Lettera aperta ai Cittadini, Massmedia, Associazioni Protezioniste, Istituzioni Preposte, è a tutti noto che i lavori per la realizzazione dell'impianto eolico industriale nel nostro territorio dell'alta Tuscia stanno proseguendo a ritmo serrato e a breve il devastante impatto paesaggistico ed ambientale sarà sotto gli occhi di tutti.
Noi riteniamo che tale opera sia un attentato senza precedenti alla nostra terra, perché pregiudicherà irreparabilmente ogni ipotesi di sviluppo sostenibile e quindi il futuro delle generazioni avvenire. Per di più, l'intero procedimento di autorizzazione è stato condotto da una ristrettissima cerchia di amministratori che in pratica hanno messo la popolazione di fronte al fatto compiuto, ponendo in essere atti e decisioni che sono al vaglio dell'autorità giudiziaria.
Abbiamo lottato con ogni mezzo democratico per scongiurarlo, ma, al momento, una sentenza davvero singolare del TAR Lazio ci costringe ad intensificare l'opposizione con i mezzi legali consentiti: è stato avviato un ricorso al Consiglio di Stato avverso la citata sentenza del TAR del 2 dicembre 2010, e sono tuttora in corso delle istruttorie presso la procura della Repubblica di Viterbo (fascicolo n. 3940/09).
Mentre seguiremo con tutta l'attenzione possibile l'iter giudiziario, chiediamo a tutti di partecipare ad una grande dimostrazione pacifica di dissenso, fissata nel nostro paese per domenica 20 marzo 2011. Una dimostrazione che vale per Piansano come per l'intero comprensorio, perché Piansano è in realtà la punta d'iceberg di un progetto che prevede complessivamente 270 torri eoliche in cinque comuni confinanti: Tuscania, Canino, Cellere, Arlena di Castro, Tessennano. Le popolazioni, come al so lito, ne sono state tenute quasi completamente all'oscuro e solo qualcuno ne va prendendo coscienza ora. La manifestazione dovrà essere dunque la voce delle popolazioni contro l'aggressione dissennata a uno dei territori più belli e incontaminati del Paese.
Pensiamo che una grande mobilitazione della società civile possa costituire un segnale importante, sia per una più vasta e capillare presa di coscienza, sia come "incoraggiamento" per istituzioni, forze politiche e magistratura. In ogni caso, sarà un gesto di dignità al quale sentiamo di non poterci sottrarre.
Piansanesi, non abbiate paura di partecipare all'iniziativa. Essa è al di fuori di ogni schieramento partitico e nasce solo dall'attaccamento alla nostra terra, che abbiamo il dovere di lasciare in eredità ai nostri figli con tutte le sue meravigliose potenzialità. Se non lo facessimo, li avremmo semplicemente traditi.
Comitato "No eolico"
programma della giornata
- ore 9,30: incontro dei partecipanti in Piazzale Lucia Burlini
- ore 10,00: corteo per le vie del paese
- ore 11,30: relazione pubblica
Durante tutta la manifestazione rappresentanti del Comitato "No eolico" raccoglieranno firme di adesione
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La Loggetta
Piazza dell'Indipendenza 15-16
01010 Piansano VT
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Post Scriptum
Sono costretto a tornare al problema dell'eolico pesante, un argomento che qui nella provincia di Viterbo fa molto discutere, soprattutto per la tignosità con cui alcuni sindaci insistono nel voler creare "parchi eolici" industriali. Avviene a Piansano, nella zona lacuale di Bolsena… e dobbiamo attivarci per fermare lo scempio… .
Siamo messi molto male…. Purtroppo come avete letto nella lettera soprastante il progetto va avanti alla grande... Ma, forse, sul piano dell'eolico pesante, una piccola mano può venire dalla comunicazione relativa ai danni fisiologici che deriverebbero per la salute umana in seguito alla vicinanza alle mega-pale… Il rischio per la salute riguarda soprattutto i bambini: attacchi di panico, cardiopatie ed anomalie dello sviluppo cerebrale sono le conseguenze dell'eolico industriale ravvicinato.
"Per chi vive vicino a una centrale eolica aumentano le probabilità di malattie cardiovascolari, attacchi di panico ed emicrania…" Lo rivelano ricercatori americani, che hanno anche 'battezzato una nuova malattia: la sindrome da turbina eolica, che annovera fra i sintomi ronzii continui nelle orecchie, vertigini, insonnia.
Non solo. Secondo Nina Pierpoint, pediatra newyorkese che ha coordinato l'equipe di ricercatori, i bimbi che vivono vicino a questi impianti affrontano notti popolate da incubi, ma soprattutto rischiano ritardi e anomalie nello sviluppo cerebrale. Lo studio, durato 5 anni, ha analizzato i rischi per la salute degli abitanti vicino a centrali eoliche in Usa, Gran Bretagna, Canada, Irlanda e Italia. Nel nostro Paese è il Centro-Sud la terra dell'eolico: degli oltre 1.700 MW di energia dal vento installati in Italia, più di 1.200 MW, con 2.300 turbine eoliche, sono prodotti in Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia… ed ora arrivano anche nel Lazio.
Ebbene, secondo l'equipe Usa, le turbine che trasformano il vento in energia elettrica hanno effetti nocivi perché i suoni a bassa frequenza emessi interferiscono con il sistema vestibolare dell'orecchio, che controlla il nostro senso d'equilibrio. Queste frequenze, troppo basse per essere percepite dall'orecchio umano, causano un insieme di sintomi che la pediatra definisce "disturbi vestibolari vibratori visceralì" (Vvvd). Le conseguenze sono tremore, nervosismo, paura, impulso incontrollato a scappare, senso di costrizione al petto, tachicardia.
Il rumore può anche danneggiare lo sviluppo cognitivo di bambini e ragazzi. Non tutti gli abitanti vicini a un parco del vento sono suscettibili alla sindrome delle turbine eoliche, precisa Pierpoint, aggiungendo però: «Non c'è dubbio che infrasuoni, ultrasuoni e vibrazioni causino i sintomi evidenziati da questa ricerca, anche se l'industria eolica tenterà di screditare i risultati. Per anni i colossi del tabacco hanno negato i danni alla salute». La ricercatrice chiede che i nuovi parchi del vento vengano costruiti ad almeno 2 chilometri di distanza dalle abitazioni.
Lo studio sarà pubblicato da K-Selected Books".
Spero che i sindaci della Tuscia abbiano il tempo di leggerselo prima di progettare impianti devastanti e contro la salute pubblica… Tra l'altro trovo che l'unico modo per soddisfare le esigenze prospettate nello studio statunitense sarebbe di istallare le mega-pale lungo i percorsi autostradali dove le abitazioni sono pressoché inesistenti, oppure nelle aree industriali non in prossimità degli abitati.
Paolo D'Arpini – circolo.vegetariano@libero.it
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana e Portavoce European Consumers Tuscia
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