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lunedì 12 marzo 2012

I: EIR n.9-10


----- Messaggio inoltrato -----
Da: "aldo.barbona@alice.it" <aldo.barbona@alice.it>
A: mariafiorella.belli@fastwebnet.it; berna.claudio@infinito.it; bghigi@micso.net; marina.blasi1@virgilio.it; alecardi1@tin.it; c.barbona@libero.it; castagnagiuseppe3@virgilio.it; 2MTECH00@duemtechnical.191.it; eugesines@tiscali.it; facianca@tiscali.it; pietro.fratini@roche.com; gianfranco.gaglione@roche.com; giannaebruno@alice.it; monica.maggiori@libero.it; marcella.barbona@libero.it; marco.campagna.mc@gmail.com; maxbianco1@libero.it; alespro42@gmail.com; pietroruggeri@msn.com; ricsalva@libero.it; ps.sbrighi@hotmail.it; setale@libero.it; tarim17@yahoo.it; vitali.giorgio@yahoo.it
Inviato: Mercoledì 7 Marzo 2012 23:49
Oggetto: EIR n.9-10

EIR Executive Intelligence Review
                                                                                                                  anno 21 n. 9-10 - 8 marzo 2012
Strategic Alert - Edizione Italiana
Dopo un'importante conferenza internazionale a Berlino tenutasi il 25-26 febbraio (vedi sotto), Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, ha indetto il 3 marzo manifestazioni in tutto il mondo per scongiurare il pericolo di uno scontro termonucleare. Le manifestazioni si sono tenute in molti paesi europei, negli Stati Uniti, Canada, America Latina ed Australia, con volantini simili distribuiti sia alle manifestazioni che in ambienti politici e militari.
"La nostra vita è letteralmente appesa ad un filo" esordisce l'appello della signora LaRouche. "Se il Gen. Martin Dempsey, Capo degli Stati Maggiori Riuniti degli Stati Uniti, insieme ad altri militari americani d'alto rango, non si fosse opposto decisamente ad un attacco militare contro l'Iran, gran parte del genere umano sarebbe già stato obliterato da una guerra termonucleare globale".
La signora LaRouche denuncia la politica di "cambiamenti di regime" adottata dalle potenze transatlantiche ormai in bancarotta, sottolineando che essa è rivolta non solo contro Siria ed Iran ma principalmente contro Russia e Cina.
"Parte di questa politica sono le minacce di morte a vari livelli contro Vladimir Putin, così come l'installazione di un sistema antimissili europeo che chiaramente non è orientato verso l'Iran ma verso la Russia". Visto che Russia e Cina hanno chiarito che non intendono piegarsi, c'è l'acuto pericolo che le forze dell'impero britannico provocheranno uno scontro termonucleare tra Stati Uniti e Russia. Nessuno sopravvivrebbe a tale scontro, afferma la signora LaRouche, e sicuramente verrebbe colpita direttamente l'Europa, perché ci sono numerosi bersagli sul territorio europeo.
"Nell'era delle armi termonucleari la guerra non può essere un mezzo per la soluzione dei conflitti, perché per ogni problema c'è una soluzione diplomatica". La mobilitazione del movimento di LaRouche è stata seguita in Russia ad altissimo livello. Il 22 febbraio il popolare quotidiano russo Komsomolskaya Pravda ha pubblicato un'intervista al Generale Vladimir Ovchinsky, ex capo dell'ufficio russo dell'Interpol (1997-1999) e consulente della Corte Costituzionale russa, dal titolo "nel 2012 scoppierà la terza guerra mondiale?"
Il Gen. Ovchinsky sottolinea che "l'eminente economista Lyndon LaRouche ha previsto anche un'alta probabilità di una terza guerra mondiale nel tentativo di uscire dalla crisi. Già negli anni Settanta, aveva previsto una crisi globale alla fine del secolo, dovuta all'esasperazione del sistema monetarista.ora crede che solo la Russia possa fermare una guerra nucleare che sarebbe la rovina del genere umano".
Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è recato a Washington per esigere che il Presidente Obama esprima pieno sostegno ad un attacco israeliano contro l'Iran, e magari prometta anche un intervento americano. Netanyahu ha potuto contare sul sostegno della maggioranza dei partecipanti al congresso dell'American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) come pure sui tre sprovveduti candidati repubblicani, Mitt Romney, Rick Santorum e Newt Gingrich.
Prima di intervenire il 5 marzo, Netanyahu ha incontrato Obama, il quale aveva parlato il giorno precedente.
Mentre autorevoli leaders della comunità militare e di intelligence USA, tra cui il capo degli Stati Maggiori Riuniti Martin Dempsey, hanno ripetutamente ammonito che un attacco all'Iran è contro gli interessi degli USA e di Israele, il congresso dell'AIPAC è stato anticipato proprio per fornire a Obama la copertura di una decisione politica per attaccare l'Iran.
L'ex ambasciatore in Israele Martin Indyk ha denunciato proprio questo, affermando che "L'AIPAC è la punta avanzata degli sforzi della comunità filoisraeliana per muovere la linea rossa del governo USA più vicino a quella di Israele". Come ha chiarito Netanyahu in diverse affermazioni prima del viaggio, la "linea rossa" israeliana è che Teheran non debba disporre di alcun programma nucleare.
Le affermazioni di Dempsey, secondo cui l'Iran sia "un attore razionale" nella regione, che non ci siano prove che gli iraniani stiano costruendo armi nucleari e che un attacco a Teheran sarebbe "destabilizzante" per la regione, hanno provocato le intemperanze di Netanyahu. Alcuni tra i suoi sostenitori, compresi i sen. John McCain e Lindsey Graham, hanno duramente attaccato quei leader militari che hanno preso posizione contro la guerra. I due hanno dichiarato che Netanyahu, che avevano incontrato in una visita a Gerusalemme in febbraio, sarebbe "frustrato" per i "messaggi contraddittori" provenienti da Washington, e si sono pronunciati a favore di un attacco militare, a prescindere dai rapporti di intelligence USA che riferiscono che l'Iran non disponga di alcun programma di riarmo nucleare.
Quanto a Obama, il suo intervento all'AIPAC è stato ambiguo e mirante a strappare consensi elettorali. Il Presidente USA ha ripetuto che non si deve permettere all'Iran di dotarsi di arma nucleare. "Ho chiarito ripetutamente nel corso della mia presidenza che non esiterò a usare la forza, qualora sia necessario, per difendere gli Stati Uniti e i loro interessi".
Queste dichiarazioni, che contraddicono i propri consiglieri militari e di intelligence, sottolineano il perché Obama debba essere allontanato dalla carica.
In un'intervista al quotidiano Liberation il 2 marzo, l'ex Primo ministro socialista Michel Rocard ha ammonito contro pericoli "di insolita gravità" che incombono sul mondo. Tra questi, egli ha menzionato il pericolo di guerra nucleare, l'aumento della xenofobia e una "guerra civile" potenziale che emergerebbe come risultato delle politiche anti-nucleari e di decrescita.
Alla domanda quale sia "la principale preoccupazione di politica estera", Rocard ha risposto: "Nessuno sta osservando il Medio Oriente, dove c'è una strategia anglo-americana accettata da altri, specialmente da noi, il cui scopo è sabotare ogni possibilità di discussioni serie con gli iraniani e perfino impegnarsi in provocazioni. E' come se lo scopo fosse quello di preparare un clima di tolleranza che rendano accettabile un attacco israeliano. In quel caso, la guerra sarebbe contro Siria e Iran, paesi appoggiati da Cina e Russia contro l'occidente e i suoi clienti. E l'Europa tace. Si tratta di una crisi con milioni di vittime potenziali, perché l'ipotesi è che sarebbe nucleare fin dall'inizio. Conosco questi casi molto bene e non sono mai stato così spaventato.. Quel che è nuovo è l'intensità del pericolo rispetto ad uno stato mentale frivolo".
