A quanto scritto io aggiungerei un altro aspetto piuttosto importante. LA GEOPOLITICA!Ritengo infatti che nessuna PREGIUDIZIALE dottrinaria, settaria ( massonica), religiosa e culturale possa PREVALERE SU CONSISTENTI valutazioni di carattere geopolitico alle quali necessariamente devono farwe riferimento gli uomini politici di Ankara. Se infatti per un "militare" può essere un atto meccanico eseguire ORDINI provenienti da ltri paesi ( leggi: atlantici), non lo può essere per uomini politici che perseguono con garnde capacità di giudizio, il fine di recuperare un ruolo che fu del mondo OTTOMANO per secoli. Tutto ciò può sembrare a noi, che abbiamo una visione piuttosto "locale" della geopolitica, piuttosto difficile da recepire, ( vedi il caso Siria) tuttavia, per capire quali sono le mosse della Turchia basterebbe qualche ulteriore informazione storica. Ricordiamo che la Siria vanta una storia NON trascurabile di presenza culturale e di indipendenza politica che risale alla CLASSICITA', che la sua recente indipendenza nasce DOPO la fine dell'Impero Ottomano, che nel novecento essa fu profondamente modellata dalla cultura francese,mente nell'800 lo fu da quella italiana. Ragioni di un DISSIDIO fra le due nazioni ce ne sono ad iosa. Starebbe proprio alla RUSSIA di Putin la prerogativa di mettere i due d'accordo in un comune interesse ANTIAMERIKANO. gv.
Da: "claudiomoffa@alice.it" <claudiomoffa@alice.it>
A: claudiomoffa@alice.it; maufil@alice.it; vitali.giorgio@yahoo.it
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Inviato: Lunedì 28 Maggio 2012 12:04
Oggetto: I: "Rischiamo di assistere ad evoluzioni impreviste della semisecolare 'fedeltà alla NATO' della Turchia?"... MAGARI!!!...
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PER GIORGIO VITALI, MAURIZIO BAROZZI, ENRICO GALOPPINI, NICOLA COSPITO
ULTIMO MESSAGGIO, HO CHIESTO A CHI GESTISCE LA MAILING LIST DI TOGLIERMI. SCOPRO CHE E' FALLISI, E MI ACCORGO DI NUOVO CHE I NOMI DI VITALI E MAUFIL NON CI SONO NEI 27 POST RICEVUTI DALLO STESSO FALLISI DALLE 14 E 33 DI IERI AD OGGI.
UN ULTIMA PRECISAZIONE SULLA QUESTIONE TURCHIA. FALLISI USA I MIEI ARGOMENTI PER DIRE INDIRETTAMENTE CHE HA RAGIONE LUI. MA NELL'ARTICOLO QUI SOTTO DI QUALCHE GIORNO FA, DI BLONDET, BLONDET PARLA DEI GENERALI E DELL'ESERCITO COME DI UN BASTIONE DI ISRAELE E DICE CHE LORO SONO "TUTT'ALTRA COSA" DA ERDOGAN!!! E' ESATTAMENTE L'ANALISI CHE IO HO PROPOSTO, MA IL FALLISI FA FINTA CHE BLONDET DIA RAGIONE A LUI CONTANDO SULLA FRETTA O INCOMPETENZA DI CHI LEGGE, SENZA BADARE ALLA DATA DELL'ARTICOLO.
INFATTI L'ARTICOLO DI BLONDET E' DEL 2006, DOPO DI ALLORA MOLTI GENERALI IPERLAICI - ALLA FALLISI - SONO FINITI IN GALERA, E CI SONO STATI UN PAIO DI TENTATIVI DI COLPI DI STATO CONTRO ERDOGAN, CHE SECONDO FALLISI E' LUI UN "DONMEH". MA IL DONMEH SEMBRA PIUTTOSTO IL FALLISI, CHE A PARTIRE DA CONTRADDIZIONI REALI TRA TURCHIA E SIRIA, AI CUI CONFINI SONO IMMAGINABILI PROVOCAZIONI DEI SOLITI NOTI PER FAR SCOPPIARE UNA BELLA GUERRA MODELLO IRAN ISLAMICO-IRAQ LAICO DEGLI ANNI OTTANTA, AVVELENA CON LA SUA LETTURA SCHEMATICA DELLA TURCHIA IL CLIMA QUI, E PRESUMIBILMENTE ANCHE IN SIRIA, DOVE AVRA' COLLOQUIATO A DESTRA E A MANCA DEL DONMEH ERDOGAN. TANTO PER SEMINARE ZIZZANIA.
PER FALLISI NON ESISTONO DIFFERENZE NEI SISTEMI POLITICI, NELLE LINEE POLITICHE, SU CUI LAVORARE PER CAMBIARE LE COSE NELLA DIREZIONE GIUSTA: ANCHE I MASSACRI ARMENI VENGONO STRUMENTALIZZATI, FALLISI USA L'ANALISI DEI REVISIONISTI TURCHI (IL "GENOCIDIO" OPERA DI FINTO-OTTOMANI, IN REALTA' DONMEH CRITPOGIUDEI) CHE PORTA DRITTA DRITTA AI KEMALISTI, I NEMICI DI ERDOGAN ANCORA ANNIDATI NELLE FORZE ARMATE, MAGARI ANCHE QUELLE DI CONFINE. IL CHE NON VUOL DIRE GIUSTIFICARE IN TOTO ERDOGAN, MA SOLO RAGIONARE E DISTINGIERE AVENDO PRESETE IL NEMICO PRINCIPALE.
COSA CHE NON FAN
BLONDET 2006: Del resto il capo del governo Recep Erdogan, islamico «moderato», ha così definito l'intervento israeliano in Libano davanti all'Organizzazione della Conferenza Islamica a Kuala Lumpur ai primi d'agosto: «E' una guerra iniqua… la guerra d'Israele non fa che accendere odio… non è difficile vedere che ci attende una terribile guerra globale e un enorme disastro».
Ma l'esercito turco, è tutta un'altra cosa ....
IO NON INTERVENGO PIU, FATE VOBIS
----Messaggio originale----
Da: flespa@tiscali.it
Data: 22-mag-2012 11.13
A: <biamonte@inwind.it>, "ernestoroli@tiscali.it Roli"<ernestoroli@tiscali.it>, "guripa@alice.it RIPANTI"<guripa@alice.it>, "silchi48@libero.it Chiacchiararelli"<silchi48@libero.it>, "fabio-70@hotmail.it Di Martino"<fabio-70@hotmail.it>, "franco morini"<moriniromi@libero.it>, <franap54@gmail.com>, "altofiamma@katamail.com Rebecchi"<altofiamma@katamail.com>, <antonino-amato800@alice.it>, "Movimento Nazional Popolare"<movnazpop@libero.it>, "GianMario Monaldo"<gianmariomonaldo@alice.it>, "giannicaroli@napolibera.eu napoLibera"<giannicaroli@napolibera.eu>, "Roberto Sestito"<mystes@oi.com.br>, <spadaro-giuseppe@libero.it>, <merimar2@tiscali.it>, <c.marconi@pcts.eu>, "MARIANTONI"<a_b_mariantoni@libero.it>, <fenicecarte@gmail.com>, "claudiomoffa@alice.it Moffa"<claudiomoffa@alice.it>, "Nazzareno Mollicone"<nmollic@tiscali.it>, "giovanna.canzano@yahoo.it Canzano"<giovanna.canzano@yahoo.it>, "Enrico Galoppini"<enrico.galoppini@tin.it>, "furio.bassanelli@libero.it Bassanelli"<furio.bassanelli@libero.it>, "Nicola Cospito"<nicola.cospito@libero.it>, "Alfredo Villano"<clanvillano@alice.it>, <sandromezz@gmail.com>, <romnod@tin.it>, "Giovanni Perez"<giovanniperez@alice.it>, <gianlucafreda@supereva.it>
Ogg: "Rischiamo di assistere ad evoluzioni impreviste della semisecolare 'fedeltà alla NATO' della Turchia?"... MAGARI!!!...
