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domenica 15 aprile 2012

Re: LA TURCHIA, JOE, GIORGIO E LA GEOPOLITICA

CARO MAURIZIO: QUI TU VAI CONFONDENDO LA SITUAZIONE ITALIANA CON QUELLA ALLA QUALE MI RIFERIVO. CHE RIGUARDA CIO' CHE è IN MOVIMENTO NEL MEDIO E NEL VICINO ORIENTE. PROPRIO PER LA BASE GEOPOLITICA SULLA QUALE MI FONDO NELLA MIA ANALISI, è IMPOSSIBILE CONFONDERE LE DUE POSIZIONI.AL MOMENTO NOI VIVIAMO IN UN'"EUROPE" SOTTOPOSTA ALLE PRESSIONI PIU' FORTI DA PARTE DELL'OCCIDENTE, DA QUANDO, NEL LONTANO 1945, è VENUTA A MANCARE LA DIFESA D'EUROPA CONTRO IL POTERE DELL'USURA, RAPPRESENTATO NEI COMMERCI PIU' DALL'INGHILTERRA CHE DAGLI USA.NEI GANGLI DELL'EUROPA DI OGGI SI SONO INSERITI I POTERI CHE NOI ABBIAMO SEMPRE COMBATTUTO, BEN SAPENDO DI CHE SI TRATTASSE. DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE IL LIBRO: LE CAUSE NASCOSTE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. EDITO DA CONTROCORRENTE. GLI AUTORI SONO TUTTI SCRITTORI E OPINIONISTI DEGLI ANNI 40-60. 
QUESTA SITUAZIONE NON è ASSOLUTAMENTE CONFRONTABILE CON QUELLA DEI PAESI DEL VICINO E MEDIO ORIENTE. SI TRATTA DI UNA TRASFORMAZIONE EPOCALE CHE NON CI POSSIAMO PERMETTERE DI NON COMPRENDERE. ANZI: DIRò DI PIU'. OGGI DOBBIAMO ASPETTARCI LA LIBERAZIONE DA PARTE DI QUESTI PAESI, SUPPORTATI DAI PAESI DEL BRIC.
QUELLO CHE STO DOCUMENTANDO, e che ho finito di scrivere poc'anzi, è essenziale per la comprensione degli avvenimenti. Pero' lo strumento da utilizzare può essere uno solo: la geopolitica, e NON l'okkultismo. ARISTOTILE DICEVA: < PER CONOSCERE I FATTI è NECESSARIO CONOSCERE LE CAUSE>. IO AGGIUNGO: < E PER CONOSCERE LE CAUSE OCCORRE SCEGLIERE LO STRUMENTO PIU' IDONEO.> QUESTO CI INSEGNA IL METODO SCIENTIFICO.GV.  

Da: Maufil <maufil@alice.it>
A: Giorgio Vitali <vitali.giorgio@yahoo.it>; Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>; Giannetto Bordin <giannetto.bordin@fastwebnet.it>; Roberto Cozzolino <omeoron@virgilio.it>; biamonte@inwind.it; ernestoroli@tiscali.it; guripa@alice.it; silchi48@libero.it; FNCRSI <fncrsi@email.it>; fabio-70@hotmail.it; gdonaudi@yahoo.it; franco morini <moriniromi@libero.it>; franap54@gmail.com; altofiamma@katamail.com; Ubaldo Croce <ubaldo.croce@tin.it>; antonino-amato800@alice.it; Filippo Giannini <filip.giannini@tiscali.it>; Movimento Nazional Popolare <movnazpop@libero.it>; Giuseppe Magliacane <giuseppemagliacane@hotmail.com>; GianMario Monaldo <gianmariomonaldo@alice.it>; giannicaroli@napolibera.eu; Roberto Sestito <mystes@oi.com.br>; spadaro-giuseppe@libero.it; merimar2@tiscali.it; c.marconi@pcts.eu; MARIANTONI <a_b_mariantoni@libero.it>; fenicecarte@gmail.com; claudiomoffa@alice.it; Nazzareno Mollicone <nmollic@tiscali.it>; Antonio Pantano <pantanoantonio@ymail.com>; giovanna.canzano@yahoo.it; Giancarlo Chetoni <giancarlo.chetoni@fastwebnet.it>; Enrico Galoppini <enrico.galoppini@tin.it>; furio.bassanelli@libero.it; Nicola Cospito <nicola.cospito@libero.it>; Edizioni all'insegna del Veltro <insegnadelveltro1@tin.it>; alessandro lattanzio <sitoaurora@yahoo.it>; Ugo Gaudenzi <direttore@rinascita.net>; circolo.vegetariano@libero.it; fabriziobelloni@yahoo.it; titto.7@fastwebnet.it; Gian Pucciarelli <cotbwp@tin.it>; umbertobianchi1@gmail.com; Alfredo Villano <clanvillano@alice.it>; giuseppeturrisi@yahoo.it; sandromezz@gmail.com; romnod@tin.it; Primo Siena <primosiena@mi.cl>; Giovanni Perez <giovanniperez@alice.it>; gianlucafreda@supereva.it
Inviato: Domenica 15 Aprile 2012 17:18
Oggetto: Re: LA TURCHIA, JOE, GIORGIO E LA GEOPOLITICA

