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mercoledì 15 dicembre 2010

Re: CONSIDERAZIONI

Carissimi,
non voglio dilungarmi a commentare le interessanti analisi qui svolte.
Dico solo che certamente Maurizio ha ragione nel rilevare che esistono forze più o meno occulte, di dimensioni planetarie, di una ben determinata origine, che sono superiori ad altre forze, singole o associate, che cercano di agire autonomamente, ed in questo egli critica il ruolo fondamentale assegnato alla geopolitica.
Però allora ne dovremmo concludere che non c'è niente da fare, stiamo solo perdendo tempo a leggere (ed a scrivere) libri ed articoli, a decifrare le manovre dietro le quinte, e magari - chi può - agire per mettere qualche bastone tra le ruote a quel determinato potere.
Rispondo in due modi.
1) da vecchio e convinto evoliano, rilevo che tutto ciò che accade oggi era stato ben descritto in "Rivolta contro il mondo moderno" (ma anche nei "Protocolli", ma questo è un altro discorso....) e che raffigurava l'avvento dell'età del ferro, dell'età oscura, dell'ora del lupo, del "kali-yuga".
Cosa fare in questo periodo? Preparare gli animi e gli spiriti, tenere "la fiaccola accesa sotto il moggio", educare "uomini tra le rovine" per essere pronti al risveglio.
Aggiungo che un certo personaggio tedesco ben noto si appellava spesso all'intervento di una  "Provvidenza" non meglio identificata per assistere chi combatte contro, questo sì, il "male assoluto" della finanza internazionale senza anima e senza volto. E' lo spirito della razza? E' l'intervento di Dei protettori? Non lo sappiamo. Ma abbiamo il dovere di essere "svegli" e di preparare gli uomini.
2) Detto questo, a me non sembra che quel potere descritto da Maurizio abbia ancora vinto. Ci sono forze altrettanto potenti che cercano di contrastarlo: l'islamismo, le profondità a noi sconosciute dell'anima euroasiatica, lo spirito di resistenza nascosta dei popoli europei manifestatosi anche nella nascita di tanti partiti e movimenti copsiddetti "identitari", le contromanovre di ambienti economici colpiti nei loro interessi, e via dicendo.

Quindi, in conclusione: vanno bene le analisi, vanno bene le visioni anche pessimistiche che potrebbero aiutare a rafforzarci nella lotta, ma non trascuriamo il lavoro attento di analisi dei fenomeni che si presentano quotidianamente e che vanno interpretati correttamente.
 
Un saluto "romano" a tutti.
 
Nazza
----- Original Message -----
To: maufil
Sent: Tuesday, December 14, 2010 11:12 PM
Subject: R: CONSIDERAZIONI

