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martedì 8 giugno 2010

I: EIR Strategic Alert n. 23


iMNPORTANTE. cONVENGO CON QUANTI CONTINUANO A DENUNCIARE CHE SI TRATTA DI UNA SOLA OPERAZIONE UNITARIA GESTITA DAI SOLITI PERSONAGGI PER IMPOVERIRE E QUINDI DOMINARE I POPOLI. NULLA è CASUALE.GV
--- Mar 8/6/10, Aldo <aldo.barbona@alice.it> ha scritto:

Da: Aldo <aldo.barbona@alice.it>
Oggetto: I: EIR Strategic Alert n. 23
A: "'Berna'" <claudioberna19@gmail.com>, "'Campani'" <francesco.campani@roche.com>, "'Cardinale'" <alecardi1@tin.it>, "'Carlo'" <c.barbona@libero.it>, "'Castagna'" <castagnagiuseppe3@virgilio.it>, "'Ciancamerla'" <fabio.ciancamerla@roche.com>, "'Efisio'" <efisio.polidoro@roche.com>, "'Fiorella'" <mariafiorella.belli@fastwebnet.it>, "'Fratini'" <pietro.fratini@roche.com>, "'Gianfranco'" <gianfranco.gaglione@roche.com>, "'Giorgio A'" <ga1950@libero.it>, "'Ilaria'" <ilariabar@hotmail.it>, "'Marcella'" <marcella.barbona@libero.it>, "'Marco_Tiziana'" <mbertolelli@tiscali.it>, "'Marina'" <marina.blasi1@virgilio.it>, "'Monica'" <monica.maggiori@libero.it>, "'Proietti'" <alespro42@gmail.com>, "'Riziero'" <rizieroconcetti@gmail.com>, "'Ruggeri'" <pietroruggeri@msn.com>, "'Sbrighi'" <ps.sbrighi@virgilio.it>, "'Setale'" <setale@libero.it>, "'Sinesio'" <eugesines@tiscali.it>, "'Sonia'" <snflc@hotmail.com>, "'Turriziani'" <tarim17@yahoo.it>, "'Vitali'" <vitali.giorgio@yahoo.it>, "'Ziccardi'" <stefano.ziccardi@gmail.com>
Data: Martedì 8 giugno 2010, 14:09

 

 

Da: EIR Strategic Alert [mailto:italert@eirna.com]
Inviato: martedì 8 giugno 2010 7.19
A: aldo.barbona
Oggetto: EIR Strategic Alert n. 23

 

 

EIR Executive Intelligence Review

                                                                                  anno 19 n. 23 - 10 giugno 2010

Strategic Alert - Edizione Italiana

Obamania: la magia è finita

Gli USA e l'UE ciechi di fronte alla crisi

La Banca Centrale Europea attacca la legge Glass-Steagall

I sinarchisti francesi chiedono la dittatura economica dell'UE

Il Presidente tedesco Koehler si è dimesso preventivamente, prima del megacrac?