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Da: flespa@tiscali.it
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Ogg: "Rischiamo di assistere ad evoluzioni impreviste della semisecolare 'fedeltà alla NATO' della Turchia?"... MAGARI!!!...
Da: Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>
Oggetto: "Rischiamo di assistere ad evoluzioni impreviste della semisecolare 'fedeltà alla NATO' della Turchia?"... MAGARI!!!...
Data: 29 luglio 2010 11.37.26 GMT+02.00
A: libertari@yahoogroups.com"Rischiamo di assistere ad evoluzioni impreviste della semisecolare 'fedeltà alla NATO' della Turchia?"... MAGARI!!!...Messaggio: 17Data: Tue, 15 Aug 2006 16:56:26 +0200Da: "Susanne Scheidt"Oggetto: I: I turchi in Libano, che faranno?-----Messaggio originale-----Da: Edizioni Al HikmaInviato: martedì 15 agosto 2006 16.11Oggetto: I turchi in Libano, che faranno?Sui turchi in LibanoMaurizio Blondet
----Messaggio originale----
Da: flespa@tiscali.it
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A: libertari@yahoogroups.com"Rischiamo di assistere ad evoluzioni impreviste della semisecolare 'fedeltà alla NATO' della Turchia?"... MAGARI!!!...Messaggio: 17Data: Tue, 15 Aug 2006 16:56:26 +0200Da: "Susanne Scheidt"Oggetto: I: I turchi in Libano, che faranno?-----Messaggio originale-----Da: Edizioni Al HikmaInviato: martedì 15 agosto 2006 16.11Oggetto: I turchi in Libano, che faranno?Sui turchi in LibanoMaurizio BlondetIl capo del governo turco Recep ErdoganSe mai la forza d'interposizione ONU sarà posizionata in Libano, conterà un contingente turco.
Con quale spirito?
Un amico mi riferisce che molti negozi di Istanbul espongono cartelli che dicono: «Non serviamo israeliani».
E che uno degli scorsi venerdì, nella grande moschea Sulaymanya (di Solimano) ha ascoltato l'imam spiegare che Israele e l'America sono nemici dei turchi e di tutti i musulmani, e devono essere combattute come fanno palestinesi, hezbollah, resistenti iracheni: una novità che ha stupito
i presenti, dato che le prediche degli imam sono in genere controllate (se non dettate) da funzionari governativi.
Ma anche i media cosiddetti «laici» e non pro-islamici sono tutti contro USA e Israele.
«Il telegiornale di una famosa TV laica ha mostrato la mappa del 'Grande Israele', in cui metà della Turchia era coperta della stella di David».
Del resto il capo del governo Recep Erdogan, islamico «moderato», ha così definito l'intervento israeliano in Libano davanti all'Organizzazione della Conferenza Islamica a Kuala Lumpur ai primi d'agosto: «E' una guerra iniqua… la guerra d'Israele non fa che accendere odio… non è difficile vedere che ci attende una terribile guerra globale e un enorme disastro».
Ma l'esercito turco, è tutta un'altra cosa.
Esso viene generalmente presentato dai media occidentali, in un linguaggio convenzionale, come
«il garante supremo della laicità della Turchia».
I suoi numerosi colpi di Stato, con cui nella storia ha abbattuto governi legittimi, sono stati non deplorati, ma invariabilmente giustificati in Occidente come un segno della «fedeltà alla costituzione di Ataturk».
Per chi ha l'orecchio giusto, queste frasi convenzionali hanno un inequivocabile odore massonico.
I comandi militari turchi sono infatti coperti da «donmeh»: questa parola, che significa «apostati», indica i discendenti degli ebrei che, nel 1666, credettero nello pseudo-messia Sabbatai Zevi.
Posto dal sultano di fronte all'alternativa di mantenere la sua pretesa messianica o venir decapitato, Sabbatai Zevi si convertì all'Islam.E sul suo esempio si convertirono molti dei suoi seguaci, ma falsamente.
Assunsero nomi islamici e il venerdì frequentavano la moschea; ma il sabato celebravano nelle loro sinagoghe segrete, dove praticavano (si dice ancora negli anni '30) culti aberranti. (1)
Alcune generazioni più tardi, troviamo i discendenti dei sabbatei secenteschi diventati il nerbo delle categorie professionali «moderne» e «laiche» in Turchia (medici, avvocati, banchieri), e negli altri gradi dell'armata, spesso affiliati a logge, politicamente radicali.
Sono essenzialmente gli ufficiali «donmeh» la forza dietro alla rivoluzione nazionalista di Ataturk, ispirata al verbo di Mazzini, e su basi radicalmente laiciste. (2)
Non c'è quindi da stupire che, contrariamente ai sentimenti popolari, l'armata turca sia amicissima di Israele.
Come spiega il professor Michel Chossudosvky in un saggio illuminante (3), si tratta di una vera e propria alleanza militare.
Questa risale addirittura al 1958: allora, con l'attivo favore degli Stati Uniti, Turchia e Israele stipulano un accordo, anodinamente noto come «Patto Periferico», le cui clausole sono segrete: ma si ritiene comportino la condivisione delle informazioni d'intelligence e il mutuo soccorso in caso di «emergenze». (4)
Il patto è stato rinnovato e potentemente rafforzato nel 1994; allora i militari turchi stipulano con Israele un «Security and Secrecy Agreement» (SSA) che comprende anche addestramento congiunto delle truppe e sviluppo congiunto di sistemi d'arma, nonché «l'impegno garantito della segretezza delle informazioni di intelligence condivise».
Di fatto, Israele ha occhi e orecchie e influenza indiscussa nell'armata turca.
E ha usato largamente il patto SSA in funzione anti-Siria.
«La Turchia consente all'IDF (Israeli Defense Force) di raccogliere intelligence elettronico su Siria e Iran dal territorio turco», dice Chossudovsky.Nel 1996, il SSA viene perfezionato da un «Military Training and Cooperation Agreement» (MTCA) e da un «Military Industry Cooperation Agreement», con cui Israele aiuta i turchi a modernizzare i loro carri armati, la flotta elicotteri e i vecchi caccia americani F-4 ed F-5.
Tra i progetti comuni, c'è lo sviluppo del missile antimissile Arrow II e del «Popeye» israeliano.
Dal '97 la cooperazione è coronata da una «Strategic Dialogue»: in cui due volte l'anno comandi supremi dei due Paesi, al livello di vice-capi di SM, si incontrano per «consultazioni» (Milliyet, 14 luglio 2006).
Nella guerra israeliana contro il Libano, i comandi turchi hanno visto l'occasione per strappare, con l'alleata Israele, «il controllo militare su un corridoio costiero che va dal confine israelo-libanese fino al confine tra Siria e Turchia nel Mediterraneo orientale».
Questa amicizia strategica comprende la fornitura di un altro materiale strategico per Israele: l'acqua potabile.
Con un accordo stilato nel 2004, la Turchia si impegna a venderne allo Stato ebraico 50 milioni di metri cubi l'anno per vent'anni, canalizzandolo attraverso una speciali pipeline turco-israeliana.
Con questi precedenti, si capisce bene come mai a volere la Turchia nell'Unione Europea, premendo con la forza delle sue lobby nei Paesi europei, sia soprattutto Israele.
E con la potente pressione degli USA.
La Turchia è per gli USA uno dei più potenti e fidati membri della NATO.
Ma anche Israele è stata introdotta alla chetichella nella NATO con un «security agreement» dell'aprile 2001, passato ovviamente sotto silenzio dai nostri media.
Questa manovra si è conclusa con successo nel 2004, quando è stata data vita alla «Istanbul Cooperation Iniziative».
Ambigua e alquanto innaturale «partnership militare» (alleanza) che vede la NATO inglobare Israele, e Paesi islamici satelliti (Egitto, Giordania, Algeria, Mauritania, Marocco e Tunisia) costretti volenti o nolenti a partecipare.