CARO MAUFIL, ti rspondo subito, e molto rapidamente, coinvolgendo un discreto numero di amici in condizione di "capire", perchè l'argomento da te sollevato NON è DA POCO!
Devo però far riferimento alla mia formazione di uomo di scienza ( e soprattutto di "cultura" scientifica) per rispondere in maniera adeguata. Mi rendo anche conto che gli aspetti della cultura scientifica contemporanea confliggono con una certa logica post-materialista, ma tant'è. 
Intanto, dobbiamo significare che in questo momento stiamo facendo una ANALISI. Si tratta della analisi della società contemporanea che si basa su alcuni concetti analitico- razionalisti. PRENDIAMO atto che esiste una società nella quale si muovono, apparentemente in modo disordinato, alcune forze che, prese nel complesso, ci danno la DEFINIZIONE di COMPLESSITà.
Secondo Luhmann, che è stato il maggiore studioso della Complessità sociale, la COMPLESSITA' è costituita da una quantità di PROSPETTIVE che vanno OLTRE le capacità interpretative e utilizzative dell'Uomo. Pertanto, rispetto ad un ipotetico, molto ipotetico, passato, NOI vivremmo in una clima di sviluppata complessità. COSA che, dal punto di vista socioeconomico, è un falso, perchè, come ci spiega la Fisica moderna ( e nemmeno la Fisica Post- quantistica che va ben oltre) tutto dipende dal punto di vista con cui vuoi inquadrare il problema. INFATTI, se ci limitiamo all'aspetto GEOPOLITICO, la questione TORNA sempre, come in certe equazioni che, sviluppate con uan certa tecnica, danno sempre il risultato VOLUTO.
Se tu mi citi il caso della finanza, io ti cito il caso della finanza romana ( e non è certamente un caso che siano esistiti ben DUE triunvirati nei quali una certa qual parte era svolta dai "finanzieri" anche se qui dobbiamo fare doverosi distinguo).
Se tu mi citi il caso delle Massonerie e dei loro legami coll'Ebraismo, ormai arcinoti, io ti rispondo che la questione NON nasce certamente oggi. Basterebbe addentrarsi solo un poco sulla nascita del "cristianesimo"....Rispetto a tanti altri "studiosi" specie gli accademici, quelli che si sono inventata una carriera all'ombra del positivismo razionalistico ottocentesco, ormai tramontato ( ma Loro NON lo sanno...), NOi abbiamo una marcia in più NELLA COMPRENSIUONE dei fenomeni storici, perchè ci mettiamo dentro anche le forze occulte, CHE SONO OCCULTE, OCCORRE DIRE, perchè NON sono conosciute nemmeno da coloro che le posseggono, come il "razzismo" intrinseco all'ebraismo.
Se consideriamo che la Massoneria possiede truppe che si sono iscritte non certo per ragioni "etiche o, peggio, esoteriche" di cui non sanno nemmeno di che si tratta, ma semplicemente per trovare lavoro, NOI possiamo comprendere anche che il ruolo delle TRUPPE CAMMELLATE è molto ambiguo. Ed a questo punto, proprio mper parlare di Massoneria, escluso Garibaldi ( che se serviva) e pochi altri che facevano parte dello Stato Maggiore, la maggioranza dei Mille non sapevano nemmeno di che si trattasse. E non parliamo poi dai "picciotti" reclutati inSicilia da Rosalino Pilo e da Crispi.
CONCLUSIONE: è una conclusione usata dai "fisici" , quelli che sono riusciti a carpire tantissimi "segreti" o, meglio, SECRETI) alla Natura ( Natura Naturans)---->>>>> La conoscenza è MEDIATA dal sistema di RIFERIMENTO. Se non sai qual'è il sistema di riferimento NON capisci NULLA. Se conosci il sistema conoscitivo sai come ti devi comportare. D'altronde, ALESSANDRO MAGNO, o Cesare, Colombo, Verrazano, Vespucci, Magellano, Pellegrino Matteucci, il mio concittadino, che ha attraversato da solo tutto il deserto del Sahara, per morire in conseguenza della fatica nel 1881, a Londra, hanno fatto conquiste incredibili senza carte geografiche, topografiche, rilevazioni radar, navigatori satellitari. E tutto ciò ci dovrebbe far riflettere: coi navigatori satellitari noi andiamo da una via ad una piazza di una città. QUESTO è IL PUNTO! GV.  

--- Lun 13/12/10, maufil <maufil@alice.it> ha scritto:

Da: maufil <maufil@alice.it>
Oggetto: CONSIDERAZIONI
A: "giorgio Vitali" <vitali.giorgio@yahoo.it>
Data: Lunedì 13 dicembre 2010, 17:06

Caro Giorgio,

ne abbiamo parlato tante volte, ma devo riproporti alcune osservazioni.

Se nella Storia, fino a ieri conosciuta, risultava pur indiscutibilmente vera la realtà delle cause e degli effetti determinati dagli interessi geopolitici (vedesi anche la divisione delle nazioni in entità talassocratiche o continentali), è oggi altrettanto vero che  dobbiamo cominciare a prendere in considerazione il fatto che la geopolitica non consente più di elaborare un ottica interpretativa e veritiera degli avvenimenti storici.

Negli ultimi tempi, infatti, ci sono stati dei cambiamenti inevitabili (che poco più avanti indicherò) nel contesto fisico, economico ed esistenziale di tutto il pianeta, cambiamenti che hanno consentito a certe "forze" trans e over nazionali, con interessi di natura cosmopolita, di poter manipolare e condizionare le decisioni di potere a livello mondiale e la gestione dei propri interessi come mai era stato possibile prima.

