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domenica 30 gennaio 2011
Am writing this letter with Tears and sorrow from my heart
Recensione libro
sabato 29 gennaio 2011
Your compensation.
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venerdì 28 gennaio 2011
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Alfano e l'anti-negazionismo per legge
Gentili Redattori di Christus Rex, debbo premettere che non sono un praticante o credente cattolico, pur che fui battezzato, ma leggendo l'articolo apparso sulla vostra rivista con la presa di posizione di Marcello Veneziani in merito alla Legge contro il "negazionismo" mi son trovato con lui d'accordo, come - a suo tempo- apprezzai l'articolo dell'Osservatore Romano dello scorso ottobre (vedi sotto) sullo stesso argomento.
Ebbene è trascorsa da poco la ricorrenza del 27 gennaio, in memoria dello sfondamento dei cancelli di Aushwitz, ed il ministro Alfano già preme per la calendarizzazione di un testo di legge sulla shoah e contro il negazionismo.
Riporto qui alcuni stralci, su questo argomento, dall'intervento sull'Osservatore Romano (articolo del 19 ottobre 2010):
(Vedi nel blog http://paolodarpini.blogspot.com/2010/10/losservatore-romano-si-dice-contrario.html)
In cui tra l'altro é detto. «Negare l'Olocausto è un fatto gravissimo e vergognoso» afferma il giornale vaticano e continua «La storia non è vera per legge. Ma punire per legge chi sostiene questa tesi, e quindi di fatto stabilire ciò che è storicamente vero attraverso una norma giuridica, non è la strada giusta. Anzi, rischia di essere controproducente: in democrazia la censura non è un mezzo corretto, e si finisce per far diventare martire chi vi incappa.»
Va poi aggiunto che la maggior parte degli storici, non certo in odore di negazionismo, siano comunque contrari ad una legge di questo genere, per la quale i Presidenti di Camera e Senato hanno già annunciato la loro posizione favorevole a un veloce iter di approvazione.
Nell'articolo menzionato sopra l'Osservatore Romano non dimentica di citare David Bidussa, opinionista di "Moked", il portale dell'ebraismo italiano, che ha scritto: «Una legge contro il negazionismo non sarebbe né una scelta intelligente, né una scelta lungimirante. Non aiuta né a farsi un'opinione, né a far maturare una coscienza civile. L'Italia ha bisogno di una pedagogia, di una didattica della storia, di un modo serio e argomentato di discutere e di riflettere sui fatti della storia. Non servono leggi che hanno il solo effetto di incrementare la categoria dei martiri».
Anch'io sento il dovere, come membro di una famiglia originariamente ebrea, e che si é salvata dalla deportazione con la "conversione" al cristianesimo (durante il periodo fascista) di esprimere un mio parere su questo controverso tema.
Innanzi tutto é vero che la storia e la verità storica e perciò la politica conseguente all'ultimo conflitto è stata definita dai vincitori… e non solo per la questione ebraica ma per ogni altro aspetto. Ma se si vuole riaffermare "l'umano e l'universale" che sta oltre le opinioni avverse occorre equanimità e la capacità obiettiva di considerare i semplici fatti e le situazioni in cui questi sono avvenuti. Nel "legalismo giuridico" -che non è più giustizia- vincono al contrario i "cavilli" e ciò è significativo di un percorso funzionale a "costruire" la verità (che è poi quella di comodo di una o dell'altra parte).
Ed ancora.. lasciando da parte ogni speculazione sul passato, secondo me, bisognerebbe evidenziare anche come sia stata utilizzata per fini economici ed ideologici la tragedia dell'olocausto, i soldi raccolti a nome dei deportati, le pressioni politiche per far approvare leggi liberticide in Europa, la creazione di una nuova "religione" dell'olocausto, etc. Allo stesso tempo é controproducente abbracciare la causa della libertà di pensiero partendo dalla difesa o giustificazione del negazionismo.
Mentre possiamo evidenziare come sia andata strutturandosi nel tempo una verità "basata" sul senso di colpa e sulla convenienza politico economica dei governi che hanno preferito cedere alle pressioni dell'industria dell'olocausto piuttosto che venir tacciati di collaborazionismo revanscista con i passati regimi fascisti. Questo ovviamente soprattutto in Germania e Austria (e forse prossimamente anche in Italia..) dove la "verità dell'olocausto" ha assunto connotati quasi religiosi e "stabiliti per legge".
