----- Messaggio inoltrato -----
Da: Giuseppe Biamonte <biamonte@uglcredito.it>
A:
Inviato: Lunedì 17 Ottobre 2011 19:22
Oggetto: 3 articoli d'attualità sui moti degli indignados e dintorni
Due da effedieffe (Blondet e Copertino), il terzo è l'editoriale di sabato di Gaudenzi su Rinascita.
Un appunto al bell'appello di Copertino sullo scippo delle tesi di Auriti e Pound, riguarda i riferimenti che l'autore fa circa le osservazioni di Pio XI sulla crisi economica del '29, contenute nella poco conosciuta enciclica "Nova impedent". Nel riportare alcuni paragrafi Copertino ricorda l'accorato e giusto appello pontificio a favore delle classi più deboli in un momento di crescente disoccupazione e indigenza e la denuncia contro "la corsa sfrenata agli armamenti", facendo un parallelo con la situazione attuale. Peccato però che si tratta dello stesso Pontefice, che non "si avvide" che chi tentò di arginare l'usurocrazia proveniente dallo «imperialismo internazionale del denaro e dal potere più che mai dispotico (di)… quelli che, tenendo in pugno il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso, di cui vive l'organismo economico, e hanno in mano, per così dire, l'anima dell'economia, sicché nessuno, contro la loro volontà, potrebbe nemmeno respirare» (Pio XI, Enciclica Quadragesimo Anno), furono proprio quei governi (l'italiano e, poco dopo, il tedesco), nemici giurati della cupola finanziaria che "tenendo in pugno il danaro, la facevano da padroni" che nazionalizzarono le banche e tutte le principali industrie strategiche nazionali, abbattendo disoccupazione e speculazione. Comme d'habitude, predicare bene e razzolare male sembra essere il segno distintivo che accompagna da secoli la storia e la politica della monarchia pontificia. Sì, perché, guarda caso, fu proprio lo stesso Pio XI a divenire strenuo avversario dei governi fascista e nazionalsocialista; un'avversione che sfociò addirittura nella promulgazione delle due famose encicliche "Non abbiamo bisogno" e "Mit brennender Sorge". E come sia andata poi a finire la storia lo sappiamo purtroppo molto bene! Chissà che direbbe oggi l'illuminato pontefice di fronte alla situazione attuale! Una sfilza di nuove encicliche? Contro chi?
Da: Giuseppe Biamonte <biamonte@uglcredito.it>
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Inviato: Lunedì 17 Ottobre 2011 19:22
Oggetto: 3 articoli d'attualità sui moti degli indignados e dintorni
Due da effedieffe (Blondet e Copertino), il terzo è l'editoriale di sabato di Gaudenzi su Rinascita.
Un appunto al bell'appello di Copertino sullo scippo delle tesi di Auriti e Pound, riguarda i riferimenti che l'autore fa circa le osservazioni di Pio XI sulla crisi economica del '29, contenute nella poco conosciuta enciclica "Nova impedent". Nel riportare alcuni paragrafi Copertino ricorda l'accorato e giusto appello pontificio a favore delle classi più deboli in un momento di crescente disoccupazione e indigenza e la denuncia contro "la corsa sfrenata agli armamenti", facendo un parallelo con la situazione attuale. Peccato però che si tratta dello stesso Pontefice, che non "si avvide" che chi tentò di arginare l'usurocrazia proveniente dallo «imperialismo internazionale del denaro e dal potere più che mai dispotico (di)… quelli che, tenendo in pugno il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso, di cui vive l'organismo economico, e hanno in mano, per così dire, l'anima dell'economia, sicché nessuno, contro la loro volontà, potrebbe nemmeno respirare» (Pio XI, Enciclica Quadragesimo Anno), furono proprio quei governi (l'italiano e, poco dopo, il tedesco), nemici giurati della cupola finanziaria che "tenendo in pugno il danaro, la facevano da padroni" che nazionalizzarono le banche e tutte le principali industrie strategiche nazionali, abbattendo disoccupazione e speculazione. Comme d'habitude, predicare bene e razzolare male sembra essere il segno distintivo che accompagna da secoli la storia e la politica della monarchia pontificia. Sì, perché, guarda caso, fu proprio lo stesso Pio XI a divenire strenuo avversario dei governi fascista e nazionalsocialista; un'avversione che sfociò addirittura nella promulgazione delle due famose encicliche "Non abbiamo bisogno" e "Mit brennender Sorge". E come sia andata poi a finire la storia lo sappiamo purtroppo molto bene! Chissà che direbbe oggi l'illuminato pontefice di fronte alla situazione attuale! Una sfilza di nuove encicliche? Contro chi?
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