Partecipare a cosa?
Dice un testo NATO: a «contribuire alla sicurezza e stabilità regionale, promuovendo una maggiore cooperazione pratica… assistenza nella riforma della difesa, cooperazione nella sorveglianza dei confini, attuazione della inter-operabilità e contributo alla lotta contro il terrorismo».
----Messaggio originale----
Da: flespa@tiscali.it
Data: 22-mag-2012 11.13
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Data: 29 luglio 2010 11.37.26 GMT+02.00
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Con quale spirito?
Un amico mi riferisce che molti negozi di Istanbul espongono cartelli che dicono: «Non serviamo israeliani».
E che uno degli scorsi venerdì, nella grande moschea Sulaymanya (di Solimano) ha ascoltato l'imam spiegare che Israele e l'America sono nemici dei turchi e di tutti i musulmani, e devono essere combattute come fanno palestinesi, hezbollah, resistenti iracheni: una novità che ha stupito
i presenti, dato che le prediche degli imam sono in genere controllate (se non dettate) da funzionari governativi.
Ma anche i media cosiddetti «laici» e non pro-islamici sono tutti contro USA e Israele.
«Il telegiornale di una famosa TV laica ha mostrato la mappa del 'Grande Israele', in cui metà della Turchia era coperta della stella di David».
Del resto il capo del governo Recep Erdogan, islamico «moderato», ha così definito l'intervento israeliano in Libano davanti all'Organizzazione della Conferenza Islamica a Kuala Lumpur ai primi d'agosto: «E' una guerra iniqua… la guerra d'Israele non fa che accendere odio… non è difficile vedere che ci attende una terribile guerra globale e un enorme disastro».
Ma l'esercito turco, è tutta un'altra cosa.
Esso viene generalmente presentato dai media occidentali, in un linguaggio convenzionale, come
«il garante supremo della laicità della Turchia».
I suoi numerosi colpi di Stato, con cui nella storia ha abbattuto governi legittimi, sono stati non deplorati, ma invariabilmente giustificati in Occidente come un segno della «fedeltà alla costituzione di Ataturk».
Per chi ha l'orecchio giusto, queste frasi convenzionali hanno un inequivocabile odore massonico.
I comandi militari turchi sono infatti coperti da «donmeh»: questa parola, che significa «apostati», indica i discendenti degli ebrei che, nel 1666, credettero nello pseudo-messia Sabbatai Zevi.
Posto dal sultano di fronte all'alternativa di mantenere la sua pretesa messianica o venir decapitato, Sabbatai Zevi si convertì all'Islam.E sul suo esempio si convertirono molti dei suoi seguaci, ma falsamente.
Assunsero nomi islamici e il venerdì frequentavano la moschea; ma il sabato celebravano nelle loro sinagoghe segrete, dove praticavano (si dice ancora negli anni '30) culti aberranti. (1)
Alcune generazioni più tardi, troviamo i discendenti dei sabbatei secenteschi diventati il nerbo delle categorie professionali «moderne» e «laiche» in Turchia (medici, avvocati, banchieri), e negli altri gradi dell'armata, spesso affiliati a logge, politicamente radicali.
Sono essenzialmente gli ufficiali «donmeh» la forza dietro alla rivoluzione nazionalista di Ataturk, ispirata al verbo di Mazzini, e su basi radicalmente laiciste. (2)
Non c'è quindi da stupire che, contrariamente ai sentimenti popolari, l'armata turca sia amicissima di Israele.
Come spiega il professor Michel Chossudosvky in un saggio illuminante (3), si tratta di una vera e propria alleanza militare.
Questa risale addirittura al 1958: allora, con l'attivo favore degli Stati Uniti, Turchia e Israele stipulano un accordo, anodinamente noto come «Patto Periferico», le cui clausole sono segrete: ma si ritiene comportino la condivisione delle informazioni d'intelligence e il mutuo soccorso in caso di «emergenze». (4)
Il patto è stato rinnovato e potentemente rafforzato nel 1994; allora i militari turchi stipulano con Israele un «Security and Secrecy Agreement» (SSA) che comprende anche addestramento congiunto delle truppe e sviluppo congiunto di sistemi d'arma, nonché «l'impegno garantito della segretezza delle informazioni di intelligence condivise».
Di fatto, Israele ha occhi e orecchie e influenza indiscussa nell'armata turca.
E ha usato largamente il patto SSA in funzione anti-Siria.
«La Turchia consente all'IDF (Israeli Defense Force) di raccogliere intelligence elettronico su Siria e Iran dal territorio turco», dice Chossudovsky.Nel 1996, il SSA viene perfezionato da un «Military Training and Cooperation Agreement» (MTCA) e da un «Military Industry Cooperation Agreement», con cui Israele aiuta i turchi a modernizzare i loro carri armati, la flotta elicotteri e i vecchi caccia americani F-4 ed F-5.
Tra i progetti comuni, c'è lo sviluppo del missile antimissile Arrow II e del «Popeye» israeliano.
Dal '97 la cooperazione è coronata da una «Strategic Dialogue»: in cui due volte l'anno comandi supremi dei due Paesi, al livello di vice-capi di SM, si incontrano per «consultazioni» (Milliyet, 14 luglio 2006).
Nella guerra israeliana contro il Libano, i comandi turchi hanno visto l'occasione per strappare, con l'alleata Israele, «il controllo militare su un corridoio costiero che va dal confine israelo-libanese fino al confine tra Siria e Turchia nel Mediterraneo orientale».
Questa amicizia strategica comprende la fornitura di un altro materiale strategico per Israele: l'acqua potabile.
Con un accordo stilato nel 2004, la Turchia si impegna a venderne allo Stato ebraico 50 milioni di metri cubi l'anno per vent'anni, canalizzandolo attraverso una speciali pipeline turco-israeliana.
Con questi precedenti, si capisce bene come mai a volere la Turchia nell'Unione Europea, premendo con la forza delle sue lobby nei Paesi europei, sia soprattutto Israele.
E con la potente pressione degli USA.
La Turchia è per gli USA uno dei più potenti e fidati membri della NATO.
Ma anche Israele è stata introdotta alla chetichella nella NATO con un «security agreement» dell'aprile 2001, passato ovviamente sotto silenzio dai nostri media.
Questa manovra si è conclusa con successo nel 2004, quando è stata data vita alla «Istanbul Cooperation Iniziative».
Ambigua e alquanto innaturale «partnership militare» (alleanza) che vede la NATO inglobare Israele, e Paesi islamici satelliti (Egitto, Giordania, Algeria, Mauritania, Marocco e Tunisia) costretti volenti o nolenti a partecipare.
Partecipare a cosa?
Dice un testo NATO: a «contribuire alla sicurezza e stabilità regionale, promuovendo una maggiore cooperazione pratica… assistenza nella riforma della difesa, cooperazione nella sorveglianza dei confini, attuazione della inter-operabilità e contributo alla lotta contro il terrorismo».Erdogan ed Ariel SharonCon questo patto di Istanbul, praticamente Israele (complice la NATO) non solo ha neutralizzato un bel numero di potenziali avversari nel mondo arabo, ma ha la possibilità di spiare a suo agio nelle loro faccende militari e interne.
Nel novembre 2004, a Bruxelles e sotto l'egida NATO, i rappresentanti militari dei Paesi islamici sopra citati sono stati convocati per ascoltare altissimi gradi di Israele che dettavano istruzioni e condizioni.
Israele si comporta già come fosse - e come è - non solo membro della NATO, ma il membro-guida dell'alleanza ex atlantica.
Dei «colloqui NATO-Israele» tenutisi a Tel Aviv nel febbraio 2005 hanno consolidato l'alleanza surrettizia di fatto.
