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martedì 31 agosto 2010

R: da " il Manifesto "


Sono mparole che non stanno in piedi. I militari "amerikani" sono per lo più avventurieri volontari e mercenari, che pertanto non devono rispondere come risponderebbe un ufficiale superiore dell'esercito, di quel che fanno. NON sono incriminabili. Per questa ragione si danno ai massacri indiscriminati (che NON conosceremo mai!!!) Aggiungi anche che per loro, che sono i "civilizzzatori" gli afghani sono peggio che bestie, per di più musulmani. NON contano nulla. Li ammazzano e basta. MA NON SI DEVE SAPERE. LORO SONO I CIVILIZZATORI. Sono autentici lanzichenecchi che massacravano in nome del cristianesimo protestantico. GV.
--- Mar 31/8/10, Giuseppe Magliacane <giuseppemagliacane@hotmail.com> ha scritto:

Da: Giuseppe Magliacane <giuseppemagliacane@hotmail.com>
Oggetto: da " il Manifesto "
A: "giorgio vitali" <vitali.giorgio@yahoo.it>
Data: Martedì 31 agosto 2010, 15:52

07 INTERNAZIONALE

22.08.2010INTERVISTA   |   di Patricia Lombroso - NEW YORK
Protocollo DI GUERRA
Intervista a Josh Steiber, il soldato che faceva parte del battaglione sia di terra che dei piloti dell'elicottero Apache che il 12 luglio del 2007 trucidò a Baghdad 12 civili iracheni e due reporter. L'eccidio è stato svelato dal video di 38 minuti estratto dal materiale consegnato da Wikileaks al New York Times
«Il video dell'organizzazione informativa Wikileaks che ha scioccato il mondo tre mesi fa, relativo all'eccidio da parte dei miei commilitoni, piloti dell'elicottero Apache, di 12 civili e di due reporter, a Baghdad, , quel giorno del 12 luglio 2007, segue, né piu né meno, il protocollo militare impartito dai comandi ad alto livello e dal Pentagono. Da portare a termine senza esitazioni da parte dei soldati che lo hanno appreso durante un lento e studiato addestramento a uccidere. Anche i civili. Gli eccidi di quella particolare missione sono chiamati freddamente collateral murder».
Questo dice la sconvolgente testimonianza rilasciata al manifesto da Josh Steiber, in missione in Iraq nel 2007 e ora obiettore di coscienza e fra i tantissimi soldati di «Iraq Veterans Against the War», della quale fa parte dopo il ritorno dalla sua esperienza militare. Steiber era in missione a Baghdad e faceva parte dello stesso battaglione militare di terra e dei piloti dell'elicottero Apache che trucidò 12 civili iracheni e due giornalisti mostrati nel video di 38 minuti: soltanto un frammento della mole di documentazione di Wikileaks rilasciata al New York Times, a The Guardian e a Der Spiegel, finora mai venuta alla luce e già paragonata ai «Pentagon papers» (di Daniel Ellsberg), che si riferiscono alle testimonianze raccolte in Vietnam. Nell'intervista che ci ha rilasciato, Josh Steiber - proprio come fecero un tempo i soldati del «Winter soldiers» durante la guerra in Vietnam - rivela al mondo la sua macabra esperienza. Simile, peraltro, a quella vissuta in guerra da ogni soldato, in Afghanistan come in Iraq.
Lei era in missione in Iraq a Baghdad nel 2007. Cosa ricorda del cosiddetto «collateral murder» mostrato nel video di 38 minuti da «Wikileaks»?
In effetti facevo parte dello stesso battaglione militare nel contingente di terra proprio quel giorno della missione nella quale i due piloti dell'elicottero Apache trucidarono 12 civili, fra cui alcuni bambini e due reporter, come si vede nei 38 minuti di audio e video di Wikileaks. La cosa ha provocato giustamente scandalo, ma non in modo sufficiente a mettere in discussione la guerra.
Lei conosce i due piloti dell'elicottero che, come emerge dal video, vedendo il carro armato passare sul corpo già morto della bambina irachena gridarono: «così quei bastardi impareranno a portare i bambini in guerra»?
No. Pur facendo parte dello stesso contingente a terra, quel giorno per punizione dovetti restare alla base dato che mi rifiutavo ripetutamente di eseguire gli ordini della missione e non intendevo uccidere innocenti iracheni, così come non avrei ucciso innocenti cittadini in America.
Come descriverebbe questo massacro dei militari nei confronti della popolazione civile inerme in Iraq?
Ho visto con attenzione tutti i 38 minuti del video e ritengo, o spero, che possano suonare come una sveglia per l'opinione pubblica americana: una sveglia sulle conseguenze e l'orrore della guerra, che produce mostri pronti a uccidere. Anche se quanto le dirò non risponde ai miei valori morali, come obiettore di coscienza vorrei aggiungere questo: il video mostra che i piloti risposero così come sono addestrati a reagire. Sono queste le orrende conseguenze del nostro allenamento a uccidere e, del resto, tutte le regole d'ingaggio militare costituiscono un protocollo da eseguire «meticolosamente». È un cruda verità e meriterebbe almeno un dibattito sul contesto che genera le mostruosità intrinseche alla decisione di scatenare una guerra.
Ci spieghi meglio
Le reazioni scioccate che nel mondo sono state seguite ai video resi pubblici da Wikileaks, in cui si mostrano appunto eccidi di civili in Iraq, così come le reazioni generate da ciò che è successo in Afghanistan, sono giustificatissime. Spero che questo tipo di informazione affronti ora i veri problemi sul sistema decisionale adottato ai piu alti livelli militari e politici. I soldati, piu o meno ideologizzati, vengono mandati al fronte con un messaggio: aiutare la popolazione. Ma poi, grazie a una progressiva desensibilizzazione, si trasformano. Del resto, vengono inviati a invadere un altro paese e strumentalizzati per un obiettivo impossibile da ottenere. Il motivo per cui sono, come tanti, contrario alla guerra sta nella constatazione, personalmente verificata, del fatto che ipocritamente inviamo al fronte giovani imbevuti di messaggi illusori e idealistici, ma al tempo stesso li prepariamo a massacrare e a uccidere anche le popolazioni civili.
Come spiega le giustificazioni pubbliche del Pentagono, che definisce questi tutt'altro che eccezionali eccidi come imprevisti «danni collaterali», inevitabili in ogni missione di guerra?
Il Pentagono omette sempre di chiarire che l'addestramento impartito ai soldati, e le regole d'ingaggio trasmesse ai soldati ancora prima di partire per il fronte di guerra, comportano ordini e un sistema di regole interno al protocollo militare in cui si prevedono tecniche e pratiche da eseguire senza farsi prendere da dubbi o da perplessità di coscienza. Quanto viene richiesto va dal semplice arresto alla pratica di sparare e uccidere senza pietà.
Quanto tempo dura l'addestramento di base, sia fisico sia di desensibilizzazione psicologica, impartito ai soldati inviati al fronte?
Dura circa sedici settimane intense e continue. In seguito l'addestramento e le esercitazioni proseguono alla base militare, finchè non si arriva alla partenza per il fronte.


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