LE SOLUZIONI MIGLIORI SONO QUELLE PIU' SEMPLICI, non perchè siano migliori in sè, ma perchè sono le più facili da applicare in un momento di turbolenza e quindi di fretta. OCCORRE ricordare che la nascita dell'Euro è stata preordinata NON come strumento di vessazione dei popoli europei, ma esattamente per il contrario. Anche se all'inizio era stato progettato dal francese Perroux per togliere agli Stati la potestà di battere moneta. Tuttavia, per poter prendere in mano la BCE nascente, sono stati costretti a far fuori, ed in maniera piuttosto feroce, tre econoimisti tedeschi, tra cui Duisberg. pertanto, la nazionaliszzazione anche di una sola banca statale centrare, essendo facilmente praticabile, può incrinare quello specifico SISTEMA di POTERE. gv.
Da: Giuseppe Turrisi <giuseppeturrisi@yahoo.it>
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Inviato: Martedì 17 Gennaio 2012 21:56
Oggetto: Re: [Centrofondi] Re: Collisione in vista per la Banca europea, qualche consiglio per evitare lo schianto (SPETTACOLARE ARTICOLO DI Bruno Amoroso)
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Inviato: Martedì 17 Gennaio 2012 21:56
Oggetto: Re: [Centrofondi] Re: Collisione in vista per la Banca europea, qualche consiglio per evitare lo schianto (SPETTACOLARE ARTICOLO DI Bruno Amoroso)
L'ottimo sarebbe la moneta credito ma prevede un cambiamento radicale nel modo di pensare delle persone e culturale che risulterebbe più traumatico che la crisi e la fame a cui invece conosce sono abbituate.... la crisi è sistemica e deve partire dalla cutura delle persone alla dimensione reale locale ed umana
che si è persa....... per poi lavorare per quel che serve e produrre per quel che serve.. che a parole sembra semplice ma la converisone culturale ed industriale non si fa in due giorni...... anche io sarei per il tasso zero se non addirittura negativo... (come ogni cosa naturale della terra che deperisce)
ma già la blindatura al 2 % e titoli di stato emesi solo sul mercato interno per bilanciare la massa monetaria .. con la banca di stato sarebbe una soluzione buonissima da non gettare...... rispetto al sistema odierno iperusuraio... che poi è la soluzione di come era più o meno negli anni settanta...
Il giorno 17 gennaio 2012 21:42, Cesare Padovani <cesare.padovani@cc.univaq.it> ha scritto:
Non capisco perché questa insistenza sui titoli di stato, anche da parte di questo economista (sebbene metta molti paletti). Il che che comporta tenere in vita il concetto di debito pubblico, che può essere sempre riesumato e manipolato a fini predatori. Per quel che ho capito io, il concetto di debito pubblico dev'essere eliminato dalla faccia della terra!
Cesare
At 21.26 17/01/2012, you wrote:
Collisione in vista per la Banca europea, qualche consiglio per evitare lo schianto
di Bruno Amoroso* - ilmanifesto.it.
Avviso ai naviganti: la nave Euro si sta schiantando contro un iceberg. Bisogna sganciare alcuni missili. Fuori di metafora, nazionalizzare le banche e riprendere il controllo della sovranità monetaria.
Il Titanic Euro è ormai a vista d'occhio dalla collisione con l'iceberg della speculazione finanziaria internazionale. A bordo il capitano, Mario Draghi, con l'ausilio del personale precario e dei mozzi - Merkel, Sarkozy e Monti - mantiene la calma e si accinge a pulire i vetri della nave con i pannicelli caldi chiamati «liberalizzazioni» e «disciplina di bilancio», e del «mercato del lavoro».
Qualche telefonata arriva dalla terra ferma dagli attoniti osservatori (Wolf, Galbraith, Krugman ecc.), che raccomandano di mettere in mare le scialuppe di salvataggio per salvare quanti più paesi è possibile e tentare di fermare l'iceberg prima dello scontro. Mario Draghi e i suoi mozzi hanno già pronti gli elicotteri per il loro salvataggio.
Le misure estreme da prendere - estreme perché ormai è già tardi - sono quelle di inviare dei missili ben mirati che frantumino l'iceberg della finanza e del gruppo di potere che ha pilotato l'Europa dalla zona dell'Ue alla zona della Grande Germania.
Il primo missile, che potrebbe partire dall'Italia, è quello di nazionalizzare le grandi banche nazionali togliendogli ogni ruolo nel campo del credito e del controllo finanziario, mettendole in liquidazione mediante il trasferimento delle loro funzioni al sistema del credito cooperativo e popolare nelle sue varie forme assunte dal credito locale.
Questa è la vera liberalizzazione da fare smettendola con il fumo dei fuochi d'artificio dei taxisti e delle farmacie.
Il secondo missile va diretto alla Banca d'Italia e Banca centrale europea, uffici regionali della Goldman Sachs, restituendo il controllo e la sovranità monetaria ai governi dei paesi e ai rispettivi «Ministeri del tesoro pubblico».
Il terzo missile - lasciamolo ai francesi che di omicidi mirati se ne intendono come hanno dimostrato da ultimo in Libia - deve colpire le società di rating, accecando così il sistema di rilevazione e di pilotaggio della speculazione, e i paradisi fiscali che sono i centri di benessere della speculazione. Queste società vanno bandite dall'Europa (la guardia di finanza e l'antimafia potrebbero prendersi carico del compito unificando così la lotta all'evasione con quella alla mafia), e le Borse che ne seguono gli indirizzi vanno immediatamente «sospese» come si fa normalmente quando interviene una disturbativa d'asta a scopo speculativo.
Il quarto missile non deve contenere una bomba, ma un annuncio ai cittadini europei che il debito sovrano va riportato dentro i confini dei vari paesi con l'annullamento di tutti gli impegni su titoli ceduti a tassi che superano il corretto interesse bancario (2,5-3 % max), e collocandoli tra i propri cittadini con un prestito nazionale solidale così come fu fatto in Italia con il «prestito per la ricostruzione» del dopoguerra. Cessioni di titoli al prestito internazionale devono essere contrattati a livello dei governi dei vari paesi, dentro norme e costi concordati in modo trasparente e con la garanzia solidale dell'Ue.
Le ricchezze così recuperate devono costituire la base di un nuovo patto sociale tra i paesi europei che preveda, insieme alla ricostituzione di un «serpente monetario flessibile», quella di una «divisione europea del lavoro» che metta al bando le mire di competizione e rivalità neocoloniali della vecchia Europa, sia dentro che fuori dei suoi confini, e ne fissi invece le scelte produttive dentro un programma di cooperazione internazionale che parta dal riconoscimento delle priorità di crescita e organizzazione sociale, concordate in modo sinergico con le grandi aree mondiali (Asia, America latina, Africa, ecc.). Questa può essere la base per una riorganizzazione delle istituzioni europee che avvii un reale processo d'istituzione dell'Europa federale. Un programma minimo, senza il quale i cittadini europei, colori che si salveranno dall'inabissamento della nave Euro saranno ridotti al ruolo di lavavetri di una nave sul fondo del Mediterraneo.
Fonte: http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6267/ .
*Bruno Amoroso è docente di Economia internazionale presso l'Università di Roskilde (Danimarca), coordina programmi di ricerca e cooperazione con i paesi dell'Asia e del Mediterraneo.Presiede il Centro Studi Federico Caffè.
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Distinti Saluti
Giuseppe Turrisi Salvatore
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