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martedì 22 novembre 2011

Re: UN UNICO FILO TRA L’ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE

L'ARGOMENTO è GHIOTTO E VA AFFRONTATO. GIUSTAMENTE TU DICI che giudico ragionando geopoliticamente. Ma il primo punto da considerare è proprio questo. C'è infatti da chiedersi se l'attualità è NUOVA oppure invece non è un sistema IMPERIALE già presente sulla Terra ma con dimensioni differenti. PROPENDO per la seconda risposta. Esempi: Impero romano, Impero romano d'Oriente, Impero spagnolo, Impero inglese. Penso che le pulsioni imperiali in azione in questi momenti tempo-spaziali siano dello stesso impatto di quelle che stiamo vivendo ora. Le ideologie  e le religioni sono differenti, ma la sostanza "imperiale" che non lascia spazio, almeno in teaoria, a dissidenze, è la stessa. Oggi abbiamo il vantaggio dello spostamento ( che è anche turistico) e della comunicazione. Sicuramente più rapida e finora meno controllata. Abbiamo anche delle "dissidenze" non da poco, mentre sta emergendo contro la volontà di "lorsignori" un multipolarismo inevitabile. ( E' il "loro" inevitabile destino. Questi fatti NON possono essere ignorati, mentre lo "strano" fenomeno della modernizzazione sta pervadendo i paesi cosiddetti sottosviluppati. D'altronde, come hanno rilevato i commentatori a comando delle RIVOLTE arabe, questo processo porta inevitabilmente all'aumento delle richieste. E le ATTESE "disattese" fanno come minimo incazzare. Come dimostra l'aumento del fondamentalismo islamico. DEL quale NON si può assolutamente ipotizzare il probabile sbocco. GV.

Da: Maufil <maufil@alice.it>
A: Giorgio Vitali <vitali.giorgio@yahoo.it>; biamonte@inwind.it; Alba Mediterranea <albamediterranea@googlegroups.com>; Europeanconsumers <europeanconsumers@yahoogroups.com>; Civium Libertas Tribuna <tribunadiciviumlibertas@yahoogroups.com>
Inviato: Martedì 22 Novembre 2011 19:11
Oggetto: Re: UN UNICO FILO TRA L'ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE

Ma, qui, caro Giorgio, credo che ci divideremmo sulla analisi delle logiche e cause storiche.
Tu, credo, ritieni che quanto sta accadendo sono i contraccolpi delle evoluzioni geopolitiche, con le conseguenti e inevitabili contraddizioni, che determinano certe strategie e certi avvenimenti.
 
Io viceversa, ragiono oramai in termini "moderni", laddove vedo che il processo di globalizzazione è oramai diffuso in ogni piccola parte del mondo e non solo come forme di meticciato e di società multietnica, ma soprattutto come forma di vita esistenziali.
L'evoluzione dei trasporti (in poche ore stai da una parte all'altra dell'emisfero), delle comunicazioni e dell'informazione (puoi comunicare in tempo reale con tutto il mondo e soprattutto via computer puoi interagire in tempo reale, con situazioni in atto agli estremi poli della terra).
Tutto questo solo cento anni addietro non esisteva.
A questo aggiungici la "globalizzazione" del pensiero, per la quale oramai entità nazionali e culture particolari vanno sparendo per essere sostituite da una forma mentis, da una cultura di carattere modernista, neoradicale, mondialista e planetaria. Per fare un esempio quanto mai attuale, puoi constatare come genti arabe, o gli stessi  cinesi, pur con le loro usanze e culture, tutti oramai "vivono", "sentono" e "desiderano" i sistemi di vita occidentali, per non parlare dei beni di consumo occidentali, e tale globalizzazione del pensiero e dei desideri non può non avere conseguenze "globalizzanti" negli avvenimenti storici.
 
