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lunedì 20 febbraio 2012

I: Il governo Monti e la riforma-deformazione del lavoro. Documento da inviare e diffondere se condiviso


----- Messaggio inoltrato -----
Da: Arrigo Colombo <arribo@libero.it>
A: Undisclosed-Recipient@yahoo.com
Inviato: Lunedì 20 Febbraio 2012 14:00
Oggetto: Il governo Monti e la riforma-deformazione del lavoro. Documento da inviare e diffondere se condiviso

 
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici
                il Movimento ha preparato questo documento per il Governo sui problemi del lavoro; per il quale chiede il vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio o anche modificato. Gli indirizzi:
Pres. Giorgio Napolitano, presidenza.repubblica@quirinale.it  (nome, cognome, indirizzo obbligatori, altrimenti cestinati);
Premier Mario Monti, centromessaggi@governo.it
Min. Elsa Fornero, ufficiostampa@lavoro.gov.it
Segr. Pier Luigi Bersani, segr.bersani@partitodemocratico.it
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
 
Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza
Lecce
 
Al Presidente Giorgio Napolitano
al Premier Mario Monti
al Ministro Elsa Fornero
al Segr. PD Pier Luigi Bersani
 
Il governo Monti e la riforma-deformazione del lavoro
 
Il premier Monti afferma incautamente che il posto stabile di lavoro è "monotono";
probabilmente perché egli ha avuto sempre la sicurezza di un posto stabile nell'università;
non solo, ma ha potuto combinarlo con diversi incarichi extra. Ha avuto il privilegio dell'uno e dell'altro.
Il premier Monti e la ministra Fornero affermano incautamente che l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, quello per cui non si può essere licenziati se non per una giusta causa, non è un tabù; pensano dunque a un licenziamento per una causa ingiusta, o per una giustizia più corriva, con dei giudici che un'apposita legge renda più corrivi.
 
Dimenticano che il lavoro stabile è un diritto fondamentale della persona umana,
senza del quale essa (e con essa la famiglia) viene abbandonata alla precarietà,
viene menomata nella sua dignità e nel suo stesso essere.
 
Dimenticano che assicurare un lavoro stabile ai cittadini è un dovere fondamentale dello stato;
poiché lo stato si genera da una cessione di diritto del cittadino,
e questa cessione avviene in ordine alla tutela e promozione del cittadino stesso,
tutela e promozione che si realizzano amzitutto nel lavoro, nel posto di lavoro.
 
Se è un dovere dello stato, lo è per quelli che lo stato gestiscono, premier, ministri.
È loro dovere assicurare la tutela e la promozione del cittadino, quindi il lavoro stabile per tutti, nella misura maggiore possibile.
 
Vogliono riformare il lavoro, ma come? a vantaggio dei lavoratori? o a vantaggio del capitale?
Comincino col garantire loro un lavoro stabile, anziché facilitare il licenziamento;
col riformare la legge Biagi, che favorisce il lavoro precario (i precari sono circa 4 milioni);
introducano il reddito minimo garantito, come in Francia (dove per il 2012 è di euro 1096,94 netti mensili); e la pensione minima garantita, o preferiscono certe attuali pensioni da fame?
vedano di colmare il divario tra i salari italiani e quelli dei maggiori stati europei (circa il 30%; per Germania e Inghilterra il 50%);
vedano di ridurre la settimana lavorativa: se la produttività si è raddoppiata, l'orario di lavoro dovrebbe dimezzarsi, dalle 40 alle 20-24 ore settimanali (6 al giorno per 4 giorni); e ci sarebbe anche lavoro per tutti. O almeno introducano le 35 ore, come Jospin in Francia.
 
Vogliono riformare il lavoro? riformarlo o deformarlo?
Lecce, febbraio 2012
                                                                  Per il Movimento, il Responsabile
                                                                            Prof. Arrigo Colombo
 
Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull'utopia, Università di Lecce
Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160
 


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