Dietro il "mondialismo", con cui noi indichiamo una certe tendenza ideale e politica ad una Repubblica universale, agiscono uomini, Organismi, Istituzioni e Lobby di potere ben precisi e tra loro strettamente legati, oltrechè permeati da una atavica volontà di potenza e da una specifica ideologia. Possiamo così rilevare che chi supponeva, per esempio, essere l'EU, una passo verso un auspicabile amalgama geopolitico quale alternativa al potere mondiale di Yalta e poste Yalta, deve invece rendersi conto che l'EU non è stata altro che un passo verso una Repubblica universale, cominciando con il consorziare i paesi europei in una moneta unica, Leggi uniformi, abbattendo le frontiere e imponendo Istituzioni, leggi e tribunali over nazionali, di natura mondialista.

Siano queste "forze" di natura massonica, di volontà di potenza ebraica o espressione di interessi di Alta finanza, del resto tutte realtà queste tra loro intrinsecamente connaturate e sodali, è intuitivo che queste "forze" si muovono su di un piano trans nazionale ed i loro interessi ideologici, politici o economici non sono legati a realtà nazionali particolari.  

Che poi la prospettiva di una Repubblica Universale massonica o di un manifesto dominio mondiale ebraico, possa andare in porto,  non è ovviamente scontato, perchè nella Storia intervengono varie ed eterogenee forze, voluzioni di interessi di natura geopolitica, e mettiamoci pure la teoria della "eterogenesi dei fini", che possono capovolgere progetti e previsioni.

Comunque sia è innegabile che già negli anni '40, le posizioni di potere che la massoneria e l'ebraismo avevano raggiunto in nazioni estremamente significative, specialmente quelle dal punto di vista del potenziale finanziario, industriale e militare (Gran Bretagna e Stati Uniti), gli consentirono di scatenare una irriducibile guerra mondiale contro l'Europa; di dirigerne le strategie belliche (spesso addirittura in contrasto con i rispettivi interessi geopolitici delle stesse nazioni Alleate, vedi per esempio l'Inghilterra che ha perso inevitabilmente l'Impero) e di imporre poi una politica di sottomissione, spartizione, "rieducazione" e forzata integrazione al vecchio continente.

Al tempo, nessuno, neppure Hitler, si aspettava che l'ebraismo e la massoneria avessero questo potere, questa incisività, tale da condizionare Londra e New York per usarli come arma di distruzione. Si pensava ancora che prevalessero, alla fin fine, gli interessi geopolitici, le ragion di Stato, l'eterna forza delle diplomazie, ma non era così: la resa senza condizioni e la distruzione totale fu la inevitabile conseguenza, perchè era funzionale ai progetti mondialisti.

Facciamo ora un salto in avanti e portiamoci ai giorni nostri e vediamo perchè determinate "forze" di natura mondialista hanno oggi una incisività ed una importanza superiore a tutto, tanto da prevalere su gli aspetti geopolitici e quindi quello che potrebbe riservare il futuro non è semplice da prevedere, ovvero, per meglio dire l'analisi geopolitica risulta insufficiente.

Oggi infatti siamo in presenza di alcune "novità"  che hanno cambiato i rapporti di forza tra gli esseri umani e hanno fatto saltare tutte le considerazioni interpretative di ordine geopolitico che un tempo potevano essere valide.

Queste novità sono:

1. la dimensione planetaria raggiunta dai "mezzi di trasporto e spostamento" e dalle "comunicazioni" che, unito al modo di sentire, di pensare e di rapportarsi dei nostri contemporanei ha dissolto ogni barriera spazio temporale. Non è irrilevante che un americano, un italiano, un russo, un giapponese, un cinese, un arabo o chi altro, sono oramai permeati da quella forma mentis occidentale-modernista-cosumista e possono distinguersi solo  per poche differenze non sostanziali (del resto tutti i "fondamentalismi", tutte le Culture, così come tutte le Religioni sono destinati a ridursi ad aspetti superficiali e di folclore).

E i mass media di tutto il mondo, anche quando contrapposti, parlano, scrivono, proiettano, insegnano, su questi standard psicologici e idealistici tipici del "modernismo" mondialista. Detta in poche parole, non c'è più una realtà fisica ed etico – culturale, se non esistenziale, a cui ancorarsi per contrapporre al "modernismo" qualcosa di diverso.

2. La forzata integrazione multietnica (oramai psicologicamente accettata ha fatto che sì che, ancora pochi anni, e non sarà più possibile parlare di "tedeschi", "italiani", "americani", ecc., perchè queste realtà geografiche ed etniche, così come le abbiamo sempre conosciute, saranno un qualcosa di "diverso" rispetto al passato (l'italiano poi dovrebbe addirittura scomparire entro un paio di secoli, sostituito da una "ital-multirazza" non ancora ben definibile.