Ma ancor più, e questo per me è determinante, il vero potere mondiale, incentrato soprattutto sul possesso di una enorme potenza finanziaria che permette di controllare commerci, economie (globalizzate ovviamente), mass media (oggi decisivi per il controllo dell'umanità) e anche, trasversalmente, classi dirigenti di potere, questo potere dicevo, è in mano ad una decina di grandi e ataviche famiglie, le quali vivono e operano, senza alcuna aderenza specifica al territorio in cui risiedono, ma sono in tutti i sensi realtà "cosmopolite".
Ergo, se queste specifiche Famiglie hanno questo enorme potere, tale che una Amministrazione americana, un Presidente Usa, tanto per parlare dello Stato più potente al mondo, in virtù dei meccanismi democratici per la quale si formano, sono espressione, o comunque sono controllati, da questo potere finanziario, di natura per giunta occulta, allora NON POSSIAMO più ragionare unicamente in termini geopolitici, perchè gli interessi geopolitici, le contraddizioni che la geopolitica crea, sempre ci saranno, è inevitabile, ma non sono più il SOLO motore della Storia.
 
Il sistema di rapina e usurocrazia che, forse in conseguenza della crisi finanziaria mondiale, è uscito allo scoperto e ha dovuto stringere le maglie verso Stati fino a ieri controllati sono indirettamente, imponendo governi a lui riferenti, non risponde a logiche geopolitiche.
 
Dunque, per concludere, io credo, e l'analisi storica del XX secolo e di questi recentissimi anni, me lo conferma, che tutto si muove, sia pure lentamente, spesso contraddittoriamente e con passi in avanti e indietro, ma decisamente, verso l'attuazione di quella che dovrebbe essere la Grande Opera, intesa in senso profano, ovvero la realizzazione di un governo mondiale, reso finalmente possibile  (dico possibile, non sicuramente attuabile) anche dalla enorme  evoluzione della scienza e della tecnologia.
 
Per fare un esempio, calzante a questo argomento, il Vaticano non è stato ricattato e minato dalle fondamenta, solo per uno scontro di potere o di interessi finanziari su scala mondiale, anche questo, ma non solo, il problema vero è quello che in una futura Repubblica Universale, planetaria, non c'è posto per una religione particolare che non sia più di un fatto folcloristico e magari endemico ad una specifica area geografica.
Maurizio
 
Sent: Tuesday, November 22, 2011 6:04 PM
Subject: Re: R: Re: UN UNICO FILO TRA L'ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE
 
PIU' CHE SOTTOLINEARE IL FATTO IN SE' DOVREMMO TRARNE LE CONCLUSIONI: QUALE è LA VERA POLITICA DELLE FORZE IN GIOCO??? gv.
 
Da: "biamonte@inwind.it" <biamonte@inwind.it>
A: maufil@alice.it; Giorgio Vitali <vitali.giorgio@yahoo.it>; Alba Mediterranea <albamediterranea@googlegroups.com>; Europeanconsumers <europeanconsumers@yahoogroups.com>; Civium Libertas Tribuna <tribunadiciviumlibertas@yahoogroups.com>
Inviato: Martedì 22 Novembre 2011 17:58
Oggetto: R: Re: UN UNICO FILO TRA L'ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE

Sul caso di Cédric Tornay molto interessante è la famosa pubblicazione Bugie di Sangue in Vaticano, Kaos Edizioni, Milano 1999 € 14,46, con un articolo interamente dedicato alle iniziative che già allora prese la mamma di Cédric, Muguette Baudat. Consiglio vivamente la sua lettura. Intrecci tra banda della Magliana e Vaticano sono ulteriormente testimoniati dalla vergognosa sepoltura (dietro nulla osta del card. Ugo Poletti) del capo della banda della magliana, Enrico de Pedis detto Renatino, nella cripta della chiesa romana di S. Apollinare, che sembra sia propietà dell'Opus Dei.