In questo momento ritengo sia importante poter indagare sulla veridicità dei fatti, stabilendo la verità sull'olocausto come dato di fatto storico, comprovandolo solidamente (se si vuole anche in senso etico), senza cavillare sulla negazione o sull'affermazione forzosa ma scoprendo "come" sia avvenuto e "perché", evidenziando allo stesso tempo l'incongruenza di comportamenti speculativi politico-religiosi conseguenti ad esso. Allora forse si potrà smuovere l'opinione pubblica e pian piano anche inserire altre verità sul modo in cui l'olocausto è avvenuto, soprattutto di come in quel periodo il razzismo avesse colpito in ogni campo, contro l'uomo in generale, e non solo in Germania ma anche in Russia, e anche in America dov'era stata aperta la caccia alle streghe comuniste e la persecuzioni di migliaia di cittadini colpevoli di pensarla diversamente dal potere in carica. La persecuzione è stata a livello mondiale e contro l'uomo e la sua libertà espressiva in generale.
Ho qui accennato alla necessità di cambiare impostazione se si vuole superare la contrapposizione ideologica, fra fautori della "verità olocaustale" e suoi negatori, per poter "scientificamente" affrontare il problema della "verità storica" e questo processo non può essere ottenuto "per legge" che altrimenti la ricerca risulterà tarpata e viziata….
Paolo D'Arpini
Presidente Circolo Vegetariano VV.TT.
Tel 0733/216293
Intelligenza selettiva e test etico-psico attitudinali per i politici
Come per accedere a servizi pubblici è necessario partecipare a concorsi e fornire prove concrete della propria capacità lavorativa altrettanto dovrebbe avvenire per le persone che si candidano al governo ed alla amministrazione del bene comunitario, ecco di seguito una proposta di legge in tal senso (Paolo D'Arpini)
Non si comprende perché per fare politica (che è ciò che maggiormente coinvolge in modo determinante l'esistenza dei cittadini) non è richiesta alcuna verifica delle capacità razionali e soprattutto della sfera morale dell'individuo mentre tali capacità vengono richieste per l'accesso ad altre categorie di lavoro.
Da un'indagine effettuata qualche anno fa dall'università di Perugina, riguardante le motivazioni di coloro che intendevano dedicarsi alla politica, è emerso che il 95% di costoro si pone come obiettivo l'arricchimento personale e solo il 5% è mosso da spirito di servizio alla collettività. Perciò è necessario, a mio avviso, istituire un sistema di seria valutazione per verificare, per tempo, le vere motivazioni degli aspiranti politici. I cittadini hanno il diritto di essere governati da quel 5%.
PROPOSTA DI LEGGE
per l'istituzione di Commissioni di Valutazione
etico-psico-attitudinali per i candidati a ricoprire cariche politiche.
L'art. 5 dello statuto dei lavoratori prevede il divieto di accertamenti sanitari da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente. Da li parte tutta una normativa, invece, relativa alle visite mediche. Il datore di lavoro ha la facoltà di far controllare l'idoneità fisica del lavoratore alle mansioni da svolgere da parte di enti pubblici e istituti di diritto pubblico ma non da medici privati di fiducia (cass. pen. 27 gennaio 1999, n. 1133) . in caso di inidoneità fisica, il datore di lavoro può rifiutarsi di assumere il lavoratore (cass. 5 novembre 1987, n. 8120). Inoltre la visita medica preassuntiva è obbligatoria per gli apprendisti, per i minori e per una serie di lavorazioni che comportano rischi specifici. Sulla base di questi scarni elementi, che dovrebbero essere approfonditi con la normativa relativa alla privacy, si potrebbe sviluppare un discorso analogico: noi siamo i datori di lavoro e dobbiamo appurare se quello che dobbiamo assumere, ha le attitudini per questo tipo di attività. (Avv. Vittorio Marinelli)
Preambolo
L'umanità per migliorare la sua condizione e superare la millenaria fase di ingiustizie, guerre e delitti, per realizzare finalmente un mondo di pace, di libertà, di diritto, non ha bisogno tanto di scienziati, letterati, politici, economisti, matematici, quanto di uomini che siano principalmente onesti, giusti e sensibili alle necessità dell'altro, capaci di cooperare fraternamente e di condividere le necessità del prossimo. Se un uomo politico non è un ottimo professionista può non essere un elemento negativo, ma se è egoista e dominato da interesse di parte è certamente un elemento negativo la società.
Non vi è delitto o ingiustizia che non sia collegabile alla coscienza degli uomini; non v'è raggiro, inganno, sete di potere, sfruttamento che non sia correlato alla sfera morale degli individui, come non v'è contrasto che non potrebbe essere risolto se l'uomo fosse più giusto e sensibile. I crimini commessi dall'uomo, incominciando da Caino, che hanno reso questo mondo un luogo di discordie e di contrasti, i problemi che affliggono da sempre l'umanità e che impediscono di realizzare l'armonia sociale, non sarebbero stati commessi se l'uomo fosse stato semplicemente più buono e più giusto.