Yakunin chiede di superare la crisi con le infrastrutture

Due economisti controcorrente in Germania e Italia

Il Presidente Obama ha dato un nuovo significato all'espressione "risciacquato" il 31 maggio, giornata del Memorial Day. Proprio mentre il Presidente aveva iniziato a parlare a una cerimonia in Illinois, i cieli si sono aperti e si è alzato forte il vento, costringendo tutti a cercare riparo. Poi, quando è salito su un autobus per salutare le persone che vi si erano rifugiate, è stato apostrofato da un attivista di LPAC, che gli ha chiesto di dimettersi o rassegnarsi all'incriminazione. Il video di questa scena ha fatto il giro di Internet, approfittando del fatto che la parola "impeachment" è usata con sempre maggiore frequenza.
La fuga di petrolio della BP ha screditato completamente Obama, che ha fornito copertura alla multinazionale britannica invece di intervenire immediatamente per assicurare che sarebbero stati usati tutti I mezzi per proteggere il paese dal più grande disastro ambientale mai verificatosi. Lyndon LaRouche e altri, come l'ex ministro del Lavoro di Clinton Robert Reich, hanno chiesto di commissariare la BP.
E sul fronte diplomatico, il silenzio di Obama sull'atrocità compiuta dal governo israeliano contro la flottiglia che voleva forzare il blocco di Gaza, nonostante una delle vittime fosse un cittadino Americano, ha profondamente scosso molti americani. LaRouche, al contrario, ha chiesto di "avviare una procedura penale" contro il governo israeliano.
La sua personalità neroniana sta assicurando il fallimento di Obama, che si rifiuta di affrontare la realtà. Perciò, ogni cosa che fa gli si ritorce contro.
I dolori del Presidente sono acuiti dai problemi con la giustizia che lo minacciano. Il 4 giugno si è aperto il processo all'ex governatore dell'Illinois Rod Blagojevich, e subito sono stati emessi mandati di comparizione per il capo dello staff della Casa Bianca Rahm Emmanuel e per il consigliere (alcuni dicono controllore) di Obama Valerie Jarrett. Benché il giudice abbia respinto la richiesta di un mandato anche per il Presidente, ha fatto capire che potrebbe concederlo nel corso del processo. Blagojevich è accusato di aver venduto la nomina a ricoprire il seggio al Senato lasciato da Obama, ottenendo un guadagno personale.
Un "vizietto" che ha contagiato Obama, il quale dalla Casa Bianca avrebbe fatto offrire incarichi a certi candidati "scomodi" per indurli a ritirarsi. Il deputato Joe Sestak ha accusato la Casa Bianca di avergli fatto un'offerta del genere, che egli avrebbe respinto preferendo battersi, vincendo le primarie democratiche in Pennsylvania contro il senatore Arlen Specter (cfr. EIR Strategic Alert 21/10). In seguito, anche Andrew Romanoff, ex presidente della Camera dello stato del Colorado, che sfida il senatore Michael Bennett, ha dichiarato di aver ricevuto anch'egli assicurazioni di un incarico ben pagato per indurlo a ritirarsi dalla gara. L'offerta gli è stata trasmessa dal vice di Emmanuel, Jim Messina, che prende ordini sia da Emmanuel che da Obama direttamente (per inciso, Romanoff ha promesso di impegnarsi a favore di una reintroduzione della legge Glass-Steagall se verrà eletto).
Il deputato Darrell Issa e altri membri della Commissione Giustizia della Camera hanno chiesto spiegazioni alla Casa Bianca, prima di aprire un'inchiesta.
Contrariamente alle attese della comunità nera, la presidenza di Obama non è stata utile ai candidati afro-americani. Ad esempio, il deputato Artur Davis ha perso le primarie dell'Alabama il 1 giugno contro un avversario che lo accusava di essere come Obama: istruito ad Harvard, arrogante, distante dalla gente. E molti altri afro-americani si avviano a perdere le loro primarie, secondo Politico, come ricaduta della rabbia popolare contro Obama.

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Mentre il processo di collasso del sistema finanziario mondiale procede a grandi passi, la riunione dei ministri finanziari del G20 in Corea non è riuscita a prendere alcuna decisione. Se ne avessero presa una, sarebbe stato peggio. Gli Stati Uniti, invece di guidare le principali nazioni del mondo in difesa dei propri popoli, hanno chiesto agli altri membri del G20, e specialmente all'Europa, di creare più debito privato e pubblico.
Gli europei, dal canto loro, si rifiutano testardamente di sostenere la Germania nella chiusura di certi mercati speculativi, e insistono con il mix mortale di politiche deflazionistiche e pacchetti di salvataggio iperinflazionistici. L'8 giugno l'Ecofin dovrebbe annunciare i dettagli di quello che un giornale italiano ha definito "l'ultimo coniglio nel cilindro" dell'UE, e cioè i dettagli del fondo di garanzia di 440 miliardi di euro che dovrebbe porre argine alla crisi finanziaria dell'Eurozona. Ma il processo di collasso su scala mondiale è tale che, anche se l'UE dovesse mettere immediatamente a disposizione quella liquidità - cosa improbabile -ciò non cambierebbe niente.
Molti segnali indicano che si stanno ricreando le stesse condizioni che portarono all'infarto del sistema nel 2007. Il mercato interbancario si sta prosciugando, mentre i depositi bancari presso la BCE hanno raggiunto il livello record di 320 miliardi la scorsa settimana; le banche stanno scaricando i titoli retrocessi di Grecia, Spagna e Portogallo, il che aumenta la pressione su tutti i titoli di debito dell'Eurozona. Per la prima volta, dopo l'annuncio della crisi finanziaria ungherese, sono saliti gli spread di Austria e Francia. Il mercato secondario dei titoli di stato sta diventando illiquido, in parte a causa della decisione tedesca di vietare le vendite allo scoperto, così che le banche perdono interesse ad acquistarli alle aste pubbliche. Questa situazione potrebbe presto minacciare il debitore numero uno dell'Eurozona, l'Italia, che quest'anno deve piazzare oltre 250 miliardi di titoli sul mercato. Il parziale fallimento di un'asta tedesca recentemente è un brutto segnale.
Nel frattempo, il governo tedesco ha deciso di espandere il divieto sulle vendite allo scoperto con una legge inviata al Parlamento che include tutti i titoli azionari. Il ministro del Tesoro Wolfgang Schäuble ha detto di aspettarsi che il nuovo divieto passi in entrambe le camere del Parlamento entro i primi di luglio. "Sono convinto che [le regole europee] siano introdotte più rapidamente se c'è una legge tedesca, che non se non ci fosse", ha detto. La legge tedesca riguarda anche il trading dei CDS, le assicurazioni sul rischio di insolvenza, distinguendo tra coperture di rischio e la speculazione sui titoli di stato. I CDS sul debito sovrano saranno permessi solo se l'acquirente possiede quei titoli.