----Messaggio originale----
Da: maufil@alice.it
Data: 22/11/2011 15.47
A: "Giorgio Vitali"<vitali.giorgio@yahoo.it>, "Alba Mediterranea"<albamediterranea@googlegroups.com>, "Europeanconsumers"<europeanconsumers@yahoogroups.com>, "Civium Libertas Tribuna"<tribunadiciviumlibertas@yahoogroups.com>
Ogg: Re: UN UNICO FILO TRA L'ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE

Ricordo perfettamente che già allora venivamo chiamati "complottisti".
Il fatto è che eravamo in presenza di una serie di azioni e situazioni che parlavano da sole.
In un pugno di anni, che racchiudono l'attentato al Papa (1981), il caso di Manuela Orlandi (1983) e altri fatti correlati, si stavano verificando una serie di situazioni che avevano tutta l'apparenza di ricatti e pressioni verso il Vaticano.
Le più significative di queste azioni erano ovviamente il rapimento della Orlandi e l'attentato al Papa, ma non si dovevano sottovalutare le notizie scandalistiche che cominciavano a uscir fuori  su Marcinkus, lo scandalo IOR, crack Ambrosiano, e quindi direttamente la chiamata in causa della finanza Vaticana, la morte di Roberto Calvi (1982), Sindona (1986), ecc.
                                               
Orbene questi avvenimenti non potevano essere casuali, ma erano sicuramente determinati da sottili strategie e si verificavano attraverso l'uso di apparati di Intelligence (in particolare quelli dell'Est)  e della malavita (banda della magliana), a cui  ovviamente non erano indifferenti i servizi segreti occidentali.
Ma questa lettura è anche  insufficiente, perchè a mio avviso a monte di tutto questo c'erano massonerie mondialiste e cointeressenze del Mossad.  
Perchè dico questo?
Non solo perchè quando parliamo di servizi segreti dell'Est, e per la precisione, della Stati della Germani dell'Est, che ne aveva il controllo in Europa, parliamo di P. Markus Wolf, figlio del fisico e scrittore ebreo Friedrich Wolf e fratello del regista Konrad Wolf, che l'ha guidata, con assoluta padronanza, dalla seconda metà degli anni '50, fino alla caduta del muro. Si veda come ha influenzato la RAF tedesca, verso un terrorismo di comodo alla finanza mondiale.
Quindi, a mio avviso,  quando si parla di Brigate Rosse dietro cui ci fu anche la Stasi, o di servizi bulgari , etero diretti dalla Stasi e dal KGB, dobbiamo considerare, sempre e comunque, anche eventuali influenze e interessi di diversa natura
.
Ma soprattutto quegli attacchi, quei ricatti verso il Vaticano, servirono magnificamente a ridimensionare, una volta per tutte, la potenza Vaticana nel mondo.
E non è un caso che la capitolazione ci fu veramente ed avvenne, guarda caso, con l'andata di Giovanni Paolo II in Sinagoga (1986), un evento epocale, dalle incalcolabili conseguenze, che ha segnato un epoca.
Ecco qui il cui prodest !!!
 
Maurizio
 
Sent: Tuesday, November 22, 2011 11:12 AM
Subject: I: UN UNICO FILO TRA L'ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE
 
QUESTE DICHIARAZIONI SONO IMPORTANTI PERCHè DIMOSTRANO CHE POCHE COSE AVVENUTE IN ITALIA, fra quelle di importanza politica, SONO casuali. NOI l'abbiamo sempre sostenuto e ci hanno preso per...matti. SI VEDRà IN SEGUITO ANCHE SUI TANTI OMICIDI (RITUALI) SU CUI SI SOFFERMANO GIORNALMENTE I MEDIA. GV.
 