Alleanza a senso unico, in cui Israele non s'impegna a nulla verso la NATO, mentre la NATO s'ìmpegna a difendere la sua sopravvivenza (notoriamente «sempre in pericolo»), e ad aprire alle spie israeliane i suoi segreti militari, se ancora ne ha qualcuno. (5)
E' bene tener presente questi accordi occulti per capire in quale posizione si troveranno le truppe italiane che D'Alema e Parisi (con la benedizione dell'«americano» Napolitano) vogliono mandare come interposizione in Libano.
Da questi accordi, che andrebbero energicamente denunciati, evidentemente il governo dell'Ulivo si sente legato; come dice Napolitano, «non possiamo sottrarci».
Ciò significa che andiamo là non come forza neutrale, ma come alleati occulti d'Israele, esattamente come i turchi: donmeh onorari.
E' in questo frangente che l'esercito turco si è dato come capo supremo un amico d'acciaio di Israele: il generale Yasar Bukuyanit, che entra in carica giusto in agosto.
Una nomina che il governo islamico-moderato di Erdogan non ha potuto che avallare.
Il generale Bukuyanit è un ospite fisso dell'American Enterprise, il centro di studi strategici neocon - ossia israeliano - che domina sul Pentagono, e di cui fanno parte Wolfowitz, Leeden, e i soliti noti.Il Generale Yasar BukuyanitIsraele è contentissimo di aver un simile amico in carica - e probabilmente ha tramato per imporlo: il generale Bukuyanit è un donmeh, e sotto il suo comando il contingente turco della forza d'interposizione è garantito sparerà, se c'è da sparare, dalla parte giusta.
Però si è verificato un imprevisto.
Il giorno in cui il generale Bukuyanit è stato nominato alla carica suprema, «qualcuno» ha misteriosamente inviato due milioni di messaggi SMS su altrettanti cellulari turchi: in cui si denunciava Bukuyanit come «un ebreo filo-israeliano, messo lì per fare la guerra all'Iran per conto di Israele».
Del fatto, clamoroso, la stampa occidentale non ha ovviamente parlato, e il nostro amico è in grado di indicarci articoli solo in turco. (6)
Ma la polizia «laica» turca è allarmatissima e sta compiendo febbrili indagini per scoprire i mandanti di quest'impresa.
Il sospetto è che venga da ufficiali turchi ostili ad Israele, o da una fazione islamica dentro l'esercito: il che sarebbe per sé un fatto inaudito, spiega l'amico, perché nell'armata turca se dimostri una minima simpatia per la fede, sei escluso da ogni avanzamento in carriera, e anzi rischi l'espulsione.
Ma potrebbero esserci dei «laicissimi» (massonici) generali che però non amano servire i giudei ad ogni costo.
Difatti, è convinzione comune che Bukuyanit, il dunmeh, inaugurerà il suo comando come capo di SM con una estesa «purga» negli alti gradi turchi, in vista di ripulire i comandi di ogni sentimento antisionista.
Il primo a cadere dovrebbe essere il generale Isik Kosaner, vice-capo di Stato Maggiore.
Costui ha rivelato i suoi sentimenti rifiutando di partecipare, a metà luglio, alla riunione semestrale dello «strategic Dialogue» turco-giudaico a Tel Aviv, il cui scopo è fornire a Israele le informazioni di intelligence dell'armata turca.Ma meno facile è sondare i sentimenti degli ufficiali di grado minore, e dei soldati turchi - sicuramente qualche corpo di elite - che saranno mandati a fare interposizione in Libano.
Nessuno può garantire che i feroci soldati di Ataturk, posti di fronte all'alternativa di sparare contro musulmani per salvare Israele, facciano la scelta «giusta».
Rischiamo di assistere ad evoluzioni impreviste della semisecolare «fedeltà alla NATO» della Turchia?
Maurizio BlondetNote1) Lo storico ebreo Gershom Scholem è la fonte principale su questa setta ebraica pseudo-islamica. I culti aberranti si spiegano con una «teologia» di tipo antinomico: essendo l'era messianica già qui, «non valgono più le leggi d'incesto», perché il messia libera gli ebrei da ogni legge. E lo dimostra proprio l'apostasia di Zevi: il messia stesso compie un atto aberrante, l'apostasia. Dunque, per i suoi fedeli, «la salvezza si ottiene attraverso il peccato», scendendo fino in fondo alle «porte d'impurità».
2) Sulla parte essenziale dei donmeh nella rivoluzione di Ataturk, si veda il mio «Cronache dell'Anticristo», Effedieffe.
3) Michel Chossudovsky, «Triple alliance: the Us, Turkey, Israel, and the war on Lebanon», Globalresearch, 6 agosto 2006.
4) L'artefice del patto segreto è stato Baruch Uziel (1901-1977), un ebreo greco di nascita, emigrati in Israele nel 1914 dove divenne capo del partito liberale.
5) Israele e Turchia hanno compiuto manovre congiunte minacciosamente davanti alla Siria agli inizi del 2005, subito seguite da manovre NATO-Israele coi Paesi arabi soggetti. Il segretario generale della NATO Japp de Hoop Scheffer, olandese, ha visitato Israele in quell'occasione e si è incontrato con Sharon e i più alti gallonati dell'armata di Sion, per cooperare «nella lotta al terrorismo e contro le armi di distruzione di massa».
6) Ibrahim Kiras, «Buyukanit neden 4 gun once atandi?», 8 Sutun, data imprecisata. Lo si può vedere al sito: www.8sutun.com/node/17496."In verità, nella creazione dei cieli e della terra e nell'alternarsi dellanotte e del giorno, ci sono certamente segni per coloro che hannointelletto" Corano III, 190------------([Al-Awda-Italia] Digest Number 1919)**************************************Da: Joe <flespa@tiscali.it>Data: Sat, 13 May 2006 06:11:15 +0200Messaggio: 5Data: Thu, 11 May 2006 17:31:38 -0000Da: "marioluna_3"Oggetto: Ogg: attenzioneEra esattamente quello che intendevo dire, sia pure in modo forsepoco esplicito.In effetti si può spesso constatare come un certo numero disedicenti "semiti" (ad esempio "israeliani" di probabilediscendenza turco-khazara, quindi non "semitica") si prendano lalibertà di dispensare il termine "antisemita" a tutti coloro - nellafattispecie gli Arabi - che osano criticare "israele".PS---------([Al-Awda-Italia] Digest Number 1815)========> (ad esempio "israeliani" di probabile discendenza turco-khazara, quindi non"semitica")* E' interessante notare come, fra tutti i Paesi di religione islamica, solo la Turchia (meglio: parte della sua burocrazia statale e il suo esercito) esprima solidarietà e appoggio all'entità sionista. Al di là delle ragioni politico-economico-militari quasi esistesse, in effetti, una qualche forma di "consanguineità" fra i due Stati...Joe********Da: Joe <flespa@tiscali.it>Data: Sun, 14 May 2006 13:32:53 +0200Oggetto: materialissimeMessaggio: 4Data: Sat, 13 May 2006 21:27:02 +0200Da: "Susanne Scheidt"Oggetto: R: "fratelli"Sbagliato, Joe, sbagliatissimo ! non è la presunta "consanguineità" aspiegare l'intrallazzo, bensì il fatto che ambo i paesi sono da sempre statiregimi militaristi. Arbakan, che cercava di liberare la Turchia dal regimemilitarista, fu fatto fuori dalla cricca militare, appoggiata naturalmente,dai collgehi nella NATO. E per quanto riguarda Israele, questo stato - adifferenza della Turchia - non potrebbe sopravvivere se non quale regimemilitarista e ciò perché "Israele" non è altro che l'arma del movimentosionista. L'alleanza militare tra la Turchia ed Israele, in atto dal 1996,assicura alle cricche militari di ambo i paesi vantaggi e risorse checiascuno dei due non avrebbe avuti senza l'altro: tecnologia militareisraeliana per le forze armate turche in cambio della possibilità perl'aeronautica israeliana di usare lo spazio turco per addestramenti su aereidi lunga gitatae e su territorio montuoso.