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giovedì 19 gennaio 2012

I: "Pannella".----l'"uomo giusto"......

CONOBBI IL PANNELLA qualche annetto fa....all'ORUR, il parlamentino universitario di Roma, dove era deputatino del Partito Liberale. Poi ci fu l'invenzione del Partito Radicale, da parte di RADICALI AUTENTICI, IL GRUPPO DE < Il Mondo>. Quindi, consigliato da "il maestro" penetrò nell'alcova....

----- Messaggio inoltrato -----
Da: Maufil <maufil@alice.it>
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Inviato: Giovedì 19 Gennaio 2012 9:27
Oggetto: Re: "Pannella"... che già solo a sentire un accenno vomitorio della sua voce all'arpione ti chiedi: "ma perché sono venuto al mondo su questa Terra disgraziata, e per giunta in ItaGlia, perché?"...
Pannella è stato (lui ancora è) uno dei più grandi guitti del nostro paese (l'altro, a contendergli il primato fu Giorgio Almirante).
Pannella ha avuto un ruolo immenso nella politica italiana. E' lui che contribuì, dall'esterno, allo smantellamento del vecchio PCI. E' lui che ha apportato i più grossi colpi politici a potere della Chiesa, ma si badi bene, non da una prospettiva corretta, sana, giusta, no, da una prospettiva neoradicale, modernista atta a far degenerare ancor più tutto un popolo).
E' lui che ha agevolato in tutti i modi la degenerazione dei costumi sessuali del popolo, che ha banalizzato l'utilizzo di droghe cosiddette "innocue". E' lui che ha deviato, deformato, forme di contestazione e di lotta che potevano essere esiziali per i poteri forti. Un tempo si diceva che era interno ad una certa massoneria francese. Probabile, ma lascia il tempo che trova, questo guitto è interno a tutto: alta finanza anonima, sionismo, degenerazione del pensiero.
In ogni caso Pannella rappresenta una forma di violenza inaudita. Lui che si definisce "non violento" è in realtà violentissimo, perchè la violenza non è costituita solo dal pugno e dalla coltellata, ma anche dalle pratiche ricattatorie che lui è abilissimo a mettere in piedi. I suoi digiuni, ridicoli, fanno storia e sono sempre stati funzionali a quelli che fingevano di crederci.
A proposito, lui che dice di essere un non violento, dalla parte dei deboli e degli oppressi, se non dei massacrati, lo avete mai visto digiunare contro lo stato canaglia israeliano, almeno in una delle tante occasioni dove questo stato ha fatto scorrere sangue di inermi cittadini palestinesi?
Joe, ha scritto che Pannella è vomitevole solo a sentirne il nome. Ha perfettamente ragione. Viene il vomito solo a guardarlo o sentirne il nome.
MAURIZIO
 
 
 
 

«Te Deum» per Pannella
 
15 aprile 2009

Avrei una modesta proposta per la Conferenza Episcopale Italiana: che ordini in tutte le chiese una grande campagna di preghiere, Messe solenni ed inni sacri, onde impetrare dall'Onnipotente altri cent'anni di vita a Marco Pannella.

perché Pannella è molto avanti con l'età. Sorella Morte farà quel che nessuna forza umana ha mai potuto ottenere, che Pannella si faccia, diciamo, da parte. E appena privato della sua guida, il Partito Radicale rischia di diventare il primo  partito italiano, con un elettorato del 51%.

Non c'è dubbio. Il radicalismo è - sarebbe - la vera identità del popolo italiota; interpreta benissimo il suo relativismo godereccio alle vongole, come hanno dimostrato le maggioranze che hanno legalizzato il divorzio e l'aborto; e le solide minoranze favorevoli, perché le credono «progressiste», alla fecondazione assistita, alle nozze gay, alla proibizione del Cattolicesimo e alla droga libera.

Da quando la «sinistra» ha abbandonato il comunismo, il socialismo, e persino il «sociale», che cosa sono infatti i temi che mobilitano ed unificano  le sue cosiddette «masse»? Suicidare Welby, ammazzare Eluana Englaro, distribuire preservativi alle undicenni, incarcerare il Papa; i temi radicali, insomma.

L'elettorato di sinistra è costituzionalmente radicale. Solo una cosa lo trattiene dal votare in massa per i radicali anzichè per i partitelli raffazzonati con sigle inventate, PD, IDV, Arcobaleno, Rifondazione Comunista; una cosa, anzi una persona. Pannella.

Il fatto è che Pannella vuole imprimere al relativismo mollaccione e godereccio un truce rigore dottrinario, una severità sinistramente «religiosa», che inquieta ed allontana. Gli italioti sono spesso d'accordo con lui, ma «fino ad un certo punto», ossia fino a quando conviene a loro, al loro edonismo da quattro soldi. Pannella invece pretende che siano serissimi, fino alla morte: per eutanasia con iniezione letale in caso di polmonite. Pannella, dicono loro, «esagera».