----- Messaggio inoltrato -----
Da: "avvocatocarli@gmail.com" <avvocatocarli@gmail.com>
A: 'Paolo D'Arpini' <saul.arpino@gmail.com>
Cc: 'Giorgio Vitali' <vitali.giorgio@yahoo.it>
Inviato: Lunedì 21 Novembre 2011 23:40
Oggetto: I: UN UNICO FILO TRA L'ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE

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UN UNICO FILO TRA L'ATTENTATO AL PAPA, EMANUELA ORLANDI E LA MORTE DEL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE

Giangavino Sulas per "Oggi"
FERDINANDO IMPOSIMATO
«Non è stato facile riannodare il filo degli avvenimenti, ma dopo anni di lavoro investigativo i sospetti e gli indizi sono diventati prove. Il filo degli avvenimenti oggi ci dice che l'attentato a Papa Wojtyla, il rapimento di Emanuela Orlandi e la strage delle Guardie Svizzere del 1998 fra le sacre mura del Vaticano appartengono alla stessa trama, rientrano nello stesso complotto». Ferdinando Imposimato, l'ex magistrato che ha condotto tante inchieste fra le quali quella sul caso Moro e sull'attentato a Giovanni Paolo II, ormai non ha dubbi, ha solo certezze.
E le sue rivelazioni aprono uno scenario da spy story con omicidi, sequestri, furti, ricatti, minacce, gettando nuova luce sugli appelli lanciati da Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, e Muguette Baudat, la mamma del caporale della Guardia Svizzera Cédric Tornay che secondo le autorità vaticane avrebbe assassinato il suo comandante e la moglie prima di spararsi alla testa.
Il fratello di Emanuela e la mamma di Cédric, nelle settimane scorse, a distanza di pochi giorni, si sono rivolti direttamente a Papa Benedetto XVI, chiedendo di conoscere la verità sui loro drammi pieni di buchi neri e di consultare i documenti sulle due inchieste. E, secondo Imposimato, i loro cari sono stati involontarie pedine di trame che i servizi segreti italiani, sovietici, bulgari e tedesco orientali hanno tentato in ogni modo di non fare emergere e che prevedeva anche un altro omicidio, quello del leader sindacale polacco Lech Walesa in visita al Papa, non riuscito perché il leader di Solidarnosc evitò la trappola.
Attentato al Papa Giovanni Paolo II - Ali Agca
ESTERMANN ERA UNA SPIA DELLA STASI
«Ho ricostruito queste vicende dopo 17 anni di indagini, superando una barriera di omertà, di bugie, di depistaggi, di minacce. Per non dire del muro di gomma opposto dal Vaticano che su questi avvenimenti ha fatto calare l'oblio e non ha mai consentito l'accesso ai documenti custoditi nei suoi archivi», racconta l'ex magistrato. «Ho potuto invece consultare quanto è rimasto degli archivi della Stasi, il servizio segreto della DDR, e soprattutto, dopo la caduta del Muro di Berlino, ho incontrato Markus Wolf, mitico comandante di quel servizio e il suo braccio destro Gunter Bohnsack.
