Con il seguente comunicato l'Associazione "La Torre" non vuole certo prendere posizione a favore dell'ideologia socialista. E' d'obbligo però osservare gli avvenimenti geopolitici e la nascita di un asse "Caracas-Roma-Mosca" del quale auspichiamo una lunga stabilità. Evidenziamo inoltre come tali notizie siano state "dimenticate" dai principali organi di comunicazione.
Mosca - Caracas. Alleanza strategica tra Russia e Venezuela sul fronte dell'energia. Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omonimo venezuelano, Hugo Chavez, si sono impegnati in una joint venture petrolifera da 20 miliardi di dollari in 40 anni che prevede la nascita di una nuova compagnia detenuta per il 60% dal venezuela e dal 40% da un consorzio di imprese russo in grado di produrre 450.000 barili di greggio al giorno, circa un quinto della produzione Opec, dal blocco 6 del bacino dell'Orinoco, nell'est del paese sudamericano. Nel consorzio russo sono presenti la Rosneft, la Lukoil, Gazprom, Tnk-Bp e Surgutneftgaz. Tra i progetti anche quello di un generatore nucleare che aiuti il paese latino americano a sviluppare il settore elettrico. Difesa e corsa spaziale Intese preliminari sono state prese anche nel settore della difesa. "Non vogliamo costruire un'alleanza contro gli Usa - ha detto Chavez in una conferenza stampa congiunta con Putin - e comunque non ci interessa quello che pensa Washington". Nel settore aerospaziale la Russia ha consegnato gli ultimi 38 elicotteri da trasporto militare al Venezuela ma non sono stati firmati nuovi accordi. Chavez ha anche voluto ringraziare Putin per aver messo a disposizione del Venezuela l'esperienza russa in materia spaziale. Il Giornale 3 aprile 2010.
Roma – Caracas. Si e' concluso a Caracas il secondo Consiglio di cooperazione italo-venezuelano. Per il settore infrastrutture, tema cruciale per il nostro Paese visto che le aziende italiane sono presenti ininterrottamente in Venezuela da oltre 30 anni, e' stato firmato un comunicato congiunto che prevede l'avvio immediato del gruppo di lavoro misto Italia-Venezuela previsto dall'articolo 8 dell'accordo di collaborazione firmato a Roma tra i due Paesi nel gennaio 2009. Compito principale sara' quello di individuare rapidamente forme alternative di finanziamento delle opere infrastrutturali, a cominciare dalla possibilita' di forniture di petrolio in luogo di valuta. La prospettiva e' la messa in moto di investimenti per oltre 10 miliardi di dollari da affidare a imprese italiane per strade, metropolitane, ferrovie, cabinovie e anche abitazioni. Il viceministro Roberto Castelli ha partecipato ai lavori della delegazione italiana capeggiata dal ministro degli Esteri Franco Frattini e ha partecipato all'incontro con il presidente della Repubblica Bolivariana di Venezuela Hugo Chavez. "Sono stati due giorni di lavoro molto inteso - ha dichiarato il viceministro Castelli - in alcuni momenti anche complicato, ma sono estremamente soddisfatto dei risultati raggiunti: in Venezuela ci sono davvero grandi prospettive per Il sistema Paese Italia per poter partecipare allo sviluppo di questo Stato". AGI 28 maggio 2010.
