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lunedì 12 dicembre 2011

I: Fwd: Manifesto e Programma (bozza) Montesano


----- Messaggio inoltrato -----
Da: Enrico Bianchi <bianchienrico@tiscali.it>
A: Giorgio Vitali <vitali.giorgio@yahoo.it>; Orazio <oraziofergnani@tiscalinet.it>; Giuseppe Turrisi <giuseppeturrisi@yahoo.it>; roberto corradi <democo@alice.it>
Inviato: Lunedì 12 Dicembre 2011 15:21
Oggetto: Fwd: Manifesto e Programma (bozza) Montesano

IMPORTANTE!!!

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Marcello Mazzilli (SIROMA) <siroma@siroma.com>
Date: 12 dicembre 2011 14:31
Oggetto: Manifesto e Programma (bozza) Montesano
A: bianchienrico@tiscali.it


Salve,
di seguito come promesso la bozza del manifesto e del programma. Il programma va ovviamente declinato in "sotto-punti" con proposte concrete. Mi faccia chiamare al 328.9711975 da uno o entrambi i vostri rappresentanti. E' importante che stasera ci dicano se parlano a titolo personale o se rappresentano un movimento (e quale... Alba Mediterranea, AntiEquitalia.org, ...).

MANIFESTO 

Il Movimento Politico XXXXXXXXXXX  nasce per unire le forze della società civile sono stanche di vivere in un paese in cui:

- oltre due terzi delle nostre risorse finisce nelle mani dello Stato, di una classe politica incompetente ed autoreferenziale.
 
- lo stato si comporta come il crimine organizzato, esigendo un "pizzo" sulle nostre attività, ponendo tassi usurai sulle tasse non corrisposte e scavalcando ogni norma di diritto al momento dell'esazione, permettendosi di sequestrare beni ai propri cittadini senza alcuna pronuncia del sistema giudiziario.
 
- la casta che ci governa lo fa attraverso una legge elettorale che certifica le posizioni acquisite e impedisce ogni ricambio, perché il sistema dà ai partiti il potere di finanziarsi attraverso falsi rimborsi elettorali, nonostante la maggioranza degli italiani si sia espressa contro, e attraverso quotidiani di partito pagati anch'essi con le nostre tasse.
 
- i nostri parlamentari sono i più pagati d'Europa, cumulano incarichi e non abbandonano la professione precedente e pensiamo che 945 tra deputati e senatori e che due camere gemelle sia un'inutile spesa e crediamo che l'intero regolamento parlamentare che premia gruppi minuscoli sia da rivedere.
 
- la nostra classe politica ha svenduto la sovranità nazionale all'Unione Europea senza chiederci nulla e ora una classe di burocrati, non eletti da noi e spesso non eletti da nessuno, legifera sopra le nostre teste condizionando consumi, costumi e sistema giuridico.
 
- lo stato continua a foraggiare una classe di giornalisti ai quali non solo riconosce diritti sulla libertà di parola dei quali il resto dei cittadini è privato, ma con le nostre tasse stampa quotidiani sempre più soggetti al potere politico che li finanzia.
 
- il mondo delle imprese si è piegato ad una logica di amicizie con la politica che ha completamente distrutto il concetto di merito, un sistema nel quale le imprese che vanno avanti lo fanno attraverso una rete di collusioni e vicinanze con il sistema di potere, che spesso elargisce loro fondi o contratti e appalti strategici.
 
- il mondo del lavoro è bloccato da un sistema controllato da sindacati parassitari e da leggi collettiviste che mortificano la libertà del lavoratore e dell'imprenditore, che premiano comportamenti disonesti che vanno contro la nostra idea di merito e capacità, e ciò avviene sempre più spesso con la complicità di un sistema giuridico del lavoro asservito allo status quo: un sistema che iper tutela e garantisce i vecchi lavoratori inseriti nel sistema e che chiude la porta in faccia a giovani ignorando valori come imprenditorialità, rischio, merito, competizione, innovazione.
 
- il mondo delle professioni è frenato da un sistema di albi della professione di stampo medievale che blocca le tariffe impedendo la concorrenza e l'ingresso dei giovani.
 