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A seguito della mobilitazione internazionale guidata da Lyndon LaRouche per tornare ad una Glass-Steagall globale, e dopo che Jean-Claude Trichet in persona era stato interpellato sull'argomento dal nostro direttore durante la sua conferenza stampa dell'8 aprile (vedi EIR Strategic Alert 15/10), la Banca Centrale Europea ha risposto. attaccando qualsiasi separazione tra banche commerciali e banche d'affari. Nell'ultima Financial Stability Review, la BCE dedica un paragrafo ad un attacco alla Volcker Rule, cui segue una spiegazione di due pagine sulla legge Glass-Steagall, confondendo deliberatamente le due.
Infatti, la legge Glass-Steagall, voluta da Roosevelt nel 1933, stabilì una netta separazione istituzionale tra banche commerciali e banche d'affari, in cui le prime si limitavano ad accettare depositi ed emettere finanziamenti e mutui, in altre parole i servizi bancari tradizionali in funzione dell'economia reale. Alle banche commerciali era severamente vietato trattare titoli, fare investimenti speculativi con i soldi dei risparmiatori o persino per conto proprio (quello che oggi si chiama "proprietary trading"). Il "trading", sia in proprio che per conto terzi, era consentito alle banche d'affari che, contrariamente a quelle commerciali, non avevano accesso all'assistenza dal governo o ad alcuna garanzia sui depositi.
Inoltre, quando Roosevelt creò la Securities and Exchange Commission, furono stabilite disposizioni che rendevano illegali "strumenti finanziari" quali i derivati. La Volcker Rule invece non prevede alcuna separazione istituzionale, ma si limita a vietare alle banche commerciali di occuparsi di proprietary trading, o di possedere hedge funds o equity funds.
Perfino questo è troppo per la BCE, che scrive che la Volcker Rule "riporta nello scenario delle disposizioni una versione modificata delle restrizioni della legge Glass-Steagall sul commercio di titoli da parte delle banche". Come background alla discussione presenta una "sintesi delle principali argomentazioni e dei risultati analitici - inclusi i loro limiti - che circondarono la legge Glass-Steagall originale, alla luce della recente crisi da una prospettiva europea". Il rapporto della BCE arriva al punto di presentare uno studio secondo cui non ci sarebbe alcun bisogno di adottare una legge simile. Oggi, sostiene, "l'introduzione di disposizioni come la Volcker Rule va contro il modello europeo di banca universale" e "ostacolerebbe l'ulteriore integrazione del Mercato Unico".
Sempre secondo il rapporto della BCE, qualsiasi tentativo di limitare il coinvolgimento delle banche universali con gli hedge funds o equity funds introdurrebbe "potenziali distorsioni al funzionamento del mercato interno nell'UE". Dimentica però che il "modello europeo di banca universale" è quello che ha provocato la crisi finanziaria universale.

