MA SONO SEMPRE LORO: I BLACK BLOK!!! gv.
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Voci Dalla Strada <vocidallastrada@live.it>
A: vitali.giorgio@yahoo.it
Inviato: Sabato 3 Marzo 2012 10:38
Oggetto: Voci Dalla Strada
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Voci Dalla Strada |
Posted: 02 Mar 2012 09:21 AM PST VALSUSA: DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO Le pecorelle sono diventate lupi. Ore di cariche, lacrimogeni e idranti contro i No Tav, e poi una caccia all'uomo nei vicoli e nei bar. Vetrine spaccate e auto devastate. Corriere e Repubblica preparano e sostengono l'escalation. Una valle occupata, devastata e saccheggiata. Di Marco Santopadre Contropiano "È trascorsa senza incidenti la notte in Valsusa" dicono stamattina le agenzie di stampa. Ma ieri sulla Torino-Bardonecchia per ore è stata battaglia. L'ordine alle forze di occupazione era di rimuovere le barricate a Chianocco a ogni costo. Un assalto ripetuto da parte di centinaia di Poliziotti e Carabinieri bardati di tutto punto che però ha faticato parecchio a vincere la resistenza di alcune centinaia di No Tav rimasti fino a tarda sera a prendersi le botte, i calci, le manganellate e a respirare i gas lacrimogeni (il cui uso la Questura di Torino continua contro ogni evidenza a negare). Contro il blocco sulla A32 i militari hanno lanciato le ruspe, e contro i manifestanti sdraiati a terra sono stati sparati getti di acqua a pressione dagli idranti. Quando dopo ore di cariche il blocco era stato rimosso i manifestanti si sono sdraiati a terra, esercitando quella resistenza passiva che oggi i quotidiani definiscono 'violenza' e 'assalto'. I No Tav, compresi gli anziani manifestanti sono stati trascinati via dai celerini senza tanti complimenti. Neanche chi si era allontanato dall'epicentro dell'assalto è scampato alle botte, visto che i militari e i poliziotti hanno scatenato una incredibile caccia all'uomo nelle vie di Chianocco. Ma i quotidiani oggi non hanno visto le vetrine sfondate dagli uomini in divisa e il terrore sparso tra gli abitanti del piccolo centro. Una escalation che era stata opportunamente preparata durante la giornata da una sfilza di dichiarazioni bipartisan da parte di esponenti politici mentre i siti di Repubblica e Corriere montavano i casi dei reporter picchiati dai No Tav, dell'intolleranza di Perino nei confronti di una intervista-provocazione dei conduttori de La Zanzara e delle 'offese' del giovane attivista No Tav contro un Carabiniere senza volto (e senza codice di identificazione). Un clima che ha opportunamente preparato l'opinione pubblica all'assalto contro i manifestanti che hanno tentato di difendere il loro blocco come hanno potuto, ma che alla fine hanno dovuto cedere sotto i colpi di quelle che alcuni media definiscono giustamente 'falangi' di celerini. D'altronde la Ministra Cancellieri aveva avvertito: si al dialogo, ma sulla Tav non si torna indietro. Pesantissimo il bilancio a fine giornata: cinque i manifestanti fermati di cui quattro rilasciati, mentre un ragazzo di 32 anni è stato arrestato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. La Digos della Questura di Torino avverte che sta analizzando filmati e foto per identificare e denunciare altri manifestanti. Decine di attivisti sono stati picchiati selvaggiamente: teste spaccate, arti fratturati, contusioni. Ma curate le ferite – almeno quelle inferte sul corpo – i No Tav hanno realizzato durante la notte una improvvisata assemblea, lanciando una nuova mobilitazione. "Alle 18 blocchiamo tutto" è l'indicazione dentro e fuori la Val di Susa. Centinaia di manifestanti, appena cacciati dall'autostrada a Chianocco, si sono ritrovati nel salone del centro polivalente di Bussoleno per decidere come rispondere al blitz. Il Movimento No Tav accusa la Questura di Torino «di cariche violentissime, caccia all'uomo, vetrate dei bar distrutti per un rastrellamento di antica memoria, macchine parcheggiate vandalizzate e altro» |
Posted: 02 Mar 2012 06:40 AM PST Intervista di Fabio Polese a Marco Cedolin Nei giorni scorsi hai scritto che "sicuramente Luca (Abbà, ndr) ha molto da insegnarci, anche dal letto di ospedale, perché ha rifiutato di morire dentro, come stiamo morendo tutti noi". Giorno dopo giorno divorati dall'inutile, aggiungo io. Molta gente ha "vomitato" sentenze senza neanche farsi qualche domanda sul perché un giovane sia determinato a combattere per la salvaguardia della terra in cui è nato e nella quale vorrebbe continuare a vivere. Marco Cedolin, te che vivi in Valsusa e da tempo partecipi alla protesta contro il treno ad alta velocità, ci spieghi perché vi battete? Fondamentalmente per una ragione molto semplice. La polazione della Valsusa desidera continuare a vivere in un "salotto" (sia pur già devastato profondamente da troppe infrastrutture pesanti) dove si può coltivare la terra, respirare aria pulita e godere di boschi e montagne fra i più belli del mondo. Nessuno aspira a trasferirsi in un "corridoio di transito", dove manca l'acqua, la terra si trasforma in smarino tossico, l'aria è ammorbata dalle fibre di amianto e le persone si ammalano. Rifiutare la decisione d'immolare la propria vita e quella dei propri figli sull'altare del mercato, mi sembra una motivazione oggettivamente incontestabile. Poi ne esistono molte altre, il TAV brucerà il denaro dei contribuenti italiani ridotti alla fame, nella costruzione di un'opera assolutamente inutile e priva di qualsivoglia prospettiva di ritorno economico, ingrasserà la mafia e le banche a detrimento dell'interesse dei cittadini, e potremmo continuare a lungo su questa falsariga. |
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