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lunedì 2 aprile 2012

Re: "('nuovo')"

Una>:) risata satanica
MI SEMBRA CHE CI STIAMO INCARTANDO SU ALCUNI PUNTI ESSENZIALI: TUTTO VERO QUEL CHE SI DICE,>:) risata satanica MA IL QUADRO GENERALE NON ERA COSì BEN DELINEATO. PERSONAGGI IN GIOCO CE NE ERANO MOLTI. TROPPI FORSE. ( Tenere presente, ad esempio,il libro: :O) clownIl cuore occulto del potere, ed. Nutrimenti, ma anche :-& schifoso Mossad base Italia, ed. Il Saggiatore.) :-B secchioneNe deduco qualcosa che va oltre le trame degli Atlantici in lotta contro i Servizi dell'URSS e, guarda caso, anche contro quelli di Israello. Una ulteriore annotazione riguarda il "ballerino". In un articolo dell'epoca del processo Valpreda ci fu la testimoniuanza di un agente della polizia infiltrato nel movimento 23 marzo. Di costui, dopo la notizia della sua deposizione, non si è saputo più nulla. Inoltre, da altre letture si è appreso che il Valpreda era considerato dagli altre membri di quella congrega un informatore della polizia.Ritengo pertanto logica la deduzione, portata da alcuni, secondo cui all'attentato di Valpreda, notato dal tassinaro poi assassinato, si sia sovrapposto in un secondo tempo, un altro ordigno con lo scopo di anticipare lo scoppio facendo una strage. Questo secondo ordigno sarebbe stato depositato religiosamente dai "veneti". Tornando al discorso iniziale, una collocazione "politica" degli attentatori è fuorviante:ce ne erano TROPPI in giro! ( E poi noi NON conosciamo gli altri ATTORI presenti nel nostro paese.) Concludendo: in uno storico convegno di circa un decennio fa, tenuto in una sala conferenze di Via Botteghe Oscure, presenti un centinaio di giornalisti, Fuligni, presidente della Commissione Aldo Moro, dichiarò che......i nostri servizi sapevano in anticipo come dove e quando sarebbe stato ucciso Aldo Moro. Sapevano anche chi sarebbe stato l'esecutore materiale. A questo punto ritengo che tutta la faccenda debba essere rivista in un quadro più generale senza tralasciare alcun elemento ( per quanto sia da noi possibile metterli in vista.) GV.   
Da: Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>
A: Maufil <maufil@alice.it>
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Inviato: Lunedì 2 Aprile 2012 10:30
Oggetto: Re: "('nuovo')"

Guarda, contro gli "ordinovisti" (e simili) veneti c'è UNA MAREA (effettivamente nera) di elementi di colpevolezza in relazione (non solo) alla strage di P.zza Fontana. Cucchiarelli li ha riuniti e argomentati: è qualcosa di impressionante. Leggi e te ne convincerai. Che poi lo Stato itaGliano abbia condannato, indi assolto, indi informalmente di nuovo condannato ecc. è tipico di questo Paese ipocrita, obliquo, ballista, cattolevantino. Il motivo è uno solo: quella strage fu anche (ripeto anche) di Stato. E lo Stato non condanna se stesso.

Joe


Il giorno 02/apr/2012, alle ore 08.49, Maufil ha scritto:

Come ti ho scritto, un conto è quanto possiamo dedurne noi, e lo stesso Vinciguerra ne ha tirato le dovute conseguenze, in base s esperienze, ragionamenti politici e di altro vario genere e un conto sono le prove oggettive che, in un processo, ti inchiodano definitivamente.
Le testimonianze di questo Digilio, ordinovista,  classico destrista, figlio di un traditore della Rsi che faceva la spia per gli Alleati, e quindi spia anche lui stesso degli americani, una vera tradizione di famiglia, al pari di quell'altro ordinovista, tale Martino Siciliano, che prima si pente, poi ritratta, poi scappa, ritorna, ecc., non sono riuscite, fino ad ora, a far condannare Delfo Zorzi, figuriamoci Freda. E noi di Freda stavamo parlando.
Piuttosto, chiediamoci, come mai la magistratura ha finito per incartarsi su la vicenda di Piazza Fontana?  A mio avviso bisogna correggere la vecchia interpretazione di "Strage di Stato".  Perchè la vera matrice della strage è atlantica e lo Stato italiano ne è implicato in via indiretta, in quanto trattasi di uno Stato subordinato in tutto e per tutto e soprattutto dei suoi vertici di Intelligence ai comandi Nato.
A proposito del Digilio, questi ebbe a dire che il leader "ideologico" di Ordine Nuovo veneto, Carlo Maria Maggi (tra l'altro mi sembra  che questi era coniugato alla figlia di un rabbino, ma guarda un pò...), sosteneva che sia gli USA che Israele rappresentavano i più validi baluardi dell'Occidente contro il comunismo. E da qui sciorinò vari traffici con lo stesso Mossad.
Interessante questo Digilio, peccato che dopo un ictus, mi sembra, è andato nel pallone e poi è morto. Una vera fortunella per qualcuno.
Maurizio




-----Messaggio originale----- From: Joe Fallisi
Sent: Sunday, April 01, 2012 9:35 PM
To: Maufil
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Subject: Re: "('nuovo')"

Scusa, ma per quel che concerne gli autori della strage di P.zza Fontana, più di quanto dichiarò la "gola profonda" Digilio, artificiere e reo confesso - e condannato -, di cosa si dovrebbe aver bisogno? Guarda che è in base alle sue deposizioni, ritenute attendibili, che egli riuscì a morire fuori dal carcere.

Joe


Il giorno 01/apr/2012, alle ore 20.54, Maufil ha scritto:

Mio caro Joe,
io concordo con quanto tu sostieni, ma  di fronte ad una infame strage di tal fatta e per scrupolo personale,  anche in considerazione del fatto che tutte queste ricostruzioni sono di ordine indiziario, per mia deformazione da "ricercatore storico", voglio essere estremamente prudente, se non fosse altro per il fatto che la ricostruzione di Paolo Cucchiarelli l'ho letta nel suo voluminoso libro, ma non ho avuto modo di controllare, passo per passo, se quanto andava riportando è attendibile.
E allora, fantastichiamo e diciamo questo: su le tue deduzioni, in sede discorsiva e come valutazioni personali, concorderei sicuramente (del resto ho anche detto che condivido le deduzioni di V. Vinciguerra che sono uguali alle tue), ma se noi fossimo giudici di un tribunale che dovrebbe sentenziare una condanna a morte per quella strage, condanna esemplare giusta e sacrosanta, beh in tal caso, non mi sentirei di pronunciarla.
Ma stai tranquillo, Joe, che prima o poi qualche archivio o qualche attendibile gola profonda, finirà per parlare ed allora conosceremo, anche attraverso elementi oggettivi, la verità.
Maurizio




From: Joe Fallisi
Sent: Sunday, April 01, 2012 8:08 PM
To: Maufil
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Subject: "('nuovo')"