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Il panico provocato dal crollo del sistema dell'Euro ha indotto alcuni consiglieri politici in Francia ad invocare tattiche da golpe e l'annullamento vero e proprio della democrazia, in una replica della politica finanziaria sinarchista e fascista degli anni Trenta, associata a Pierre Laval.
Christophe Barbier, direttore del periodico L'Express, è arrivato al punto di invocare nel numero del 12 maggio un "golpe legittimo" per imporre un "governo economico" europeo. Giacché i leader europei, scrive, sono stati incapaci di affrontare la crisi con gli strumenti di cui disponevano, "è necessario un nuovo trattato che vada oltre quello di Maastricht" per "far rivivere i sogni infranti della Costituzione Europea del 2005". Si tratta della Costituzione respinta in un referendum prima dalla popolazione francese, e poi da quella olandese.
Allontanandosi dalla nozione di "Europa delle Patrie" di de Gaulle, Barbier ritiene che l'UE abbia bisogno di una "governance comune, di bilanci concertati, e della convergenza dei modelli europei". Tuttavia "traumatizzate dal terremoto attuale e dalle frodi del passato, le popolazioni non convalideranno mai un simile trattato e un referendum è impossibile". Essendo impraticabile la ratifica parlamentare, "diventa necessario un golpe legittimo". E quindi "i capi di stato dovrebbero usare i poteri di cui dispongono! E nel club dei leader, Nicolas Sarkozy dovrebbe cogliere l'occasione per guidare il dibattito".
Alain Minc, un importante finanziere e consigliere del Presidente Sarkozy, promuove opzioni simili. In un'intervista a Le Point (13 maggio) il giornalista gli chiede se gli aiuti alle banche non siano stati concordati dietro le spalle della popolazione. La sua risposta: "La democrazia non è l'agorà esteso a 400 milioni di persone. Far credere loro che debbano essere consultate a ogni passo della costruzione europea non è soltanto demagogico, ma anche criminale. Abbiamo visto che cosa è successo quando sono stati indetti i referendum sulla bozza di Costituzione europea".
Jacques Attali, ex eminenza grigia di Francois Mitterrand e uno degli architetti dell'Euro, si dice anche lui favorevole a maggiori poteri agli enti europei che fungano da poliziotto per i governi nazionale e la loro spesa, e controllino la Germania. Nel Nouvel Observateur dichiara sfacciatamente che "con la governance europea. se un paese non segue il percorso stabilito, la Commissione ne assume il controllo".
Non dimentichiamo che il Segretario di Stato per gli Affari Europei, Pierre Lellouche, ha ammesso il 28 maggio al Financial Times che gli aiuti per l'Eurozona "vengono esplicitamente proibiti nei trattati dalla famosa clausola contro il bailout. Di fatto, abbiamo cambiato il trattato". A che sono servite dunque le ratifiche parlamentari del Trattato di Lisbona?
Nel frattempo Nicolas Sarkozy ha rilanciato il suo progetto per un governo dell'Eurozona, stando ad un articolo su Le Monde del corrispondente dall'Eliseo Arnaud Leparmentier. L'idea di Sarkozy è di creare un "forum di capi di stato e di governo dell'Eurozona, con una segreteria, che fungerebbe da vero governo economico dell'Europa". Benché indebolire i poteri della Commissione Europea non eletta sia una buona cosa, il contenuto della politica proposta è del tutto sbagliato.
Nel tentativo di minimizzare, Leparmentier nota che "la Francia è preoccupata dall'isolazionismo tedesco" il che significa che Parigi teme che Berlino rompa le righe. Come concessione alla Merkel, Sarkozy ha proposto di introdurre nella Costituzione francese l'obbligo di pareggiare il bilancio, simile alla decisione puramente monetarista presa dalla Germania il giugno scorso. Se venisse adottata ed applicata questa misura, le cose non farebbero che peggiorare. Il problema non è il debito in quanto tale, ma a che cosa esso serve. Non c'è niente di sbagliato in uno stato che si indebita, a patto che il credito venga investito in modo produttivo e crei più ricchezza per l'economia, contrariamente all'attuale politica UE, che induce a indebitarsi per ripagare i titoli senza valore delle banche e degli hedge funds.