Sulla crisi finanziaria, Rocard ha sottolineato che "diventa sempre più indispensabile ovunque cancellare buona parte del debito impagabile". La principale misura da adottare è "la separazione assoluta tra le banche di deposito e quelle d'investimento" che ci ha permesso di evitare una crisi finanziaria per 60 anni.
La separazione "non costa niente" e "il vero margine di manovra è la comprensione da parte dell'opinione pubblica, da cui l'importanza di discuterne".
Nel suo ultimo libro, Rocard spezza una lancia a favore dell'uso civile del nucleare e attacca le illusioni sulle energie rinnovabili. Rinunciare al nucleare condurrà ad una politica di decrescita col rischio conseguente di guerra civile, afferma, facendo l'esempio della Grecia dove non si può imporre una riduzione del 25% dei livelli di vita senza l'uso della forza militare.
Concludendo l'intervista, Rocard dice che incalzerà sia il candidato socialista Hollande che Sarkozy, "che i nostri poveri 'ecolos' che hanno ragione su molte cose tranne che l'energia, che è la più essenziale".
Il 23 febbraio lo stato francese ha consegnato a 42 mila funzionari eletti il modulo ufficiale su cui essi possono "presentare" (firmare per) uno e un solo candidato presidenziale. Ogni candidato potenziale ha fino al 16 marzo per consegnare 500 valide "presentazioni" alla Corte Costituzionale e poter così partecipare alle elezioni. Il 20 marzo verranno quindi resi noti i nomi dei candidati ufficiali e da allora fino alla prima tornata elettorale, il 22 aprile, tutti i candidati riceveranno equal time sui media pubblici e privati per presentare i loro programmi.
Nel frattempo Cheminade, contrariamente alla campagna del 1995, quando fu soggetto alla più massiccia campagna di calunnie, sta ricevendo sostegni da diversi ambienti, compresi quelli mediatici. Questo gli ha permesso di contribuire ad alzare il livello di discussione che per il resto è caratterizzata da "un clima di imbecillità collettiva".
Cheminade è stato ospite della famosa Fiera Agricola Internazionale, che si tiene ogni anno a Parigi. Egli ha potuto esporre il suo programma agli organizzatori e ha incontrato tra gli altri Xavier Beulin, capo del FNSEA, il più grande sindacato agricolo francese. Al pari degli altri candidati, è stato intervistato da Olivier Alleman, noto giornalista di Terre d'Info, un canale promosso dalle Camere Agricole.
Anche se lo spazio offerto dai media è ancora inferiore a quello offerto ad altri "candidati minori", Cheminade ha preso parte al programma antimeridiano di Canal +, è stato intervistato dalla radio pubblica parigina France-Bleu e ha concesso un'intervista di 12 minuti al canale d'informazione nazionale France Info.
Non mancano le calunnie, come quella trasmessa dal canale France 2 il 1 marzo ad opera di quello stesso Benoit Duquesne che lo aveva calunniato massicciamente nel 1995. Dopo aver contattato il candidato con il falso pretesto di riparare ai torti del passato, Duquesne ha usato l'occasione per descriverlo come capo di una setta che si candiderebbe solo per ottenere i soldi del finanziamento pubblico. Membro del partito di Sarkozy e frequente visitatore dell'Eliseo, Duquesne scoprirà ben presto che i suoi amici non controllano più il paese.
A seguito di dichiarazioni del Presidente Michael Higgins e di una campagna lanciata dal Sinn Fein e altre forze politiche, il Primo ministro irlandese Enda Kenny è stato costretto a riconoscere che la costituzione richiede che i cittadini ratifichino con un referendum il patto di austerità UE. La data non è ancora stata fissata, ma si ritiene che si terrà in estate.
Il governo ha fatto capire che giocherà la carta della paura per convincere l'elettorato "a riaffermare l'impegno dell'Irlanda nell'euro", la stessa tattica usata dall'ex Primo ministro greco George Papandreu quando propose un referendum alcuni mesi fa. Mentre in Grecia il parlamento ha ceduto e il referendum non si è tenuto, gli elettori irlandesi saranno chiamati a votare. I partiti di opposizione, tra cui Sinn Fein e i socialisti, hanno già lanciato una campagna per il No.
