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domenica 13 febbraio 2011

Treia - Sporcare il paesaggio con la scusa della produzione energetica pulita...

Ho qui una lettera di denuncia sul deturpamento paesistico di una vallata un tempo dolce e verde, ora al posto dell'erba in numerosi appezzamenti un tempo agricoli si vedono distese e distese di "black blok",  neri pannelli a terra, che interrompono l'armonia e creano una sensazione di disagio all'occhio un tempo avvezzo alla bellezza. I pannelli solari andrebbo usati con intelligenza, rivestendo magari  capannoni industriali, oppure in prossimità di autostrade od in aree degradate e non posizionati a rovina del paesaggio... che è  una grande ricchezza ecologica  ed un patrimonio  per l'intera comunità.    (Paolo D'Arpini, referente Rete Bioregionale Italiana).
 
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Nel corso dell'ultima visita fatta a Treia nei giorni scorsi, come sempre mi piace fare quando passeggio per il paese, mi sono affacciata dalla balaustra della piazza del Comune, da cui si godeva uno dei più bei panorami che ho visto nella mia vita (ed io un po' ho viaggiato!).
Mi duole dire "si godeva" in quanto l'ho visto orrendamente deturpato da vari impianti fotovoltaici a terra e da uno in particolare che occupa una superficie "esagerata".
Sono d'accordo che andando incontro al picco del petrolio e per contrastare o almeno diminuire l'inquinamento dell'ambiente dobbiamo rivolgersi sempre più alle energie rinnovabili e tra queste il fotovoltaio, per quel che ne so, è uno dei più efficienti, ma questo non può andare a scapito della salvaguardia del valore intrinseco di un paesaggio meraviglioso e non solo per me......: tutte le persone che sono venute invitate nel corso degli anni, da me e dai miei genitori,  sono rimaste incantate dalla bellezza inaspetttata di questo paese ancora così poco conosciuto e da quel panorama, ma cosa dirà il futuro visitatore quando affacciandosi, come me , dalla balaustra, vedrà quell'orrore? Non si poteva realizzare l'impianto in maniera più in sintonia con l'ambiente? L'estensione di questi impianti non ha un limite? Una volta si parlava di "impatto ambientale". Premesso che non so su quali criteri ed in quali regioni si faceva questo tipo di valutazione, ma per questi impianti, oggi così di moda, non si dovrebbe tenere conto anche di questo rovescio della medaglia?
Treia non è forse un paese che oltre a vivere di agricoltura, piccola industria, artigianato e servizi, non potrebbe anche avere come risorsa economica e sociale, il turismo?
Cosa ne pensano gli amministratori locali di questo "scempio"?
Non voglio rassegnarmi al continuo sfruttamento del territorio, anche se mascherato.
Caterina Regazzi
 
 
 
 
 
 

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