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martedì 1 giugno 2010

I: Stasera su Italia 1 nel programma "Misteri" si parla di SIGNORAGGIO.



--- Mar 1/6/10, antonio faz <nusrat63xxx@hotmail.com> ha scritto:

Da: antonio faz <nusrat63xxx@hotmail.com>
Oggetto: Stasera su Italia 1 nel programma "Misteri" si parla di SIGNORAGGIO.
A:
Data: Martedì 1 giugno 2010, 15:43


 
Avverti CHI PUOI che stasera Martedì 1 Giugno alle ore 20,45 su Italia Uno, nel corso della trasmissione "MISTERI"
 
si parlerà di "SIGNORAGGIO".
 
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Video disponibili:
 
 
http://video.google.com/videoplay?docid=-5355675089743304355# (Rai Utile -Puntata sul signoraggio 19/12/2007 Parte 1 -27 minuti www.giorgiosimonetti.net)
 
http://www.youtube.com/watch?v=Bm-4x_-AJxs  (Odeon e Odeon24 - SKY827; programma:REBUS 2009 del 27 APRILE 2009)
 
 http://www.youtube.com/watch?v=8UH1mytL1Jw  (RAI 1 - TG1: intervista al Ministro TREMONTI che parla di SIGNORAGGIO!!)
 
 
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Di seguito un breve cenno:


Il signoraggio[1] è l'insieme dei redditi derivante dall'emissione di moneta. Gli economisti intendono per signoraggio i redditi che una banca centrale ed uno stato ottengono grazie alla possibilità di creare base monetaria in condizioni di monopolio. Negli stati moderni, solitamente, una banca centrale stampa le banconote mentre lo stato (ad esempio tramite una zecca) conia le monete, ed entrambi hanno un reddito da signoraggio.

Un solido, moneta romana dell'età imperiale.
 

Definizione di signoraggio

Bagliano e Marotta, in Economia monetaria, Il Mulino (pag. 18), definiscono il signoraggio come segue:
« In linea di principio, la creazione di base monetaria in condizioni di monopolio dà la possibilità alla banca centrale di ottenere redditi (il cosiddetto signoraggio) pari alla differenza tra i ricavi ottenibili dall'investimento in attività finanziarie e reali e i (trascurabili) costi di produzione. Poiché questi redditi derivano dalla condizione di privilegio concessa dallo Stato, i profitti sono in genere incamerati in misura prevalente da quest'ultimo, sotto forma di imposte. Un limite alla produzione, potenzialmente illimitata di base monetaria è posto dall'obiettivo del mantenimento di un livello dei prezzi relativamente stabile, data la relazione diretta che storicamente si è osservata tra inflazione e offerta di moneta. »
La Banca d'Italia definisce il signoraggio in questo modo:[2]
« Per signoraggio viene comunemente inteso l'insieme dei redditi derivanti dall'emissione di moneta. Con riferimento all'euro il reddito da signoraggio generato dall'emissione della moneta è definito come reddito originato dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione e viene ricompreso nel calcolo del reddito monetario che, secondo l'articolo 32.1 dello Statuto del SEBC, è "Il reddito ottenuto dalle Banche Centrali Nazionali nell'esercizio delle funzioni di politica monetaria del Sistema Europeo delle Banche Centrali. »
Il signoraggio derivante dall'emissione diretta di moneta da parte dello stato viene incassato da questo, mentre quello derivante dall'emissione di moneta da parte della banca centrale viene in parte prelevato dallo stato, sotto forma d'imposta, e il rimanente resta alla banca centrale, dove viene utilizzato per coprire i costi di funzionamento e, per l'eventuale parte eccedente, costituisce utile netto. Le banche centrali possono essere enti pubblici (come la Banca di Francia) o società di capitali il cui capitale è interamente (come la Banca del Canada) o in maggioranza (come la Banca Nazionale Svizzera) di proprietà statale, in questi casi tale utile finisce per essere incassato, in tutto o in parte, dallo stato. La Banca d'Italia è un istituto di diritto pubblico ma le sue quote di partecipazione al capitale sono in grande maggioranza private: per il 94,33% di proprietà di banche e assicurazioni e solo per il 5,67% di enti pubblici (INPS e INAIL)[3]. Lo statuto della Banca d'Italia comunque, una volta pagate le imposte, concede di distribuire ai partecipanti solo una minima parte degli utili netti annuali, cioè al massimo 15.600 euro da spartirsi tra tutti in base alle quote possedute. Quindi dal 20 al 40% degli utili netti viene aggiunto alle riserve valutarie ordinarie e/o straordinarie dell'istituto e la parte restante (dal 60% all'80%) viene trasferita al pubblico erario[4].