Caro Giorgio, il complottismo, spesso assurdo e fuorviante, è un conto, l'osservazione e l'analisi di operazioni di grande portata che avvengono dietro le quinte e sono dimostrabili nelle loro conseguenze,  è un altro.
Mi obietti che  io metto tutto in relazione alla componente "okkulta" che sovraintende alle strategie politiche in TUTTI i paesi del mondo.
In un certo senso è vero, però non nego che questa componente okkulta non debba fare i conti con certe esigenze geopolitiche. Ci mancherebbe.
Ma, rifletti un momento. Prendi ad esempio l'Europa. Ebbene, attraverso un lento processo, di natura più che altro occulta (e qui portai gli esempi di Monnet e degli economisti tedeschi assassinati), a poco a poco il mondialismo è riuscito ad imporre tutta una serie di organismi ed istituzioni che presiedono l'autorità e la vita politica del Stati. Siamo oramai agli inizi del varo anche di una Polizia europea e di un vero Governo europeo.
Di trattato in trattato, di iniziativa in iniziativa,  si è praticamente imposto agli europei di vivere, commerciare, trafficare, fare politica e rapportarsi con gli altri Stati, subordinatamente a quel mostro Finanziario e Politico che è un governo ombra mondialista. Oggi addirittura ci accorgiamo che sono stati praticamente spazzati via partiti politici connaturati alle varie nazioni, per sostituirli con veri e propri camerieri dei banksters.
E questo processo ha coinvolto anche il modo di sentire e di vedere dei cittadini che oggi, come oggi, non hanno più lo stesso pensiero e sentore di un tempo, su qualsivoglia questione, dalla sessualità, alla religione ai rapporti interraziali.
Tutto questo non è avvenuto per caso, ma ci sono state organizzazioni, massonerie, uomini e iniziative che lo hanno determinato.
Questa componente Okkulta ha o non ha un peso significativo sulla situazione internazionale. ?
Maurizio
 
Sent: Sunday, April 15, 2012 4:16 PM
To: Joe Fallisi ; Giannetto Bordin ; Roberto Cozzolino ; biamonte@inwind.it ; mailto:ernestoroli@tiscali.it ; mailto:guripa@alice.it ; mailto:silchi48@libero.it ; FNCRSI ; mailto:fabio-70@hotmail.it ; mailto:gdonaudi@yahoo.it ; franco morini ; franap54@gmail.com ; mailto:altofiamma@katamail.com ; Ubaldo Croce ; antonino-amato800@alice.it ; Filippo Giannini ; Movimento Nazional Popolare ; Giuseppe Magliacane ; GianMario Monaldo ; mailto:giannicaroli@napolibera.eu ; Roberto Sestito ; spadaro-giuseppe@libero.it ; merimar2@tiscali.it ; c.marconi@pcts.eu ; MARIANTONI ; fenicecarte@gmail.com ; Maufil ; mailto:claudiomoffa@alice.it ; Nazzareno Mollicone ; Antonio Pantano ; mailto:giovanna.canzano@yahoo.it ; Giancarlo Chetoni ; Enrico Galoppini ; mailto:furio.bassanelli@libero.it ; Nicola Cospito ; Edizioni all'insegna del Veltro ; alessandro lattanzio ; Ugo Gaudenzi ; circolo.vegetariano@libero.it ; mailto:fabriziobelloni@yahoo.it ; mailto:titto.7@fastwebnet.it ; Gian Pucciarelli ; mailto:umbertobianchi1@gmail.com ; Alfredo Villano ; giuseppeturrisi@yahoo.it ; sandromezz@gmail.com ; romnod@tin.it ; Primo Siena ; Giovanni Perez ; gianlucafreda@supereva.it
Subject: Re: LA TURCHIA, JOE, GIORGIO E LA GEOPOLITICA
 
