----- Messaggio inoltrato -----
Da: Giuseppe Magliacane <giuseppemagliacane@hotmail.com>
A:
Inviato: Mercoledì 4 Gennaio 2012 18:25
Oggetto: IRIB IRAN 04.01.2012
Da: Giuseppe Magliacane <giuseppemagliacane@hotmail.com>
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Inviato: Mercoledì 4 Gennaio 2012 18:25
Oggetto: IRIB IRAN 04.01.2012
Mercoledì 04 Gennaio 2012 13:29
Iran: Ministro Difesa, via i militari stranieri dal Golfo Persico
TEHERAN - Il ministro della Difesa iraniano, Ahmad Vahidi, ha lanciato un nuovo avvertimento agli Usa sulla loro presenza militare nel Golfo Persico. "Faremo tutto il possibile per preservare la sicurezza dello Stretto di Hormuz all'ingresso nel Golfo Persico", ha dichiarato il ministro al sito web della tv iraniana. "La presenza di forze esterne non porta a nessun risultato, ma crea solo turbolenze, e' una presenza dannosa e indesiderata", ha aggiunto Vahidi.
Il capo ufficio stampa del Pentagono George Little aveva annunciato che le navi da guerra statunitensi continueranno a rimanere nel Golfo Persico nonostante le richieste dell'Iran di lasciare l'area. Lo ha annunciato il capo ufficio stampa del Pentagono George Little.
Ieri il generale Ataollah Salehi, Capo di Stato Maggiore dell'esercito iraniano, aveva chiesto alla portaerei americana Uss John C. Stennis di non tornare nel Golfo Persico dopo che la stessa portaerei e un'altra imbarcazione avevano lasciato il Golfo attraverso lo Stretto di Hormuz una settimana fa.
Il capo ufficio stampa del Pentagono George Little aveva annunciato che le navi da guerra statunitensi continueranno a rimanere nel Golfo Persico nonostante le richieste dell'Iran di lasciare l'area. Lo ha annunciato il capo ufficio stampa del Pentagono George Little.
Ieri il generale Ataollah Salehi, Capo di Stato Maggiore dell'esercito iraniano, aveva chiesto alla portaerei americana Uss John C. Stennis di non tornare nel Golfo Persico dopo che la stessa portaerei e un'altra imbarcazione avevano lasciato il Golfo attraverso lo Stretto di Hormuz una settimana fa.
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Mercoledì 04 Gennaio 2012 13:22
Iran: Capo di Stato maggiore, occidentali disorientati da nostra capacità difensiva
CHABAHAR - Il capo di Stato maggiore iraniano, il generale Hassan Firouzabadi ha detto che le potenze mondiali sono rimaste disorientate dopo aver assistito allo svliuppo del settore difensivp della della Reppublica Islamica. Parlando con l'agenzia ufficiale IRNA dopo la conclusione delle grandi esercitazioni marine "Velayat-90", il generale iraniano ha proseguito ricordando che l'Occidente cerca di imporre una propria cultura al mondo secondo la quale solo i poteri egemonici possono e hanno diritto di avere successo in tutti i settori mentre gli altri paesi meritano solamente risultati modesti.
Il Capo di Stato Maggiore iraniano ha inoltre osservato che l'Occidente è insoddisfatto del fatto che l'Iran stia usando la propria forza militare non solo per difendere la propria nazione, ma anche per sostenere l'intero mondo islamico e le nazioni musulmane.
La manovra "Velayat-90", iniziata il 24 dicembre in un'area che va dal Golfo Persico sino al Golfo di Aden, stretto di Hormuz compreso, si è conclusa lunedi sera con grande successo.
Il Capo di Stato Maggiore iraniano ha inoltre osservato che l'Occidente è insoddisfatto del fatto che l'Iran stia usando la propria forza militare non solo per difendere la propria nazione, ma anche per sostenere l'intero mondo islamico e le nazioni musulmane.
La manovra "Velayat-90", iniziata il 24 dicembre in un'area che va dal Golfo Persico sino al Golfo di Aden, stretto di Hormuz compreso, si è conclusa lunedi sera con grande successo.