Intesa Berlusconi – Chavez. Lo show di Hugo Chavez va in onda in diretta tv dal Palacio Miraflores. Una spassionata dichiarazione d'amore all'Italia che comincia con un omaggio al presidente del Consiglio: "Invio un grande abbraccio a Berlusconi, al governo italiano e a tutto il popolo italiano che noi venezuelani amiamo". Chavez ha appena firmato con il ministro degli Esteri Franco Frattini una serie di accordi di cooperazione nei settori delle infrastrutture, della sanita' e dell'educazione. Il presidente venezuelano e' in vena di raccontare aneddoti, di raccontarsi. Commenta gli accordi sulla costruzione di linee ferroviarie elogiando "la grande capacita' di costruire dell'Italia". Auspica "una presenza dell'Italia in Venezuela ogni giorno maggiore". Ricorda quando un giornalista in Brasile gli chiese quale fosse la sua attrice preferita e "mi venne fuori dall'anima, Claudia Cardinale". Sottolinea l'accordo sulle risorse idriche firmato con l'"eroica" Sardegna. "Conosco molto bene l'italiano", rivela Chavez, che quando "da bambino" si innamoro' per la prima volta perse la testa per una bambina italiana, "Ernestina Zanetti", la cui famiglia saluto in modo "molto rispettoso". "La prima volta che andai in citta' indossavo un vestito di un sarto italiano", ricorda. E ne approfitta per sottolineare l'amore per gli italiani che aveva mio zio, il fratello di mio padre. E che aveva mio padre stesso". [..] "Berlusconi le manda un abbraccio grande, segno di amicizia, stima e profondo rispetto". Questo il messaggio rivolto a Chavez dal ministro degli Esteri Franco Frattini in apertura di collegamento. Il capo della diplomazia italiana ha consegnato aol presidente venezuelano una lettera di Berlusconi in cui il premier ha espresso "apprezzamento" per la piu' stretta cooperazione tra i due Paesi e ha ribadito "l'interesse delle nostre aziende a stare in Venezuela". Frattini era stato accolto a Caracas con una buona notizia: Chavez ha sbloccato pagamenti alle imprese italiane per un miliardo e 200 milioni di dollari che saranno corrisposti in due tranche. Nel corso del colloquio tra Frattini e Chavez, come ha detto lo stesso presidente venezuelano, hanno esplorato la possibilita' di forma innovative di finanziamento. Italia e Venezuela hanno firmato una serie di accordi in diversi campi: dalle infrastrutture all'educazione, dalla sanita' alle risorse idriche. Per questo Frattini era arrivato a Caracas con il sottosegretartio agli Esteri con delega all'America Latina Vincenzo Scotti e con il viceministro alle infrastrutture Roberto Castelli. "Sono grato a lei presidente Chavez - ha concluso il titolare della Frarnesina - per aver voluto dare un impulso politico cosi' importante alle relazioni tra due Paesi fratelli". AGI 28 maggio 2010.
Petrolio per l'Italia. «Aspiriamo - spiega Chavez - a diventare il paese che dà idrocarburi all'Italia e all'Europa». Un lavoro già avviato «con l'Eni che ha cominciato a operare nel nostro paese sia con il gas che con il petrolio». L'accordo permetterà di produrre 30mila barili al giorno, ma si punta ai 50mila. Corriere.com 29 maggio 2010.
Chavez prende posizione su Israele. «Israele, maledetto tu sia»: così ha reagito il presidente venezuelano, Hugo Chavez, al blitz d'Israele contro la flottiglia umanitaria, accusando d'altra parte Washington di «sostenere il terrorismo». Durante una cerimonia trasmessa per radio e tv, il leader 'bolivarianò ha definito Israele come «uno Stato genocida», condannando «il massacro contro un gruppo di pacifisti il cui obiettivo era quello di portare un carico umanitario al popolo palestinese». Chavez ha inoltre criticato il «doppio standard» della morale del presidente Barack Obama, che - ha precisato - «condanna il terrorismo sempre e quando non sia perpetrato o da loro stessi o dagli alleati, come Israele». «Ci accusano a noi di terrorismo: sono loro a fomentarlo», ha concluso Chavez. Unionesarda.it 3 giugno 2010.
Chavez ed il socialismo nazionale. Ottanta aziende di diversi settori merceologici, però tutte appartenenti a facoltosi banchieri venezuelani saranno nazionalizzate dall'amministrazione venezuelana. [..[ Basta speculazioni, rispetto ferreo della legislazione e stop anche con la violazione della concorrenza sui prezzi, goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha condotto Chavez a questa delicata decisione che sicuramente lascerà strascichi per i prossimi mesi. E intanto alcuni imprenditori sono già finiti nel mirino della magistratura venezuelana mentre altri sono al sicuro, all'interno dei confini statunitensi. [..] A questo discorso si aggiunge poi una riflessione sull'acqua, argomento di dominio pubblico anche in altri stati del Pianeta. Il presidente Chavez ha fatto sapere di volere revisionare quanto prima i contratti con le imprese multinazionali che hanno la possibilità di sfruttare acqua, soprattutto a quelle che producono bibite gassate. "L'acqua è proprietà del popolo" ha detto il leader venezuelano che ha aggiunto che tutte le iniziative prese finora sono "solo l'inizio del cammino verso il socialismo. Ora bisogna accelerare". Peacereporter 7 giugno 2010.
