di Falluja nella
infame operazione Phantom Fury non hanno costruito certo né pace né
democrazia, ma hanno moltiplicato in Iraq il rancore e la vendetta.
Altrimenti perché sono orami centinaia i soldati degli Stati Uniti,
del Canada e del Regno Unito che si suicidano, dopo essere tornati
dall' Iraq e dall' Afghanistan? Cosa tormenta la coscienza e la
memoria di questi veterani? Cosa hanno visto e cosa hanno fatto che
non possono più dimenticare?Dall'inizio della guerra in Afghanistan ci
sono più morti fra i soldati tornati a casa che tra quelli al fronte
:si susseguono i suicidi dei veterani negli USA.

Tutto il XX secolo ha visto la nostra nazione impegnata a combattere
guerre micidiali ed inutili nelle quali i cattolici hanno offerto un
decisivo sostegno ideologico. Ancora troppo peso grava sulla coscienza
dei cattolici italiani per avere esaltato, pregato e partecipato alla
I guerra mondiale e tanto più ancora all'omicida guerra coloniale in
Abissinia."Ci presentavano l'Impero come gloria della patria!-
scriveva Don Milani nella celebre lettera ai giudici L'obbedienza non
è più una virtù.Avevo 13 anni. Mi pare oggi. Saltavo di gioia per
l'Impero. I nostri maestri si erano dimenticati di dirci che gli
Etiopici erano migliori di noi. Che andavamo a bruciare le loro
capanne con dentro le loro donne e i loro bambini, mentre loro non ci
avevano fatto proprio nulla. Quella scuola vile, consciamente o
inconsciamente non lo so, preparava gli orrori di tre anni dopo… E
dopo essere stato così volgarmente mistificato dai miei
maestri….vorreste che non sentissi l'obbligo non solo morale, ma anche
civico, di demistificare tutto?"
Forse conoscere la storia dei tanti eccidi criminali compiuti dai
militari, dagli industriali, dai servizi segreti nella nostra storia
contemporanea aiuterà i giovani a formarsi una coscienza politica e un
senso critico. Tanto da renderli immuni dalla propaganda che vuole
soltanto carpire consenso e impegnarli in imprese di morte come la
guerra in Afghanistan, nella quale facciamo parte di una coalizione
che applica sistematicamente la tortura - come nel carcere di Bagram e
nelle prigioni clandestine delle basi Nato - e le esecuzioni sommarie.

Chi dunque ha voluto e vuole questa guerra afghana che ci costa quasi
2 milioni di euro al giorno? Chi decide di spendere oltre 600 milioni
di euro in un anno per mantenere in Afghanistan 3300 soldati,
sostenuti da 750 mezzi terrestri e 30 veicoli? Come facciamo tra poco
ad aggiungere al nostro contingente altri 700 militari? Quante scuole
e ospedali si potrebbero costruire? Chi sono i fabbricanti italiani di
morte e di mutilazioni che vendono le armi per fare questa guerra? Chi
sono gli ex generali italiani che sono ai vertici di queste industrie?
Che pressioni fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere
commesse di armi e di sistemi d'arma? Quanto lucrano su queste guerre
la Finmeccanica, l'Iveco-Fiat, la Oto Melara, l'Alenia Aeronautica e
le banche che le finanziano? E come fanno tante associazioni
cattoliche ad accettare da queste industrie e da queste banche
elargizioni e benefici? Può una nazione come l'Italia che per presunte
carenze economiche riduce i posti letto negli ospedali, blocca gli
stipendi, tiene i carcerati in condizioni abominevoli e inumane,
licenzia gli insegnanti, aumenta gli studenti per classe fino al
numero di 35, riduce le ore di scuola, accetta senza scomporsi che una
parte sempre più grande di cittadini viva nell'indigenza e nella
povertà, impegnare in armamenti e sistemi d'arma decine di miliardi di
euro? A cosa serviranno per il nostro benessere e per la pace i
cacciabombardieri JSF che ci costano 14 miliardi di euro (quanto
ricostruire tutto l' Abruzzo terremotato)? E le navi FREM da 5,7
miliardi di euro? E la portaerei Cavour - costata quasi 1,5 miliardi e
per il cui esercizio sprechiamo in media circa 150.000 euro al giorno
- come contribuirà a costruire la pace?E come è possibile che il
Parlamento abbia stanziato 24 miliardi di euro per la difesa nel
bilancio 2010?
Chi sottoscrive questo appello vuole soltanto che in Italia si
risponda a queste domande.

Rispondano i presidenti del Consiglio di questi ultimi 10 anni, i
ministri della difesa e tutti parlamentari che hanno approvato i
finanziamenti a questa guerra.
Dicano con franchezza che questa guerra si combatte perché
l'Afghanistan è un nodo strategico per il controllo delle energie ,
per il profitto di alcuni gruppi industriali italiani, per una
egemonia economica internazionale, per una volontà di potenza che
rappresenta un neocolonialismo mascherato da intenti umanitari e
democratici, poiché questi non si possono mai affermare con armi e
violenza.
Facciamo nostre le parole profetiche di una grande donna indiana
Arundathi Roy, scritte in quel tragico 7 ottobre 2001:" Il
bombardamento dell'Afghanistan non è una vendetta per New York e
Washington.

E' l'ennesimo atto di terrorismo contro il popolo del mondo. Ogni
persona innocente che viene uccisa deve essere aggiunta, e non
sottratta, all'orrendo bilancio di civili morti a New York e
Washington. La gente raramente vince le guerre, i governi raramente le
perdono. La gente viene uccisa. I governi si trasformano e si
ricompongono come teste di idra. Usano la bandiera prima per
cellofanare la mente della gente e soffocare il pensiero e poi, come
sudario cerimoniale, per avvolgere i cadaveri straziati dei loro morti
volenterosi. "

Per firmare il presente appello:
http://www.ildialogo.org/noguerra/Appelli_1286569552.htm

Il presente Appello é stato sottoscritto anche da Paolo D'Arpini,
referente della Rete Bioregionale Italiana e portavoce di European
Consumers Tuscia

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/10/11/ecologia-profonda-unitarieta-della-vita-ed-appello-per-terminare-ogni-guerra-a-partire-da-quella-in-afghanistan/

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