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giovedì 16 febbraio 2012

Newsletter Salva le Foreste - febbraio 2012

Newsletter di Salva le Foreste

Salva le Foreste

Le news degli ultimi 15 giorni

No, il pericolo non è quello di venire sbranati durante una ritirata alla toilette. Ma le tigri di Sumatra stanno davvero finendo dentro al water. Senza saperlo, aziende e consumatori americani stanno contribuendo alla distruzione della incredibile foresta pluviale indonesiana e degli ultimi habitat della tigre di Sumatra, acquistando carta igienica prodotta con fibre prodotte dalla Asia Pulp & Paper (APP), secondo un nuovo report del WWF.

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Questa volta è il REDD che minaccia le comunità indigene della Thailandia, che ora rischiano di essere espulse dai loro territori tradizionali. Gli indigeni vengono accusati di abbattere le foreste e provocare incendi, contribuendo alla crisi climatica, e sono sistematicamente esclusi dalle consultazioni nella formulazione delle politiche forestali. Una visione smentita dallo studio pubblicato dalla Northern Development Foundation, col supporto di Oxfam: Climate Change, Trees and Livelihood: A case study on the carbon footprint of a Karen Community in Northern Thailand.

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Negli ultimi dieci anni, oltre 40 milioni di ettari di terreno nei paesi in via di sviluppo sono stati acquisiti da imprese per la produzione di biocarburanti. Lo segnala un nuovo studio pubblicato dalla International Land Coalition. Il rapporto esamina esclusivamente le grandi acquisizioni di terreni, che tra il 2000 e il 2010 ammontano a 200 milioni di ettari di terreno: di questi, gli autori hanno individutato 71 milioni di ettari dedicati agli agrocarburanti. Il più interesante risultato del rapporto, intitolato "Land Rights and the Rush for Land: Findings of the Global Commercial Pressures on Land Research Project è che la produzione alimentare riguarda meno di un quinto delle acquisizioni di terreni. Quasi il 60 per cento era invece finalizzato alla produzione di biocarburanti.

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All'inizio di questa settimana, la polizia di Panama ha lanciato un attacco violento contro gli indigeni Ngobe, che avevano bloccato l'autostrada Pan-Americana da lunedì, in opposizione ad una proposta di legge che avrebbe aperto le loro terre tradizionali alla costruzione di dighe per idroelettriche o alle miniere. Leggi tutto...

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Esportazioni record di trucioli di legno dall'America Latina, con quasi otto milioni di tonnellate nel 2011, riporta il Wood Resource Quarterly. Un aumento del sette per cento rispetto all'anno scorso e di quasi il 60 per cento in più rispetto al 2006. Il Cile è il maggior esportatore, per una quota dei due terzi di tutta l'America Latina, il Brasile e l'Uruguay contribuiscono con un 16 per cento ciascuno. Nel 2011, il Cile è stato il secondo fornitore al mondo di chip di latifoglia dopo il Vietnam.

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Con più di 150 progetti di costruzione di dighe e 11 progetti già in esercizio, l'India nord-orientale è uno dei luoghi a più alta concentrazione di dighe. Il più grande progetto in costruzione è la diga sul basso Subansiri, al confine tra gli stati di Assam e Arunachal Pradesh. Per anni, i movimenti sociali hanno organizzato le proteste di massa contro il progetto di mega diga ai piedi dell'Himalaya. E stavolta, con successo, dato che sono riusciti a rispedire al mittente il progetto.

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In una lettera aperta al governo scozzese, numerose associazioni tra cui Friends of the Earth ha invitato il governo scozzese ad accantonare il proprio progetto di centrale a biomasse. Secondo le associazioni, queste sono destinate a creare una  "domanda massiccia" di legname dal sud-est degli Stati Uniti. Le associazioni, tra cui Save America's Forests e il Center for Biological Diversity dell'Arizona, hanno sollevato dubbi sull'origine sostenibile del legname.

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La fine del calendario dei Maya non prevede alcuna catastrofe globale, tanto meno la fine del mondo, dicono gli attivisti indigeni e gli anziani che hanno parlato con IPS News in Guatemala. Ma le risorse naturali, quelle sì, stanno finendo, a casua delle attività umana. Secondo il calendario Maya, 21 dicembre 2012 segnerà la fine di un grande ciclo di 13 "baktun", ciascuno di 144 mila giorni, della durata complessiva di 5.126 anni. Ma la fine di un ciclo non significa affatto la fine del mondo, e l'isteria collettiva innescata dal presunto giorno del giudizio con la fine del 2012 non rispecchiano affatto il pensiero degli Indios Maya del Guatemala odierno.

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Le foreste del nord del Canada occidentale sono probabilmente assorbendo meno anidride carbonica a causa dei cambiamenti climatici, e il declino rischia di peggiorare, secondo uno studio pubblicato da ricercatori del Quebec e della Cina. Se la situazione non muta, le foreste tenderanno sempre più a emettere in atmosfera più anidride carbonica   di quanta ne assorbono, un fenomeno già studiato nelle foreste pluviali ai tropici, ma ora esteso alle foreste boreali.

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Deforestazione, degrado delle foreste, e il conseguente cambiamento climatico, stanno indebolendo la capacità di recupero dell'ecosistema forestale amazzonico. Questo a sua volta potrebbe portare alla perdita di stoccaggio del carbonio e cambiamenti nel regime delle precipitazioni e nella portata dei fiumi. L'allarme viene da uno sturio pubblicato sulla rivista Nature.

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