Di Sofri penso (e ho scritto) tutto il male possibile, dal punto di vista così politico come umano. Ma il signore in questione non è affatto stupido e sa usare la penna - il che vale anche per Freda, in ogni caso ESTREMAMENTE più dignitoso di lui. Le critiche che muove al libro di Paolo Cucchiarelli sono razionali e fondate. Com'è ovvio per potersene rendere conto occorre averlo letto, il libro (ti suggerirei di leggere anche quanto ho scritto io in merito: http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/78847, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/78848, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/78849, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/78850, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/92021, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/92037, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/92058). Ora, il paradosso è che mentre le tesi proprie di Cucchiarelli (su Pinelli, Valpreda e tutti gli incredibili "raddoppi"), per cui il suo testo ha fatto parlare, reggono ben poco e a volte nulla, è invece il certosino lavoro relativo alla matrice dell'attentato e all'origine e percorso degli ordigni e delle borse letali che egli a svolto a risultare davvero notevole e, forse, definitivo. Proprio come dici tu in estrema sintesi: "l'esplosivo che poi venne utilizzato per Piazza Fontana, ma non solo, veniva da un deposito sotto controllo americano in Germania e arrivato in Italia venne consegnato ad ambienti di Ordine Nuovo del Veneto nei quali vi erano molti esponenti collusi con i Servizi se non con la stessa base Fatse Nato di Verona". Ora, secondo te, la "cellula" di cui sopra cosa se ne fece di questi bei regalini dell'Organizzazione Terroristi Nordatlantici? Inoltre la faccenda dell'"assoluzione" è tipicamente itaGliana, a mo' della sentenza nei confronti di Andreotti: fa ridere-piangere. E' chiaro che trattandosi, come avevamo detto noi, per la prima volta, nella conferenza stampa del 17 dicembre 1969 al Ponte della Ghisolfa, anche di una strage di Stato (v., solo per fare un esempio, il ruolo dell'"agente Z", http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_piazza_Fontana), il medesimo Stato mai sarebbe giunto a condannare davvero se stesso. Ma non dimenticarti che "Carlo Digilio, neofascista di Ordine Nuovo, ha confessato il proprio ruolo nella preparazione dell'attentato e ottenuto nel 2000 la prescrizione del reato per il prevalere delle attenuanti riconosciutegli, appunto, per il suo contributo. Il 3 maggio 2005 la Corte di Cassazione ha assolto definitivamente gli ultimi indagati (Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e  Giancarlo Rognoni, militanti di Ordine Nuovo condannati in primo grado all'ergastolo) scrivendo però nella sentenza che con le nuove prove - emerse nelle inchieste successive al processo milanese nel 1972 e alla definitiva assoluzione nel 1987 - gli ordinovisti veneti Franco Freda e Giovanni Ventura sarebbero stati entrambi condannati. (...) A metà degli anni novanta Carlo Digilio sostenne di aver ricevuto una confidenza in cui Delfo Zorzi gli raccontava di aver piazzato personalmente la bomba nella banca. Zorzi, trasferitosi in Giappone nel 1974, divenne un imprenditore di successo. Ottenne la cittadinanza giapponese che gli garantì poi l'immunità da ogni vicenda giudiziaria. Il Giappone infatti rifiutò le richieste di estradizione dall'Italia." (ibid.) Ancora. Sì, gli autentici padroni e manovratori internazionali (allora come adesso appartenenti all'Anglogiudamerica) non vollero mai sul serio, qui da noi, un golpe alla greca, ma non ne fummo così lontani. E di certo a cose simili si ispiravano e speravano i prodi camerati veneti. Dal caos, appunto, all'ordine ("nuovo"). Che su questa strada crepasse un po' di bestiame democratico non costituiva un problema.

Joe


Il giorno 01/apr/2012, alle ore 17.46, Maufil ha scritto:

La strage di Piazza Fontana, il film, il libro di Sofri e l'intervista a Freda.

