NAPOLITANO:'NESSUN ATTO DI CORAGGIO'....
'Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi', disse il Poeta. Fu Bertolt Brecht, ed aveva proprio ragione.
Lo conferma oggi il Presidente Giorgio Napolitano, indirizzando un messaggio per l' 8 marzo alle donne ed ai giovani. Nel quale, constatando il clima di 'diffusa e scandalosa illegalità' invalso nel Paese, afferma che a 'nessuno è doveroso compiere alcun atto di coraggio', per sanare la stessa.
E' sottinteso: al posto di 'chi di dovere', cioè istituzionalmente, è pur tenuto a farlo.
Discorso prontamente riportato, con grande enfasi, dal Berling-iustizialista 'TG-BR 3' , diretto da quel genus che nel PCI dell' epoca sostituì l' inchiesta giudiziaria alla politica, coi noti risultati che vediamo.
Che belle parole, quelle del Presidente ! Soprattutto se corroborate da altrettanti fatti.
Perché Napolitano, "soldato eternamente buono, ma solo per la <prossima volta>", è stato coerente.
Non lo si potrà mai accusare di questo: 'compiere alcun atto di coraggio' !
Lasciamo stare la guerra, in cui tutto è octroyé a tutti quanti, dato il disastro generale. Non è per caso che Malaparte esaltò proprio ' La Pelle ' come valore ultimo e fondante da salvare, e prese Napoli ad esempio di ciò.
'Napoli milionaria' non ancora, come invece narrò lo sdegnatissimo Eduardo; ma già intenta 'al salvabile', come Don Benedetto, a quell' epoca suo nume tutelare.....
Stiamo dunque ai fatti certi.
1) Già nel 1956, di fronte alla repressione dei patrioti ungheresi compiuta dai carri armati del 'Dittatore' filoamericano Kruscev, il noto 'destalinizzatore' che agì in difesa di due tiranni (Mathias Rakosy ed Erno Geroe) che Stalin stesso avrebbe fatto appendere come fece con altri lor congeneri-burocrati odiati dal popolo, Napolitano non compì alcun atto di coraggio: come invece fecero ben 101 intellos, molti amicissimi suoi, o quali lo sollecitarono ad aderire alla loro lettera di netta ripulsa per l' invasione kruscevian-sovietica; ai danni del Governo Rivoluzionario Nazionale insediato a Budapest dopo la vittoriosa rivolta popolare guidata dal Colonnello Maléter Pàl.
Oggi sappiamo che il carnefice ucraino decretò così la morte del Soviettismo stesso: sotto quell' atto manca, per sua fortuna, la firma di Napolitano. All' epoca già alto dirigente del PCI, che rimase così 'buono per un' altra volta', mentre tutti quegli altri scomparvero pressoché interamente dalla vita politica.
2) Venti anni dopo, vedi un po' il caso solo apparentemente contraddittorio, Napolitano fu 'nominato', dati suoi trascorsi di grande familiarità con quella lingua già dal '43, Ambasciatore del PCI in USA, di concerto fra Andreotti e Berlinguer, dopo la grande affermazione del PCI stesso alle elezioni del '75-'76:
Sempre Impero jè, e lui sempre Missus Dominicus !
3) Nel 1979, quando Berlinguer svoltò alla 'questione giudiziaria', come sostituto di quella 'via politica' impostata 35 anni prima col famoso discorso di Salerno, si trovò contro Amendola il 'Nazionale', che proprio la incarnava personalmente: e di cui Napolitano era addirittura il più diretto allievo, pupillo scelto a Napoli già nel '43-'44, che ne governava le truppe relative in Comitato Centrale, per conto del suo leader.
Quando ci fu battaglia, e ferocissima, Napolitano, anziché tentare la difesa del Capo, le trasportò interamente sul bordo opposto del fiume, quello di Berlinguer, che così vinse in un FIAT la guerra interna: trasformando il PCI da Partito 'Italiano', in Atlantista. 'Transnazionale' e giustizialista, talchè ancor oggi resta appeso agli sbirri Pannella e Bonino, e al questurino Di Pietro che ne dettano la strategia politica.
(Pensate voi se al Rubicone qualche luogotenente di Zio Giulio Cesare, avesse invece traghettato i milites dalla parte della Mala Bestia, Senatoria e oligarchica ! La Storia sarebbe stata diversa, ma lui avrebbe salvato la pelle, mentre Cesare morì di quella sfida pur vittoriosa soltanto un anno dopo !)
4) Durante il famoso biennio del Terrore giudiziario, '92-'93, la Colonna Manzoniana di Milano giunse al massimo oltraggio verso le Istituzioni Repubblicane, che Napolitano stesso incarna oggi, da Presidente della Repubblica, come allora incarnava da Presidente della Camera: ebbene di fronte ad un Atto di Perquisizione decretato dal PM Davigo nei confronti delle 'carte dei partiti' custodite nelle sedi dei Gruppi Parlamentari di Monte Citorio inviolabile e inviolato persino durante il Ventennio….'Si accomodi, Sior …!', egli non compì quell' atto di coraggio, opponendosi allo stupro, che forse gli costava la futura carriera, ma salvava l' Italia e il suo Partito stesso dalla odierna, disastrosa situazione che egli stesso denuncia a giorni alterni. Il manipolo bivaccò lungamente, Napolitano non oppose verbo.
5) E così oggi, davvero eroicamente, denuncia quella 'illegalità' che appena tre giorni fa, semmai ci fosse, ha egli stesso sancito: col 'non opporsi' alla prova di forza di Berlusconi, ed alla imposizione del famoso 'decreto-salvaliste', così sollecitamente da lui controfirmato.
< 'NESSUN ATTO DI CORAGGIO' spetti a chiunque di compiere>, ha scolpito la frase il Presidente: stavolta per davvero un mirabile esempio di coerenza tra le parole e i fatti !
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