Se tutti i tiranni della storia avessero avuto una coscienza più giusta e sensibile come avrebbero potuto macchiarsi dei loro crimini? La stessa schiavitù umana sarebbe stata bandita. Se i soldati di tutti gli eserciti avessero maggiore sensibilità d'animo e capacità di condividere la sofferenza dell'altro come potrebbero nuocere al loro simile? Il male supremo della guerra sarebbe eliminato. Se coloro che detengono il potere politico ed economico a livello mondiale fossero ricchi di valori morali come potrebbero sopportare l'idea che qualcuno stia soffrendo la fame, la miseria, le malattie? Coloro che violentano, stuprano, calunniano, fanno del male, come potrebbero oltraggiare il prossimo se il loro cuore e la loro coscienza fosse in grado di condividere la sofferenza del prossimo?
Il popolo ha sempre subito la buona o la cattiva sorte di chi dominava il gruppo o di chi governava sia che il soggetto fosse animato da giusti propositi oppure crudele e tiranno. La difficoltà è sempre stata, ed è quella, di avere al comando qualcuno che oltre ad essere in grado di far rispettare le regole garantisse nello stesso tempo giustizia e benessere per il popolo perché il potente, come il capo branco, tende istintivamente ed egoisticamente a fare i suoi interessi quando non è animato da uno spirito di giustizia e di democrazia.
Oggi i ministeri non funzionano come dovrebbero, la burocrazia è paralizzante, la scuola è sterilmente nozionistica, sui trasporti pubblici si viaggia spesso in modo disumano, le code agli sportelli sono esasperanti, l'aria delle città è irrespirabile, i cibi sono avvelenati, le medicine di sintesi spesso fanno ammalare più persone di quante non ne curino, spesso l'apparato medico è inefficiente (e non solo) e poi ci sono le pensioni da fame, l'incendio dei boschi, l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente, i ladri di appartamento, la mafia, la prostituzione, la pedofilia ecc. Ma dietro ad ognuna di queste "disfunzioni" vi è l'uomo con il suo intelletto e la sua coscienza attraverso cui si esprime: ogni effetto del suo operato è conseguenza diretta del suo stato evolutivo morale ed intellettuale.
Un mondo migliore è possibile solo se migliore sarà il cuore e la coscienza di coloro che lo compongono. Se nel mondo vi è ingiustizia, disonestà, violenza, guerre, disoccupazione, ignoranza, malattie ecc. la causa non sta nei meccanismi naturali o sociali che governano l'uomo ma nell'uomo che li fa e li gestisce. Se l'uomo sfrutta ignobilmente i suoi simili, se a volte si rivela un essere spregevole anche nei confronti degli animali e della natura, se è egoista ed insensibile verso la sofferenza altrui, se è capace di azioni abominevoli nei confronti dei più deboli, la causa non sta solo nei meccanismi neurologici del suo cervello che possono inclinarlo a vivere come una animale predatore ma sta soprattutto nella mancanza di sensibilità della sua coscienza che lo rende incapace di condividere la condizione dell'altro.
La soluzione di ogni problema sociale non sta nel sistema ma nell'uomo che lo fa e lo gestisce: qualunque sistema sarebbe ottimale se a gestirlo fossero uomini giusti e sensibili, per contro nessun sistema è in grado di garantire pace e benessere se a gestirlo sono uomini disonesti, ingiusti e rapaci.
Considerato che l'essere umano è tanto più rispettoso delle regole sociali quanto più è sviluppato il suo senso di solidarietà e di giustizia; che è tanto più incline alla fraterna collaborazione quanto più è profonda la sensibilità del suo animo, la capacità di condividere la condizione dell'altro; che ogni ingiustizia ed ogni delitto nasce dall'incapacità emotiva di condividere la condizione della vittima; che ciò che ha consentito e consente l'attuazione di una società civile e democratica risiede nei valori morali dei singoli individui, nella coscienza giusta e compassionevole verso i sofferenti, gli ultimi, gli indigenti, gli emarginati, degli oppressi, i diversi; che la sensibilità dell'animo umano e la ricchezza dei valori morali sono la massima garanzia per il corretto ed onesto comportamento dell'uomo.