---------([Al-Awda-Italia] Digest Number 1817)=======Susanna, queste cose - senza dubbio fondamentali - le davo per scontate. La mia domanda era se non esistesse qualche altra ragione persino più di fondo. Come ha spiegato Bordiga, i "fattori di razza e nazione" (cfr. http://www.quinterna.org/archivio/1952_1970/fattori_razzanazione1.htm, http://www.quinterna.org/archivio/1952_1970/fattori_razzanazione2.htm, http://www.quinterna.org/archivio/1952_1970/fattori_razzanazione3.htm) esistono e sono operanti come forze materialissime(1).Joe(1) Engels così affermava in una lettera a W. Borgius scritta nel 1894, un anno prima di morire: "Per noi, le condizioni economiche determinano tutti i fenomeni storici, ma la razza stessa è un dato economico."********Da: Joe <flespa@tiscali.it>Data: Mon, 22 May 2006 00:42:23 +0200Oggetto: materialissime (P. S.)P. S.: Dopo la distruzione della capitale Sarkel compiuta da Svyatoslav di Kiev nel 965 e, nel 1016, l'invasione dell'esercito congiunto russo-bizantino, la dissoluzione definitiva delle ultime spoglie del regno medievale di Khazaria(1), prima ad opera dei Pecheneghi (discendenti degli Unni), poi dei Cumani-Kipchaki, infine dei Mongoli, comportò anche una commistione dei Khazari e delle altre tribù turaniche(2) da loro egemonizzate coi Pecheneghi, coi Cumani e coi Mongoli stessi. E un insediamento stabile in Ucraina, in Lituania, in Ungheria e, soprattutto, in Polonia e nella Russia occidentale. Eredi in tutti i sensi di questa congerie etnica di predatori seminomadi furono molti (e i più importanti) fra gli artefici del putch dell'ottobre 1917, che in effetti costituì anche, sotto il plumbeo manto ideologico del "marxismo-leninismo", una restaurazione sui generis del giogo tartaro. Impossessatisi della macchina statale i bolscevichi attuarono tutto il contrario di ciò che l'ultimo Marx aveva auspicato in teoria e (non solo) il movimento dei contadini anarchici makhnovisti cercò di realizzare in pratica - la rivitalizzazione superiore delle potenzialità comuniste dell'obvshchina e una via rivoluzionaria che consentisse all'immensa Russia di non dover passare obbligatoriamente sotto le forche caudine dell'accumulazione primitiva. Fu messa in moto la più mastodontica e implacabile macchina senza volto di capitalismo (industrialismo) di Stato e, al contempo, si procedette al soggiogamento, alla repressione e allo sterminio del "contadiname" riottoso (vale a dire della base stessa vivente della rivoluzione), alla sua proletarizzazione forzata, al suo sradicamento, col ferro e col fuoco, da ogni presupposto tradizionale (cristianesimo ortodosso, spirito comunitario slavo e, insieme, pratica dell'autonomia e dell'indipendenza e rispetto della natura, della madre terra)(3). L'esito di questo tremendo processo totalitario statalista-"sviluppista", diretto in prima persona e, ancor più, dietro le quinte dai pronipoti ashkenazim dei Khazari giudaizzati(4), realizzò in pieno le più fosche previsioni - la vera profezia - di Mikhail Bakunin (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/61307).(1) Al suo apogeo, l'impero degli "Ebrei rossi" (appellativo medievale dovuto forse alla leggera pigmentazione mongola di molti Khazari) confinava a sud-ovest con quello Bizantino, a nord-ovest con il Rus' di Kiev, a nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga e a sud-est con l'Azerbaijan.(2) In merito alle comuni origini turche, v. http://www.ozturkler.com/data_english/0001/0001.htm (con links espressamente dedicati al Khanato khazaro, agli altri vari Khanati, all'Orda d'Oro, ai Khazari e ai Karaim, agli Ogurs, ai Pecheneghi, ai Cumani-Kipchaki).(3) L'odio e il disprezzo nei confronti del mondo contadino, considerato come forza "reazionaria", come intralcio e catena sulla via dell'industrial-capitalismo di Stato verso le "magnifiche sorti e progressive" e il "sol dell'avvenire" (oggi visibile a tutti nella sua realtà spettrale), è tipico, anche se certo non esclusivo, delle varie sette talmudiche marxiste (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/61380, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/61381, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/61382, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/61428, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/61427, http://www.mailstar.net/marx-vs-the-peasant.html e, più in generale, http://www.mailstar.net/zioncom.html). Un esaustivo compendio di questo spirito-sguardo lo si può leggere nella squallida serie di articoli dedicata da "Rotta comunista" (gruppuscolo para-bordighiano) all'argomento (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/65198). Val la pena ricordare come già proprio nel Talmud l'agricoltura sia definita "la più bassa delle occupazioni" (Yebamoth 63a).(4) Emblematica, a questo proposito, la figura repellente di Lazzaro Kaganovich, l'"Eichmann sovietico", stretto collaboratore e ispiratore di Stalin innanzi tutto nelle imprese di pulizia etnica e genocidio dei contadini (non solo dell'Ucraina). Sopravvissuto indenne a qualunque "purga" e al dittatore stesso, ne causò, con ogni probabilità, la morte insieme con altri congiurati (cfr. http://www.mailstar.net/kaganovich.html, http://www.mailstar.net/death-of-stalin.html, http://www.mailstar.net/radzinsk.html).A questo proposito mi ha colpito il seguente brano de I fattori di razza e nazione nella teoria marxista:Marx si interessa alla dottrina di Duchinsky (un professore russo di Kiev, domiciliato a Parigi). Questi sostiene che "i grandi Russi, i veri Moscoviti, cioè gli abitanti dell'antico granducato di Mosca, sono in gran parte mongoli o finlandesi, come d'altronde sono mongoli gli abitanti delle parti orientali e sud-orientali della Russia europea. Vedo in ogni caso che la questione ha grandemente turbato il gabinetto di Pietroburgo (poiché sarebbe la fine del panslavismo). Tutti i sapienti russi sono stati invitati a redigere delle risposte o delle confutazioni; ma queste sono di una estrema debolezza. La purezza del dialetto grande russo e la sua parentela con lo slavo della Chiesa sembrano, in questo dibattito, testimoniare più in favore della concezione polacca che della concezione moscovita [...]