Storia del signoraggio

Banconota da 5 dollari statunitensi
 
Nell'antichità, quando la base monetaria consisteva di monete in metallo prezioso, chiunque disponesse di metallo prezioso poteva portarlo presso la zecca di Stato, dove veniva trasformato in monete con l'effigie del sovrano. I diritti spettanti alla zecca e al sovrano erano esatti trattenendo una parte del metallo prezioso[senza fonte]. Il signoraggio in tale contesto è dunque l'imposta sulla coniazione, noto anche come diritto di zecca. Il valore nominale della moneta e il valore intrinseco delle monete non coincidevano, a causa del signoraggio e dei costi di produzione delle monete. L'imposta sulla coniazione poi serviva a finanziare la spesa pubblica. Nel caso in cui lo Stato possedesse miniere di metallo prezioso, il signoraggio coinciderebbe con la differenza tra il valore nominale delle monete coniate e i costi per estrarre il metallo prezioso e coniare le monete. Già con i romani, da Settimio Severo si può parlare di signoraggio: questo imperatore dimezzò la quantità di metallo prezioso contenuto nelle monete, mentre lasciò invariato il valore nominale.
Con la rivoluzione industriale e, nel XX secolo, con la Conferenza di Bretton Woods si assiste al graduale abbandono dei sistemi monetari fondati sui metalli preziosi e sulla convertibilità delle monete in metalli preziosi. La crescita degli scambi economici provocata dalla rivoluzione industriale rese necessario l'uso di monete la cui offerta non fosse vincolata dalla limitata disponibilità di metalli preziosi. Inoltre l'affermarsi di talune monete, sempre più diffuse e accettate negli scambi internazionali, rese obsoleto il ricorso ai metalli preziosi per regolare tali scambi. Infine l'affermazione del biglietto di banca e di altre forme di pagamento svincolate dall'uso di metalli preziosi si spiega con la praticità dei sistemi di pagamento che non obbligano a trasferire ingenti quantità di pesante metallo prezioso.

Il signoraggio oggi

Nei paesi dell'area euro, il reddito da signoraggio viene incassato dai paesi membri per il conio delle monete metalliche, e dalla Banca centrale europea (BCE) per la stampa delle banconote, che emette in condizioni di monopolio[5]. Tali redditi sono poi ridistribuiti dalla BCE alle banche centrali nazionali in ragione della rispettiva quota partecipazione (per la Banca d'Italia ad esempio il 12,5%[6]).
I singoli stati nazionali provvedono in seguito a prelevare gran parte di tali redditi dalle banche centrali tramite il prelievo fiscale[7]. In taluni casi, come per la Bank of England, essendo la banca centrale completamente di proprietà statale, il reddito derivato dall'emissione delle banconote viene indirettamente incamerato interamente dallo stato[8].
I singoli stati, tra i quali lo Stato italiano, incassano direttamente il reddito derivante dal diritto di emettere monete metalliche, dal quale devono sottrarre i costi per produrle. Si tratta di un reddito quasi sempre modesto, eccezion fatta nel caso di stati di piccole dimensioni come la Repubblica di San Marino e la Città del Vaticano le cui monete diventano oggetto di collezione.
Nel 2002 l'allora ministro dell'economia Giulio Tremonti propose di stampare banconote da 1 e 2 euro. Il 12 settembre l'allora presidente della BCE Wim Duisenberg in una conferenza stampa, in risposta a Tremonti, disse:[9]
« Non abbiamo progetti di introdurre banconote da 1 o 2 euro, ma ne abbiamo sentito parlare. Naturalmente, ne abbiamo discusso. Stiamo valutando le implicazioni di introdurre tali banconote. In linea di principio non abbiamo niente contro questo progetto, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che Mr. Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come Ministro dell'economia, ne sarebbe contento non lo so. »
Mentre la creazione e l'emissione monetaria è gestita dalla Banca Centrale e avviene in contropartita ad obbligazioni statali reperite sul mercato aperto, la semplice creazione della moneta scritturale è facoltà di tutto il sistema economico, nazionale ed internazionale.
La differenza è tratteggiata dalla Banca centrale del Canada nel proprio sito[10]. Mentre nel caso delle monete metalliche il reddito consiste nella differenza tra il valore nominale delle monete metalliche emesse e il costo per produrle, nel caso dell'emissione di monete non metalliche il reddito consiste negli interessi maturati sui titoli acquistati a fronte dell'emissione di moneta. Tali redditi, incamerati dalla banca centrale, servono a pagarne i costi e le imposte sull'emissione di moneta. Il reddito da signoraggio viene in gran parte incamerato dallo Stato che ha concesso alla banca centrale il diritto di emettere base monetaria in condizioni di monopolio.

