Occasionalmente faccio servizio di controllo e ispezione presso un macello bovino e ovino della mia zona, dove viene effettuata anche la macellazione col rito islamico, per cui ho rispolverato il regolamento in oggetto, per approfondire quali sono i dettami della comunità europea a proposito di tutela degli animali all'atto dell'abbattimento.
Premesse al Regolamento (le premesse indicano lo spirito, le finalità):
Immagino che per i lettori vegetariani sia un argomento alquanto estraneo al loro pensiero, disdicevole forse, ma sono tante le cose che non conosciamo della vita e un po' di informazione non credo sia negativa, anzi....
Le parti virgolettate sono estrapolate dal testo.
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"L'abbattimento degli animali può provocare dolore, ansia, paura o sofferenze di altro tipo agli animali anche nelle migliori condizioni tecniche. Alcune operazioni relative all'abbattimento possono causare stress e ogni tecnica di stordimento presenta inconvenienti. È opportuno che gli operatori o il personale addetto all'abbattimento adottino i provvedimenti necessari a evitare e a ridurre al minimo l'ansia e la sofferenza degli animali durante il processo di macellazione o abbattimento, tenendo conto delle migliori pratiche nel settore e dei metodi consentiti dal presente regolamento. Il dolore, l'ansia o la sofferenza dovrebbero essere considerati pertanto evitabili quando gli operatori o il personale addetto all'abbattimento violano una delle disposizioni del presente regolamento o ricorrono alle pratiche consentite senza applicare i metodi più avanzati, procurando per negligenza o intenzionalmente dolore, ansia o sofferenza agli animali."
La comunità europea quindi tiene presente che gli animali hanno una loro sensibilità e che le operazioni reletive all'abbattimento devono essere effettuate tenendone conto ed evitando le sofferenze evitabili. E' un requisito imprescindibile e deve essere tenuto in considerazione anche all'atto del controllo. La sensibilità degli operatori in queste strutture può essere adeguatamente "istruita"? E' compito del responsabile dell'impianto mettere in atto tutte le procedure (istruzione del personale, adeguamento delle strutture, laddove necessario, messa a disposizione di attrezzature idonee a l soddisfacimento di questa esigenza).
"Il benessere animale è un valore condiviso nella Comunità ......... La protezione degli animali durante la macellazione o l'abbattimento è una questione di interesse pubblico che incide sull'atteggiamento del consumatore nei confronti dei prodotti agricoli. Una migliore protezione degli animali durante la macellazione contribuisce inoltre a migliorare la qualità della carne e indirettamente produce un impatto positivo sulla sicurezza del lavoro nei macelli."
In queste premesse la protezione degli animali durante l'abbattimento è considerato un fattore che deve essere armonizzato tra gli stati membri dell'Unione europea in quanto differenti comportamenti e una differente conduzione di queste "operazioni" potrebbero incidere sulla concorrenza fra gli operatori, quindi, un fatto economico.
Macelli che si attrezzano con strutture e dispositivi idonei ad evitare, per quanto possibile, la sofferenza, intesa anche come sofferenza psicologica (paura, ansia, agitazione, stress) e istruiscono i propri operatori in un atteggiamento di protezione degli animali, hanno evidentemente spese maggiori di un macello che non ne tiene conto.
Viene anche tenuto in considerazione l'atteggiamento del consumatore che, essendo a conoscenza di un trattamento "umano" degli animali nelle strutture di macellazione, dovrebbe sentirsi più a posto con la coscienza, mentre consuma il suo pasto carneo. Ma è veramente così? Chi è tra i cosiddetti "onnivori" che si chiede, se gli animali di cui consuma le carni sono stati trattati, all'atto della macellazione, con i "dovuti riguardi"? Non ne conosco nessuno.
"Una migliore protezione degli animali durante la macellazione contribuisce inoltre a migliorare la qualità della carne".
