Marco Tiberti ha commentato la sua foto:
"Gli europei hanno esibito ai «mercati» la grossezza dei rispettivi piani d'austerità (la mia austerità è più grossa della tua), tagli sociali e delle pensioni, aumenti della pressione tributaria su cittadinanze impoverite e un'economia in regressione velocissima. Ma si tratta di organizzare la Grande Regressione del lavoro e dei salari euro-americani, già da anni in calo per la concorrenza della dittatura cinese, per «ridiventare competitivi», ed estrarne ancora quel tanto in tasse che renda di nuovo solvibili gli Stati.
La Banca Mondiale l'ha prescritto il 3 giugno, prima del G-20:
«I Paesi ricchi possono aiutare il ritorno della crescita delle loro economie sviluppate tagliando rapidamente le spese pubbliche o aumentando le imposte».
E' in realtà la ricetta per lo strangolamento dell'economia reale. Naturalmente «non è pensabile» trovare i fondi non pagando gli azionisti delle banche predatrici, nè aumentare le tasse sulle grandi fortune. Dal punto di vista delle banche, di Wall Street, della Fed e della BCE e di Mario Draghi, tutto il «problema economico» si riduce a come mantenere solvibili le banche commerciali e le altre entità finanziarie dopo lo scoppio della bolla. Così, i debiti «devono» essere pagati, anche se sono cresciuti al di là della capacità di rimborso dei debitori, famiglie, imprese e Stati.
Lasciate ai banchieri la scelta fra gestire le banche per promuovere l'economia o fra manovrare l'economia a profitto delle banche, e loro sceglieranno la seconda.
Poichè ciò di cui parlano l'Economist e il Council of Foreign Relations non sono chiacchiere ma direttive, si può giurare che sono già in corso le selezioni per trovare i personaggi capaci di «difendere l'ordine costituzionale con mezzi extra-costituzionali». I candidati già si fanno avanti, e per l'Italia, la promozione di Gianfranco Fini (cooptato nella filiale europea del Council on Foreign Relations, e infaticabile adempitore dei desideri del suo governo, l'israeliano) dovrebbe già suggerire qualcosa. Ma s'è proposto anche Alemanno, ed anche il minstro Alfano ha voluto farsi vedere e fotografare in Israele a stringere con il suo collega in yarmulka una collaborazione rafforzata «contro il terrorismo», ossia anti-islamica. Sembra che il governo Berlusconi, nella sua fase terminale, non possa fare altro che identificarsi con Sion.
Vediamo se basterà. Dopotutto, i personaggi che si stanno agitando per la post-democrazia sono ancora personaggi della Casta e della «politica» che si autonomina «democrazia», e i poteri forti cercano un «free-market Stalin» o un Pinochet per fargli gestire la grande regressione dei livelli di vita, delle libertà politiche (1), dello Stato sociale, dei salari e delle speranze collettive e individuali. E la revulsione delle popolazioni contro la «democrazia» è tale, che saluteranno con sollievo la «dictatorship» promossa dall'alto, come se fosse nata da volontà popolare.
Lorsignori hanno imparato la lezione degli anni '20-30, e non ripeteranno l'errore. Si tratta di prevenire e cavalcare i furori sociali contro le tasse e i lussi e sprechi dell'oligarchia «democratica», e dare al «popolo ciò che vuole».
Naturalmente, la prossima sarà una autocrazia «provvisoria». Perchè quelle degli anni '30, «sovrane» e creatrici di un nuovo ordine politico, anzitutto nazionalizzarono le banche per farle servire all'economia reale. Il pericolo da scongiurare.
"
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