Signoraggio e dollarizzazione

Quando un paese adotta una moneta estera come valuta con corso legale, rinuncia al diritto di signoraggio. La dollarizzazione, ovvero la sostituzione della moneta locale con il dollaro statunitense (o con la moneta di un altro stato estero), comporta due tipi di perdite relative al signoraggio: da un lato a mano a mano che si ritira dalla circolazione la moneta nazionale cambiandola con la divisa straniera, le autorità monetarie devono ricomprare la massa di moneta di proprietà del pubblico e delle banche, restituendo i diritti di signoraggio che si erano accumulati con il tempo. Inoltre le autorità monetarie perdono i guadagni relativi al signoraggio nel futuro.
Nel contempo gli Stati Uniti (o il diverso stato di cui è stata adottata la moneta) aumentano le loro entrate relative al signoraggio ed è sorto un dibattito in merito alla possibilità che gli USA cedano parte di questi guadagni alle economie dollarizzate. A questo riguardo esiste un precedente negli accordi sottoscritti dal Sudafrica e altri tre stati africani che utilizzano il rand come valuta avente corso legale (Lesotho, Namibia e Swaziland).
Sebbene gli USA non abbiano sottoscritto fino ad oggi alcun accordo con Panama o con altri paesi in cui il dollaro ha corso legale, nel Senato degli Stati Uniti sono state presentate proposte legislative relative al rimborso dei diritti di signoraggio.

Creazione della moneta bancaria

Il potere di creare moneta non è affidato unicamente alle Banche Centrali Nazionali, e non avviene quindi unicamente a fronte di un debito nazionale contratto mediante obbligazioni statali. La maggior parte della moneta esistente attualmente, infatti, è moneta bancaria, detta anche scritturale.
È potere delle banche commerciali creare la moneta scritturale, la cui regolarizzazione è dettata da particolari documenti come quello della Federal Reserve Bank, il Modern Money Mechanics[11], pubblicato per la prima volta nel 1961 di cui l'ultima revisione risale al giugno 1992. Nel documento viene descritto come mediante il sistema di riserva frazionaria e del moltiplicatore dei depositi, ogni banca commerciale è in grado di creare a fronte di un prestito, una quantità di moneta scritturale pari ad una percentuale fissata (ad esempio il 98%) di ciò che la banca ha in deposito. Viene anche spiegato come anche questa quantità di denaro creata dalla banca possa essere considerata a sua volta come un nuovo deposito all'interno del sistema bancario, così da poter far fronte ricorsivamente alla creazione di nuova moneta mediante lo stesso sistema di moltiplicazione dei depositi. Anche questa moneta è chiamata Fiat Money, o moneta fiduciaria, perché non è più emessa in contropartita a nessun metallo prezioso, ma con l'unico vincolo della riserva obbligatoria, e quindi si basa sulla promessa di pagamento da parte di chi contrae il debito.

