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mercoledì 11 maggio 2011

Treia, 22 maggio 2011: "X sessione di studio sull'I Ching co Paolo D'Arpini"

Ed ora in coda alle celebrazioni della Festa dei Precursori... ecco il
tema della X sessione di studio sull'I Ching che si tiene il 22 maggio
2011

In questa sessione di studio analizziamo l'esagramma Kuai, relativo al
periodo di aprile/maggio, corrispondente alla stagione del Serpente
(in occidente è il Toro).

Descrizione:
Sotto vi è il trigramma Kien e sopra il trigramma Tui.
La traduzione letterale del nome dell'esagramma è "lo Straripamento" e
figurativamente indica un tempo in cui gli ignobili stanno
gradatamente scomparendo, il loro influsso diminuisce e con un'azione
risoluta si fa strada un cambiamento radicale della situazione.

La Sentenza:
Lo Straripamento. Con risolutezza bisogna rendere nota la cosa alla
corte del re.
Secondo verità si deve proclamarla. Pericolo!
Bisogna avvisare la propria città.
Non è propizio impugnare le armi.
Propizio è imprendere qualche cosa.

Significato. Quando in una città anche un solo ignobile rimane in
posizione dominante egli è in grado di opprimere i nobili. Quando nel
cuore si annida anche una sola passione, essa è capace di ottenebrare
la ragione dell'uomo. Passione e ragione non possono coesistere perciò
un'azione risoluta è necessaria se si vuole portare il bene a
compimento. Ma attenzione il modo di superare il male non è
contrastandolo punto per punto, in tal modo restando ad esso
invischiati, bensì procedendo risoluti verso il bene.

L'Immagine:
Il Lago è asceso al Cielo: l'immagine dello Straripamento.
Così il nobile elargisce ricchezza verso il basso
e rifugge dal riposare sulla sua virtù.

Spiegazione. Chi volesse accumulare ricchezza solo per sé, senza
pensare agli altri, dovrà certamente prepararsi al proprio crollo,
poiché ogni accumulazione è seguita dalla dispersione. Perciò il
nobile, già mentre accumula, disperde. Così anche nella formazione del
suo carattere egli mira a non irrigidirsi caparbiamente, ma si
mantiene aperto agli influssi esterni per mezzo di un sereno e
costante esame di coscienza.


Aspetti spirituali (in termini laici) dell'interconnessione energia/materia.
Che ci sia un'attinenza indiscutibile fra l'emissione energetica e la
materia è un fatto conosciuto da chiunque, prima ancora delle scoperte
della fisica quantica. Basti vedere l'azione dell'energia solare e
della sua captazione utile ai processi vitali sulla Terra… Energia e
materia sono strettamente interconnesse ed a un certo livello
indistinguibili l'una dall'altra. Ed alla base del loro apparire in
specifiche forme e modi c'è la mutazione costante e continua, una
sorta di saliscendi che fra l'una e l'altra polarità che consente
l'esistenza dell'universo conosciuto.

Secondo I Ching, o Libro Dei Mutamenti, la creazione avviene
costantemente attraverso l'incontro di Cielo e Terra, ovvero Energia e
Materia, Coscienza e Forma, ma questa descrizione non è sola
prerogativa dell'I Ching, anche altre religioni e filosofie (ed anche
la moderna scienza) indicano il movimento, la vibrazione o
trasformazione, come fattore primo che crea il mondo. L'energia
cinetica sprigionata attraverso il cambiamento sopraggiunto nel "quid"
originario statico si è propagata in uno svolgimento, apparentemente
infinito, che utilizza i canali conduttori dello spazio e del tempo.
Che lo si chiami Verbo, Om, Spirito o Tao ha poca importanza…

Dal punto di vista dell'esperienza empirica, basata sull'osservazione
in un continuum spazio temporale ed anche secondo la teoria della
creazione graduale dell'universo si immagina un "inizio" chiamato Big
Bang (il grande botto) o "Atto Creativo" in cui la concentrazione
energetica statica giunge ad una fase critica di incontenibilità e ne
consegue un collasso (corrispondente all'inizio dello spazio tempo)
che coincide con la proiezione manifestativa in cui l'energia assume
forma, gradualmente, divenendo materia. La gradualità e continuità
della creazione viene misurata attraverso un "aspetto" che sempre
accompagna, potremmo anche dire registra, il processo creativo. Questo
aspetto è immanente e trascendente ed è la "coscienza", la quale è
parte integrante, una sorta di sapore o qualità intrinseca, dello
svolgimento energetico in corso.

Possiamo quindi tranquillamente affermare che "coscienza, energia e
materia" sono la stessa cosa, come il tempo e lo spazio che appaiono e
coesistono complementariamente. Senza la durata nel tempo e
l'espansione nello spazio nulla potrebbe manifestarsi e senza la
coscienza e l'energia nessuna forma od entità avrebbe significato od
esistenza. Per questa ragione è impossibile scindere la manifestazione
dalla consapevolezza che la sancisce.