Considerato che la democrazia, la giustizia sociale, la fiducia verso le istituzioni ed il benessere sociale si sviluppano maggiormente dove i governanti e gli amministratori sociali hanno dimostrato e dimostrano di essere in possesso di quei requisiti di onestà, imparzialità, di umanità e senso di giustizia, oltre che per le loro personali capacità amministrative, e che la condotta di coloro che gestiscono la cosa pubblica influenza notevolmente il comportamento dei singoli cittadini.
Considerato che qualunque reato, qualunque ingiustizia o violenza, dal più piccolo furto all'oltraggio; qualunque crimine, dall'omicidio alla strage più orrenda di cui si può macchiare l'essere umano, scaturisce dall'incapacità della sua coscienza di condividere la sofferenza della sua vittima.
Considerato che è la coscienza degli uomini a fare la storia la qual coscienza si esprime a seconda del grado di sensibilità civile, morale e spirituale dell'individuo e che se la coscienza degli uomini fosse più sensibile, più giusta, più onesta, più rispettosa dell'altro nessuno si esprimerebbe in modo negativo, lesivo, distruttivo nei confronti del prossimo.
Considerato che a nulla serve cambiare i sistemi, i meccanismi politici, economici, culturali se prima non cambia la coscienza di coloro che li gestiscono e che nessuna formula, nessuna dottrina, nessun ideale potrà mai risolvere i problemi fondamentali dell'uomo se prima non cambia il cuore della gente.
Considerato che per superare la lunga fase storica della disarmonia umana, delle ingiustizie personali e sociali, delle violenze fisiche, morali e pisicologiche, delle guerre, per fare in modo che ogni componente la società si esprima sempre in modo positivo, armonico e costruttivo, occorre una sola cosa, semplice quanto difficile da realizzare: rendere migliore la coscienza soprattutto degli uomini che governano il popolo. L'ostacolo da superare, grande quanto l'oceano, è rappresentato dai meccanismi consolidati del potere, programmati per conservare questo stato di cose che consente e giustifica l' esistenza di tutti quegli organismi preposti alla tutela del diritto e della legalità.
Considerato che il cittadino "modello", colui che idealmente sarebbe il componente di una società migliore dell'attuale, è colui che (in virtù di un suo bagaglio morale e culturale dovuto alla sua stessa volontà o a fattori genetici), mette in atto quel giusto comportamento etico-sociale che consentirebbe la realizzazione di una società armonica, di rispetto per l'altro, di collaborazione, di progresso.
Considerato che se l'individuo si esprime in modo antitetico rispetto alle norme del buon comportamento, se si macchia di reati o crimini la colpa non è da attribuire soltanto al soggetto, a causa del suo libero arbitrio, o a fattori genetici, ma anche agli organi di formazione dello Stato. Lo Stato ha il preciso dovere, al pari dei genitori, di educare i componenti la sua "famiglia" a quelle regole civili e morali che pretende poi siano messe in atto dai cittadini, altrimenti non ha il diritto di pretendere che i cittadini siano in possesso di valori morali che egli non ha trasmesso; non può chiamare l'individuo a rispondere di ciò che non possiede a causa di carenze genetiche o inadempienze da parti di chi aveva il dovere di infondere certi valori.
Considerato tutto questo, riteniamo che ciò che occorre è rendere migliore la coscienza umana per rendere migliori i sistemi, la società, il mondo; spingere le forze politiche a considerare la formazione della coscienza morale dei cittadini come il primo ed imprescindibile dovere dello Stato nei confronti dei suoi cittadini. Lo Stato, attraverso i suoi rappresentanti politici deve poter infondere, specialmente nelle nuove generazioni, la fiducia verso le istituzioni, il senso del dovere, della giustizia, dell'onestà, il rispetto delle cose comuni, il valore della sacralità della vita e delle differenze formali e sostanziali che la compongono, il ripudio di ogni violenza, di ogni sfruttamento, di ogni predominio.
PER QUANTO SUDDETTO PROPONIAMO
siano istituiti su tutto il territorio nazionale, nelle sedi di Regioni, Province e Comuni, Organismi di Valutazione delle capacità etico-pscico-attitudinali dei candidati nella sfera politica.
Nomina delle commissioni esaminatrici Tali commissioni, nominate e patrocinate dal Presidente della Repubblica, composte da psicologi, filosofi, sociologi, antropologi, personale del CNR e in collaborazione con le Università e l'Istat, saranno convocate al momento opportuno, in numero di 2 per ogni specializzazione, per esaminare i candidati alla politica.
Componenti della Commissione esaminatrice. I componenti di tali commissioni dovranno essere super partes, scelti tra esperti nei campi summenzionati e riconosciuti pubblicamente quali persone di indubbia moralità, saggezza, giustizia, umanità, altruismo e che si siano distinti nei rispettivi campi per la loro imparziale condotta.
