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lunedì 9 maggio 2011

Fwd: [Centrofondi] La vittoria dei cinesi grazie all' oro e all' argento

L'e3strema importanza di questo articolo la si comprende subito. BASTA LEGGERLO! Per Noi, che da tempo staimo scrivendo sul ruolo della CINA ( che è sempre più vicina) ma anche sulle modalità di lotta della CINA( il riferimento è al gioco del GO, contro il gioco occidentale che è frontale, come gli scacchi). La CINA non sta con le mani in mano, anzi! NON PUO' STARE CON LE MANI IN MANO. E sarebbe meglio che, una volta tanto, i COGLIONI ITALIANI SI LEVASSERO DEFINITIVAMENTE DAI....PIEDI! Giorgio Vitali

--- Lun 9/5/11, Giuseppe Turrisi <giuseppeturrisi@leonardo.it> ha scritto:

Da: Giuseppe Turrisi <giuseppeturrisi@leonardo.it>
Oggetto: Fwd: [Centrofondi] La vittoria dei cinesi grazie all' oro e all' argento
A: "Giorgio Vitali" <vitali.giorgio@yahoo.it>
Data: Lunedì 9 maggio 2011, 15:46



---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: giacomo <giacomo_pasini@alice.it>
Date: 07 maggio 2011 11:03
Oggetto: [Centrofondi] La vittoria dei cinesi grazie all' oro e all' argento
A: ceNTRUFUNNIculì-FUNNIculà <centrofondi@googlegroups.com>


La vittoria dei cinesi grazie all' oro e all' argento.

E' proprio vero che ogni giorno nasce un cucco e beato chi lo cucca.

Gli angloamericanioti, con dollaro e sterlina da rottamare, e i loro scagnozzi israelioti, presto anche loro con le pezze al ****, si godono in diretta il trionfo della Cina mentre con la guerra alla nostra Libietta ( leggasi ENI, cagna a sei zampe comunque protetta da Gazprom ) si sono appena fatti harakiri.

http://www.riscossacristiana.it/inde...ero-laporta&ca

Articolo di Piero Laporta da Italia Oggi - gruppo Class

Finirà male comunque, per gli Usa. Ma molto bene per la Cina». Il nostro interlocutore è di casa in Africa «Sa quando ho capito che andavamo al disastro?» Non vedo l'ora di saperlo, «Quando il vostro capo dell'Aise, il generale Adriano Santini, il 2 febbraio, è andato al Copasir a dire che la Libia era al sicuro.

Erano in fiamme Tunisia, Egitto, Algeria e Albania. Se avesse letto i giornali italiani avrebbe notato la svolta epocale: tutti improvvisamente sposavano la tesi di George Bush sulla necessità di esportare la democrazia fra i mussulmani. Se è un caso, Barack Obama ha ottenuto un bel risultato a costo zero». A costo zero? domando. Sorride sornione.

A Tirana la televisione beccò un capoccia dei dimostranti contro Sali Berisha che sparava alle spalle a un compagno. Nonostante la nitidezza delle immagini, tutte le agenzie americane e inglesi inondano gli schermi con la panzana «polizia assassina di Berisha che spara sulla folla», bevuta dalla stampa italiana, titoli a tutta pagina, come avverrà poco dopo per le fosse comuni in Libia.

A Tripoli un altro fatto strano. I tunisini, ottenuta la defenestrazione di Ben Ali, invece di godersela scappano in Italia. E la «primavera mussulmana» di cui si favoleggia su La Repubblica? Sia Tunisi che Tripoli in quelle ore aprono le valvole, scaricano la pressione interna, favorendo l'esodo verso l'Italia di delinquenti e oppositori politici. L'Ue ha altro da fare mentre Gheddafi favorisce i migranti verso la Tunisia, quando la Libia non è ancora nella temperie e Tripoli non ha capacità d'opporsi. Il colonnello dà un segnale, all'Italia soprattutto, verso la quale esporta il 38% del suo petrolio. Egli sa che cosa comporti il suo progetto di raddoppiare l'esportazione di greggio verso la Cina, oggi al 5%. Londra freme.

Santini, che legge Times e ascolta la Bbc, rassicura il Copasir: con la Libia non c'è pericolo.

È la Libia invece l'obiettivo strategico della destabilizzazione anglo-statunitense del Mediterraneo, Libia e petrolio. I francesi? Garzoni di bottega, li definisce il nostro interlocutore.

Obama non può attaccare la Libia direttamente, privo com'è del sostegno del Congresso, nelle mani dei repubblicani. Occorre dunque la farsa dell'intervento umanitario, coi compagnucci italiani, a loro agio nelle vesti di escort di Obama.

Mentre Santini parla al Copasir, truppe speciali britanniche e mercenari sono già in Libia e nel circondario. La missione è semplice: scatenare la violenza nelle folle radunate dai minareti. È il secondo elemento strategico della manovra obamiana: l'accordo coi Fratelli mussulmani e con l'Iran. Se vi bruciano la schiena con un ferro rovente, che cosa fate? Vi scostate spaventati prima ancora di chiedervi chi vi assale. Applicata alla folla una violenza improvvisa – una bomba per esempio, o una sparatoria – la folla va in panico, risponde senza riflettere a chiunque la inciti. Tre, quattro o quaranta agitatori professionisti e coordinati, indirizzano la folla esattamente e (per essa) inconsapevolmente dove gli agitatori vogliono. Violenza apparentemente incontrollata, regolata con cellulari e satelliti, diffusa con la tivvù; il miracolo comunicativo è fatto.

Tutto fila liscio. L'intervento umanitario appare scontato come in Bosnia, quando a Washington scorgono un imprevisto. Il dollaro di solito sale quando gli Usa mostrano i muscoli. Questa volta il petrolio rincara, come previsto, ma il dollaro precipita con l'acuirsi della crisi. Perché? La Cina butta sul mercato vagonate di greens. Risultato: gli Usa fanno rincarare il petrolio ma lo devono acquistare col dollaro deprezzato; una rovina. Ma come, si disperano nella Camera Ovale, deprezzano il credito che hanno con noi? Non solo ai cinesi non frega nulla di qualche triliardo di dollari ( hanno oro e argento stoccati, dico io ) ma, nelle stesse ore, per la prima volta nella storia, fanno sapere quant'è il loro vero investimento in tecnologia militare: tre volte quello degli Usa. A buon intenditor. Intanto ,Gheddafi parla ai capi tribù un linguaggio che capiscono: volete morire o diventare ricchi?

Putin e Israele stanno a guardare, apparentemente in silenzio. La destabilizzazione del Mediterraneo è appena cominciata e non può che passare per la Sicilia. Si ritorna al 1992, anzi al 1945 o magari al 1978. Che noia, proprio nel centenario dell'Unità d'Italia?

«Non disperate» ci rassicura il nostro amico «da voi abbondano i ******** e scarseggiano le palle, ma Obama, vi surclassa».



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Distinti Saluti
Giuseppe Turrisi Salvatore
Tel. 3938424644
e-mail giuseppeturrisi@leonardo.it
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