3. l'importanza e la dimensione di potere raggiunta dall'Alta finanza. Stiamo parlando di una entità che si costituisce, ragiona  e si muove su di un piano trans nazionale, perchè i suoi interessi sono di natura cosmopolita e può contare su Istituzioni e Organismi di carattere mondialista in grado di imporre decisioni, leggi e politiche al di sopra degli Stati.

Oggi l'Alta finanza supera perfino le vecchie realtà economiche, ovvero le cosiddette  "Multinazionali" le quali, pur operando in varie aree geografiche, avevano però un punto geografico di ancoraggio. L'Alta finanza non ha punti geografici di ancoraggio, ma si muove ed agisce con interessi e fini totalmente globalizzati. La struttura economica e finanziaria dei paesi di tutto il mondo, con i loro ordinamenti e leggi di mercato, di scambio e monetari, fa sì che il banchiere sia oramai divenuto "onnipotente". Fino a qualche decennio addietro potevamo dire che i Rotschild, i Rockfeller e relative Fondazioni, avevano un potere tale da poter influire sui governi di mezzo mondo, oggi l'Alta finanza non solo influisce, ma "governa".

Negli anni '40 queste Lobby erano già in grado di imporre certe decisioni, grazie ai loro diffusi centri di potere annidati nella City e a Wall Street, ma comunque dovevano sempre fare i conti con tante altre realtà, interne ed esterne alle rispettive nazioni. Oggi, invece, quando noi diciamo, a ragione, che il presidente degli Stati Uniti, di fatto, è un fantoccio manovrato da altri poteri, che l'esecutivo, il Congresso e l'amministrazione Usa, sono totalmente condizionati da consorterie e poteri occulti, dobbiamo essere consequenziali e dire anche che gli interessi americani, in senso strettamente nazionale e geopolitico, contano molto, ma molto meno degli interessi di queste Consorterie. E siccome queste Consorterie sono poi riconducibili ad un progetto di dominio mondiale e al potere del mondialismo, dobbiamo allora convenire che gli USA sono uno strumento in mano altrimenti diversa da quella che può far pensare la loro attestazione nazionale.

4. Il deterrente atomico. La potenza distruttiva e assoluta, raggiunta dagli armamenti atomici, di fatto, impone a tutto il mondo la sottomissione a chi ha il potere di gestire questi arsenali. Ma quando parliamo di Usa, Russia, GB, Israele, ecc. che sono i paesi che hanno questo potenziale, dobbiamo considerare che questi stessi paesi sono a loro volta "controllati" (Russia e Cina comprese) dalle organizzazioni mondialiste. Insomma è divenuto alquanto  "improprio" parlare di America, Germania, ecc., in senso  assoluto e specifico.  

Dunque questi paesi finiranno sempre per trovare l'accordo di massima che concili i loro specifici interessi geopolitici, ma saranno sempre  i centri di potere del mondialismo che ne condizioneranno veramente le politiche che contano.

Per concludere

Oggi non è più possibile ragionare solo in termini geopolitici perchè gli interessi che muovono le forze in campo sono di natura planetaria ed esulano dagli interessi e necessità specifiche delle singole aree geografiche.

Può sempre esserci una sortita "anomala" da parte dei cinesi, una "impennata" dalla Germania, una presa di posizione confacente agli interessi statunitensi, e così via, ma sono solo aspetti secondari che incidono relativamente nelle attuali vicende storiche.

Quel che realmente conta è che esiste un potere planetario, spaventoso, di natura non ben definibile, ma nel quale è facile ravvisare la presenza ebraica, che si dispiega attraverso il dominio mondiale esercitato dall'Alta finanza. E questo potere, di natura cosmopolita, che trovasi già a buon punto, nella globalizzazione sociale, economica e finanziaria del pianeta, ma prima ancora esistenziale, psicologica e caratteriale degli esseri umani, ragiona, pensa, agisce e impone decisioni non certo su basi geopolitiche, ovvero riesce a piegare gli aspetti geopolitici ai propri interessi. E tutto questo, bene o male, sconvolge tutti i parametri storici interpretativi.

Maurizio


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