Il che vuol dire: non gli basta cavalcare l'onda «libertaria», vuole essere l'ayatollah Khomeini del libertarismo, il Lenin dell'anti-proibizionismo, l'Istanza Suprema dell'anarchismo, l' Unico Interprete Autorizzato e Guru del vietato vietare. C'è una ovvia contraddizione, che fa paura, nella pretesa di imporre totalitariamente il libertarismo, ma Pannella non se ne accorge; e di ciò diamo grazie al Signore.

Il partito radicale può avere anche buone idee - per esempio, ha proposto la rottamazione dell'edilizia senza qualità italiota, o la battaglia contro il finanziamento pubblico dei partiti - ma Pannella Khomeini non vuole che si aderisca solo alle buone idee: pretende che la Dottrina di cui è l'Ispirato Annunciatore venga accettata in blocco; compresa la fecondazione assistita con embrioni OGM per il «moglio» omosessuale. Altrimenti vi fulmina col suo anatema, vi dichiara eretici, servi del regime, vi espelle dal consesso umano.

O meglio, lo farebbe se avesse la maggioranza dei voti nel Paese. Ma ha il 2%, per nostra e forse anche sua fortuna. perché - sospetto - Pannella non vuole vincere, intuendo che poi gli toccherebbe diventare il dittatore dell'impossibile, il Torquemada costretto a torturare divorzisti convinti, ma magari contrari all'eutanasia per gli affetti da labbro leporino. O alla cocaina obbligatoria negli asili-nido. E' felice ed appagato di esercitare la sua dittatura sul suo partito, del 2,2%; in quelle condizioni, può anatemizzare, tagliare teste  ed espellere Capezzoni e Rutelloni, senza reale spargimento di sangue.

Di questa sua non-volontà abbiamo le prove. Nel '99 o giù di lì, una grave malattia mise fuori uso Pannella per qualche mese. Sotto la direzione vicaria di Emma Bonino, donnetta un po' meno delirante, con qualche comprovata capacità di governo (come commissaria europea), il partituccio pannelliano sfiorò il 9%. Assente Pannella, aveva già raggiunto la forza - e il potere di interdizione e di alleanza - che ha la Lega, per dire.

Immediatamente miracolato, l'ayatollah tornò al timone; invidiosissimo dei successi della sua cameriera, pretese ed ottenne di associare il suo nome sacro a quello della poveretta; si presentò alle elezioni del 2001 con una lista «Pannella-Bonino», ed ottenne il risultato voluto: il ritorno al 2% dei voti. Con grande soddisfazione di Pannella, ed anche nostra: Deo Gratias.

Grazie Signore, per quei militanti, quelle adoranti in menopausa e quegli anticlericali ottocenteschi che continuano ad obbedire a Pannella come al loro guru salvatore, seguendolo nelle sue iniziative più dementi e perdenti: che su suo ordine hanno dato un seggio al Parlamento - e di conseguenza, una adeguata pensione di ex-parlamentari, a spese del contribuente - a Cicciolina e a Toni Negri.

Anche questa fanatica e microscopica schiera di adoratori ha il merito di allontanare chi fosse tentato di votare da quella parte. Fanno capire che, a dare la maggioranza a Pannella, poi si sarebbe obbligati a diventare come loro: gente che da quarant'anni si tiene un capo che avrebbe dovuto cacciare da trenta, pentecostali del permissivismo, frati flagellanti del godimento, soggetti di una dittatura imperscrutabile e arbitraria come quella della Corea del Nord, ma per giunta in nome della «libertà».

Così, grazie a Pannella, accade questo: che i capi del PD, e delle «sinistre» in genere, non vogliono apparentarsi con i radicali. perché in vista delle elezioni europee, Pannella ha cercato un accordo coi Franceschini e i Franceschielli. Però pretendeva, più o meno, che il PD espellesse i catto-progressisti e l'intera Margherita, miscredenti o eretici invisi alla sua dottrina, altrimenti lui non entrava.

Non l'hanno voluto, è ovvio. Ed ora Pannella corre da solo alle elezioni. Anzi, siccome non riesce a raccattare le firme necessarie, va alle elezioni europee con una lista recuperata, che non ha bisogno di firme perché già presente nell'oscura burocrazia elettorale: a somma umiliazione del Guru, il Guru corre con una «lista Bonino».

Con un rischio aggiuntivo: che una «lista Bonino», per via di quel nome Bonino, possa persino raggranellare il 4% minimo necessario per vincere, anzichè il 2% tradizionale dell'eterna perdita.