Teorie del complotto sul signoraggio

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce teorie del complotto sul signoraggio.
Con teorie del complotto sul signoraggio si indicano genericamente tutte quelle teorie diffuse attraverso libri, blog e siti web volte a dimostrare che la gestione dell'emissione di moneta e del reddito da signoraggio da parte della Banca Centrale verrebbe svolta per favorire banchieri e poteri forti a tutto svantaggio dei cittadini[12].
Le tesi, portate avanti non da economisti e/o esperti[13], vengono smentite in tutti i manuali divulgativi e/o specialistici di economia tanto da fare definire tali teorie sul signoraggio come una bufala[14].
Altri complottisti tentano di giustificare le loro tesi basandosi sulle parole di economisti rispettati. Ad esempio, La crisi mondiale oggi, testo del 1999 di Maurice Allais (Premio Nobel per l'economia del 1988), viene spesso citato dai complottisti. Nell'opera, egli si scaglia contro il proliferare di strumenti di credito da parte delle banche private, e confronta la creazione di strumenti finanziari spregiudicati alla stampa di moneta. Dice esplicitamente che tale attività va riservata agli stati ed alle Banche Centrali, ed a nessun altro.
(FR)
« La création monétaire doit relever de l'État et de l'État seul. Toute création monétaire autre que la monnaie de base par la Banque centrale doit être rendue impossible, de manière que disparaissent les « faux droits » résultant actuellement de la création de monnaie bancaire »
(IT)
« La creazione di moneta deve essere di competenza dello Stato e solo dello Stato. Ogni creazione monetaria diversa da base monetaria da parte della Banca Centrale deve essere resa impossibile, in modo da far sparire tutti i "falsi diritti" tuttora esistenti di creazione di moneta scritturale. »
(Maurice Allais, La crisi mondiale oggi, 1999)
Questa frase si configura come una smentita delle tesi complottiste, poiché mentre tali teorie attaccano il privilegio dello stato di emettere moneta, il libro critica l'iniziativa degli istituti di credito di piazzare sul mercato strumenti finanziari autonomi (obligazioni, derivati, ecc). E' bene ricordare che sia il monopolio dello stato sia le iniziative di credito private sono fenomeni assolutamente normali e trasparenti, e le eventuali critiche mosse nei saggi di economia sono centrate sulle ricadute che tali assetti hanno sull'organizzazione dei mercati. Non hanno nulla a che fare con presunti complotti o raggiri di qualunque tipo.