Ogni elemento, essendo la trasformazione nell'infinita possibilità dei
movimenti energetici nello spazio tempo, conserva una specifica
memoria (od intelligenza) che è necessaria alla coesione della sua
sostanza (o stato di mutazione energetica se vogliamo usare una
terminologia metafisica). Questo procedimento di psicosomatizzazione
dell'esistente viene impresso contemporaneamente in una sorta di
"negativo" che corrisponde alla formula rispetto al procedimento
sperimentale in corso (possiamo definirla anche "memoria", "ombra" o
"antitesi"). Ma non è solo descrizione in negativo è anche substrato,
è forza costituente che permette al tutto manifesto di mantenere una
forma ed un nome, insomma gli fa assumere una specifica identità.

Ed è per questa ragione che nell'I Ching si individuano delle
specifiche forme archetipali, i trigrammi e gli esagrammi, utili al
riconoscimento delle aggregazioni energetiche in corso. Insomma
possiamo dire che gli eventi si ripetono, pur in in una scala
evolutiva, in una sorta di gradiente continuo ma riconducibile ad un
processo già conosciuto. Da qui anche il concetto di "psicostoria",
che non è altro che la memoria progettuale costituente i fenomeni, la
quale resta impressa nei risultati stessi della fenomenologia attiva:
i processi vitali. Perciò la storia non è quella scritta sui libri,
quella dei libri è solo una documentazione ingannevole, parziale e
soggettiva che descrive gli aspetti percepiti da alcuni testimoni, od
ascoltatori dei testimoni. La storia come noi la conosciamo è una
traballante pseudo-verità, una descrizione quasi immaginaria,
raccontata e corroborata (a fini speculativi) dall'opinione dei suoi
redattori. Quella che chiamiamo storia è al meglio la descrizione di
un immaginifico realistico condiviso (più o meno) da molti (comunque
un numero limitato di persone).

Ma la verità non può essere parziale, come non può essere sminuzzata
l'integrità della nostra esistenza corporea. Nel senso che non
possiamo dire "questo organo o questa appendice non mi appartiene od è
inutile, i capelli le unghie ed i peli non sono importanti perché
crescono e vengono eliminati senza eccessivo danno…" o simili facezie.
Infatti anche se usiamo quasi sempre la destra per il nostro agire
abbiamo bisogno anche della sinistra, se diventiamo calvi lo
consideriamo un difetto, se le unghie si spezzano anche le dita ne
soffrono, etc. Insomma la verità storica dovrebbe corrispondere ad
un'interezza e questa interezza viene data solo da quella memoria
sottile che resta impressa nelle forme in continua mutazione
fenomenica.

Questo "ricordo", che a livello vitale viene definito DNA, a livello
psichico io lo chiamo "psicostoria", ovvero la capacità di lettura
della memorizzazione automatica, della registrazione contabile non
percettibile, presente nell'insieme degli eventi. E non esiste
separazione alcuna in qualsivoglia processo vitale, che si manifesti
con il nostro diretto coinvolgimento oppure con uno indiretto, insomma
ogni elemento, fisico o psichico, viene influenzato dalla mutazione in
corso. Ciò logicamente succede anche per gli eventi sulla faccia del
pianeta: una bomba atomica in Siberia influisce sulle condizioni
ambientali dell'Antartide….

Per cui se vogliamo conoscere la storia, quella vera, è necessario
introdursi nel magazzino della funzione mnemonica vitale, che è
presente comunque in chiave olografica in ognuno di noi.

In India questo magazzino si chiama Akasha, Jung lo chiamò Inconscio
collettivo, gli esoteristi lo chiamano Aura della Terra.

Come fare ad attingere a questo archivio misterioso e sempre presente?

La risposta sta nella domanda stessa… Come fa l'acqua a conoscere
l'acqua? Come fa il fuoco a conoscere il fuoco? Come fai a conoscere
te stesso?

Essendolo…! Unicamente essendolo… Non come un osservatore che guarda
bensì come sostanza costituente dell'andamento energetico in corso.
Spogliandosi quindi della separazione che ci impedisce di percepire
l'insieme di cui siamo parte integrante. Infatti coloro che sono
dotati di preveggenza o medianità possono percepire questa "memoria"
totale del grande magma dell'esistenza solo sciogliendosi in quella
"coscienza". Ovvero rinunziando alla piccola identità separativa
dell'ego che porta ad identificarci con la singola molecola del
processo vitale ed a descrivere l'esistente nello stretto ambito del
percettibile, limitato alla presenza circoscritta. Il che è spesso
quel che avviene non solo nella nostra mente ma anche nei suoi
sottoprodotti: la storia ufficiale, la filosofia o religione e la
scienza.

Paolo D'Arpini

Decimo incontro sull'I Ching a Treia. Domenica 22 maggio 2011, inizio
alle h. 10.00
La sessione si tiene nella nuova sede del Circolo Vegetariano VV.TT.
In via Sacchette, 15/a (Vicino a Porta Montana). Per il pranzo ognuno
porta qualcosa di vegetariano che verrà poi condiviso fraternamente.
Dopo la sessione di studio si tiene lo svernissage della mostra su
Arte della Natura allestita in occasione della Edizione 2011 della
Festa dei Precursori.

Info e prenotazioni: Tel. 0733/216293 - circolo.vegetariano@libero.it

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