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L'annuncio dato il 31 maggio sulle dimissioni con effetto immediate del Presidente della Repubblica tedesca Horst Koehler, un anno dopo aver iniziato il secondo mandato cinquennale, ha destato grande sorpresa in Germania e nel mondo, soprattutto per i motivi ufficialmente addotti. Durante un viaggio in Afghanistan alcuni giorni prima, Koehler aveva dichiarato che dietro il dispiegamento di truppe tedesche in quel paese ci sono rozzi "interessi economici", suscitando un vespaio di proteste che, a quanto ha dichiarato, mostrano una "mancanza di rispetto" per la sua carica.
I media tedeschi sono rimasti sbigottiti dalla spiegazione di Koehler, che non giustificava in realtà le dimissioni immediate, soprattutto in un momento di grande instabilità economica e politica e un'epoca di profonda crisi costituzionale a seguito della decisione di concedere i super-aiuti UE, contestati da numerosi ricorsi presso la Corte costituzionale tedesca. Alle rigide condizioni a cui è stata concessa l'approvazione tedesca del Trattato di Lisbona un anno fa, non si esclude che la Corte costituzionale possa respingere gli aiuti, e questo sarebbe un duro colpo al governo ed al parlamento tedesco.
Molti considerano il futuro dell'Euro il vero motivo delle dimissioni di Koehler. Helga Zepp LaRouche, presidente del Movisol tedesco (BüSo), ha scritto in una dichiarazione del 4 giugno che "alla luce di precedenti dichiarazioni di Koehler sulle procedure di insolvenza ordinata degli stati, si può presumere che non abbia approvato il modo in cui è stato orchestrato il voto favorevole agli aiuti ed ai salvataggi bancari. Ciononostante, gli è toccato ratificare tale legge venerdì (21 giugno) dopo che era stata approvata in tutta fretta dal Bundestag e dal Bundesrat".
Un redattore del settimanale Focus, Frank Thewes, che poche settimane prima aveva intervistato Koehler sulle bancarotte degli stati, ha commentato: "Se avesse dato voce alle sue preoccupazioni in merito, queste sarebbero state interpretate sui mercati finanziari globali come la Germania che volta le spalle all'Euro, e ciò avrebbe provocato un fiasco. Controvoglia, il Presidente della Repubblica ha dovuto stare al gioco, anche se non era il suo". Una spiegazione simile sulle dimissioni di Koehler è stata data da Hans Olaf Henkel, ex presidente della Confindustria tedesca BDI, durante il talk show televisivo "Maischberger".
La signora LaRouche spiega inoltre: "Koehler, ex presidente dell'Associazione delle Casse di Risparmio, ed ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, è chiaramente meglio qualificato di molti altri a valutare le conseguenze dell'attuale politica della Banca Centrale Europea. Si può presumere che sapeva che sono in arrivo richieste di altri salvataggi bancari ora che rischiano l'insolvenza sovrana anche Spagna, Portogallo, Irlanda, Italia ed altri stati".
Dato il suo ruolo nel Fondo Monetario Internazionale, continua la signora LaRouche, "Koehler sa probabilmente che il FMI, per via dei suoi statuti, raggiungerà i limiti della propria solvenza entro settembre". Si può dunque giungere alla conclusione che le dimissioni di Koehler siano state preventive, prima che arrivi il prossimo crac del sistema finanziario globale, che lo farà crollare definitivamente.