. E' stato provato inoltre dalla geologia e dalla idrografia che all'Est del Dnieper si stabilisce una grande differenza 'asiatica' per rapporto ai paesi che restano all'Ovest del fiume, mentre l'Ural, come Marchison ha di già sostenuto, non costituisce affatto una separazione. Il risultato, quale Duchinsky lo, stabilisce, è che i Moscoviti hanno usurpato il nome di Russia. Essi non sono Slavi, non appartengono insomma alla razza indogermanica, e sono degli intrusi che bisogna respingere al di là del Dnieper. Il panslavismo, nel senso russo, è dunque un'invenzione del governo di Pietroburgo. Mi auguro che Duchinsky abbia ragione e che in ogni caso la sua opinione si generalizzi presso gli Slavi. D'altra parte, egli afferma che molti dei popoli della Turchia, fin qui considerati come Slavi, quali i Bulgari, per esempio, non lo sono".Noi non sappiamo se questo brano sia stato adoperato nella polemica borghese recente contro la rivoluzione russa nella comune accezione che il popolo russo è asiatico e non europeo, e che per questo subisce la dittatura! Certo la tesi, assolutamente inoffensiva per il marxismo vero, è scottante per i Russi di oggi che, sulle orme di Stalin, fanno leva su una tradizione razziale, nazionale, e linguistica più che sul legame di classe del proletariato di tutti i paesi. Nel senso marxista il fatto che i grandi Russi siano da classificare come mongoli e non come ariani (vecchia frase che Marx ricorda spesso: gratta il Russo e troverai il Tartaro) ha questa fondamentale importanza: per chiudere il ciclo entro il quale le forze della classe lavoratrice europea devono dare se stesse alla causa della formazione delle nazioni, chiusa la quale si imposta la rivoluzione proletaria europea, occorre attendere la formazione di una grandissima nazione capitalista slava che comprenda tutto lo Stato russo, o almeno si estenda fino agli Urali? La risposta di allora era che la sistemazione in moderni Stati nazionali come premessa alla rivoluzione operaia riguarda un'area che finisce ad Est con la Polonia, ed eventualmente con una Ucraina e Piccola Russia che si arrestano al Dnieper. Questa è l'area europea della rivoluzione, la prima che ne deve essere investita, ed il ciclo che prelude al successivo di azione puramente classista, è quello che poi si chiuse al 1871. Non può dimenticarsi al fine di non considerare come fattore unico determinante l'etnologia che i popoli di schiatta mongola, ossia i Finnici, formano in Europa nazioni (Ungheria e Finlandia, Estonia, Lituania, Lettonia) che essendo socialmente avanzate rientrano nell'area storica europea, ed il marxismo ne vede favorevolmente, nel dato periodo, gli sforzi indipendentisti, contro i tre della Santa Alleanza.Per quanto concerne le ultime ipotesi e acquisizioni scientifiche sull'origine etnica degli ebrei ashkenaziti e le discussioni relative v.:Alla voce "Khazaria" (http://it.wikipedia.org/wiki/Khazaria) della "libera" e "autogestita" enciclopedia online Wikipedia (capillarmente controllata e "moderata" per tutto ciò che concerne il politically correct) si può leggere: "Tra l'VIII secolo ed il IX secolo, consistenti nuclei di Ebrei semiti, dopo aver attraversato il Caucaso entrarono in contatto con i Khazari. I sovrani di quest'ultimo popolo imposero, per motivi di stabilizzazione politica, la conversione del Khanato alla religione ebraica. Questo fatto è stato alla base dell'elaborazione di diverse teorie, la più nota delle quali vuole gli Ebrei Askenaziti discendere direttamente dai Khazari (il romanziere ebreo Arthur Koestler sostenne in modo particolare questa tesi). Recenti studi genetici sembrano però dimostrare che elementi genetici originari del Medio Oriente dominano la linea maschile degli Askenazi (il cosiddetto cromosoma Y Aaron), ma la linea femminile potrebbe avere una storia diversa. Da ciò alcuni hanno dedotto che uomini del Medio Oriente abbiano sposato donne locali, il che significa che gli Askenazi non sono imparentati con i Khazari o che questi rappresentano solo una parte degli antenati degli attuali Askenaziti." L'articolo cui si rimanda (http://www.humanitas-international.org/perezites/news/jewish-dna-nytimes.htm), come altri simili (v. sopra), non dimostra affatto quanto pretenderebbe tale frettolosa conclusione. Risulta ormai scientificamente dimostrato che il mtDNA degli Ashkenaziti non ha a che vedere con nessun gruppo dell'originario bacino semitico mediorientale. Ed è la discendenza matrilineare ciò che più conta(1), in primis per gli Ebrei(2), nella determinazione della loro identità etnica.Joe(1) Com'è ovvio, delle due figure genitoriali la più certa è, in ogni caso, quella materna.(2) Nella genuina ottica razzista-sionista male minore risulta l'unione di una femmina ebrea con un maschio goy, male maggiore il contrario, perché in questo secondo caso è l'eventuale discendenza stessa (non del cognome, ma del SANGUE) che viene spezzata. Val la pena ricordare che qui in Italia qualunque giudeo/a cittadino/a italiano/a può ricevere, a semplice richiesta, anche la cittadinanza israeliana (nonché andar a fare il servizio militare in Israele - e persino combattere per l'entità sionista), sol che porti le prove della propria "ebraicità" per via matrilineare "eletta". Effettivamente oggi Israele è l'unico Stato razziale del mondo.********Da: Joe <flespa@tiscali.it>Data: Tue, 16 May 2006 15:43:21 +0200Oggetto: laicissimoDa:: "marioluna_3"Data:: Dom Mag 14, 2006 7:02 pmOggetto:: Ogg: R: [Al-Awda-Italia] "fratelli"Certamente da un punto di vista della "fenomenologia storica" quelloche dice Susanne è ineccepibile.Tuttavia non si dovrebbe escludere la possibilità che la "storia"sia condizionata da elementi non sempre così evidenti e semplicicome si vorrebbe. Ad esempio, nella storia della Turchia - e primaancora dell'Impero Ottomano - non deve essere trascuratal'influenza "sottile" della setta cripto-"ebraica", compostaufficialmente da convertiti all'Islam, dei Doenme, i quali fannorisalire le loro ascendenza alla cosiddetta "eresia" di ShabbetayZevi (xvii secolo). Si può consultare, al proposito, la monumentaleopera di Scholem, ora disponibile anche in italiano (edizioniEinaudi).Potrebbe essere una leggenda, ma si dice che Atatürk discendesse daDoenme. Non lo è comunque il fatto che alla stessa settaappartenessero diversi esponenti dei "Giovani Turchi".Comunque sia, bisogna ammettere che una simile ipotesi spiegherebbe,tra l'altro, perché i medesimi, una volta al potere, si sianoaccaniti con tanta criminale ferocia contro tutto ciò che avesse ache fare con l'Islam.L'esercito, vestale della Repubblica laica turca, è il prodotto diquella rivoluzione: non fa specie che la cricca che lo dirige(elementi sempre selezionatissimi..), si trovino così a loro agiocon i loro omologhi e compari (se proprio non vogliamochiamarli "fratelli") sionisti.Segnalo anche, perché molto interessante, riguardo alleinfluenze "sottili" operanti nelle varie fasi della sovversionedell'Impero Ottomano, non solo da parte dei Doenme ma anche dipersonaggi di origine diversa, per quanto di "natura" analoga, iltesto seguente:Thierry Zarcone. Mystiques, philosophes, et franc-maçons en islam :Riza Tevfik, penseur ottoman (1868-1949), du soufisme à laconfrérie. (Paris-Istanbul: Maisonneuve, 1993).Saluti.PS----------======Il Medz Yeghern ("Grande Male"), quello che nella lingua degli Armeni significa l'olocausto da loro subito, avvenne, come si sa, in due fasi. Il primo massacro (1894-96: dai 200.000 ai 250.000 morti) vide all'opera l'esercito ottomano, milizie irregolari curde e turchi islamici; ma è il secondo che registrò le sevizie più abominevoli e un numero allucinante di vittime (la cifra varia dai 500.000 ai 2.000.000), passando alla storia come il vero e proprio "genocidio armeno" (cfr. http://www.kore.it/CAFFE/armeni.htm). Esso si svolse sotto l'egida e l'organizzazione dei Giovani Turchi, movimento politico modernista-nazionalista non religioso composto prevalentemente da intellettuali e ufficiali dell'esercito, durante il biennio 1915-16 e VENNE PORTATO A COMPIMENTO, tra il 1920 e il 1922, quando alla guida del Paese era insediato il laicissimo Kemal Atatürk (cfr. http:http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/69791http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/69792
http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/69794
