IN QUESTI CASI OCCORRE ESSERE MOLTO CAUTI. E RIUSCIRE A CAPIRE I MECCANISMI CHE SI INSTAURANO NEI PROCESSI A LIVELLO GLOBALE. GIA' A LIVELLO PROVINCIATE, MA CHE DICO, DI PAESE, LE NOTIZIE VORTICANO IN TUTTE LE DIREZIONI E GIUNGONO MOLTO SPESSO DOVE NON DEVONO ARRIVARE. Tuttavia, il CASO DIVENTA EMBLEMATICO QUANDO CI SI ADDENTRA NELLA FENOMENOLOGIA DEI PROTOCOLLI, un dente scoperto di lorsignori, CHE TREMANO OGNI VOLTA POSSANO VENIRE ALLA LUCE I LORO INTRIGHI. Abituati come sono a CELARLI! Così capita oggi ai libri di Andrea Giacobazzi, dal titolo < L'ASSE ROMA-BERLINO- TEL AVIV> libro quanto mai importante, anche se molte cose erano da NOI già conosciute.L'altro libro: < Il fez e la kippà> ha suscitato un grave allarme nell'"ambiente sionico" che sta cercando in tutti i modi di bloccarlo.
UN INGENUO potrebbe chiedersi le ragioni di un OSTRACISMo così determinato, perchè questi testi fanno vedere contatti molto profondi fra gli stati fasciate e nazista e SION.Persone serie, non vincolate dall'abitudine ai trucchi, ai travisamenti, alle falsificazioni sistematiche degli eventi del passato, a cominciare dalla bibbia e dai vangeli, lascerebbero che le notizie, specie se STORICAMENTE APPURATE, filtrassero negli ambienti kulturali.INVECE il falso è nella loro natura di servi del GOLEM. Ed allora ecco l'importanza di allargare al massimo il cerchio delle conoscenze sugli autentici retroscena della nostra storia. POTREBBE DARSI CHE IL REDDE RATIONEM ARRIVI QUANTO PRIMA E FACCIA GIUSTIZIA DI DUEMILA ANNI DI CIRLATANERIE. GV.
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Ubaldo Croce <ubaldo.croce@tin.it>
A: 'Giorgio Vitali' <vitali.giorgio@yahoo.it>
Inviato: Martedì 13 Marzo 2012 23:31
Oggetto: I: Ubaldo
Da: Ubaldo Croce <ubaldo.croce@tin.it>
A: 'Giorgio Vitali' <vitali.giorgio@yahoo.it>
Inviato: Martedì 13 Marzo 2012 23:31
Oggetto: I: Ubaldo
Caro Giorgio,
mando anche a te cio' che ho mandato a Maurizio sul caso dei "Protocolli dei savi anziani di sion". Fai circolare anche tu queste mie note.Grazie.
Ubaldo
Da: Ubaldo Croce [mailto:ubaldo.croce@tin.it]
Inviato: martedì 13 marzo 2012 23.30
A: 'Maufil'
Oggetto: Ubaldo
Inviato: martedì 13 marzo 2012 23.30
A: 'Maufil'
Oggetto: Ubaldo
Caro Maurizio,
vorrei aggiungere alcune note sulla discussione se i "Protocolli dei Savi anziani di Sion" siano veri,autentici oppure no. E ti pregherei gentilmente di far circolare quanto scrivo. Vengo al dunque. E' da tempo che su questa faccenda dei "Protocolli" se ne dicono di tutti i colori. C'è chi dice che è un falso ,chi dice che è vero e chi dice che è veridico. Ma stiamo ai fatti. Prima di tutto nessuno puo' affermare che siano falsi o che siano veri. Infatti l'autore ( o gli autori ) di tale libello non sono noti. C'è comunque un fatto ben chiaro,preciso. Che tutto cio' che vi fu scritto si è totalmente avverato ed è in fase di avverarsi (salvo che Putin,gli iraniani e altri mandano a monte tale diabolico piano). Allora la domanda è: ma se sono falsi (nel senso che non sono veri) come mai tutto cio' che vi è scritto si è tutto avverato e il resto rischia di avverarsi? Chi li scrisse fu ( o furono) un genio,un grande indovino oppure un fortunato (visto che molte cose ivi contenute si sono avverate) indovino? Come è ben noto il libro dei "Protocolli" fu acquisito il 10 agosto del 1906 dalla British Museum Library e fu protocollato con il numero d'entrata n.3926-d-17. Senonchè, La "Tribune Juive" di Losanna (CH) del 25 marzo 1921 coglieva in fallo tutti quelli che avevamo asserito esistere alla " Biblioteca del British Museum" una copia dei Protocolli del 1905, ivi entrata nel 1906 , bollata e registrata col relativo numero. Falso! Esclamava la Tribune Juive, noi abbiamo mandato un ineccepibile cristiano a cercare il libro segnato 3296 e 17, ebbene, a questo numero NON esistono affatto i Protocolli; ecco le menzogne degli antisemiti. Chi non ci crede vada, domandi il 3296 e 17 e…vedrà!!
Ebbene, il numero dei Protocolli entrati nel 1906 al British Museum era, come è stato sempre, indicato3926 d 17, timbro di data 10 agosto 1906 ( vedi anche versione italiana pubblicata nel 1920). Gli "ingegnosi" invertirono le due cifre interne del numero, ne fecero 3296 invece di 3926, mutarono il d in e poi mandarono i go…nzi a cercare i Protocolli sotto quel numero falsificato.
Non bastò. Cavarono poi fuori i plagi dei Protocolli da un vecchio libro francese ( 1865) di Joly, per dimostrare che non furono scritti da un ebreo, come se un ebreo non potesse commettere anche un plagio! Poi venne nelle sue due fasi, il noto processo di Berna che terminò con la clamorosa sconfitta dell'ebraismo, il quale sperava tirarne fuori la non autenticità dei Protocolli….. A questo punto un'altra domanda sorge spontanea. Perché gli ebrei con il loro organo "La tribune Juive" riportarono un numero volutamente falsificato nell'indicare il numero di entrata dei "Protocolli" acquisito dalla "British Museum Library" se poi era un falso? Non si indica una cosa falsa con altrettanta indicazione falsa. O no? Insomma:"gatta ci cova" si direbbe…
Ubaldo Croce
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