Non con l'incenerimento ma con il riciclaggio, e con la diminuzione
della produzione dei rifiuti solidi urbani, si risolve il problema
della "monnezza" in Italia
"Rifiuti: opzione zero!". Negli ultimi trent'anni ed anche più ho
costantemente combattuto per ottenere questo risultato... ho studiato
le problematiche legate alla gestione dei rifiuti, con un'attenzione
particolare ai pericoli derivanti dall'incenerimento ed alle
alternative di non combustione più sicure e più sostenibili.
E qui ripeto che occorre far entrare nelle maglie della consuetudine
culturale l'idea che "non esiste altro posto che questa Terra in cui
possiamo vivere e di conseguenza è meglio mantenerla pulita" A volte
esperimenti encomiabili son stati avviati, come ad esempio "il gioco
della raccolta differenziata" proposto tempo fa nella scuola materna
di Blera, ma sono iniziative sporadiche e senza risultati sostanziali.
Tant'é che il riciclaggio é praticamente assente in tutti i comuni del
Lazio e della Tuscia.
Eppure, come già scrissi inutilmente al Governatore del Lazio Badaloni
prima, poi Storace e Marrazzo.... se non risolviamo il problema dei
rifiuti a monte... nessun "termovalorizzatore" potrà salvarci, dico
questo con tristezza... ma é la pura verità....
Se si facesse partire un sistema di recupero e riciclaggio al 100%
dei RSU, ecco che l'economia troverebbe il volano di una ripresa
immediata. Si creerebbero nuovi posti di lavoro, si risparmierebbe
sulle materie prime, non sarebbe più necessario importare metalli qui
da noi rari (come l'alluminio), etc. si risparmierebbe sulla
costruzione di discariche che sono in fondo solo bombe ad
orologeria... Eppure il primo passo, necessariamente deve essere
quello della diminuzione nella produzione dei rifiuti, ritornando al
sistema di riuso dei vuoti e alla proibizione degli involucri in
plastica (tra l'altro anche in considerazione del continuo aumento del
costo del petrolio e della sua crescente penuria)...
Insomma, suvvia.... serve uno scatto di reni e non l'accettazione dei
termovalorizzatori che producono poca energia ad altissimo costo ed
hanno il solo vantaggio di far sparire dalla vista i rifiuti, ma non
le sostanze inquinanti che restano nell'aria o diventano polveri
residue tossiche altamente inquinanti e che richiedono un trattamento
ed una conservazione peggiore quasi delle scorie nucleari.
Perciò è importante partire dall'ecologia delle piccole cose, nella
casa di ognuno. Cominciando da queste si possono sempre trovare
successive forme di sensibilità ambientale e di educazione civica.
Ad esempio quanti scarti alimentari produciamo? Forse quegli scarti
possono essere diminuiti se badiamo di più all'essenziale, in tutte le
nostre piccole abitudini di ogni giorno, e magari prontamente
riutilizzati in natura come compost o cibo per animali oppure anche
per produrre semplice biogas.
A Roma con la situazione di Malagrotta al pieno, c'è il rischio di
dover risolvere il problema dei rifiuti urbani (in perenne emergenza)
con il sistema "terminator" berlusconico che porterà inevitabilmente
alla creazione di una serie di nuove discariche ed inceneritori
attorno alla capitale. Le province storiche diverranno una pattumiera
gigante o terra bruciata, si tratta solo di scegliere se si vuole
l'inceneritore o la discarica oppure il termovalorizzatore per la
produzione elettrica (che funziona a RDF, ovvero mattonelle ricavate
dai rifiuti).
E se vogliamo che la vita continui nel Lazio asfissiato dai fumi e
dalle puzze non possiamo pensare di risolvere con questi metodi il
problema dei RSU. L'incenerimento, già lo sappiamo, è fonte di
inquinamento pesantissimo ed inoltre è diseducativo dal punto di vista
della salvaguardia delle risorse.
Ed osserviamo quello che sta avvenendo nell'ecosistema.. ad esempio
alle api, che a centinaia di miliardi, in tutti i continenti o sono
trovate morte, o non ritornano più nelle arnie. All'inizio, qualche
anno fa, sembrava una delle solite "fisiologiche" epidemie, dovuta a
fattori ormai ben conosciuti, come la Varroa. Governi e istituzioni
scientifiche hanno ignorato o sottovalutato le prime grida di allarme
degli apicoltori. Poi, dal 2007, a partire dagli Stati Uniti, si è
percepito che si trattava di qualcosa di ben più grave, per la
quantità delle api scomparse e per i killer che potevano essere
chiamati in causa: pesticidi, riscaldamento globale, onde emanate dai
telefonini cellulari, Ogm, fumi, neoticonoidi presenti dentro i
prodotti per la concia del mais, stress dovuto a molteplici altre
fonti. Si è cominciato a percepire vera la "profezia" (attribuita ad
Einstein) secondo cui: "Quando le api spariranno, all'umanità
resteranno quattro anni di vita". La scomparsa delle api può mettere
profondamente in crisi non solo la produzione di miele o di fiori o di
frutta, ma l'intero già precario equilibrio ecologico e biologico del
pianeta.
Non si può continuare a tappar buchi aumentando sempre più la piaga
dell'inquinamento. Da qualche parte occorre iniziare per fermarsi e
lanciare un segnale positivo. Partiamo da noi stessi…. Per evitare il
disastro tamponato ed imbellettato da nuovi impianti inquinanti
occorre partire dalla consapevole e personale azione di ognuno di noi.
Faccio esempi pratici: girare con una borsa per la spesa, rifiutare
imballi superflui, reperire il proprio cibo direttamente dai
produttori locali, interrompere l'uso smodato di elettrodomestici,
lavorare con le mani, stare meno davanti al televisore e di più nei
boschi….
La battaglia contro la produzione rifiuti e sprechi energetici deve
partire dalla casa di ognuno, dalla consapevole e personale azione di
ognuno di noi. Non posso far a meno di affermare che se non iniziamo
da noi stessi il processo del "ritorno" all'ecologia profonda non
decolla…
Paolo D'Arpini
Referente della Rete Bioregionale Italiana e portavoce di European
Consumers Tuscia
...........
Il cardellino dallo splendido manto
intona nell'aria un melodioso canto.
Solitario, volò tra spini di cardo
rubandone i semi senza riguardo
proprio a colui che gli diede nome.
Poi vinto, alfine stanco,
si isolò al mondo
ponendo il suo nido sul ramo più alto.
(L'Aura)
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