Pannella sta facendo però di tutto per scongiurare una vittoria, che sarebbe una vittoria della Bonino, e un posto in Europa per la sua cameriera, che lui invidia e detesta. Ha emesso un comunicato in cui dichiara che la campagna non sarà una campagna elettorale, ma «una campagna politica contro il Regime italiano» (maiuscolo nel testo). Che, insomma, non vuole vincere, ma lamentarsi - come al solito - che non lo invitano mai a parlare in TV, che lui non fa parte delle «tribune politiche», e perciò c'è il Regime.

Da qualche tempo Pannella dice che c'è il Regime in Italia, che la democrazia è falsificata, che non c'è ricambio di classi dirigenti, e quelle di sempre fanno carne di porco della costituzione e delle istituzioni.

Non avrebbe nemmno del tutto torto, l'idea è buona. Solo che è un po' strano che a parlare di regime e di non-democrazia sia il Guru di un partito che lui domina e maltratta, senza ricambio, da quarant'anni, espellendo a suo arbitrio quelli che gli diventano antipatici - perché, magari, più bravi, o solo più popoplari di lui.

Ultimamente, ha minacciato di espulsione anche il direttore di Radio Radicale, tale Bordin, che la dirige da un decennio. E l'ha fatto in diretta, da Radio Radicale. Spieghiamo il fatto: da anni, ogni settimana, Bordin intervista Pannella per ben due ore a Radio radicale. Ovviamente, è un'intervista-scendiletto, dove Bordin  fa da zerbino: pone a Pannella le domande che vuole lui, lo esalta come il più grande statista italiano di tutti i tempi («Tu che hai precorso i tempi... tu Caro Leader... tu profeta e signore nostro»), lo lascia delirare, inveire, sbrodolare e saltare di palo in frasca per due ore. Per due ore, Pannella rievoca personaggi dimenticati di cui si dichiara erede (Pannunzio, Maranini (?), da ultimo don Sturzo..), evoca suoi presunti successi rivoluzionari («Nel '70 strappai la tessera elettorale, allora era reato!»), rivanga con la memoria tipica dei decrepiti ayatollah eventi di una «storia radicale» che è importante solo per lui.

Insomma lì a Radio Radicale - che gli paghiamo noi contribuenti - Bordin lascia dire a Pannella tutto quello che non può dire nelle TV («Non mi invitano mai, a me...»), lagnarsi, ruggire, straparlare senza interruzioni.

Credete che Pannella sia contento? Che sia grato a quel suo bravo cameriere Bordin? Nient'affatto.

Anche lì nella «sua» radio (pagata da noi), egli dà sulla voce a Bordin, lo interrompe, non gli lascia fare la domanda-scendiletto perché - gli spiega - doveva farla in un altro modo; lo sospetta apertamente di non essere un vero credente della setta, di covare ambizioni, di fargli le scarpe. Bordin a lui, Pannella.

Domenica di Pasqua, ha minacciato Bordin di espulsione. Non c'era motivo, non almeno un motivo comprensibile da una mente razionale: ma chiaramente a Pannella Bordin è diventato antipatico, teme che abbia un seguito, che abbia successo più di lui - dopotutto, è meno delirante del capo, più raziocinante. Il dittatore del partitino vuole restare dittatore, e come uno Stalin in sedicesimo, sospetta nei servi più fedeli degli avvelenatori.

Ho seguito parte di questa «intervista», non potendo credere alle mie orecchie: Pannella ha annunciato di aver cominciato uno sciopero della fame (contro il Regime), Bordin compiacente: «Questa è una notizia». E Pannella velenoso: non è una notizia affatto, stronzo pugnalatore che mi vuoi morto, eretico, falso amico... Da non credere. Bordin ha persino avuto uno scatto d'orgoglio: posso fare altre cose, mai più ti intervisterò. Pannella: «Così diranno che sei un'altra delle mie vittime!».

Si capisce perché non lo invitano più a parlare in TV. E perché perderà anche queste elezioni europoidi; con sua gran soddisfazione, perché se vincesse la lista Bonino, sarebbe la Bonino ad andare in Europa, e lui - proprio - non lo vuole. La Bonino è già troppo popolare, potrebbe portare il partito chissà a quali mete...

Pannella è italiota, ancorché libertario: vuole restare dittatore di quel nulla, non vuol perdere il controllo di quelle adepte in menopausa, di quelle abortiste liberate nel tempo che fu. Dittatore fino alla morte. Preghiamo tutti insieme che la morte lo raggiunga più tardi possibile. Cantiamo tutti il «Te Deum laudamus» perché ci conservi il Pannnella. Altrimenti, passa l'eutanasia col 59% dei voti.


COMMENTI:

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"Pannella"... che già solo a sentire un accenno vomitorio della sua voce all'arpione ti chiedi: "ma perché sono venuto al mondo su questa Terra disgraziata, e per giunta in ItaGlia, perché?"...

Joe Fallisi

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