- il mondo del commercio è vincolato da un sistema di licenze commerciali che impedisce la libera iniziativa imprenditoriale impedendo una libera programmazione delle zone, degli orari di apertura, della scelta delle merci, dei periodi  saldi e di quant'altro dovrebbe costituire una prerogativa del singolo commerciante.
 
- da una parte si invocano gli investimenti degli stranieri e dall'altra si prosegue con una politica protezionista ed antimeritocratica a difesa di aziende nazionali senza alcuna logica di libero mercato e competizione, difesa poi che viene fatta in modo estemporaneo legiferando su misura andando così a creare ulteriore incertezza tra gli investitori esteri che non trovano in Italia un quadro legislativo coerente.
 
- il sistema economico che ci è imposto, fatto di banche centrali e istituti di credito ai quali è concessa la leva finanziaria, crea credito dal nulla imponendo su tutti i cittadini italiani la tassa nascosta della inflazione e rende possibile una economia basata sul debito in cui non si favorisce chi produce e risparmia ma piuttosto chi, vicino al potere, ottiene il credito per primo: un sistema che incentiva il debito pubblico e che ha permesso fin'ora al governo e ai politici di spendere risorse che non ci sono fornendo vogliamo, in cambio di facili consensi, un assistenzialismo che non vogliamo.
 
- con l'illusione di un welfare per tutti si vogliono indottrinare i nostri ragazzi nelle scuole di stato permettendo solo ai ricchi di cercare proposte alternative, si vuole monopolizzare l'offerta di salute con il Servizio Sanitario Nazionale quando sempre più forte cresce la domanda di terapie alternative, si vuole regalare all'INPS il monopolio della previdenza quando in un mondo globalizzato non ha senso che un sistema pensionistico "a contribuzione" venga monopolizzato dallo Stato.
 
- da una parte siamo costretti con la forza a contribuire a questa idea di welfare dall'altra lo stato apre le frontiere agli ultimi arrivati in nome di una accoglienza che non fa altro che regalare servizi a chi non ha pagato per crearli, pertanto, in mancanza di una riforma in senso privato del sistema del welfare in cui ciascuno paga per i servizi che usa non è possibile aprire indiscriminatamente le frontiere.
 
- il finanziamento alla cultura premia i soliti noti, coloro che sono vicini alle stanze del potere, nell'illusione che esista un ruolo educativo dello stato; noi chiediamo l'abolizione di tutti i finanziamenti al mondo della cultura (teatri, cinema, enti lirici, musei, etc...) sia perché essi sono antidemocratici (vanno a spettacoli visti da minoranze non maggioranze) sia perché piegano la cultura al potere politico che così la controlla.
 
- le nostre scuole e le nostre università rilasciano titoli che non hanno alcun valore nel mondo del lavoro e non certificano realmente la preparazione dei nostri studenti. L'abolizione del valore legale dei titoli di studio introdurrebbe nel un sistema scolastico il seme della competizione e della meritocrazia.
 
- invece di liberalizzare e deregolamentare l'attività in internet dei cittadini italiani si sta gradualmente ma inesorabilmente procedendo a limitare la libertà di parola in quello che si sta dimostrando essere uno dei pochi spazi di democrazia e libertà che ci sono rimasti.
 
- nonostante gli italiani si siano espressi per una privatizzazione della RAI, lo stato continua a mantenere la proprietà del network Rai spartendoselo con logiche politiche che portano tutti noi a retribuire personaggi di dubbie capacità e certamente non rappresentativi di tutte le posizioni mentre al tempo stesso sempre con i nostri soldi si finanziano spettacoli di puro intrattenimento avvantaggiando la Rai sul mercato nel confronto competitivo con altri soggetti.
 
- lo stato è piegato alle esigenze della Chiesa di Roma alla quale ogni anno devolve (a vario titolo) enormi quantità di denaro e alla quale si permette di interferire nella politica e nel settore della ricerca italiani.
 