La Corte Suprema di Cassazione sul signoraggio

La Corte Suprema di Cassazione nel luglio del 2006[15] ha giudicato una richiesta di un cittadino a ottenere la propria quota di reddito da signoraggio. Ha osservato che la pretesa si fonda non sul mancato rispetto delle regole giuridiche da parte della Banca d'Italia, bensì su un diverso modo di distribuire il reddito da signoraggio, auspicato dal cittadino che ha chiamato in giudizio la Banca d'Italia.
Tale richiesta, che configura secondo la Cassazione una pretesa di mettere in discussione la scelte con cui lo Stato italiano ha configurato la propria politica monetaria, attraverso gli organi istituzionali competenti, secondo la Cassazione esula dall'ambito della giurisdizione, in quanto non tocca al giudice sindacare il modo in cui lo Stato italiano esplichi le proprie funzioni sovrane.
Prima di questa sentenza la Banca d'Italia aveva messo in guardia i cittadini dall'adire le vie legali seguendo la sentenza del giudice di pace di Lecce, sentenza poi resa vana dalla sentenza della Cassazione.
La sentenza di un giudice di pace il cui consulente tecnico ha dichiarato l'esistenza del signoraggio è stata così commentata da un comunicato ufficiale della Banca d'Italia:
« In relazione alle numerose richieste di pagamento, formulate rivendicando la proprietà collettiva della moneta unica europea e il relativo reddito da signoraggio, pervenute alla Banca d'Italia a seguito della diffusione data dai mezzi di informazione alla sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05, l'Istituto informa che la sentenza, avente effetto solo tra le parti dell'originario giudizio, costituisce una pronuncia del tutto isolata, già disattesa dal Giudice di pace di Pizzo Calabro il quale, con sentenza depositata l'8 aprile c.a. e con altre 17 decisioni di analogo tenore, ha ritenuto i singoli componenti delle collettività nazionali privi del potere di agire in giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di gestione del valore monetario. La sentenza del Giudice di pace di Lecce è stata impugnata dalla Banca d'Italia presso la Suprema Corte di Cassazione, cui è rimessa la decisione definitiva della controversia, che sarà discussa prima dell'estate. Si informa, infine, che, già prima dell'adozione della moneta unica, la magistratura aveva ripetutamente respinto simili azioni di rivendica della proprietà collettiva della massa monetaria, coltivate nei confronti della Banca d'Italia, quale Istituto di emissione della lira talvolta condannando gli attori al risarcimento del danno per lite temeraria. In considerazione di quanto sopra, la Banca d'Italia continuerà a respingere le richieste di pagamento del reddito da signoraggio. »
« In relazione alle numerose richieste di pagamento, formulate rivendicando la proprietà collettiva della moneta unica europea e il relativo reddito da signoraggio, pervenute alla Banca d'Italia a seguito della diffusione data dai mezzi di informazione alla sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05, l'Istituto informa che la sentenza, avente effetto solo tra le parti dell'originario giudizio, costituisce una pronuncia del tutto isolata, già disattesa dal Giudice di pace di Pizzo Calabro il quale, con sentenza depositata l'8 aprile c.a. e con altre 17 decisioni di analogo tenore, ha ritenuto i singoli componenti delle collettività nazionali privi del potere di agire in giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di gestione del valore monetario. La sentenza del Giudice di pace di Lecce è stata impugnata dalla Banca d'Italia presso la Suprema Corte di Cassazione, cui è rimessa la decisione definitiva della controversia, che sarà discussa prima dell'estate. Si informa, infine, che, già prima dell'adozione della moneta unica, la magistratura aveva ripetutamente respinto simili azioni di rivendica della proprietà collettiva della massa monetaria, coltivate nei confronti della Banca d'Italia, quale Istituto di emissione della lira talvolta condannando gli attori al risarcimento del danno per lite temeraria. In considerazione di quanto sopra, la Banca d'Italia continuerà a respingere le richieste di pagamento del reddito da signoraggio. »

« In relazione alle numerose richieste di pagamento, formulate rivendicando la proprietà collettiva della moneta unica europea e il relativo reddito da signoraggio, pervenute alla Banca d'Italia a seguito della diffusione data dai mezzi di informazione alla sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05, l'Istituto informa che la sentenza, avente effetto solo tra le parti dell'originario giudizio, costituisce una pronuncia del tutto isolata, già disattesa dal Giudice di pace di Pizzo Calabro il quale, con sentenza depositata l'8 aprile c.a. e con altre 17 decisioni di analogo tenore, ha ritenuto i singoli componenti delle collettività nazionali privi del potere di agire in giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di gestione del valore monetario. La sentenza del Giudice di pace di Lecce è stata impugnata dalla Banca d'Italia presso la Suprema Corte di Cassazione, cui è rimessa la decisione definitiva della controversia, che sarà discussa prima dell'estate. Si informa, infine, che, già prima dell'adozione della moneta unica, la magistratura aveva ripetutamente respinto simili azioni di rivendica della proprietà collettiva della massa monetaria, coltivate nei confronti della Banca d'Italia, quale Istituto di emissione della lira talvolta condannando gli attori al risarcimento del danno per lite temeraria. In considerazione di quanto sopra, la Banca d'Italia continuerà a respingere le richieste di pagamento del reddito da signoraggio. »

Le interrogazioni parlamentari

Nel corso del tempo vi sono state diverse interrogazioni parlamentari sia in Italia[16][17][18] sia al parlamento Europeo, in questa sede da parte di Roger Helmer (PPE-DE), Charles Tannock (PPE-DE) e Theresa Villiers (PPE-DE)[19].