Anche questo è scritto nel Regolamento e questo mi fa pensare alla macellazione islamica. Negli animali stressati si libera in circolo adrenalina e non so se altri neurotrasmettitori. Nelle carni di animali stressati ci sono di conseguenza alterazioni nell'acidificazione, che possono portare a rallentamento nei fisiologici fenomeni di frollatura. Non so, e lo chiedo a chi ne sa, se quei secondi che passano, dall'avvicinamento al collo dell'animale da parte dell'iman, al taglio della pelle e delle carotidi, alla caduta a terra dell'animale, privo di sensi, che indica la perdita di coscienza, sono sufficienti a far passare nelle carni questi "neurotrasmettitori della paura". L'animale perderà si più sangue, con questo metodo, ma mentre il sangue di per sè è puro, le carni non saranno in questo modo "contaminate" dall'adrenalina? Quale potrebbe essere l'effetto sull'individuo che se ne ciba? E' forse più un problema psicologico e filosofico che biologico, lo so, ma perchè non pensarci?
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"Molti metodi utilizzati per abbattere gli animali sono dolorosi. Lo stordimento è dunque necessario per indurre uno stato di incoscienza e di insensibilità prima o nel momento stesso in cui l'animale viene abbattuto. ............. Il controllo dell'efficacia dello stordimento si basa principalmente sulla valutazione dello stato di coscienza e sensibilità dell'animale. La coscienza in un animale consiste essenzialmente nella capacità di percepire emozioni e di controllare i movimenti volontari."
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"Un personale ben preparato e qualificato migliora le condizioni di trattamento degli animali. La competenza in materia di benessere degli animali comprende la conoscenza dei modelli di comportamento di base e dei bisogni delle specie interessate, nonché dei segni di coscienza e sensibilità. Comprende inoltre conoscenze tecniche riguardo ai dispositivi di stordimento utilizzati. È opportuno pertanto che il personale che esegue determinate operazioni di macellazione dispongano di un certificato di idoneità per l'espletamento delle rispettive funzioni. "
Parlare di "benessere" degli animali che vanno alla macellazione può sembrare un eufemismo.
La consapevolezza che gli animali che subiscono questo destino, comunque, in qualche modo, di più o di meno, soffrono, dovrebbe essere più diffusa. Ritengo sia da ipocriti considerare la "bistecca" alla stregua di un oggetto inanimato, quando fino a pochi giorni prima faceva parte di un essere senziente. Il cane o il gatto sono degni di cure anche le più costose per essere mantenuti in vita, per alcune persone guai a parlare di mangiare carne di cavallo, ma chi ha pena dell'agnello e del vitello? Del timido coniglio?
Non sono vegetariana, ma penso che si debba avere più coscienza di quelle che sono le nostre scelte alimentari, ma non solo, anche ad esempio di quelle energetiche e quelle relative ai consumi in generale.
Qualcuno ha detto o scritto: se i macelli avessero pareti di vetro ci sarebbero molti più vegetariani. La macellazione in proprio dei propri animali, presso lo stesso allevamento, con le necessarie norme igieniche, almeno per uso personale, dovrebbe essere, a mio parere, favorita. Si eviterebbe all'animale, almeno, la sofferenza del trasporto. Il Prof. Adriano Mantovani, di cui sono stata allieva, diceva sempre che, per un animale, il trasporto era uno stress maggiore della castrazione. Mi sento di dire che la macellazione per consumo personale di un animale che abbiamo conosciuto e allevato, se proprio riteniamo che cibarci di carne sia per noi indispensabile o almeno utile, sia più accettabile.
E' un'utopia pensare o sperare di tornare ad una società agricola in cui per lo più si consumi ciò che ci si può procacciare direttamente, o comunque dal territorio in cui viviamo, senza bisogno di allevamenti industriali e di macelli industriali. Ma i cambiamenti iniziano sempre dal piccolo e dal personale.
Caterina Regazzi, medico veterinario, referente zootecnica per la Rete Bioregionale Italiana
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