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sabato 15 ottobre 2011

I: LE FORMALITA’ DEL “TRATTATO DI PACE” DEL 10 FEBBRAIO 1947 - CARLO MORGANTI - intervista


----- Messaggio inoltrato -----
Da: antonio faz <nusrat63xxx@hotmail.com>
A:
Inviato: Sabato 15 Ottobre 2011 9:32
Oggetto: LE FORMALITA' DEL "TRATTATO DI PACE" DEL 10 FEBBRAIO 1947 - CARLO MORGANTI - intervista


 
 

LE FORMALITA' DEL "TRATTATO DI PACE" DEL 10 FEBBRAIO 1947

Giovanna Canzano
intervista
CARLO MORGANTI
13 ottobre 2011
Canzano - Il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 tra l'Italia e gli Stati avversi della seconda guerra mondiale  - 1940 / 1945 – fu possibile renderlo esecutivo solo con la delibera parlamentare di accettazione in sede all'Assemblea Costituente del 31 luglio 1947 (Il Corriere di Roma n. 933 pag.3 anno 2011)
 
     MORGANTI - E' necessario però a tal proposito precisare altri dati, forse poco noti, allo scopo di chiarire  definitivamente  come si svolsero le formalità, che portarono all'accettazione di quel  Trattato, che purtroppo ancora pesa tristemente sulla politica interna ed estera d'Italia.
Il Marchese Antonio Meli di Soragna, estromesso durante il ventennio dal Ministro degli Esteri dell'epoca, Galeazzo Ciano, fu riammesso in carica dopo il crollo del fascismo e per anzianità, riconoscendogli il titolo di Ambasciatore, venne a trovarsi primo nei ruoli del Ministero, e quindi incaricato dal Ministro degli esteri Sforza a firmare per l'Italia il Trattato di Parigi ossia il cosiddetto  "Trattato di Pace" .
La sera del 10 febbraio 1947 il Marchese Antonio Meli di Soragna, dopo avere firmato l'atto conseguente alla resa incondizionata ed allo scopo di dare autenticità alla firma apposta e non disponendo del sigillo statale repubblicano, ritenne opportuno contrassegnare il documento con il proprio anello dotato dello stemma di famiglia di Marchese e non potendo effettuare alcuna dichiarazione, per preventivo divieto, l'ambasciatore potè solo dichiarare che la propria firma doveva ritenersi valida, secondo il diritto internazionale, solo se "l'Assemblea Costituente italiana, riunita in sede parlamentare, avesse ratificato il Trattato" .
   La particolarità importante  consiste nell'evidenziare che le credenziali di Ambasciatore d'Italia, con le quali il Presidente della Repubblica Italiana lo confermava plenipotenziario per la firma del Trattato, erano riportate su carta pergamenata, che per trasmettere valore autentico, mostrava l'apposizione del sigillo ufficiale dello Stato monarchico  comprensivo di corona, scudo sabaudo, fasci littori e collare dell'annunziata, in quanto inesistente nel febbraio del 1947 l'emblema ufficiale dello Stato repubblicano.
Canzano – Come avvenne la ratifica del Trattato?
 
MORGANTI - La ratifica e quindi l'accoglimento del Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 fu reso esecutivo   con la delibera parlamentare dell'Assemblea Costituente del 31 luglio 1947,  con 262 voti favorevoli, 68 contrari e 80 astenuti e si opposero Benedetto Croce, Ivanoe Bonomi, Saverio Nitti, Vittorio Emanuele Orlando, Presidente della Vittoria della prima guerra mondiale ove alla Conferenza della Pace di Versailles coniò la celebre frase "vittoria mutilata" e nel corso del suo intervento oratorio dei 31 luglio 1947, votando contro il riconoscimento del Trattato, inveì contro Alcide de Gasperi accusandolo di "cupidigia di servilismo" riferendosi alla sua partecipazione nella Conferenza della Pace tenutasi al Palazzo del Lussemburgo, sede del Senato francese, ove erano state discusse le direttive per i Trattati da imporre alle Nazioni soccombenti.
 
Canzano – Ci fu anche un'affermazione del Senatore Giulio Andreotti?
 
MORGANTI – Infatti, a conclusione si ricorda che lo stesso Senatore a vita Giulio Andreotti su "Il Tempo" del 14 aprile 2003 ebbe ad affermare "l'Assemblea Costituente eletta il 2 giugno 1946 è illegale perché le elezioni avvennero in regime di occupazione militare straniera e soltanto col permesso dello straniero occupante " e da quella data di accettazione parlamentare del Trattato di Pace lo Stato repubblicano potè rientrare, anche se con propria sovranità limitata,  nel consesso internazionale e  da quella data le truppe d'occupazione lasciarono il territorio nazionale rimanendovi in parte ancora ai sensi di successivi accordi, in realtà imposizioni sempre alla luce di quel Trattato.
 
Canzano – Cosa si intende per occupazione militare straniera?
 
MORGANTI - Interessante la sua domanda, alla quale in parte ho già precedentemente risposto e che riconfermo: per  occupazione militare straniera è pacifico intenderla per  quella anglo-americana.
 
      Conseguentemente, si osserva al presente, non si comprende come il Ministero della Difesa della Repubblica Italiana generi tante difficoltà all'accettazione della presenza della Bandiera  italiana con Stemma e Corona Sabauda, come indiscutibile immagine storica, non solo nelle cerimonie nazionali istituzionali, ma soprattutto nell'ascendere all'Altare della Patria dal momento che tale Simbolo Sabaudo fu utilizzato dalle Istituzioni della Repubblica nel suo avvenimento fondamentale di accettazione del primo e basilare Trattato internazionale, dal quale la Repubblica stessa potè iniziare, bene o male che sia, ad operare.
 
Carlo Morganti video-intervista
http://www.youtube.com/watch?v=SgtD_hRosUE
 
giovanna.canzano@yahoo.it 
http://www.facebook.com/giovanna.canzano
338.3275925
Giovanna Canzano - © - 2011



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