Chavez e Lula difendono l'Iran. Gli Stati Uniti " devono misurare bene i passi disperati che stanno facendo" e "rispettare la sovranità e l'autodeterminazione dei popoli". Così il presidente venezuelano Hugo Chavez ha commentato le sanzioni contro l'Iran promosse dagli Usa e approvate dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il capo di Stato ha accusato l'organismo delle Nazioni unite di "cinismo" per non aver imposto le stesse sanzioni al governo israeliano dopo l'attacco alla flotta di imbarcazioni che trasportavano aiuti umanitari a Gaza. Chavez ha quindi chiesto "rispetto per il popolo iraniano" nel corso di un messaggio trasmesso dalle tv e dalle radio nazionali, e ha lanciato "un allarme mondiale" sulla situazione in Medio oriente e sulle azioni intraprese dagli Stati Uniti in questa regione. "Invadere l'Iran - ha sottolineato - non sarebbe la stessa cosa che farlo in Iraq". Sulla stessa linea si è espresso il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che da membro non permanente del Consiglio di sicurezza ha espresso un voto contrario, dopo aver svolto un importante ruolo di mediazione per convincere Thran ad accettare un accordo sull'arricchimento dell'uranio necessario per funzionare il reattore nucleare del Paese mediorientale. Lula ha definito la decisione dell'Onu "puro capriccio": "Dobbiamo riconoscere l'ovvio. Brasile e Turchia sono riusciti in quello in cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu hanno fallito: portare l'Iran al tavolo delle trattative. Loro invece che convocarlo al tavolo hanno deciso, a mio parere per puro capriccio, di mantenere delle sanzioni che non hanno alcun senso per Teheran". "Quando sono andato in Iran ( a maggio) molti dicevano che mi stavo illudendo – ha aggiunto il presidente brasiliano -. In 18 ore abbiamo ottenuto la firma di un documento con il quale Teheran si impegnava a compiere con le richieste volute dai membri del Consiglio di sicurezza". Il Velino 10 giugno 2010.
Obama le finanzia, Chavez le nazionalizza.. Il governo venezuelano ha preso il controllo di Banco Federal, un istituto finanziario di taglia media. La ragione dell'operazione va ricercata, secondo quanto riferito dalle autorità del Paese sudamericano, in una serie di "irregolarità" riscontrate nel comportamento dei suoi dirigenti. Ad annunciare la notizia è stato Egdar Hernandez, direttore dell'organismo che vigila sul sistema bancario venezuelano, la Sudeban. La banca è l'ottava del Paese per quanto riguarda la quantità di depositi, ed è presieduta da Nelson Mezerhane, uno dei principali azionisti del canale televisivo Globovision, notoriamente critico nei confronti del presidente Hugo Chavez. Il ministro delle Banche, Humberto Ortega Diaz, ha specificato che tutte le operazioni dell'istituto di credito sono state sospese, mentre i suoi uffici sono stati chiusi, a causa della «scarsa disposizione dei suoi dirigenti a garantire stabilità in relazione ai fondi necessari per scongiurare problemi di liquidità». Mezerhane, invece, si è detto «molto sorpreso» dalla decisione del governo di Caracas: «Ieri il presidente Chavez - ha commentato - ha dichiarato la sua "guerra" alle banche. Ed ecco che la missione è stata immediatamente compiuta. Si tratta di una scelta arbitraria, oltreché di una mancanza di rispetto». Banco Federal, che vanta 152 filiali e 3 mila impiegati, rimarrà sotto il controllo dello Stato per 60 giorni, al termine dei quali si deciderà se liquidarla oppure lasciarla tornare in attività. Le autorità hanno comunque assicurato che i depositi dei risparmiatori saranno garantiti, ma ci si domanda quale sarà la sorte dei dipendenti dell'istituto. Valori.it 15 giugno 2010.
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