Sono stati loro a confermarmi che l'attentato al Papa era stato voluto dal Kgb e affidato ai servizi bulgari, che sul rapimento di Emanuela sono intervenuti per depistare le indagini della magistratura italiana quando aveva scoperto la pista bulgara, e che Alois Estermann, il comandante della Guardia Svizzera ucciso con la moglie nel maggio 1998, era un loro agente segreto, reclutato a soli 17 anni. A reclutarlo fu il generale della Stasi Ernest Janicher, un nome che compare nel Dossier Mitrokhin perché era riuscito a ingaggiare come spia anche un ambasciatore italiano a Mosca. Questo generale si è ucciso con un colpo di pistola un paio di anni fa. Estermann fu infiltrato in Vaticano e ha sempre passato notizie riservatissime sia ai tedeschi orientali che al Kgb».
Emanuela Orlandi
Tra i personaggi di questa spy story c'è anche il monaco benedettino Eugen Brammertz, tedesco di Treviri, che girava per Roma con una Maserati biturbo color giallo oro e faceva il giornalista all'Osservatore Romano, ma in realtà era una spia che Markus Wolf aveva piazzato con la consueta abilità fra le Mura Leonine per controllare Alois Estermann, il comandante della Guardia Svizzera ucciso nel suo appartamento. Questi non era solo un agente segreto della divisione Hva al soldo della Stasi, nome in codice "Werder", ma avrebbe anche fatto il basista per la banda che ha rapito Emanuela Orlandi. «È stato assassinato perché depositario di molti terribili segreti con i quali era in grado di ricattare tanta gente», rivela a Oggi Imposimato.
Come è giunto a queste conclusioni?
«Perché Estermann, entrato in modo anomalo negli alabardieri della Guardia Svizzera grazie all'appoggio del potente cardinale Agostino Casaroli, fece una carriera folgorante. Un anno dopo l'arruolamento era già capitano di prima classe e al quarto posto nella gerarchia militare. Poi diventò comandante. Pochi mesi prima che fosse ucciso qualcuno penetrò nel suo appartamento, aprì la cassaforte e rubò plichi di documenti.
Estermann infatti aveva un debole per i dossier e non li distruggeva. A quel punto capì che era stato smascherato, che i suoi segreti erano a conoscenza anche di altre persone, che da ricattatore diventava ricattato.
Markus Wolf
Non si sentì più sicuro tanto che contattò Antonino Arconte, uomo della Gladio che aveva ottenuto asilo politico negli Stati Uniti perché conosceva e conosce la "verita" sull'omicidio Moro. I due si incontrarono a Civitavecchia alla fine di aprile del 1998, pochi giorni prima che Estermann fosse assassinato. E lui chiese aiuto ad Arconte dicendogli che voleva fuggire negli Stati Uniti perché temeva per la propria vita. Non fece in tempo. I sicari lo raggiunsero prima che potesse lasciare il Vaticano».