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L'amministratore delle Ferrovie Russe, Vladimir Yakunin, è tornato a sottolineare che la Russia ha bisogno di investimenti nell'economia reale, e non le sciocchezze come "una Silicon Valley russa" perseguita dai liberisti filo-britannici come Anatoli Chubais e i suoi seguaci.
Intervistato il 27 maggio sulla televisione pubblica RTR Vesti, Yakunin ha dichiarato che il Primo ministro Vladimir Putin condivide il concetto del programma di investimenti delle Ferrovie "come traino" per l'economia. "In genere, le infrastrutture sono una piattaforma per gli obiettivi economici chiave che hanno la società e il governo. Se non supereremo questa crisi con le infrastrutture, allora non so come superarla".
Alla domanda su quale sia la politica delle Ferrovie per "il periodo post-crisi, o di stagnazione", Yakunin ha risposto: "Prima di tutto, non mi precipiterei a chiamare di 'post-crisi' il periodo che stiamo vivendo. Un risultato dell'analisi scientifica che ho fatto pubblicare è che non crediamo che il fenomeno della crisi sia stato superato. Oggi, solo stando alle notizie televisive su quanto accade nei mercati mondiali, nei mercati europei, c'è conferma che c'è ancora molto da fare, sia da un punto di vista globale che, secondo me, da un punto di vista interno, prima che superiamo la crisi".
"Si può superare la stagnazione con azioni specifiche, indirizzate allo sviluppo. Non si può semplicemente tenere il denaro inutilizzato, e pensare che tutto si stabilizzi, da un momento all'altro il mercato comincerà a salire e potremo vendere ad un prezzo migliore. Stiamo perdendo tempo. C'è bisogno di investire e di farlo in settori promettenti. Questi, in condizione di crisi - e lo dimostrò la crisi americana negli anni '30 - sono infrastrutture, posti di lavoro e senza dubbio gli investimenti in 'capitale umano', come si dice oggi: istruzione e giovani".
Durante una conferenza a Socci nell'ultima settimana di maggio, le Ferrovie Russe hanno annunciato di aver ordinato 221 locomotive merci e 200 unità di treni passeggeri. La società sta anche studiando la possibilità di un progetto per collegare ad alta velocità Kiev e Mosca. I treni Sapsan ad alta velocità costruiti dalla Siemens già collegano Mosca e San Pietroburgo dal dicembre dello scorso anno.
Sfortunatamente, il Presidente Dmitri Medvedev viene consigliato da un gruppo che si oppone ad una prospettiva del genere. Il 25 maggio, egli ha ricevuto una delegazione di 22 rappresentanti dell'"industria" dei fondi d'investimento USA organizzata dal summenzionato Anatoli Chubais, il caposcuola del monetarismo britannico in Russia negli ultimi due decenni. Medvedev ha dichiarato che uno dei "vantaggi competitivi" della Russia è che essa ha deregolamentato i flussi di capitale, predisponendola a diventare "uno dei centri finanziari mondiali".

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Mentre i paesi dell'UE sprofondano in una psicosi collettiva sui tagli al bilancio, alcune voci isolate si affiancano al movimento di LaRouche nell'indicare un corso d'azione diverso. Tra questi, un economista tedesco ha chiesto la reintroduzione di Glass-Steagall e un economista italiano ha proposto di abbandonare la politica dei tagli e di lanciare invece una politica del credito produttivo.
In un'intervista al giornale Frankfurter Rundschau del 5 giugno, Hans Joachim Voth, ex borsa di Francoforte e ora docente di economia all'Università Pompeu Fabra di Barcellona, ha chiesto un intervento dello stato per "mettere fina alla speculazione con i depositi" e ripristinare il ruolo classico delle banche come amministratrici di risparmio e prestatrici di credito all'industria e altri clienti privati. "Questa è la lezione tratta dagli USA dal crac bancario degli anni '30. l'attività delle banche d'investimento non è nell'interesse del bene comune, per cui ad esse dovrebbe essere impedito di fare raccolta e rifinanziarsi attraverso la banca centrale". I banchieri dovrebbero essere personalmente responsabili di ciò che fanno, ha detto Voth.
L'economista italiano Nino Galloni ha stigmatizzato la politica deflazionistica alla Bruening dell'UE in un'intervista al quotidiano Il Sussidiario il 3 giugno. Riferendosi al piano di salvataggio dell'Eurozona, Galloni ha affermato: "Non si capisce... perché si prestino i soldi e poi si dica che la Grecia non ce la farà; l'unica spiegazione è che ci sia una connessione tra chi presta e chi specula".
Invece di inasprire le regole di Maastricht, "Occorrerebbe muoversi su una sola logica, di convergenza, ma su parametri reali e scientifici come la crescita potenziale di ciascun Paese; per stabilire il pareggio del bilancio pubblico a riguardo della spesa corrente, coperta da tassazione, da una parte e, dall'altra, gli investimenti che, invece, sono una funzione del futuro: non si basano semplicisticamente sulla disponibilità di risorse". Tagliare la spesa e abbassare le tasse è sbagliato perché gli investimenti privati "ci saranno solo dopo la ripresa e non prima. È stato l'errore fondamentale anche in tema di tagli della spesa e delle tasse: ai privati non servono le risorse (liberate dalle politiche dei tagli), ma le prospettive di sviluppo. Queste ultime dipendono dalla spesa per investimenti produttivi, ovviamente sganciata dalle risorse accumulate e, invece, agganciata a una realistica valutazione delle potenzialità di crescita".

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