Note

  1. ^ Il termine deriva dal provenzale senhoratge, derivazione di senhor, che in italiano significa signore. Nel Medio Evo infatti erano i signori feudali i titolari del diritto di battere moneta e i beneficiari del guadagno che ne derivava.
  2. ^ Banca d'Italia - Signoraggio
  3. ^ I partecipanti al capitale della Banca d'Italia
  4. ^ Statuto della Banca d'Italia - art. 39
  5. ^ Infatti, secondo l'articolo 105 A del Trattato di Maastricht «La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità.»
  6. ^ La partecipazione al capitale della BCE
  7. ^ Ad esempio nell'anno 2007 l'utile prima delle imposte della Banca d'Italia è stato di 1 705 646 647 euro, dei quali 1 610 489 843 euro (circa il 94.4%) sono stati incamerati dallo stato italiano sotto forma di imposte, con un utile netto di esercizio di 95 156 804 euro per la banca; Cfr. Bilancio della Banca d'Italia, p. 20, "Conto Economico"
  8. ^ La Bank of England è stata nazionalizzata nel 1946 [1]
  9. ^ (EN) Conferenza stampa di Wim Duisenberg del 12 settembre 2002. Banca Centrale Europea, ecb.int. URL consultato il 06 maggio 2009.
  10. ^ Seigniorage Revenue (EN)
  11. ^ Modern Money Mechanics - Federal Reserve Bank of Chicago
  12. ^ Euroschiavi di Marco Della Luna (avvocato) e Antonio Miclavez (dentista), Macro Edizioni, 2007, ISBN 978-88-87307-49-8
  13. ^ Ad esempio, gli autori di euroschiavi sono un avvocato e un dentista
  14. ^ Sul web in diversi si sono occupati di smentire tali teorie usando un linguaggio semplice e comprensibile. Si vedano ad esempio La bufala del signoraggio, Sito sulle frottole sul signoraggio, [2], [3]
  15. ^ Corte Suprema di Cassazione, sentenza nº 16751, 21 luglio 2006
  16. ^ Camera dei deputati - Interrogazione Parlamentare 10/09/2007
  17. ^ Impegnativa per il governo italiano 9/2272-bis/3 dell'on. Buontempo
  18. ^ Camera dei deputati - Interrogazione Parlamentare 28/1/2008
  19. ^ Parlamento Europeo - Interrogazione del 12 giugno 2002

Bibliografia

  • Carlo M. Cipolla, Storia economica dell'europa pre-industriale, Il Mulino
  • Paul Samuelson, Economia, Zanichelli
  • Bagliano e Marotta, Economia Monetaria, il Mulino
  • Eichengreen, La globalizzazione del capitale, Baldini&Castoldi
  • Garzantina Economia
  • Pierce e Shaw, Economia monetaria, il Mulino
  • Bianchi, Dizionario di economia politica, voce Moneta, Boringhieri
  • Savona, Alla ricerca della sovranità monetaria, Libri Scheiwiller
  • Dornbusch e Fischer, Macroeconomia, il Mulino
  • Onado, Banca come impresa, il Mulino
  • Lemme, Moneta scritturale e moneta elettronica, Giappichelli
  • (PDF) Economia dell'integrazione europea (Testi di riferimento proposti)

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Collegamenti esterni

« In relazione alle numerose richieste di pagamento, formulate rivendicando la proprietà collettiva della moneta unica europea e il relativo reddito da signoraggio, pervenute alla Banca d'Italia a seguito della diffusione data dai mezzi di informazione alla sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05, l'Istituto informa che la sentenza, avente effetto solo tra le parti dell'originario giudizio, costituisce una pronuncia del tutto isolata, già disattesa dal Giudice di pace di Pizzo Calabro il quale, con sentenza depositata l'8 aprile c.a. e con altre 17 decisioni di analogo tenore, ha ritenuto i singoli componenti delle collettività nazionali privi del potere di agire in giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di gestione del valore monetario. La sentenza del Giudice di pace di Lecce è stata impugnata dalla Banca d'Italia presso la Suprema Corte di Cassazione, cui è rimessa la decisione definitiva della controversia, che sarà discussa prima dell'estate. Si informa, infine, che, già prima dell'adozione della moneta unica, la magistratura aveva ripetutamente respinto simili azioni di rivendica della proprietà collettiva della massa monetaria, coltivate nei confronti della Banca d'Italia, quale Istituto di emissione della lira talvolta condannando gli attori al risarcimento del danno per lite temeraria. In considerazione di quanto sopra, la Banca d'Italia continuerà a respingere le richieste di pagamento del reddito da signoraggio. »
 
