obbligatoria sembrava essere andata in tilt, forse non era abituata a
sentirsi "testata"... e così per alcuni giorni sono rimasto al fresco
e senza acqua calda, nella grande casa di Treia.
Caterina, la mia amata, ospite generosa, non ha però voluto che
patissi le pene alle quali ero già avvezzo a Calcata ed ha telefonato
ad un termo-idraulico, che in precedenza aveva già riparato
l'impianto, e una bella mattina mi son visto alla porta un signore
simpatico e sorridente con il quale ho fatto pure amicizia, Maurizio
si chiama, ed una volta dentro e dopo una breve ispezione ha
individuato subito dov'era la perdita che mandava giù di pressione
l'impianto e che impediva alla caldaia di accendersi. Senza frappor
tempo in mezzo ha cominciato a scavare nella parete mettendo a nudo
vecchi tubi di ferro arrugginito, uno aveva una fessurina dalla quale
l'acqua zampillava giuliva.
Beh, non ci credereste, nel giro di due giorni ha guarito la parte
malata dell'impianto sostituendo le tubazioni più malandate.. e oggi,
dopo due giorni di "sedimentazione e controllo", é tornato ed in poco
più di mezza giornata ha richiuso e stuccato le pareti.... tappando
pure i buchi di una roccia viva sottostante. Evviva, la sala, da me
usata per la meditazione, ora sembra nuova.... e la caldaia ronza
contenta facendo il suo dovere calorifico.... Stasera soddisfatto e
pimpante sono uscito per andare "in centro" a sorbirmi il mio solito
cappuccino bollente.
Treia é costruita su una lunga collina, in mezzo c'é una grande
piazza, congiunta nei due lati da una specie di corso, una Via Monte
Napoleone in miniatura. Sì perché questo borgo, non so perché, forse
per la sensazione di efficienza e ordine, pulizia delle vie, raccolta
differenziata porta a porta, giardinetti pensili ben curati, mura
lucide, mi appare come una piccola Milano. La strada che unisce i due
estremi della cittadina é costeggiata di botteghe luminose che da una
parte all'altra fanno pendent... Da un estremo, verso la porta
Vallesacco, domina la maestosa Cattedrale che (in piccolo) ricorda il
Duomo, e dall'altro estremo -dove esisteva un vecchio castello
longobardo- ci sono due conventi di suore, con belle chiese affiancate
e persino un albero di senape ben vivo (questa pianta é nominata da
Gesù in una sua famosa parabola), in una di queste chiese, quella di
Santa Chiara, viene conservata una statua lignea della Madonna Nera
(si dice che codesta e quella di Loreto fossero due statue gemelle ma
l'attuale di Loreto é una copia rifatta dopo l'incendio che distrusse
la paredra originaria).
Andando da una parte all'altra di Treia si nota la presenza di tante
attività parallele, un orefice gioielliere da una parte e uno
dall'altra. Un paio di baretti di qua ed un paio di là, una
fruttivendola per ogni opposto, due pizzerie, qualche negozio di moda
paesana, due tabaccai, etc. Insomma é un paese che fa da specchio a
se stesso....
Ma tutta questa minuzia e precisione sembra quasi sprecata... già
perché -come scrisse Dolores Prato- "nella piazza non c'é nessuno..".
Radi sono i passanti e radi gli avventori, anche se -lo dico
egoisticamente- fa piacere in fondo entrare in un baretto e vedersi
servire subito senza attese né dover chiedere, perché le ragazze
"ricordano", avendo a disposizione tavoli e divani, giornali
quotidiani e pure la televisione accesa (magari quella se la
potrebbero pure risparmiare... però...).
Ma non voglio perdermi in convenevoli dimenticando l'avventura di
stasera, che mi ha convinto a scrivere questa memoria. Mentre salivo
in piazza, appunto, ho notato qualcosa di nuovo nella vetrina di
Nazareno, un fotografo artistico.. In bella mostra c'erano esposte
tante simpatiche miniature lignee... Ho buttato l'occhio e Nazareno
ha colto il mio interesse e si é affacciato alla porta e mi ha
invitato ad entrare... Dentro il negozio/studio mi ha mostrato le sue
opere, che annunciano l'avvicinarsi del Natale... una moltitudine di
piccole scenografie in miniatura.. risultato di un bricolage sapiente
e fantasioso.
"Faccio tutto a mano usando vari materiali riciclati -ha spiegato
orgogliosamente l'artista/artigiano- tutte sostanze naturali -ha
precisato- per dare più significato e verità alla Natività" E
sventolando alcuni ramoscelli di oleandro ha continuato a declamare
(il suo parlare quasi una poesia..) ecco queste sono palme..... e vedi
l'acqua di questi stagni? E' fatta con i sali antiumidità recuperati
dalle confezioni per macchine fotografiche, la sabbia del deserto di
Galilea é quella del nostro mare e le rocce sono i sassi di Porto
Recanati... ho raccolto questi fili d'erba secchi, queste piantine
grasse sono ancora vive, un po' di muschio, qualche pezzetto di latta
per gli attrezzi... insomma ho composto questi mini-presepi usando
tutti materiali di recupero..., ti piacciono?" E mentre parla continua
ad esibire varie sculturine ed oggettini prendendoli da sopra il
bancone e mostrandomi anche gli incompiuti a cui sta ancora
lavorando...
Tanta dovizia di particolari e di attenzioni tutte per me, unico
ammiratore... Mi sono un po' commosso così ho pensato di scrivere
questo raccontino.. chissà se potrà servire ad aiutare la causa?
Paolo D'Arpini
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Altri articoli su Treia: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=treia
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