Che in questa società dello spettacolo doveva uscire un film sulla strage di Piazza Fontana, (Tullio Giordana, "Romanzo di un strage"), che ovviamente non dice niente di niente, è c'era da aspettarselo. Ho letto poi l'intervista, alquanto risicata, a Freda e il libro on line di Adriano Sofri.
Cominciamo da quest'ultimo.
A l'ex dirigente di Lotta Continua dico solo che forse avrebbe fatto meglio a tacere su una vicenda alquanto complicata come la strage di Piazza Fontana, per la quale, mettersi a discutere sull'ipotesi della "doppia bomba", avanzata dal giornalista Paolo Cucchiarelli, si rischia di aggiungere confusione a confusione.
L'ex dirigente Lotta non continuista, se proprio avesse voluto dire qualcosa, avrebbe potuto illuminarci circa certi sospetti che indicavano in Lotta Continua un movimento alquanto funzionale alle strategie Chaos di matrice statunitense, tanto che addirittura sembrerebbe che il giornale LC veniva stampato da una tipografia attraverso la quale si risaliva alla Cia.
A questo proposito, il Sofri, avrebbe anche potuto darci un suo parere su come sia stato possibile che molti dirigenti di alto rango di quel movimento, negli anni successivi, sono poi finiti  nelle sfere del potere borghese e capitalista che tanto aborrivano.
Infine, già che c'era, poteva anche darci un suo parere sull'omicidio Calabresi, omicidio per il quale è stato condannato, e di cui si dichiara innocente, omicidio in cui molti, e noi tra questi, sono convinti che ben poco c'entri con la storia di Pinelli, usata solo come false flag.
Insomma tanti fatti e avvenimenti nei quali, per esperienza personale, umana e politica, poteva dirci qualcosa di interessante.
Veniamo ora all'intervista a Freda, una intervista che nei toni e in parte nei contenuti ricalca una altra intervista, sempre strappata con le pinze, di non molto tempo addietro.
In sostanza, stringando al massimo, Freda ribadisce che lui non ha nulla da dire a questo Stato, a questa società e soprattutto ai mass media unicamente alla ricerca di notizie da "spettacolo" e non certamente della verità. Siamo d'accordo con lui.
A chi, inoltre, gli ricorda che recentemente la Cassazione avrebbe idealmente indicato una sua colpevolezza nella strage di Piazza Fontana, colpevolezza che non è stato possibile trasformare in condanna    per il fatto che lui, dopo i giudizi definitivi che lo hanno visto assolto da quella strage, non può essere nuovamente processato, Freda ha fatto notare che riconosce solo il verdetto di assoluzione della Cassazione e non quanto possa essere stato poi avanzato in altre sedi per il semplice fatto che quei successivi processi, in cui non era presente e non poteva quindi difendersi, non hanno alcuna validità. Anche in questo, almeno dal suo punto di vista, non possiamo che concordare.
Detto questo però crediamo che tutta questa vicenda, complessa e complicata, non sia liquidabile con qualche battuta e che anche per Freda era forse meglio che continuasse a osservare il suo orgoglioso silenzio in proposito.
Personalmente ritengo talmente infame, ignobile ed anti italiano il gesto di aver deposto una bomba in quella banca, uccidendo 17 persone e invalidandone gravemente quasi un centinaio che, in mancanza di elementi certi e probanti, non mi sento di puntare il dito contro persone che sono a suo tempo state accusate per quelle vicende. Analogamente non voglio formulare ipotesi o peggio dare un mio giudizio, di colpevolezza o di assoluzione su lo stesso Freda, che del resto non conosco se non per informazioni di stampa o articoli e libri.
Se le inchieste e i processi su quella strage, che si smentivano uno con l'altro, sono finiti in un nulla di fatto ed addirittura i parenti delle vittime sono stati condannati a pagare le spese processuali, le responsabilità sono di questo Stato e di questa giustizia, nonchè dei partiti politici e della stampa nazionale, tutti incapaci o impossibilitati a scoprire la verità, ma abili a disegnare teoremi e scenari indimostrabili con i quali ci raccontano barzellette circa certi Servizi infedeli o Massonerie deviate.
Devo quindi ritenere che se la giustizia borghese, incapace di trovare mandanti ed esecutori di quella strage, non la si ritiene attendibile, ed io non la ritengo di certo attendibile, questo dovrebbe valere in tutti i sensi, compreso quello per cui Freda è stato assolto per Piazza Fontana e mi sembra  per insufficienza di prove.
Stante così le cose, il discorso non può che essere storico - politico e in questo senso vorremmo comprendere un fatto, questo: Freda, se non andiamo errati, è stato condannato in via definitiva per le bombe di quell'estate del 1969, quelle alla fiera campionaria e sui treni.
Bombe per le quali, vennero in un primo momento accusati ambienti anarchici, compresi quelli vicini a Feltrinelli, e quindi quelle bombe, almeno apparentemente, sembrano ricalcare quella strategia false flag che poi si ripetè con Piazza Fontana (strage anarchica).
Se quindi Freda, a meno di un errore giudiziario, lo si deve ritenere colpevole di quegli attentati, viene spontaneo chiedersi cosa si prefiggeva e in quale strategia rientravano quelle bombe dell'estate del 1969 che fecero diversi feriti, ma per fortuna nessun morto, per le quali è stato condannato ?