POICHè IL DISCORSO ASSUME PROPORZIONI NOTEVOLI ( nel senso che coinvolge, più che NOi stessi, la stessa concezione del giudizio storico, che deve sostenere qualsiasi altro giudizio in relazione alla possibilità di ipotetizzare il futuro) occorrono alcune precisazioni. TUTTO IL DISCORSO è NATO DA UN INTERVENTO DI MAURIZIO in relazione alla componente "okkulta" che sovraintende alle strategie politiche in TUTTI i paesi del mondo. QUESTA è UNA VISIONE DA ME CONTRASTATA PER UNA SERIE DI RAGIONI CHE IN QUESTA SEDE VANNO ESAMINATE. ( PREMETTO CHE IO NON CONTESTO LA PRESENZA DI "INFLUSSI" DETERMINATI DA GRUPPI DI POTERE, peraltro in lotta tra di loro come fra massonerie concorrenti, affermo invece che le direttive che muovono gli Stati sono determinate, in ultima analisi, da strategie geopolitiche).
E TUTTAVIA, poichè il giudizio da emettersi deve per forza essere convalidato da NOZIONI PREGRESSE e verificabili, tali nozioni vanno DESUNTE da dati significativi provenienti dalla STORIA nella sua complessità. TALE STORIA SI CHIAMA GEOPOLITICA ( in quanto per geopolitica deve intendersi un esame quanto più completo della complessità delle motivazioni che determinano le decisioni degli STATISTI).In assenza di questi presupposti, basati sull'efficacia dei riscontri storici e cronachistici, qualsiasi giudizio non ha senso. SAREBBE COME MISURARE LA TEMPERATURA DELL'ACQUA POSTA SUL FUOCO CON IL METRO LINEARE DEL SARTO! CIò SIGNIFICA CHE QUALSIASI OBIEZIONE A QUESTO ASUNTO DEVE ESSERE SUL PIANO DELLA CONTESTAZIONE DEL RIFERIMENTO STORICO, POLITICO E CRONACHISTICO, NON SU IPOTETICI SVOLAZZI DI STAMPO POST-ROMANTICO.E COMINCIAMO CON L'ATTUALITA'.
1) Le cronache ci dicono che è iniziato, in Turchia, il processo ai militari GOLPISTI. Questi militari sono sotto processo dopo ben 32 anni dalla fine della dittatura da essi stessi instaurata. ( SEGUE)...... 
 
 
Da: Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>
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Inviato: Domenica 15 Aprile 2012 15:39
Oggetto: Re: LA TURCHIA, JOE, GIORGIO E LA GEOPOLITICA
 
Calma e sangue freddo. Se c'è qualcuno tra noi due che NON è "complottologo" sono io, mi sembra sia chiaro. La geopolitica (a parte il fatto non irrilevante, lo ripeto per la seconda volta, che l'orientamento geopolitico che segui tu non è né l'unico valido, né quello originario) può dare qualche utile indicazione interpretativa, non lo nego. Ma, ai miei occhi ha gli stessi difetti di ogni visione del corso storico e delle collettività di tipo "oggettivistico"-"deterministico" come se i destini delle nazioni seguissero degli schemi predeterminati (da chi?????), quasi pedine senz'anima di un gioco deciso altrove con mosse inevitabili. Soggiace, questo punto di vista, al fascino dell'inorganico manipolabile e della "forza" e "potenza" anonime, della datità brutale, che è tutto moderno e da società di massa, da megacaserma operaia. Non a caso "geopolitico" ante litteram fu il rabbi di Treviri che, insieme col suo finanziatore goy, dava patenti ai popoli "con" o "senza storia" - i secondi, ovviamente, destinati alla pattumiera progressista.
 