Le previsioni sono incerte, dato che gli irlandesi hanno già votato contro i Trattati di Nizza e di Lisbona, quest'ultimo due volte sotto minaccia di guerra finanziaria e di altro tipo.
In un dibattito parlamentare il 29 febbraio, il presidente del Sinn Fein Gerry Adams ha dichiarato: "Questo è un referendum che né Fine Gael né i laburisti volevano. Entrambi hanno fatto il loro meglio per evitarlo. Da quando cominciarono a circolare le prime bozze di questo trattato, lo scorso dicembre, Sinn Fein sostiene con coerenza che si debba fare un referendum. C'è anche un imperativo legale e costituzionale. Noi siamo contro questo trattato e siamo anche contro l'austerità. Non lo riteniamo né equo né giusto. Se ratificato, il Trattato metterà la camicia di forza a questo stato per decenni. I suoi limiti al debito e al deficit sono draconiani. Esso significa decenni d'austerità imposti a un popolo che chiede disperatamente investimenti nel lavoro e nella crescita". Diffidando il governo dal ricorrere alla tattica di un secondo referendum, Adams ha chiesto a Kenny di "promettere solennemente a questo parlamento e ai cittadini di questo stato che rispetterà il risultato qualunque esso sia".
Quando l'ex presidente americano Bill Clinton ha annunciato il suo sostegno alla rielezione di Obama, Lyndon LaRouche ha emesso una dichiarazione, distribuita come volantino di massa negli Stati Uniti il 27 febbraio, tra cui a Washington, per dare la sveglia agli americani avvisandoli dei pericoli imminenti. Ha dichiarato che "chiunque sostenga Obama deve essere denunciato come un folle. Se si vuole essere seri, questo è il tema. Il Presidente Clinton ha commesso un terribile errore. Speriamo che lo corregga. La politica che ha annunciato potrebbe sfociare nella morte della nazione".
Discutendo coi suoi collaboratori negli Stati Uniti, LaRouche ha sottolineato che la codarda capitolazione di Clinton nei confronti di Obama ha demoralizzato i democratici, molti dei quali speravano che l'ex Presidente si sarebbe battuto per la destituzione di Obama prima ancora delle elezioni del 2012. Anche se Obama è risalito nei sondaggi negli ultimi tempi, questo è dovuto soltanto all'assoluta incompetenza dei quattro antagonisti repubblicani. In realtà Obama non gode più del sostegno della base, che si sente tradita dalla sua politica di sostegno a Wall Street, intimidita dall'aumento delle misure da stato di polizia più dure di quelle dell'amministrazione Bush-Cheney, e terrorizzata dalla politica estera degli Stati Uniti che va verso una guerra termonucleare.
Il momento della svolta, afferma LaRouche, è stata l'operazione in Libia, quando Obama ha violato la Costituzione entrando in guerra senza l'approvazione del Congresso. Aiutato dal tradimento del Sen. McCain per i repubblicani e del Sen. John Kerry per i democratici, che hanno bloccato la rivolta del Congresso, Obama ha deciso l'assassinio a sangue freddo di Gheddafi dando il via alla fase successiva del piano di guerra: prendere di mira il regime di Assad in Siria, e ordire un attacco preventivo contro l'Iran.
Molti democratici speravano che il Segretario di Stato Hillary Clinton riconoscesse la direzione suicida della sua politica nei confronti di Russia e Cina, e si opponesse alla Casa Bianca. Si era perfino parlato tra dirigenti democratici di una candidatura di Hillary contro Obama alle primarie democratiche, ed erano usciti numerosi editoriali a favore di questa iniziativa, col nascere di un movimento "per candidare Hillary" e la possibilità di una campagna di "write-in" alle primarie nel New Hampshire.