Uscendo dai discorsi ad personam, che in mancanza di prove lasciano il tempo che trovano, posso dire che, a mio avviso, lo stragismo è stato una successione di eventi, atteggiamenti politici e comportamenti umani che si sono accumulati e sovrapposti nel tempo e per i quali non è difficile non scorgere grandi burattinai extranazionali che li hanno a volte ispirati e a volte causati direttamente. Altri sono poi andati avanti da soli.
Tutto questo inizia esattamente un paio di anni prima di Piazza Fontana quando cominciano a scoppiare bombe, attribuite ad ambienti anarchici, un pò dappertutto.
Siamo in un periodo in cui divampa la cosiddetta Contestazione, un evento epocale e generazionale, contemporaneamente cominciano ad innescarsi forti conflitti sociali a fronte di un  capitalismo che si espande e si razionalizza e un mondo del lavoro che chiede una più ampia ripartizione dei ricavi e un migliore utilizzo dei mezzi di produzione.
Siamo in un periodo poi che, a causa dell'aggressione israeliana agli stati arabi (guerra dei sei giorni) tutto il sud Europa e il mediterraneo vengono a trovarsi in una delicatissima situazione strategica, tanto più che da non molto la Francia di De Gaulle era uscita dai comandi militari della Nato.
Non dimentichiamo infine che, proprio in quel 1969 il governo italiano per suoi interessi di natura energetica, sottobanco e discretamente aiutò il golpe di Gheddafi in Libia. Golpe per il quale gli inglesi dovettero abbandonare la cosiddetta "quarta sponda". E anche questa interferenza non era certamente stata gradita in occidente.
Insomma, c'è n'era di quanto bastava per attivare nel nostro paese certe tecniche di guerra non ortodossa che destabilizzassero il quadro politico e sociale, al fine di stabilizzarlo nel senso di tenerlo ingessato nel sistema atlantico. Insomma si doveva assolutamente evitare che in Italia si riproducessero iniziative simili a quella di Mattei (a suo tempo, per toglierlo di mezzo, fu addirittura necessario assassinarlo) o atteggiamenti di equidistanza nelle relazioni internazionali, non ammesse in quel momento di crisi geopolitica.
Un clima perdurante di violenze, instabilità sociale e crisi di governo, erano quanto di meglio potesse desiderarsi affinchè l'Italia non trovasse un governo forte e capace di iniziative fautrici di spinte autonome.
Questa, grosso modo, la strategia che ha scatenato o comunque incentivato le violenze ed è sconfinata nelle bombe.
Isolare però ogni episodio di violenza, ogni bomba, ogni iniziativa per così dire "eversiva", per capire come si era generata e magari individuarne i mandanti, non è certamente un compito agevole, perchè è ovvio che in quegli anni e in quel clima, si sommarono iniziative balorde ad altre spontanee, idealisti ad illusi, provocatori e agenti sotto copertura. Insomma una serie episodi, di cause e concause che non è oggi possibile incasellare in un teorema generale.
Personalmente, in base a vari ragionamenti politici e storici, riteniamo di condividere le ricostruzioni di quegli avvenimenti fatte da Vincenzo Vinciguerra (in particolare nel suo ultimo saggio "1969: Piazza Fontana ed oltre" visibile in
http://andreacarancini.blogspot.com/2011/12/vincenzo-vinciguerra-piazza-fontana-ed.html
e in  http://www.stampalibera.com/?p=37098, oltre che nel Sito della FNCRSI WWW.fncersi.altervista.org).