Nomina del Presidente la Commissione. Sarà nominato un presidente scelto dalla stessa commissione in seduta plenaria. L'incarico ai componenti la commissione dovrà essere comunicato il giorno precedente l'esame dei candidati. Al momento dell'esame il presidente avrà la facoltà di interscambiare alcuni o tutti i componenti la stessa commissione.
Parametri di valutazione dei candidati. L'analisi sarà improntata a valutare il pensiero razionale, le qualità morali, la sfera emozionale, il senso sociale, le capacità organizzative e amministrative del candidato. Soprattutto sarà necessario verificare se il candidato sia animato da spirito di servizio per la comunità, di senso di giustizia, di onestà, di coerenza, di altruismo, di lealtà, disponibilità e soprattutto della mancanza di interessi di parte. Ai fini della valutazione sarà tenuto conto dei precedenti comportamentali come l'appartenenza ad organismi di volontariato, l'adesione a organizzazioni umanitarie, l'impegno nelle cause per il bene comune.
Sondaggi. Per mezzo di personale appartenenti alle associazioni proponenti saranno effettuati dei sondaggi su un campione trasversale di politici (presi fra tutto l'arco parlamentare). A ciascun deputato o senatore sarà chiesto di sottoporsi al test-studio per evidenziare le qualità morali e soprattutto le motivazioni che spingono i singoli componenti ad interessarsi di politica.
.
Risultati dei test. I risultati, in rispetto della legge sulla privacy, dovranno essere scientificamente validi ed inoppugnabili, e potranno essere divulgati sia tramite i mezzi di informazione sia dalle associazioni che li hanno effettuati. I risultati dei soggetti che autorizzeranno la pubblicazione potranno essere esposti all'interno dei seggi elettorali.
Franco Libero Manco
I: ANDREA COZZOLINO, UN HOMBRE VERTICAL !
UN ALTRO ARTICOLO MOLTO IMPORTANTE.COMUNQUE VADANO LE COSE è SICURO CHE UN MONDO STA ANDANDO IN PEZZI. UN mondo che NON appariva ufficialmente, ma che operava dietro le quinte sotto mentite spoglie. E' questo mondo, esistente nel nostro paese fin dal 1943 che sta andando in pezzi. MI CONGRATULO CON ME STESSO per aver previsto nella crisi che staimo passando la fine dell'eterno dopoguerra. ( Per la verità i dopoguerra sono due, e tutti e due segnanti il predominio OCCIDENTALISTA-ATLANTICO). Scomparla la falsa bipolarità, in via di smaltimento il multipolarismo, si affaccia alla STORIA un mondo APOLARE con la rinascita delle vecchie strutture IMPERIALI fatte decadere da "lorsignori" ( leggere: di Gianantonio Valli: La fine dell'Europa. Ruolo dell'ebraismo.EFFEPI ) GV.--- Gio 27/1/11, Gianni Caroli / napoLibera <giannicaroli@napolibera.eu> ha scritto:
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Proposta pansessuale: "14 febbraio giornata dei liberi innamorati pansessuali nei nuovi parchi dell'amore" di Peter Boom e Paolo D'arpini
giovedì 27 gennaio 2011
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Federalismo bioregionale in Italia... ipotesi e proposte in attesa della unione politica dell'Europa: Stati Uniti d'Europa....
della unione politica dell'Europa: Stati Uniti d'Europa....
Relativamente all'articolo sul federalismo bioregionale e no al
federalismo delle repubblichette regionali, scrive Giorgio Vitali:
PUR CONDIVIDENDO LE CRITICHE, OCCORRE TENERE PRESENTE CHE LA
REGIONALIZZAZIONE è UNA CONSEGUENZA AUTOMATICA DEL PROCESSO DI
AGGREGAZIONE EUROPEO. IN OGNI MOMENTO DELLA STORIA. IN OGNI MOMENTO
DEL DIVENIRE NAZIONALE, OGNI ALLARGAMENTO DEGLI SPAZI HA COINCISO CON
L'ALLARGAMENTO DELLE RELATIVE AMMINISTRAZIONI. L'ALLARGAMENTO DELLO
SPAZIO DANAZIONE A EUROPA UNITA COMPORTA NECESSARIAMENTE LA FINE DELLE
PROVINCE E L'AFFERMAZIONE DELLE REGIONI COME UNITà AMMINISTRATIVA
SEMPLICE. resta in piedi il problema delle Metropoli, intese come
forme post-moderne di aggregazione sociale, presenti in tutti i paesi
ed in tutti i continenti. POI resta il problema fondamentale del
clientelismo (in senso lato). Il clientelismo NON è fine a se stesso,
ma serve per fini politici. Il politico emergente e quello arrivato
NECESSITANO di GREGARI (che possono essere anche gruppi di pressione)
che vanno accontentati e tenuti buoni. D'altronde napoleone il grande,
capace di distruggere in battaglia qualsiasi nemico, dovette
soccombere, sicuramente contro la propria volontà, al FAMILISMO, pur
di assicurarsi un minimo di controllo del territorio. Malgrado ciò,
quando era in Egitto e quando pativa il freddo a Mosca dovette fare i
conti con persone che gli fecero un colpo di Stato. In politica,
disgraziatamente, le REGOLE non servono"
..........