Invece, Hillary Clinton non solo è rimasta ligia alla linea Obama sulla Libia, ma è andata perfino oltre, unendosi al ministro degli Esteri britannico Hague e quello francese Juppe, chiedendo il loro coinvolgimento diretto in Siria, ed estendendo il "modello libico" sul cambiamento di regime. Ha anche attaccato duramente i governi russo e cinese che si erano rifiutati di allinearsi, e questo fatto è stato denunciato dai cinesi.
E' stato in quel momento che suo marito, l'ex presidente Clinton, ha annunciato il proprio sostegno alla rielezione di Obama. Anche se ci sono molti motivi per spiegare questa capitolazione, inclusa la possibilità di minacce nei confronti della famiglia Clinton, non c'è alcuna giustificazione. Bill Clinton è abbastanza intelligente e informato da conoscere i pericoli insiti nei piani di guerra britannici, compresa la possibilità che il genere umano venga spazzato via da una guerra termonucleare.
Con Clinton allineato, i democratici demoralizzati e gli elettori repubblicani scontenti delle scelte patetiche che vengono offerte loro, esiste il potenziale che emerga una nuova combinazione di leadership negli Stati Uniti. Questa sfida è stata accolta dalla lista di sei candidati al Congresso voluti da LaRouche, che conducono la propria campagna per il Congresso, in stile presidenziale.
Il pericolo di guerra unito al crollo iperinflazionistico del sistema finanziario transatlantico ha spinto lo Schiller Institute ad organizzare una conferenza internazionale di emergenza che si è tenuta a Berlino il 25 e 26 febbraio. Il tenore dell'evento era che l'unica via di uscita dalla crisi è ribaltare completamente la politica che ha condotto a questa situazione precaria: l'idea oligarchica di un mondo dalle risorse limitate che conduce una battaglia geopolitica per il controllo delle materie prime, fino alla guerra vera e propria.
Il cambiamento degli assiomi urgentemente necessario dovrà essere un vero e proprio Rinascimento scientifico e culturale, che non potrebbe mai essere il risultato di riforme minori o misure meccanicistiche, come è diventato chiaro durante i lavori della conferenza. Gli interventi erano articolati su due temi principali: la situazione strategica internazionale e la prospettiva economica e scientifica necessaria per uscire dalla crisi.
I due giorni dei lavori si sono aperti con un discorso di Helga Zepp-LaRouche, che ha illustrato la crisi finanziaria e politica, mettendo a contrasto i tamburi di guerra e l'urgenza di un Rinascimento basato su un'immagine creativa dell'uomo, il cui potenziale è illimitato. Il suo discorso ha suscitato un intenso dibattito tra le centinaia di partecipanti da 22 paesi.
"La guerra delle informazioni contro la Russia" è stato il tema dell'intervento di Igor Panarin, dell'Accademia Diplomatica Russa. Panarin, trattenuto a Mosca da impegni urgenti, ha mandato una comunicazione scritta che è stata letta in inglese. Panarin ha illustrato la propaganda nera internazionale e la campagna di destabilizzazione contro la Russia ed in particolare contro Vladimir Putin, notando che Londra è "da sempre l'unico nemico storico della Russia". Secondo Panarin, l'Unione Doganale Euroasiatica, creata l'anno scorso da Russia, Bielorussia e Kazakhistan, viene considerata una sfida strategica al monetarismo neo-liberista diretto da Londra che ha scatenato l'odierna guerra di informazioni che va perfino oltre quella sulla "Rivoluzione arancione" in Ucraina 8 anni fa.
Rientra in questo schema il fatto che lo stesso Mikhail Gorbaciov che servì gli interessi britannici quando liberalizzò e distrusse l'economia sovietica negli anni Ottanta riappaia oggi per condurre "l'opposizione" contro Putin. Quanto ad Alexei Navalny, il cosiddetto "blogger anti-corruzione", non era nessuno nel 2006, quando furono gli interessi occidentali a creare il suo personaggio e le sue operazioni di destabilizzazione. Anche il nuovo ambasciatore americano in Russia, Michael McFaul, funge da coordinatore delle campagne anti-russe, ha spiegato Panarin, sostenute dai vari NGO, dai difensori dei diritti umani e dai blogger finanziati da Stati Uniti e Gran Bretagna.