 
 
Chi sarebbero gli azionisti della Banca D'Italia (Banca di Diritto Pubblico) spa ? NO e' privata

(anno 2002)
Gruppo Banca Intesa : 26,83%
Gruppo Banca di Roma: 11,10%
Gruppo Unicredito Italiano: 10,98%
Gruppo Cardine Banca: 8,90%
Banco di Napoli: 6,33%
Gruppo Assicurazioni Generali: 6,33%
INPS Istituto Nazionale Previdenza Sociale: 5,00%
Banca Carige - Cassa Risparmio Genova e Imperia: 3,96%
Banca Nazionale del Lavoro: 2,83%
Banco Monte dei Paschi di Siena: 2,50%
Gruppo La Fondiaria: 2,00%
San Paolo IMI: 2,00%
Cassa di Risparmio di Firenze: 1,85%
RAS Riunione Adriatica di Sicurtà: 1,33%
 
Manca all'appello l'8,06 %, supponiamo di proprieta' del Ministero del Tesoro. 
Se si aggiunge il 5% dell'INPS, gli enti pubblici in Banca D'Italia rappresentano appena il 13% !!!
 
Come si vede, sono in gran parte gruppi PRIVATI con scopo di lucro, e sarebbe interessante andare a vedere chi sono i Privati che detengono i pacchetti azionari di queste Banche private... Come si conciliano gli interessi privati di banche private e delle società di assicurazione (le Generali di Agnelli compresa) con quelli pubblici che la Banca D'Italia dovrebbe rappresentare? Interessante sarebbe anche conoscere i veri proprietari delle banche private elencate qui sopra !
 
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Vi sono però delle banche come quella d'Inghilterra (con il 15,98% di quote), di Svezia (con il 2,66%) e Danimarca (con l'1,72%) che partecipano al signoraggio europeo nonostante non abbiano adottato l'euro come moneta interna. Prendono cioè il 100% del signoraggio della loro moneta e in più una fetta del signoraggio europeo. In parole povere noi Italiani – e non solo – senza saperlo stiamo pagando le tasse a questi 3 Paesi.

Ma c'è di più: ogni banconota – da 5 a 500 euro – costa tra stampa, carta, inchiostri, ecc. 0,03 centesimi di euro. In realtà, invece di cederle al popolo dell'Unione Europea al prezzo di costo aggiungendo un minimo di margine utile, la Banca Centrale Europea le presta e le affitta al valore di facciata e, in più, aggiunge un interesse annuo chiamato "tasso di sconto". In questo modo una banconota da 100 euro che potrebbe essere ceduta a 0,05 euro, viene a costare alla Comunità 102,50 euro: più del valore della facciata.
Questa è USURA LEGALIZZATA, la più grande truffa nella storia dell'Umanità. Ecco spiegato il fenomeno dell'inflazione, della svalutazione e del derivante potere d'acquisto del denaro.

Ripeto e Vi raccomando: andate a vedere l'isola di Guernsey.
Non vorrei dilungarmi oltre parlando anche della "riserva frazionaria", ma sempre di USURA LEGALIZZATA si tratta. Digitate su qualsiasi motore di ricerca queste due parole e vi renderete conto da soli che tutti i cittadini dovrebbero esserne informati, visto che parliamo dei nostri soldini e, per i più fortunati, dei nostri risparmi principalmente. Ma farci prendere in giro da quelli che Noi eleggiamo per tutelare i Nostri Diritti mi sembra assurdo, è un controsenso.
 
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