Joe
 
 
Il giorno 14/apr/2012, alle ore 22.13, Giorgio Vitali ha scritto:
 
AlLORA DELLE DUE L'UNA: O I MILITARI ( da sempre infeudati con l'Occidente) SONO I GOLPISTI DISPONIBILI PER USA E SOCI, O NON LO SONO.Si tratterebbe pertanto di un gioco a scacchi fra "amici delle merende" ( nei prati di Washington....). La geopolitica non sarebbe la misura con la quale misurare gli avvenimenti a livello globale. E allora cosa la sotituirebbe....la COMPLOTTOLOGIA??? gv.
 
Da: Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>
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Inviato: Sabato 14 Aprile 2012 17:34
Oggetto: Re: LA TURCHIA, JOE, GIORGIO E LA GEOPOLITICA
 
Primo: non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, ma realisti. Secondo: che la "situazione" (per venir compresa) si debba interpretare "esclusivamente in termini geopolitici" è una tua fissazione che ben poco suffraga (oltre a tutto la geopolitica nasce secondo un'ottica OPPOSTA a quella che ti sta a cuore e che pretenderesti fosse l'unica valida, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/93325). Terzo: sì i "generali presumibilmente golpisti" sono inaffidabili, Erdogan può eseguire il programma da solo. Così, tra l'altro, quando i terroristi nordatlantici decideranno di occuparsi anche della Turchia, si troveranno dinanzi un esercito meno compatto e meno pericoloso.
 
Joe
 
 
Il giorno 14/apr/2012, alle ore 10.23, Giorgio Vitali ha scritto:
 
IL PROBLEMA DELLA TURCHIA NON PUò ESSERE VISTO DRAMMATICAMENTE ed in senso pessimistico.IL PESSIMISMO VA BANDITO QUANDO SI DEVE GIUDICARE UNA SITUAZIONE CHE DEVE ESSERE INTERPRETATA ESCLUSIVAMENTE IN TERMINI GEOPOLITICI.Per l'interpretazione geopolitica ( che è quella che garantisce una maggiore approssimazione nelle valutazioni di un possibile futuro) occorre tenere presente tutta la storia dell'Area. La premessa geopolitica è semplice: il comportamento di un popolo non può essere scisso dal territorio nel quale vive. Quindi, nel valutare il futuro della politica estera turca occorre prendere in considerazione i precedenti storici. Che si chiamano, (attenzione!!): Impero Romano d'Oriente e Impero Ottomano. SI TRATTA DI DUE STRUTTURE SEMPRE NEMICHE DELL'OCCIDENTE. ( Ultima annotazione: il governo turco attuale ha aumentato le restrizioni nei confronti dei generali presumibilmente golpisti. Questa è la notizia più interessante! gv.
 
Da: Maufil <maufil@alice.it>
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Inviato: Sabato 14 Aprile 2012 10:06
Oggetto: LA TURCHIA, JOE, GIORGIO E LA GEOPOLITICA
 
LA TURCHIA E LA SUA DUBBIO POLITICA. PER FAVORE RIFLETTIAMO
 
Nella sottostante diversa lettura della situazione internazionale, qui nella fattispecie la Turchia, ritengo che tra Giorgio e Joe, questa volta abbia ragione Joe.
Parliamoci chiaro, la Geopolitica, con la quale Giorgio tende ad interpretare lo sviluppo degli avvenimenti, poggia certamente su solide basi, ma sono deduzioni, specialmente oggi come oggi, dove agiscono uomini e strutture mondialiste che fanno saltare il gioco,  che possono realizzarsi in termini di decenni, se non di secoli, non certo in una analisi che a noi serve restringere al massimo nel nostro decennio.
 