Un altro intervento strategico è stato quello di Mohamad Mahfoud, presidente della Società di Amicizia tra Siria e Danimarca, che ha informato i partecipanti della situazione in Siria, esaminata di persona nel corso di svariate visite, in cui ha incontrato personalità di tutto lo spettro politico siriano. Quello che i media internazionali non dicono mai, ha dichiarato, è che la vera opposizione ha già avviato un dialogo costruttivo e pacifico col governo sulle riforme e su un referendum nel marzo 2011. Mentre questa opposizione genuina gode del sostegno della popolazione, la cosiddetta "opposizione" che domina i media occidentali consiste di piccoli gruppo telecomandati ed armati da ambienti geopolitici che hanno preso di mira la Siria in qualità di alleata dell'Iran. Ci sono state numerose atrocità terroristiche in Siria condotte da una "terza forza" che agisce contro il governo, contro i gruppo di manifestanti ed anche i civili, con l'obiettivo evidente di provocare una guerra civile. Mahfoud ha dichiarato però che il paese sopravvivrà a questa congiura e farà prevalere la propria sovranità.
Lyndon LaRouche è intervenuto in videoconferenza dagli Stati Uniti, insistendo sulla necessità di far rivivere la tradizione anti-imperiale dei padri fondatori degli Stati Uniti, in particolare la politica economica e creditizia rappresentata da Benjamin Franklin, Alexander Hamilton, Franklin D. Roosevelt, che consentirebbe la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali quali NAWAPA. Durante le domande e risposte ha risposto ad una domanda di Liliana Gorini, presidente di Movisol, sull'importanza del DDL presentato al Senato dal Sen. Oskar Peterlini per rilanciare il dibattito sulla separazione bancaria anche al Congresso ed al Senato USA, rompendo così lo "schema" che aggrava la crisi e conduce al pericolo di guerra.
Anche Jacques Cheminade non ha potuto essere presente di persona perché impegnato nella campagna presidenziale francese, e ha mandato un videomessaggio in cui sottolinea che la sua campagna sta raccogliendo il meglio della tradizione umanistica e repubblicana in Francia per costruire il mondo del domani, risolutamente rivolta al futuro, mentre la politica UE di oggi significa la distruzione sociale e la politica di austerità e rigore degli anni Trenta. "Si tratta di una politica che non guarda avanti, che si rifiuta di guardare al futuro. E che porterà alla caduta dell'Europa".
Grande interesse ha suscitato l'intervento di Claudio Giudici, leader del sindacato Uritaxi e di Movisol, che ha parlato della "resistenza in Italia contro la dittatura dell'UE" e contro la politica di liberalizzazioni del governo Monti. E' seguito l'intervento di Gene Douglas della "LaRouche Brigade" in Irlanda, che ha portato un messaggio di sostegno del leader di Sinn Fein Gerry Adams.
Nella sessione dedicata alla scienza ha preso la parola Sergei Pulinets dell'Accademia delle Scienze Russa, che ha tracciato un parallelo tra le turbolenze nel mondo fisico e le turbolenze nella società, che possono condurre ad una catastrofe. Ha spiegato che il suo lavoro è aumentare la capacità di prevedere terremoti ed altri fenomeni "naturali" ed anche la Difesa Strategica Russa sulla Terra (SDE), di cui è stato nominato consigliere.
Contributi affascinanti sull'epistemologia e la scienza sono stati dati da Bruce Director, consigliere scientifico di LaRouche, e da Sky Shields della famosa equipe scientifica giovanile di LaRouche (il "basement"). Ulf Sandmark dalla Svezia ha parlato dei progetti per sviluppare l'Artico e Rudolph Bierent, del laboratorio spaziale francese ONERA, ha dato una presentazione dettagliata sull'industrializzazione della luna come primo passo verso Marte, ispirando ottimismo culturale.
Video e testi degli interventi sono reperibili sul sito di MoviSol.
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