Un Vinciguerra giustamente molto severo verso l'ambiente degenerato e colluso con i Servizi del neofascismo, ma ritengo anche sia esatta la valutazione fatta dal direttore di Rinascita Ugo Gaudenzi che nel suo articolo "Piazza Fontana La strategia della tensione"  del 22 marzo scorso,  afferma:
"Le manovre inquinanti di Federico Umberto D'Amato e della sua "spalla" Mario Tedeschi. E i manifesti "stalinisti" stampati dalla Spes democristiana e affissi da neofascisti… L'Agenzia Oltremare, l'Assalto di Romualdi che paventa la guerra civile, la riunione al Pollio, gli strateghi "para"militari, gli ex del Sifar, i nuovi del Sid, le "Mani rosse sulle forze armate", l'idea ricorrente del "golpe" risolutore… Insomma tutta la paccottiglia di seriosa counterintelligence ordita dall'estrema destra… Certo. E, allora?
Né più né meno – con toni diversi, marxiani, naturalmente – di quello che accadeva tra i neocomunisti con la nascita di Potere Operaio con la sua "insurrezione", i convegni allo Stella Maris, l'emergere di Stella Rossa di Vincenzo Calò, il guerrigliero doc Feltrinelli…
Come però afferma Vinciguerra, il 1969 non fu null'altro che "il ventiquattresimo anno della guerra civile italiana". Esatto. Ma trasformata e non parte di quella che "in un contesto planetario, opponeva comunismo ed anticomunismo infiammando ed insanguinan­do tutti i Continenti.
L'errore di Vinciguerra è di analisi geopolitica. E' quello di non aver affatto compreso che Jalta non si toccava. Che le due sfere di influenza non erano "morbide, elastiche", almeno in Europa. Nessuno degli allora Due Grandi poteva destabilizzare il "contratto finale", quello del dopo Grecia (agli atlantici, assieme all'Europa occidentale, Italia compresa) e del dopo Balcani (all'Urss). Un unico Stato restava "indiviso", al 50%: la Jugoslavia. Ormai il gioco del domino si svolgeva a sud del Mediterraneo: a Suez, in Israele, in Libia, in Siria, in Iraq. In quella regione soltanto la situazione Iran era in un certo modo "stabilizzata" con l'arretramento sovietico dalle ex neo-repubbliche sovietiche già costituite nel nord del Paese e poi riunificate ad uno Stato iraniano influenzato dagli anglo-americani".
Questo per dimostrare che, stante il fatto che la spartizione dell'Europa stabilità a Jalta era perfettamente condivisa dallo stesso Pci, a nessuno conveniva rompere definitivamente certi equilibri. Quindi certe iniziative velleitarie, certi sogni di Golpe,  o certe prospettive di uno "stato di emergenza" con il quale instaurare una governo autoritario, esautorando il Parlamento, erano più che altro un gioco delle parti, un rincorrersi di  ricatti e contro ricatti, un velleitarismo per illusi o da rivoluzionari da bar, non di certo una strategia esecutiva finalizzata alla loro attuazione, anche se i grandi burattinai giocarono proprio su queste "speranze" e velleità per manovre i tanti burattini nelle loro mani.
E se consideriamo infine che i nostri Servizi di Intelligence, nonostante qualunque dissidio personale o di arma, potesse dividerli, erano subordinati agli alti comandi Nato, possiamo ben orizzontarci ed avere almeno qualche punto di riferimento per capire quegli avvenimenti.
Non si dimentichi infine, come hanno accertato alcune inchieste e come ha esplicitamente confermato l'ex capo del reparto D del Sid, il numero due di quel servizio, vale a dire Gian Adelio Maletti, l'esplosivo che poi venne utilizzato per Piazza Fontana, ma non solo, veniva da un deposito sotto controllo americano in Germania e arrivato in Italia venne consegnato ad ambienti di Ordine Nuovo del Veneto nei quali vi erano molti esponenti collusi con i Servizi se non con la stessa base Fatse Nato di Verona.
Con solo prove indiziarie non si arriva da nessuna parte, e di eventuali teoremi abbiamo già detto della loro negatività, ma nessuno porta gli orecchini al naso, e comunque prima di avanzare ipotesi di colpevolezza in un senso o nell'altro sarebbe bene essere molto disincantati e prudenti.
Maurizio Barozzi