Questo a differenza della storia passata dove strutture e organizzazioni mondialiste erano irrilevanti e l'influenza massonica, pur trasversalmente importante doveva fare i conti con le realtà nazionali. Tanto è vero che gli esempi di Giorgio, a supporto della sua validità geopolitica, sono veri, ma sempre riferiti ad epoche passate, in particolare alla rivoluzione francese, Napoleone e ai primi anni del 900.
Oggi non è più così, ma non solo per l'enorme dispiegarsi di uomini, massonerie e strutture mondialiste, ma anche per la rivoluzione nei trasporti e nelle trasmissioni in tempo reale che hanno, di fatto, globalizzato l'intero pianeta, consentendo di bypassare i singoli interessi nazionali i quali viaggiano su basi cosmopolite.
Bisogna mettersi in testa che il mondo, in particolare quello occidentale, ma non solo, è oggi regolato proprio da queste strutture mondialiste che, oltretutto, riescono a portare al potere uomini che, seppur di nascita e cittadinanza particolare, pensano (formatisi come sono stati in strutture mondialiste) e agiscono per conto di interessi extranazionali, in genere finanziari. Monti, non è italiano, come non lo è Draghi e non si muove in base a interessi e esigenze nazionali. Stessa cosa vale per il moderno capitalismo, controllato dalla Finanza, il quale non ha più ancoraggi su base nazionale, ma ha una struttura e una dimensione globalizzata.
 
Vi porto ora un paio di vecchi esempi, ma oggi ce ne sarebbero molti altri di più e ancor più decisivi.
Vi ricordate Jean Monnet, il padre spirituale dell'attuale Europa massonica, e la sua contrapposizione con De Gaulle?
Già da allora questo furfante, a cui furono affidate le gestioni ricattatorie del piano Marschall,  operava e agiva in funzione extranazionale e fu grazie alla resistenza e  alla opposizione di De Gaulle che l'attuale Europa, che tutto è meno che "Europa", perchè è una struttura mondialista, subì un ritardo di almeno trenta anni.
Oggi i Jean Monnet imperversano, non hanno più alcun ostacolo all'interno delle nazioni. Esempio emblematico il nostro Parlamento.
 
Prendete poi ad esempio il periodo storico che si determinò con la caduta del  "muro".  In termini geopolitici era da molti previsto e non ci voleva neppure troppa fantasia ed addirittura Kissinger lo paventava espressamente, che l'unificazione delle due Germanie avrebbe proiettato in Europa la creazione di una grande industria tedesca con tutte le conseguenze del caso.
Un uomo, venne scelto dal cancelliere Kohl per questo progetto, si chiamava Alfred Herrausen ed era stato presidente della Deuthesche Bank, ma era un nazionalista convinto. Egli propugnò un grandioso progetto per l'integrazione industriale delle due Germanie, oltretutto con il coinvolgimento di altre nazioni dell'est come la Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia. Non vi sto qui a ricordare i suoi interventi nel mondo finanziario, a Wall Street e i suoi forti dissidi con il Fondo Monetario Internazionale. I suoi progetti erano mortali per l'Europa che invece si voleva creare, quella controllata dall'Alta Finanza e dalle strutture mondialiste. Ma Herrausen tenne duro, e annunciò in proposito un  suo importante discorso da tenersi a New York il 4 dicembre, senonchè una bomba, piazzata da professionisti, lo uccise. L'attentanto venne poi rivendicato dalla RAF, una organizzazione già di dubbia origine ai suoi inizi, ma che in quel momento, oltretutto, era ridotta a pochissimi elementi strumentalizzati da chi di dovere.
Per rimpiazzare Herrausen, Kohl scelse Detlev Rohwedder un economista industriale, il quale disse subito – e questo fu causa della sua morte – di volersi muovere come patriota tedesco sulla sia delle idee di Herrausen, annunciando di privileggiare il risanamento economico e non le privatizzazioni richieste dal mondo finanziario. Naturalmente il 2 aprile del 1991 due sicari professionisti lo uccisero con un fucile di precisione. Anche questo attentanto, ovvio, venne rivendicato dalla solita RAF.
Fu così che queste iniziative "nazionali" morirono con i loro ideatori e a sostituire costoro venne una tal Birgit Breuel che nessuno ha poi mai pensato di disturbare, nè tantomeno uccidere, visto che era figlia di Alwin Munchmeyer grande banchiere tedesco legato all'estblishment finanziario mondiale, intimo del mondo della Trilateral.
La Breuel ovviamente svendette tutto quello che c'era da svendere a multinazionali europee e americane, regolate dalla finanza mondiale, e oggi come sappiamo centinaia di migliaia di operai e lavoratori della Germania Est che si sperava, una volta integrati con l'industria dell'Ovest, avrebbero costituito un bastione industriale europeo immenso, sono ridotti a poche decine di migliaia, mentre i resto è ridotto ad un regime di assistenza.
 