Mia rispostina:
....Ed è proprio in seguito all'effetto della aggregazione europea che
ritengo utile la suddivisione in ambiti provinciali e città
metropolitane, corrispondente al territorio "bioregionale".... anche
perché le regioni in Italia non corrispondono esattamente a territori
omogenei con una precisa identità storica e biosistemica, mentre le
province e le città sì... Infatti l'Italia è nata con i Comuni... che
in realtà erano "province" perché comprendevano la città con il
territorio circostante che si riconosceva nell'identità cittadina.
Ricordi? Le regioni al massimo potrebbero coincidere con gli
staterelli signorili i cui confini variavano secondo l'espansione o la
diminuzione del potere signorile... Per le città e quindi le province,
invece, i confini sono certi. Ricorderai benissimo, tu che sei
emiliano, la "differenza" identitaria culturale e politica fra Modena
e Bologna, durata duemila anni, ed ora le due città sono entrambe
nella Regione Emilia Romagna, che è un'aggregazione spuria....
Saul Arpino (alias Paolo D'Arpini)
.............
Replica di Giorgio Vitali:
CARISSIMO SAUL ARPINO, CHIARIAMO SUBITO CHE IO NON SONO EMILIANO,
BENSì ROMAGNOLO. ROMANDIOLICUS, PER LA PRECISIONE E MIO ZIO IL
GIORNALISTA FU UN ACCESO SOSTENITORE DELLA SEPARAZIONE FRA ROMAGNA ED
EMILIA( due storie, due civiltà, due economie, sostanzialmente diverse
e divergenti), con intrusioni "apparenti" dello Stato Pontificio.
Anzi, ha agito culturalmente di più la presenza di Cagliostro
rinchiuso a san Leo che secoli di benedizioni battesimi baciapile e
predicozzi.
TORNANDO A NOI, LA BATTAGLIA DI CUI TI FAI PROMOTORE è SACROSANTA, MA
VA COMBATTUTA SAPENDO CHE...
1) La strutturazione in Macroregioni che verrà a seguito di una più
stretta integrazione europea avrà connotazioni economiche (macro
regione nord-ovest gravitante sulla Francia e basata sulla
disseminazione industriale automobilistica.)
2) Macro regione Nord Est gravitante sull'Europa centrale e
ricostituente l'Imper austroun garico con la sua economia in
prevalenza agricola.
3) Macroregione Italocentrale sulla base dello storico Granducato di
Toscana ( benemerito in tutti i sensi)
4) Macroregione pontificia (Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo) sotto
chiara influenza vaticana a base clerico-agricola.
5) Macroregione a sfondo geopolitico, gravitante su Napoli e Palermo,
come c'insegna la storia, gravitante nel cuore del Mediterraneo con
propaggini di tipo GEOPOLITICO globalizzato, basate sui commerci più o
meno leciti, delle varie SACRE CONGREGAZIONI della cosiddetta
"malavita". Che NON ha nulla di differente dalla pirateria da cui è
nato l'impero inglese e che aveva proprie in quelle zone sicuri
approdi.
Ricordo che la nascita delle Nazioni ha comportato la fine dell'Europa
intesa in senso Sacro Romano Impero, così come la rinascita delle
strutture imperiali ( vedi oggi la TURCHIA) comporterà la fine delle
vecchie strutture nazionali. Ricordo ancora che l'Italia è nata dalla
mente di Napoleone ( nazionalista e giacobino), che ha inventato anche
la nostra bandiera, ed è stata pensata e fatta in buona parte da
persone che avevano combattuto con il Grande Corso, o loro eredi
DIRETTI.