http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/69799http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/70107). Qui di seguito, qualche cenno storico, ricordando di nuovo che i Khazari (così come le altre tribù da essi dominate) erano popolazioni delle steppe dell'Asia Centrale di schiatta turanica.Joe°°°°°I Giovani TurchiUna nuova speranza, presto disillusa, nasce quando anche il potere imperialegiunge al collasso e prende sempre più forza il movimento rivoluzionario deiGiovaniTurchi, caratterizzati da un forte nazionalismo turco. Essi sembranointenzionati ad abbattere il sistema imperiale per poi creare unafederazione di tutti i popoli precedentemente inclusi nell'Impero.Ovviamente le concezioni di nazionalismo turco e di una federazione ottomanasono decisamente antitetiche e questo porterà a considerare l'elementoarmeno come un pericolo interno da combattere ed annientare. Già nel 1909avvengono i primi massacri: in Cilicia 30.000 armeni vengono uccisi dalleforze del loro partito Ittihad ve Terakki (Unione e Progresso). Tutto ciò fuconseguenza dell'ideologia che aveva ormai impregnato l'intero partito,formata da un' intreccio di panturchismo, caratterizzato da trattinazionalisti-irredentisti, e Turanismo*. L'unione tra indipendenza nazionalee purezza razziale furono la premessa per la conquista dell'allora provinciarussa dell'Azerbaigian. Tra essa e la Turchia vi erano però proprio in mezzole terre armene. Questa nuova campagna di conquista fornisce ai GiovaniTurchi la giustificazione per l'eliminazione del "pericolo armeno".Il Turanismo è l'ideologia che si basa sulla convinzione che, quando tuttii popoli di lingua turca saranno uniti in una stessa entità nazionale estesadall'Asia Centrale al Mediterraneo, ritornerà l'età dell'oro in cui Turan,l'antenato dei Turchi, lottava contro Ario, l'antenato degli ariani,estendeva il suo dominio su tutta l'Asia. [Cfr. http://www.ozturkler.com/icerikler.php?id=3518&lng=1]Nel 1914 la situazione armena peggiora irrimediabilmente. In quell'annoinfatti il governo turco decide di entrare in guerra a fianco degli impericentrali e subito si lancia alla conquista dei territori azeri "irredenti".La Terza Armata turca, impreparata, male equipaggiata, mandata allosbaraglio in condizioni climatiche ostili, viene presto sbaragliata aSarikamish nel gennaio 1915 dalle forze sovietiche. L'esercito turco indicai responsabili della disfatta negli armeni che, allo scoppio della guerraavevano comunque assicurato il proprio sostegno all'impresa turca. Il climasi fa sempre più teso e, tra il dicembre del '14 ed il febbraio del '15, ilComitato Centrale del partito Unione e Progresso, diretto dai medici Nazim eBehaeddine Chakir, decide la soppressione totale degli armeni. Vengonocreati speciali battaglioni irregolari, detti tchété, in cui militano moltidetenuti comuni appositamente liberati; essi hanno addirittura autorità suigoverni ed i prefetti locali e quindi godono di un potere pressochéassoluto.L'eliminazione sistematica prende l'avvio nel 1915, quando i battaglioniregolari armeni vengono disarmati, riuniti in gruppi di lavoro ed eliminatidi nascosto. Il piano turco, pensato e diretto dal Ministro dell'InternoTalaat, prosegue poi con la soppressione della comunità di Costantinopoli edin particolare della ricca ed operosa borghesia armena: tra il 24, che restaa segnare la data commemorativa del genocidio, ed il 25 aprile, 2345notabili armeni vengono arrestati mentre tra il maggio ed il luglio del 1915gli armeni delle province orientali di Erzerum, Bitlis, Van, Diyarbakir,Trebisonda, Sivas e Kharput vengono sterminati. Solo i residenti dellaprovincia di Van riescono a riparare in Russia grazie ad una provvidenzialeavanzata dell'esercito sovietico. Nelle città viene diffuso un bando cheintima alla popolazione armena di prepararsi per essere deportata; siformano così grandi colonne nelle quali gli uomini validi vengonoraggruppati, portati al di fuori delle città e qui sterminati. Il restodella popolazione viene indirizzato verso Aleppo ma la città verrà raggiuntasolo da pochi superstiti: i nomadi curdi, l'ostilità della popolazioneturca, i tchété e le inumane condizioni a cui sono sottoposti fanno si che ideportati periscano in gran numero lungo il cammino. Dopo la conclusionedelle operazioni neppure un armeno era rimasto in vita in queste province.La seconda parte del piano prevedeva il genocidio della popolazione armenarestante, sparsa su tutto il resto del territorio. Tra l'agosto del 1915 edil luglio del 1916 gli armeni catturati vengono riuniti in carovane e,malgrado le condizioni inumane cui vengono costretti, riescono a raggiungerequasi integre Aleppo mentre un'altra parte di deportati viene diretta versoDeir es-Zor, in Mesopotamia. Lungo il cammino, i prigionieri, lasciati senzacibo, acqua e scorta, muoiono a migliaia. Per i pochi sopravvissuti la sortenon sarà migliore: periranno di stenti nel deserto o bruciati vivirinchiusi in caverne.A queste atrocità scamperanno solo gli armeni di Costantinopoli, vicini alleAmbasciate europee, quelli di Smirne, protetti dal generale tedesco LimanVon Sanders, gli armeni del Libano e quelli palestinesi.Il consuntivo numerico di questo piano criminale risulta alla fine:da 1.000.000 a 1.500.000 di armeni vengono eliminati nelle manieri piùatroci. In pratica i due terzi della popolazione armena residentenell'Impero Ottomano è stata soppressa e, regioni per millenni abitate daarmeni, non vedranno più, in futuro, nemmeno uno di essi.circa 100.000 bambini vengono prelevati da famiglie turche o curde e da esseallevati smarrendo così la propria fede e la propria lingua.considerando tutti gli armeni scampati al massacro il loro numero non superale 600.000.Su tutte valga la testimonianza del Console italiano Giovanni Gorrini checosì scrisse: "Dal 24 giugno non ho più dormito ne mangiato. Ero preso dacrisi di nervi e da nausea al tormento di dover assistere all'esecuzione dimassa di quegli innocenti ed inermi persone. Le crudeli cacce all'uomo, lecentinaia di cadaveri sulle strade, le donne ed i bambini caricati a bordodelle navi e poi fatti annegare, le deportazioni nel deserto: questi sono iricordi che mi tormentano l'anima e quasi fanno perdere la ragione." Anchel'intervento della Santa Sede tramite il Papa Benedetto XV non produssealcun effetto, in funzione anche del fatto che i turchi avevano proclamatola guerra santa.Successivamente, approfittando degli sconvolgimenti in corso in Russia acausa della rivoluzione, gli armeni sotto il controllo dell'impero zaristasi ribellano e, il 28 maggio 1918, dichiarano la propria indipendenza. Inseguito, dopo la presa di alcuni territori nell'Armenia turca, verràproclamata la nascita della Repubblica Armena. Durante i lavori del Trattatodi Sevrès venne perfino riconosciuta l'indipendenza al popolo armeno e lasua sovranità su gran parte dei territori dell'Armenia storica ma, comealtre volte in futuro, tutto resterà solo sulla carta. Infatti il successivoTrattato di Losanna (1923) annullerà il precedente negando alle popoloarmeno persino il riconoscimento della sua stessa esistenza.La caduta del regime turco alla fine della Grande Guerra e la seguenteascesa alla guida del paese di Kemal Ataturk non cambiò la situazione.Infatti, tra il 1920 ed il 1922, con l'attacco alla Cilicia armena ed ilMassacro di Smirne, il nuovo governo portò a compimento il genocidio. Dopoquesti ultimi crimini non un solo armeno vivo lasciò traccia in Turchia.