Ho ricordato tutto questo per dire come, attraverso loro uomini, supportati dalle strutture mondialsite, il mondialismo riesce a bypassare gli interessi nazionali. Ergo, come si può sperare che le necessità geopolitiche di una Nazione possano influire sulla politica attuale ?
La Turchia di Erdogan, volente o nolente si sta muovendo determinando prese di posizione e situazioni favorevolissime alla politica americana e israeliana contro la Siria e l'Iran. 
Questo è incontestabile ed è quello che attualmente conta.
Previsioni geopolitiche, che come ho detto possono avere validità solo se proiettate in termini di secoli, lasciano il tempo che trovano.
Non si dimentichi infine, anche rispetto ad una proiezioni di secoli, che l'Europa di oggi, tra poco più di un secolo, sarà un multing pot di razze e di realtà multi etniche, come progettato da chi di dovere e realizzato con un andazzo inarrestabile, sarà quindi irriconoscibile, qualcosa di "altro" e per la quale non varrà neppure più il termine Europa.
Pensate sia un caso, tanto per stare all'attualità che in Italia, si stanno organizzando perchè si usi la lingua inglese negli esami universitari?
MAURIZIO
 
++++++
 
da Joe Fallisi
so che "non concordi", ma, come ho già scritto varie volte, tutta 'sta storia della geopolitica che tanto sembra appassionarti (chissà poi perché... deve trattarsi di una qualche attrazione per l'inanimato e la sua manipolazione scacchistica) e che viene periodicamente molto più smentita che confermata dai fatti (gli incredibili destini "euroasiatici", "continentali", dell'ItaGlia contemporanea, per esempio... sì sì, lo si è visto, lo si vede...) personalmente mi convince-attrae tanto quanto Berlusconi e Monti messi assieme. "LA TURCHIA NON HA PIU' BISOGNO DI TUTELE, VA AVANTI PER CONTO PROPRIO"... credo davvero che non ci sia narcotico più efficace dell'ideologia.
 
Joe
 
 
Il giorno 13/apr/2012, alle ore 08.55, Giorgio Vitali ha scritto:
 
NON CONCORDO. LA TURCHIA NON HA PIU' BISOGNO DI TUTELE. VA AVANTI PER CONTO SUO E NON PUò PERMETTERSI DI PERDERE ZONE DI SUA COMPETENZA FIN DAI TEMPI DELL'IMPERO( che le fu sottratto proprio dagli Atlantici.) La geopolitica della Turchia non può che essere eurasiatica. GV.
 
Da: Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>
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Inviato: Venerdì 13 Aprile 2012 0:52
Oggetto: il dönmeh Erdogan: una delle facce di palta più luride di tutto il Medio Oriente
 
Il massacro della Gaza Flotilla è stata una False Flag turco-israeliana, in previsione della guerra alla Siria?
 
APRILE 12, 2012
 
Martin Iqbal Empire Strikes Black 3 febbario 2012
 
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(...)
 