Ma perché Estermann è legato al rapimento della Orlandi?
«Il primo a sospettare che fra le Guardie Svizzere ci fosse una spia fu Ercole Orlandi, il papà di Emanuela. Mi parlò dei suoi sospetti perché, mi spiegò, solo uno di loro poteva conoscere in tempo reale gli sviluppi delle indagini sul rapimento della figlia. E mi fece notare che l'alloggio di Estermann era in una posizione strategica, alla sinistra dell'ingresso di Porta S.Anna, in via di Porta Angelica. Sul terrazzo dell'appartamento c'è un punto di osservazione formidabile: si vede sia via dei Pellegrini sia Porta S. Anna. E da questo varco passava tutti i giorni Emanuela. Quindi Estermann poteva vederla, annotarne orari, movimenti e abitudini. Per un esterno sarebbe stato impossibile.
Me lo rivelò Ercole Orlandi il 28 dicembre 1981: "Dalla terrazza degli Svizzeri, dietro quelle transenne di legno, si può vedere e controllare tutto il percorso compiuto da Emanuela senza essere visti". E questo mi aiutò a capire un episodio misterioso verificatosi una sera di luglio del 1983, un mese dopo il rapimento della ragazza. Sapendo che i rapitori chiamavano, per i contatti, la Segreteria di Stato, il pubblico ministero Domenico Sica che conduceva le indagini era andato da solo, con la sua auto e senza scorta in Vaticano. Attese per un'ora di essere ricevuto e poi se ne andò.
LA GUARDIA SVIZZERA CEDRIC TORNAY
A mezzanotte puntuale arrivò la telefonata alla Segreteria di Stato: "È inutile che il Vaticano si metta in contatto con gli inquirenti italiani. Tanto noi sappiamo tutto", disse la voce anonima. Sica capì che qualcuno lo osservava, ne seguiva i movimenti. Nessuno sapeva che il Pm era entrato in Vaticano eccetto il comando della Guardia Svizzera di cui faceva parte Estermann. Quindi l'infiltrato non poteva che essere in quel comando».
UN'INCHIESTA CON TROPPE STRANEZZE
Le autorità vaticane sostengono che Estermann fu ucciso la sera del 4 maggio 1998 da Cédric Tornay in preda a un raptus. Qualcuno insinuò che fra i due ci fosse una relazione omosessuale o che Tornay si sia vendicato perché si aspettava da Estermann una promozione mai arrivata. Secondo lei, qual è la verità?
«Può apparire incredibile, ma 13 anni dopo quella strage il Vaticano non ha ancora reso noto il testo integrale del decreto di archiviazione. Gli errori e le anomalie dell'inchiesta si deducono dalla poche pagine del decreto di chiusura delle indagini stese dal magistrato vaticano, il giudice unico Gianluigi Marrone che era giunto sulla scena del crimine quando almeno una decina di persone l'avevano inquinata spostando i cadaveri, i bossoli e la pallottola che aveva ucciso Tornay al quale furono addirittura cambiati i vestiti. Quelli che indossava quando morì furono bruciati. Della strage non fu neppure informato l'ispettorato generale di Pubblica sicurezza presso il Vaticano, quindi la Questura di Roma e il ministero dell'Interno.
WOJTYLA DOPO L ATTENTATO (SOPRA LA SUA TESTA LA SPIA DELLA STASI ESTERMANN)
Il Sismi inviò sul posto tre agenti. Non li fecero entrare. Dovettero accontentarsi della relazione di un ex ufficiale della Guardia svizzera. I corpi furono rimossi senza precauzioni, l'autopsia fatta il giorno dopo con i cadaveri non conservati. Le autorità vaticane sostennero che Cédric Tornay era impazzito e che durante l'autopsia avevano scoperto una cisti grande come un uovo di piccione nel cervello. Poi però pressarono la madre di Cédric perché autorizzasse la cremazione della salma. La donna invece fece fare a Losanna una seconda autopsia e della cisti nel cervello non si trovò traccia».
LA VERITÀ DI IMPOSIMATO
«In realtà quella strage fu un'azione combinata. Tornay fu aggredito da più uomini, tramortito e trasportato, con le mani legate dietro la schiena, nello scantinato della palazzina dove abitava Estermann. La seconda parte dell'operazione vide i sicari entrare nell'alloggio di Estermann. Lo uccisero con due colpi di pistola, uno alla testa e uno al torace. Un solo colpo invece bastò per eliminare la moglie Gladys Meza Romero, testimone scomoda.
San Pietro
A Tornay spararono un solo colpo mettendogli una pistola in bocca. Non è un caso che la seconda autopsia abbia scoperto che il poveretto aveva gli incisivi fratturati. Glieli hanno rotti infilandogli la pistola in bocca. Poi trasportarono il corpo accanto a quelli di Estermann e della moglie, gli misero una pistola in mano e fecero partire un quinto colpo a vuoto in modo che la mano di Cédric risultasse positiva al guanto di parafina. Secondo le autorità vaticane invece Cédric si sarebbe suicidato stando in ginocchio, impugnando l'arma al contrario e sparandosi in bocca con la testa appoggiata al petto. Molto strano. Il testimone fondamentale di questa strage è sparito.
PAPA RATZINGER
Estermann infatti quando i sicari entrarono in casa era a telefono. Si sa che parlava con una persona di Orvieto mai identificata che disse di aver sentito prima un colpo e poi altri più lontani. Cadde la comunicazione. Il testimone riattaccò e andò a dormire. Le anomalie sono troppe. Ecco perché la madre di Cèdric da 13 anni chiede di conoscere la verità. E con lei la chiede il fratello di Emanuela, ricordando la promessa che Papa Wojtyla fece alla sua famiglia nel 1983: "Il rapimento di Emanuela è un caso di terrorismo internazionale. Faremo quanto è umanamente possibile perché torni a casa"».





 




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