---------********Da: Joe <flespa@tiscali.it>Data: Tue, 08 Aug 2006 09:45:25 +0200A: "Stefano C."Oggetto: Re: Re: Re: La chiamavamo paceDa: "Stefano C."Data: Tue, 08 Aug 2006 09:26:41 +0200A: Joe <flespa@tiscali.it>Oggetto: Re: Re: La chiamavamo paceForse, se rifletti un attimo, capiresti che gli israeliani, armati finoai denti come dici tu, se davvero perseguissero la politica genocida cheaffermi, avrebbero distrutto i palestinesi in due giorni.Ad aggredire per PRIMI sono SEMPRE gli arabi, e Israele reagisce con uncentesimo della sua forza.La guerra finirà solo quando gli arabi impareranno a comandare solo acasa loro, in Arabia.CiaoStefano.=======Ho riflettuto. "Capisco" l'ammirazione per i bicipiti sionisti, ma la tua logica s'infrange contro l'apparato muscolare. Gli ebrei, per la stragrande maggioranza di etnia ashkenazita, quindi, paradossalmente, perfino meno semiti degli odiati arabi (cfr. Herman Rosenthal, "Chazars", articolo tratto dalla Jewish Encyclopedia, 1901-1906, http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=402&letter=C; Hugo Freiherr von Kutschera, Die Chasaren, Holzhausen, 1910; il II cap. di John Beaty, Iron curtain over America, 1951, http://houston.indymedia.org/uploads/2004/11/iron_curtain_over_america.pdf; Benjamin H. Freedman, Facts are facts, 1954, http://www.iahushua.com/JQ/factsR1.html, http://www.iahushua.com/JQ/factsR2.html, http://www.iahushua.com/JQ/factsR3.html, http://www.iahushua.com/JQ/factsR4.html; Arthur Koestler, The Thirteenth Tribe, Random House, 1976, http://www.christusrex.org/www2/koestler/, trad. it.: La tredicesima tribù, UTET, 2003; Alfred Posselt, Geschichte des chazarisch-jüdischen Staates, Wien 1982 - la tesi di dottorato di Posselt, lontano parente di Koestler, è forse il più considerevole fra tutti gli studi su questo tema, insieme con l'opera di Kutschera; Erwin Soratroi, Attilas Enkel auf Davids Thron. Chasaren-Ostjuden-Israeliten, Grabert-Verlag, Tübingen 1992, http://www.vho.org/D/Attila/; Paul Wexler, The Ashkenazic 'Jews': A Slavo-Turkic People in Search of a Jewish Identity, Slavica Publishers, 1993; Kevin Alan Brook, The Jews of Khazaria, Rowman & Littlefield Publishers, 2009 - 2° ed.), hanno invaso, occupato e "pulito" etnicamente la Palestina, rifiutando poi sempre qualunque prospettiva di convivenza pacifica ed equa con i residui abitanti locali - ti ricordo solo che ad uccidere Rabin fu un virgulto della vostra gloriosa gioventù razzista. Questa è la pura e semplice verità. Ma poiché siete gli inventori e specialisti del bi-pensiero e della neo-lingua so che le mie parole con te sono sprecate.Joe********Da: Joe <flespa@tiscali.it>Data: Wed, 23 Aug 2006 15:42:48 +0200A: <movimento@ecn.org>Oggetto: "Video di 15 minuti sui prigionieri in Israele, Palestina e Libano"Gli orridi, razzistissimi despoti con zuccotto dell'entità sionista compiono sui loro prigionieri palestinesi o libanesi sevizie e torture immonde in piena libertà, IMPUNITI, esattamente come fecero in Russia i veri mostri lovercraftiani della Cheka (solo qualche nome: Moisei Solomonovich Uritsky - Boretsky -, anche conosciuto con l'epiteto-epitome de "il terrore ebreo contro il popolo russo", Jankel Yurovsky, V. Volodarsky - Moisei Markovich Goldshtein o Goldstein -, Olga Bronstein, I. S. Unschhlicht, Grigory Zinoviev - Ovsei-Gershon Aronovich Radomyslsky -, il "farmacista" Genrikh Yagoda - Enon Gershevich Ieguda, in onore del quale il Premio Nobel per la letteratura Romain Rolland scrisse un inno -, Yakov Agranov, Meer Trilesser, Mikhail Kedrov - Zederbaum -, Artemic Bagratovich Khalatov, Moisei Boguslavsky, Yakov Veinshtok, Zakhlar Volovich, Mark Gai, Matvei Gerzon, Moisei Gorb, Ilya Grach, Yakov Deich, Grigory Rapoport, Abram Ratner, Abram Slutsky, David Sokolinsky, Solomon Stoibelman, Semyon Firin, Vladimir Tsesarsky, Leonid Chertok, Isak Shapiro, Grigory Yakubovsky Jakov Bljumkin, Aron Soltz, A. A. Slutsky, Boris Berman, Shpiegelglas, Moisei Gorb, Lev Elbert, Arkady Gertsovsky, Veniamin Gulst, Ilya Ilyushin-Edleman, Matvei Potashnik, Solomon Milshtein, Lev Novobratsky, Leonid Reichman, Naum Eitigen, Boris Rodos, Lev Shvartsman, Isaia Babich, Iosif Babich, Iosif Lorkish, Mark Spekter, Karl Danker, Aleksandr Orlov, Martyn Latsis, K. V. Pauler, M. I. Gay, Isaac Babel, Béla Kun - Aaron Kohn, variante di Cohen -, Rozalia Zemlyachka - Zalkind -, Leiba Lazarevich Feldbin, Itzik Solomonovich Feffer, Alexander Contract, Zakhar Ilyich Volovich...) su una schiera innumerevole di disgraziatissimi slavi. E' una tradizione di famiglia, "socialista" e "progressista", che continua indisturbata da circa novant'anni.JoeP. S.: nel gotha sbirresco non ho incluso il successore di Moisei Uritsky alla direzione della Cheka(1), l'assassino fanatico Felix Dzherzhinsky, essendo quest'ultimo polacco non ashkenazita - ma sposato, come d'ordinanza, a un'ebrea ashkenazita(2) -, né quelli del sanpietroburghese Nikolai Ivanovich Yezhov, detto "il nano avvelenato" o "il nano sanguinario" (sposato anch'egli a un'ashkenazita), e del georgiano Cthulhu-Beria ("il nostro Himmler", secondo l'affettuoso appellativo di Stalin), ashkenazita solo per un quarto (da parte però di madre) - in compenso lo erano i suoi più vicini e fedeli assistenti.(1) A proposito della Chrezvychainaia Komissiia, Commissione Russa Straordinaria per la Lotta Contro la Controrivoluzione e il Sabotaggio, poi divenuta GPU-OGPU-GUGB (NKVD), NKGB, MGB, KI, MVD, KGB. Quest'organizzazione umanitaria fu creata NELLO STESSO ANNO del colpo di Stato, solo due mesi dopo. Nel 1918, con macabra ironia involontaria - che è sempre la più efficace -, i benefattori pensarono bene di mutarne il nome in Commissione Russa Straordinaria per la Lotta Contro la Controrivoluzione, la Speculazione e l'ABUSO DI POTERE. In effetti occorreva da subito combattere e annichilire i controrivoluzionari. Il problema è che i bolscevichi avrebbero dovuto far fuori se stessi. E non era esattamente il loro scopo, almeno per il momento. Quanto ai Gulag (Glavnoe upravlenje lagerei, Direzione centrale dei lager, i cui ideatori-supervisori furono anch'essi, compattamente, ashkenaziti: Matvei D. Berman, l'"ebreo turco" Naftaly Frenkel, Mikhail Kaganovich, Lev Ilic Inzhir, Semyon Firin, Yakov Rappoport, Lazar Kogan, Sergei Zhuk), "il sistema dei campi di concentramento puntitivi appartiene alla storia sovietica sin dagli esordi, dai tempi di Lenin (già nel '20, presso le isole Solovki, situate nel Mar Bianco, a circa duecento chilometri dal circolo polare artico, era stato creato un 'lager di lavori forzati per i prigionieri della guerra civile', dove vennero imprigionati tutti coloro che si opponevano al nuovo regime, non solo zaristi quindi, ma anche anarchici, socialisti rivoluzionari, menscevichi), ma il maggior sviluppo avviene negli anni del consolidamento del potere di Stalin, e durante il suo lungo 'regno', che va dagli anni trenta fino alla metà degli anni cinquanta." (http://www.cronologia.it/mondo26d.htm)(2) La maggior parte dei dirigenti bolscevichi non-ashkenaziti ebbe come moglie un'ebrea ashkenazita. Sorta di legge non scritta, ma ferrea.
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