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Mercoledì 04 Gennaio 2012 18:15
Iran: Pechino contraria a sanzioni unilaterali
PECHINO - Il governo cinese dice no a sanzioni unilaterali contro Teheran. "La Cina si oppone al fatto che una legge nazionale prevalga sui regolamenti internazionali ed imponga sanzioni unilaterali ad altri Paesi", ha affermato il portavoce della diplomazia cinese, Hong Lei, riferendosi alla legge promulgata sabato dagli Stati Uniti che inasprisce le sanzioni finanziarie contro l'Iran per costringere il paese ad abbandonare il suo programma civile nucleare.
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Lunedì 02 Gennaio 2012 19:46
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Lunedì 02 Gennaio 2012 19:46
2011: rapporto del Centro di ricerca palestinese
RAMALLAH-In un rapporto del Centro di ricerca palestinese si legge: "Nel 2011, Israele ha abbattuto centinaia di abitazioni palestinesi, ha confiscato con la forza 11mila ettari di terra di proprietà palestinese in Cisgiordania e ad al-Quds (Gerusalemme).
Ha preso d'assalto 23 moschee, con incendi, atti di vandalismo e altro". Sono stati oltre 500 gli ordini di demolizione e le operazioni portate a termine nel 2011, contro complessi residenziali palestinesi, centinaia di strutture o impianti, garage o stabilimenti, attraverso una politica unilaterale con la quale le autorità d'occupazione israeliane dichiarano illegali tali costruzioni, dopo anni di diniego della licenza edilizia a favore dei palestinesi. Oltre 20mila gli alberi danneggiati del tutto o in parte. Tra i danni si annoverano anche le azioni di vandalismo e di inquinamento deliberati su terra e risorse palestinesi. 3.408 gli attacchi ai danni di uliveti palestinesi: 1.800 alberi d'ulivo sono andati persi, e non si contano gli assalti dei coloni israeliani contro i cittadini palestinesi impegnati nel raccolto delle olive, terminato da poche settimane. Sono poi raddoppiati gli attacchi nella Valle del Giordano, dove Israele sta conducendo un piano di pulizia etnica. Oltre 3.158 ettari di terra sono stati derubati da Israele intorno a Gerusalemme. 40 abitazioni sono state abbattute: 282 sfollati, 177 sono bambini. Altre 134 case sono minacciate di imminente demolizione, comprese 56 strutture di uso diverso da quello residenziale e altre 17 tra garage e depositi. Nella Città Santa, sono stati sradicati e bruciati 1.098 alberi, 880 dei quali sono andati completamente persi. Si legge infine nel documento: "Detti attacchi a Gerusalemme sono materiali, ma sono soprattutto un'aggressione all'identità collettiva nazionale, contro storia e patrimonio dei palestinesi".
Ha preso d'assalto 23 moschee, con incendi, atti di vandalismo e altro". Sono stati oltre 500 gli ordini di demolizione e le operazioni portate a termine nel 2011, contro complessi residenziali palestinesi, centinaia di strutture o impianti, garage o stabilimenti, attraverso una politica unilaterale con la quale le autorità d'occupazione israeliane dichiarano illegali tali costruzioni, dopo anni di diniego della licenza edilizia a favore dei palestinesi. Oltre 20mila gli alberi danneggiati del tutto o in parte. Tra i danni si annoverano anche le azioni di vandalismo e di inquinamento deliberati su terra e risorse palestinesi. 3.408 gli attacchi ai danni di uliveti palestinesi: 1.800 alberi d'ulivo sono andati persi, e non si contano gli assalti dei coloni israeliani contro i cittadini palestinesi impegnati nel raccolto delle olive, terminato da poche settimane. Sono poi raddoppiati gli attacchi nella Valle del Giordano, dove Israele sta conducendo un piano di pulizia etnica. Oltre 3.158 ettari di terra sono stati derubati da Israele intorno a Gerusalemme. 40 abitazioni sono state abbattute: 282 sfollati, 177 sono bambini. Altre 134 case sono minacciate di imminente demolizione, comprese 56 strutture di uso diverso da quello residenziale e altre 17 tra garage e depositi. Nella Città Santa, sono stati sradicati e bruciati 1.098 alberi, 880 dei quali sono andati completamente persi. Si legge infine nel documento: "Detti attacchi a Gerusalemme sono materiali, ma sono soprattutto un'aggressione all'identità collettiva nazionale, contro storia e patrimonio dei palestinesi".
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