From: Joe Fallisi
Sent: Friday, March 30, 2012 6:39 PM
To: sabato15ottobre@libero.it ; bye bye uncle sam ; Stefano Vernole ; Edizioni all'insegna del Veltro ; Giancarlo Chetoni ; yvonne@hostessweb.it ; Vincenzo Mannello ; luca.tadolini@tin.it ; lucioeso@yahoo.com ; alessandro lattanzio ; Ugo Gaudenzi ; Giorgio Vitali ; circolo.vegetariano@libero.it ; mailto:maufil@alice.it ; mailto:gianmariomonaldo@alice.it ; mailto:olopsi@libero.it ; mailto:luigifino@alice.it ; mailto:fabriziobelloni@yahoo.it ; mailto:giuseppemagliacane@hotmail.com ; mailto:titto.7@fastwebnet.it ; mailto:italolinza@alice.it ; Gian Pucciarelli ; mailto:umbertobianchi1@gmail.com ; the.chronicles@live.it ; Domenico Longo ; Luigi Pellini ; Alfredo Villano ; clanvillano@email.it ; Ubaldo Croce ; Alessandro d'Esposito ; Simone Camillo Marchino ; Massimo Pietrangeli ; Roberto Cozzolino ; roberto.terlizzi@fastwebnet.it ; Filippo Giannini ; GianMario Monaldo ; dott. Gianluca Strategia d'Impresa ; giuseppeturrisi@yahoo.it ; Alba Mediterranea ; Ivan Ingrillì ; David Rorro ; Antonio Pantano ; Luigi ; mailto:fabio-70@hotmail.it
Subject: "il minimo"

Oggetto: "il minimo"
Da: Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>
Data: 30 marzo 2012 13.14.38 GMT+02.00
A: Andrea Carancini
Cc: Paolo Cucchiarelli

http://andreacarancini.blogspot.it/2012/03/il-pattico-mistero-di-franco-freda.html

C'hai proprio ragione... "patetico" è il minimo che si possa dire... LE BOMBE DI PIAZZA FONTANA (e non solo) LE CONFEZIONARONO E DEPOSITARONO LUI, ZORZI E I LORO BEI "CAMERATI" - COLLEGATI AI SERVIZI. Questa è la verità storica incontrovertibile. Altroché "mistero", "Sofocle" ed "Euripide"!... Vada a nascondersi in qualche grotta del Peloponneso.

Joe

********

Oggetto: Re: R: "il minimo"
Da: Joe Fallisi <flespa@tiscali.it>
Data: 30 marzo 2012 16.36.05 GMT+02.00
A: Vincenzo Mannello

Il giorno 30/mar/2012, alle ore 16.05, Vincenzo Mannello ha scritto:

Joe ,
sai quanto io ti stimi e quanto credito dia ai tuoi interventi .
Come fai ad avere certezze comprovate su Freda e soci ?
Non ero all' epoca nel giro di Freda , mai stato .
Tantissime cose sono rimaste oscure , contorte e poco conosciute . La certezza della verità non si saprà mai . Ne sono assolutamente convinto . Non solo per Freda .
Ti saluto. Enzo

=====

Caro Enzo, per questo ti rimando al libro di Paolo Cucchiarelli. Se una cosa è sicura è la matrice sia dell'attentato di Piazza Fontana, sia dell'origine e del percorso degli esplosivi impiegati e della borsa acquistata all'uopo. Mi sembra che su ciò lo studio di Cucchiarelli sia davvero esauriente e inappuntabile.
Buon fine settimana.

Joe




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