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mercoledì 22 dicembre 2010

Scuole che cadono a pezzi... l'esempio emblematico di Calcata

Scuole che cadono a pezzi, sia in un senso che nell'altro... gli
esempi di Calcata e Faleria in provincia di Viterbo

Quando alcuni anni fa, con grande can can mediatico e continui
appostamenti di giornalisti, fotografi e curiosi, furono assegnati i
bambini (vittime di soprusi) provenienti dall'istituto di Rignano
Flaminio, la scuola elementare di Calcata fu portata a modello di
buon esempio, sia per aver aver accolto i bambini provenienti da una
situazione difficile, sia per la funzionalità della struttura
stessa....
Ora, superato l'aspetto dell'immagine e della bella figura, come
spesso accade, è subentrata una sorta di indifferenza e di
menefreghismo per cui il "livello" raggiunto decade... insomma si
"vive sugli allori". Così le cose deteriorano e si evita di mantenere
le promesse e di restare all'altezza della situazione.

Forse non ci si rende conto, a livello amministrativo, che il
mantenimento delle strutture scolastiche elementari di un piccolo
paese corrisponde al mantenimento della cultura locale e del senso di
identità...

Ancora una volta perciò, dopo la segnalazione dei guasti all'impianto
elettrico di Faleria, sono costretto a segnalare alcuni inconvenienti
strutturali della scuola di Calcata che mi sono stati comunicati da un
genitore.

Paolo D'Arpini, portavoce di European Consumers Tuscia


Lettera ricevuta.
Sono diverse settimane che il cancello della scuola di Calcata é rotto
(bastano 15 minuti per ripararlo) e chiunque può intrufolarsi
all'interno in qualsiasi momento. Ricordiamo che la suddetta scuola
ospita i bambini provenienti da Rignano Flamino, e questo dettaglio,
non affatto trascurabile, la rende evidentemente ancor più di
premurosa attenzione.

Il sottoscritto ha avvertito il personale della scuola
dell'inconveniente e tutti hanno dato la stessa risposta: " da mo' che
lo sanno il sindaco e l'ufficio tecnico, ma nessuno fa niente".
Consapevole dell'esperienza personale dell'anno scorso, dove
praticamente l'intero anno scolastico il contatore della luce era a
vista e con i fili della corrente di entrata a portata di bambino e
così rimasto finché il sottoscritto, dopo innumerevoli solleciti, non
ha informato al sindaco in persona del pericolo, mi sono messo in moto
per avvisarlo anche questa volta (il sindaco, ricordo che la scuola è
proprietà del comune) del suddetto problema del cancello.

Beh mi sono sentito rispondere, non scevro da un tono polemico e di
fastidio, che a lui non risulta nulla di scritto sul problema, che è
stufo (??? ma allora perché non si dimette?), che lui non è
assolutamente responsabile di eventuali inconvenienti e perciò non
farà nulla finché questo scritto (che secondo il sindaco dovrebbe
produrre la fiduciaria) non arriverà nel suo ufficio. Premetto che
come privato cittadino, non mi interessano gli evidenti battibecchi o
le tante ripicche paesane che intercorrono tra scuola, comune,
dirigente scolastico, preti, sindaci, genitori, monsignori, cori,
assessori, maestri… o che caspita ne so' io.

Non entro in merito alla assai deludente risposta del sindaco (anche
se avrebbe fatto meglio a dire " ha fatto bene a dirmelo, mi attiverò
per risolvere il problema e dare una tiratina di orecchie al
responsabile della mancata informazione") e neanche consideriamo il
fatto che la scuola è un orribile cantiere aperto già da un anno
(cliccare sulla foto per ingrandire), dove qualche altro piccolo
pericolo esiste; quello che ovviamente ho fatto è stato andare dalla
fiduciaria, la maestra Carla Izzi, e avvertirla di produrre questo
benedetto scritto, la quale mi ha risposto "ma se lo sa benissimo il
sindaco che il cancello è rotto. Ho anche avvertito l'ufficio tecnico…
comunque se lo vorrà per iscritto, va bene glie lo metterò per
iscritto, me lo poteva dire prima… (il sindaco)".

Che dire, è evidente che i rapporti tra le varie istituzioni (e direi
anche quelli personali) non funzionano giacché si evidenzia una NON
volontà a risolvere tempestivamente e nel miglior modo i problemi, e
c'è un continuo ricercare un pelo nell'uovo per intricare il più
possibile situazioni che di intricato non avrebbero assolutamente
nulla.

Non capisco perché in questi casi ci si dimentica dei bambini e si
pensa grettamente ai fatti propri, a fregarsene di tutto il resto e si
gioca a fare il solito, e pericoloso, scarica barile.

Mi chiedo dove saranno gli altri due importanti protagonisti della
faccenda: il dirigente scolastico Alfonso Francocci e l'inesistente
consigliera, con delega per la scuola, Veronica Di Giovanni…. mistero!

Questa scuola a cui tanto abbiamo dedicato, cercato di difendere,
mantenere e a cui tutti noi teniamo. E ora? La solita miseria umana.

Armando Marchesini

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