LA CONCLUSIONE NON PUò CHE ESSERE UNA SOLA: BATTERSI CONTRO LA DERIVA
AUTOMATICA, RIPROPORRE UNA DIVISIONE SU BASE BIOREGIONALE COME
RIVOLUZIONE IN ATTO CHE GUARDA OLTRE GLI INTERESSI CONTINGENTI.
AGGANCIARSI A SIMILARI FORME DI BIOREGIONALITà DIFFUSE O DA DIFFONDERE
NELL'INTERO TERRITORIO DELLA COSTITUENDA UE, CHE DEVE GUARDARE
SOPRATTUTTO AD EST...
........................
Mia considerazione:
Carissimo Fratello Giorgio, per quanto riguarda le macroregioni
bioregionali (da te evocate ma sulla cui vocazione industriale ho dei
dubbi) la loro formazione potrebbe avere un senso se e ove si
raggiungesse l'unità politica europea (ovvero Stati Uniti d'Europa),
ma pure in quel caso l'idea degli ambiti bioregionali ristretti
(Province) resterebbe in piedi, come forma di autogoverno locale, ed
in quel caso si potrebbero addirittura riunire in un solo ente
giuridico tutti i comuni della Provincia. Per quel che riguarda le
aree fortemente urbanizzate, invece, resta in piedi l'ipotesi di
"Città-Regione" (vedi l'esempio di Parigi e la sua banlieu). Ma in
tutto questo riassetto "amministrativo" andrebbe comunque considerata
l'omogeneità dei territori presi in considerazione (dal punto di vista
dell'habitat e del biotopo), infatti la consistenza ecosistemica è uno
dei modi di poter individuare una "bioregione" oltre ovviamente alla
"identità" culturale, sociale ed umana.
Ciao, Paolo D'Arpini
......
Nella fotoin allegato: Paolo D'Arpini in posizione centrale mentre
parla ad un incontro bioregionale, seduto alla sua sinistra (in
secondo piano) si vede Giorgio Vitali che prende appunti.
Bioregionalismo e attuazione pratica dell'ecologia profonda
Bioregionalismo e attuazione pratica dell'ecologia profonda
Come favorire lo sviluppo delle opportunità di lavoro creativo, in sintonia con l'ecologia profonda ed il bioregionalismo, in chiave ambientale, socio-antropologica e di economia solidale?
La prima proposta che vi sottopongo è quella "cruda".. Contro la fame e i cambiamenti climatici, un decalogo bioregionale, per tornare alla campagna e all'artigianato rurale, approfittando della crisi industriale.
Le responsabilità primarie della fame e dei cambiamenti climatici sono dovute all'agricoltura e la zootecnia industriale-commerciale "globalizzata", che oggi producono "troppo cibo per poter mangiare tutti", mentre, nel contempo, consumano le risorse naturali ed economiche dei popoli, inquinando la biosfera con prodotti chimici di sintesi che si accumulano nelle catene alimentari. Sembra assurdo ma è proprio così. Oggi al mondo alleviamo circa 45 miliardi di animali, corrispondenti ad almeno 10 miliardi di Bovini equivalenti, che consumano più di un SUV…
Questi animali mangiano almeno come 20 – 25 miliardi di Persone ! Mentre 1 miliardo di esseri umani, su 6 miliardi di popolazione terrestre, soffre e muore di fame !!!
C'è poi la proposta "morbida" della riscoperta culturale dei luoghi e delle capacità artistiche e spirituali dei suoi abitanti... L'idea è quella di un Osservatorio permanente della Cultura bioregionale, non solo uno spazio particolare bensì una "attenzione" rivolta ad una serie di valori, come a d esempio le medicine alternative, la scienza della nutrizione, le arti ginniche (yoga, esercizi respiratori, etc.) in grado di favorire l'equilibrio psichico e la valorizzazione delle facoltà intellettuali. In ogni bioregione dovrebbe esservi attivato un laboratorio di estetica in grado di ricostruire, attraverso le testimonianze artistiche e letterarie, l'influsso del paesaggio sulla vita e il pensiero, progetto utile anche a fissare dei nuovi, seri criteri di vivibilità ambientale.
Insomma: "Ora et labora!"
Il significato dell'ecologia profonda è racchiuso nella comprensione che nulla è separabile nella vita, il tutto compartecipa al tutto. Questo concetto è stato espresso con molta saggezza sin da cinquemila anni fa in un detto vedico che afferma: "Dal Tutto sorge il Tutto. Se dal Tutto evinci il Tutto, solo il Tutto rimane".