Turchia e Israele post-Flotilla: il mito dei legami recisi
 
A un anno dal massacro della flottiglia, i legami economici e militari tra la Turchia e l'entità sionista erano in pieno boom, mettendo da parte il mito che le due nazioni avessero tagliato (o anche leggermente ridotto) i loro contatti.
Due articoli, uno del quotidiano Hurriyet della Turchia e uno del New York Times, danno un quadro convincente della stretta integrazione economica e militare di cui Israele e Turchia continuano a godere, nonostante la finta postura di Erdogan.
Menashe Carmon, un uomo d'affari israeliano che è nato a Istanbul, ha detto al New York Times (9) che poche settimane dopo il massacro della flottiglia, "Non c'erano compagnie israeliane che stessero lasciando la Turchia", e che "Il business è business, e null'altro, e che gli investimenti sono crescita."
L'articolo del NYT sosteneva, inoltre, che secondo funzionari turchi una stretta cooperazione tra Israele e l'esercito turco continuava dietro le quinte, anche dopo lo spargimento di sangue della flottiglia:
Poche settimane dopo il raid alla flottiglia, una delegazione militare turca era arrivata in Israele, per apprendere come utilizzare lo stesso velivolo senza pilota utilizzato da Israele per dare la caccia ai militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. L'affare dei droni da 190 milioni dollari non era stato cancellato, anche se gli istruttori israeliani in Turchia furono richiamati dopo il raid.
Doron Abrahami, membro dello staff presso il Consolato israeliano a Istanbul, aveva anche rivelato che una importante collaborazione nella ricerca e sviluppo, tra Israele e Turchia, era stata commissionata solo poche settimane dopo l'assalto alla Mavi Marmara. Questa era solo una delle 20 analoghe iniziative di collaborazione:
"Gli affari sono affari", ha detto, mostrando un invito del 15 luglio, co-firmato dalle agenzie economiche di Turchia e Israele, poche settimane dopo il raid israeliano, che invitava le aziende israeliane e turche a presentare offerte per una ricerca cofinanziata e sviluppata, una delle oltre 20 operazioni del genere che si diceva fossero in corso.
L'Export Manager della società turca Necat Yuksel (che ha importato 40 milioni di dollari di prodotti chimici da Israele, nel 2009), ha rivelato che le vendite da Israele non hanno mostrato segni di rallentamento. In realtà, non un solo contratto era stato annullato. (9)
Circa un anno dopo, un dirigente della turca Yakupoglu aveva parlato con Hurriyet, nel maggio 2011. Il manager aveva rivelato (10) che la Turchia acquistava equipaggiamenti bellici high-tech da Israele, mentre l'esercito d'Israele veste prodotti turchi, soprattutto gli stivali dell'esercito. Inoltre, parlando un anno dopo l'attacco alla flottiglia, il manager rivelava che non vi era stata alcuna interruzione negli affari della sua azienda con Israele.
Il commercio tra Israele e la Turchia ha raggiunto il picco di 3,442 miliardi di dollari, alla fine del 2010 (l'anno del massacro della flottiglia), rispetto ai 2,580 miliardi nel 2009 (10).
Uriel Lynn, presidente della Camera Centrale di Commercio israeliana e di Tel Aviv, ha detto a Hürriyet che "i rapporti commerciali Turchia e Israele sono sempre più forti, nonostante i conflitti politici … i turchi e gli israeliani non sono in lotta; il boom del commercio in entrambi i paesi dimostra che … il commercio e gli investimenti bilaterali non sono stati affatto colpiti dalla situazione politica."
Nel secondo trimestre del 2011, la Turchia era il principale partner commerciale d'Israele nella regione, e il secondo nel mondo, secondo Ahmet Reyiz Yilmaz – a capo del Gruppo Yilmazlar – da 17 anni coinvolto nei grandi progetti edilizi in Israele.
Insieme, tutte queste relazioni di poco dopo l'attacco flottiglia, e di circa un anno dopo, dimostrano chiaramente che non c'era assolutamente alcuna sospensione degli strettissimi legami economici e militari tra Israele e Turchia. Qualsiasi degrado percepito nelle relazioni era solo retorica, il massacro della flottiglia di Gaza non ha avuto alcun effetto significativo sul partenariato tra l'entità sionista e la Turchia.
 
Note
(...)
(9) 'Turkey and Israel Do a Brisk Business', Dan Bilefsky
(10) 'Business as usual between Turkey, Israel' – Hürriyet Daily News, 30 Maggio 2011
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
 
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