- mentre da una parte si invoca una difesa della ricerca, dall'altra si tende a mortificare ogni forma di innovazione vietando e limitando le ricerche su OGM, cellule staminali embrionali, etc...
 
- lo stato utilizza i soldi delle nostre tasse per portare la violenza in altri paesi nascondendosi dietro a termini come "esportare la democrazia" o "missione di pace", violando il diritto all'autodeterminazione di altri popoli e piegandosi alle logiche imperialiste degli USA.
 
PROGRAMMA
 
1)     MENO TASSE, MENO SPESA, MENO STATO
 
Meno tasse significa meno spesa pubblica, meno servizi ma più soldi nelle nostre tasche, per decidere noi, da soli, liberamente e responsabilmente, di cosa noi e le nostre famiglie abbiamo bisogno. Basta con i finanziamenti a fondo perduto a singoli e aziende, basta con iniziative inutili, basta con la "solidarietà" fatta con i soldi degli altri! Meno tasse significa meno potere alla politica che oggi amministra e gestisce ben oltre la metà del prodotto interno lordo, spesso a favore dei soliti amici.
 
2)     FLAT TAX

Un'unica aliquota per tutti, quale che sia la fonte del reddito (lavoro, impresa, rendita da capitale, rendita da locazione, …) superando di fatto il modello attuale che in nome di una progressività che avrebbe dovuto tutelare i ceti deboli si è rivelato invece, attraverso il complesso sistema fiscale, la prima fonte di diseguaglianza tutelando chi, grazie a detrazioni, deduzioni e artifici fiscali, è riuscito meglio a destreggiarsi nel sistema. Un sistema di questo tipo è anche più trasparente nei confronti del cittadino.

3)     MENO BUROCRAZIA E RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CIVILE

La burocrazia è una tassa nascosta. Non solo si perdono ore e giorni in pratiche per lo più inutili, ma spesso il rallentamento di una pratica è fonte di corruzione e concussione. Spesso le ragioni dell'enorme apparato burocratico che grava sul cittadino italiano sono le dovute garanzie a terzi (il vicino di casa, la comunità, l'ambiente, etc…) ma nella realtà la burocrazia serve solo ad alimentare un'inutile giro di carta. Una giustizia civile più efficiente può spostare l'attenzione su una efficace punizione dei reati riconoscendo che "è lecito tutto ciò che non danneggia il prossimo e non è esplicitamente vietato".

4)     RIFORMA DEL WELFARE

Totale separazione tra solidarietà e previdenza. Questo significa che, fatta salva una parte del reddito da mettere a disposizione dei più sfortunati, ciascun cittadino deve essere libero di decidere per sé quale scuola scegliere (con l'abolizione del valore legale del titolo di studio), che fondo pensione acquistare, come assicurare il proprio immobile, e persino quali servizi scegliere per la propria salute (incluse le cosiddette terapie alternative). A parità di tassazione e quindi senza alcun effetto sulla perequazione e la solidarietà, ogni italiano dovrebbe poter disporre direttamente (attraverso il sistema dei "buoni" o la deduzione totale) della quota parte di spesa che lo stato avrebbe comunque speso per dargli servizi.

5)     ABOLIZIONE DEL "SOSTITUTO DI IMPOSTA"

Abolire l'istituto del "sostituto di imposta" significa che ogni lavoratore (indipendentemente se esso sia dipendente, libero professionista o imprenditore) riceverà nella propria busta paga lo stipendio lordo e poi dovrà provvedere in proprio a versare tasse e contributi allo stato. Oggi infatti al dipendente è precluso conoscere esattamente il proprio reddito ed anzi, spesso, egli entra in conflitto con il proprio datore di lavoro. Dall'altra parte il datore di lavoro è costretto a svolgere un lavoro che non gli compete calcolando ed anticipando le tasse per conto del dipendente. L'abolizione del sostituto di imposta è una riforma di forte valore simbolico che recepisce in pieno l'art. 3 della Costituzione e ristabilisce un corretto rapporto tra lo stato e tutti i cittadini.



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Cordiali Saluti.
Enrico Bianchi
Mob.: 389.1955880
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