L'ecologia profonda é il riconoscimento dell'inscindibilità della vita ed il bioregionalismo non è altro che la descrizione dei vari processi vitali e delle forme visibili della vita e della materia nella consapevolezza di tale inscindibilità. Quindi la descrizione "geografica" bioregionale è solo funzionale all'integrazione dell'ambito descritto, un po' come avvenne ai tempi di Menenio Agrippa che descrisse lo stato in termini di complementarietà degli organi strutturati per il funzionamento dell'intero organismo.
Paolo D'Arpini
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
mercoledì 26 gennaio 2011
I: L'Eni, Berlusconi e la malafemmina
CHEW IL MOTIVO DEL CONTENDERE SIA L'ENI E QUALLO CHE L'ENI RAPPRESENTA CI SEMBRA OVVIO. A questo va aggiunto che a livello ENI sono poche le persone capaci di gestire la conflittualità precedentemente risolta SEMPRE in termini di attentati e di omicidi. Un pò agisce la paura ed un pò...molto, l'inettitudine e la chiacchiera facile. Ciò malgrado, è evidente che l'ENI, presente in moltissimi teatri energetici, dà molto fastidio e quindi va eliminata. Questa eliminazione però può avere due tronconi: da una parte l'acquisto di una buona fatta della proprietà. Dall'altra l'eliminazione dal mercato tout-court. In ogni caso CI VUOLE DEL TEMPO ED OCCORRONO STRATEGIE POLTICHE (interne all'Italia ed al Mediterraneo ed esterne.) QUESTO è IL SUCCO DEI CONFLITTI. RICORDARE LE FRA SE DETTA DA UN NEGOZIATORE FRANCESE AL TRATTATO DI PACE DI VERSAILLES: fra poco una goccia di petrolio varrà di più di una goccia di sangue. FACILE PROFEZIA! Quindi --- Mer 26/1/11, Giuseppe Biamonte <biamonte@uglcredito.it> ha scritto:
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Fw: "Ruby agente del Mossad" - Fantapolitica?
DUNQUE, FACCIAMO IL PUNTO: SI IPOTIZZA UN'AZIONE DI UNO DEI TANTI SERVIZI SEGRETI USA/ISRAEL/GB. BèH! Qual'è il problema? Ci rendiamo conto del momento che stiamo vivendo? SI TRATTA DI UN MOMENTO FONDAMENTALE DELLA STORIA. SI TRATTA DI BLOCCARE UNA AZIONE CHE, SE VA IN PORTO, SERVE PER rendere il nostro paese (relativamente) indipendente dal petrolio USA/Israel/GB. Petrolio per il quale si è guerreggiato per tutto il XX secolo, e si è ucciso con grande liberaltà in Italia. Da Mattei a Moro a P.P.Pasolini, a Gardini, Falcone, De Mauro, dalla Chiesa e tantissimi altri. Se l'insegnamento dell'Italia viene accolto, per LORSIGNORI ( i signori del petrolio, delle Multinazionali e quindi della finanza...SI! SI TRATTA DELLA STESSA MERCANZIA!! ) non va certamente bene. ANZI: finisce del tutto un'egemonia. Risulta strano che siano utilizzate femminazze a tale scopo? MA è SEMPRE STATO FATTO COSI'!!! E poi, di questi traffici, le femmine ebraiche sono sempre state maestre. Tant'è vero che il tutto è codificato nella loro bibbia. Che è storia di femminazze che si danno vuoi per dnaro, vuoi per potere, vuoi per soldi, vuoi per patriottismo. Infine: ci siamo dimenticati, vittime di insane pruderie, del caso Lewinski? Si trattò di una cosa semplicissima. La fanciulla fu inviata da una centrale spionistica/terroristica o quant'altro a sedurre il presidente Clinton che, si sapeva, era abbastanza digiuno in quanto la moglie, Hillary, come possiamo constatare abitualmente, non era INCLINE. L'ingenuo ci è cascato cone le conseguenze che conosciamo. Scandalo! Il povero presidente, pertanto, fu perseguitato da un GIUDICE di quelli tosti, che costringeva il povero Clinton a non mostrarsi in pubblico, tema l'arresto o quant'altro previsto nelle leggi di quel (grande?) paese. MORALE: Clinton non potè essere presente in qualità di MEDIATORE agli accordi Palestina/Israel, con conseguente annullamento dei medesimi. QUEL CHE VOLEVA ISRAEL. Pertanto, figuriamoci quanto poco ci vuole per dedurre che due più due fa quattro. LA POSTA IN GICO VALE UNA GUERRA. ALTRO CHE UNA PUTTANA. ( E Berlusconi non è uomo da cadere nella trappola.) GV. --- Mar 25/1/11, Nazzareno Mollicone <nmollic@tiscali.it> ha scritto:
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